Capitolo 5.2
Le orecchie mi fischiavano, la testa mi rimbombava in maniera assurda mentre il corpo era un intrico di dolore e ammaccature.
Non cos'era successo, ma ero sdraiata sulla schiena e un peso enorme mi stava schiacciando.
《...ira... Kira...》
Quando, finalmente, le orecchie ricominciarono a funzionare, capii che qualcuno mi stava chiamando da chissà quanto tempo.
《Ma cosa...》bofonchiai, tossendo a più non posso.
Si era alzata così tanta polvere che non riuscivo a vedere nemmeno a pochi centimetri dal mio naso: mi toccò aspettare infiniti momenti prima di poter guardare il mio interlocutore.
Quando riuscii a metterlo a fuoco, trovai il Maestro Ike spalmato sopra di me, in volto un'espressione fra il preoccupato e il sofferente, ma non fu quello a sconvolgermi. La cosa che mi lasciò a bocca spalancata e occhi sgranati fu il villaggio, o meglio il non-villaggio, dato che le abitazioni, i negozi, le locande, tutto, era scomparso, svanito, raso al suolo.
《Oh... Mio...》ansimai, alzandomi sui gomiti, il Maestro si spostò leggermente, quel tanto che bastava per vedere i danni al nostro villaggio, un posto che ormai non esisteva più.
《Kira...》mi chiamò il Maestro Ike, attirando la mia attenzione.
Era più facile concentrarmi su di lui, sui suoi occhi, sul suo volto, che non sulla distruzione che ci circondava.
Nadja...
Lee...
Il signor Tay...
Saranno tutti...
Il respiro accelerò di colpo, quasi andai in iperventilazione, mentre il cuore galoppava ad un ritmo serrato, come se volesse uscirmi dal petto.
《Kira...》mi richiamò il Maestro Ike.《Guardami... Dovrai essere forte. Lo so cosa stai pensando, ma... Non puoi farti prendere dal panico. Quello che è successo è terribile, credimi, io lo so, però non puoi andare fuori di testa...》
Le parole del Maestro mi entravano da un orecchio per uscire dall'altro: erano solamente un'accozzaglia di consonanti e vocali che, però, non mi aiutavano.
Un minuto prima ero in mezzo ad una strada mentre ora...
Ora mi trovavo in mezzo al nulla: tutti gli edifici erano diventati un mucchio scomposto di ruderi, dalle macerie si vedevano distintamente braccia e gambe immobili, segno che molti non avevano avuto fortuna.
I morti...
Saranno incalcolabili...
E i sopravvissuti?
Qualcuno sarà ancora vivo?
《Kira!》Il tono urgente del Maestro Ike mi strappò ai miei oscuri pensieri. Rimisi a fuoco il suo volto e notai per la prima volta i graffi sanguinanti che lo ricoprivano.
Anche lui...
Ferito a causa mia...
《Maestro... Io...》mormorai, la voce fioca che risuonava nel silenzio innaturale.
《Lo so... Lo so...》
Ero sicura che l'immenso dolore nei suoi occhi scuri fosse lo stesso che riempiva i miei verdi.
A fatica ci mettemmo seduti: i miei movimenti erano rigidi e innaturali, cosa normale vista la botta che avevo perso, ma quelli del Maestro erano intrisi di sofferenza.
《Ma lei...》iniziai, allungando le braccia verso di lui con l'intento di guardare le ferite. I miei poteri di guarigione facevano schifo, ma erano meglio di niente.
《Lascia stare》mi bloccò lui con un gesto della mano.
Uno scricchiolio mi fece voltare: un altro ragazzo erano comparso accanto ad Angoscia. Lo studiai bene: potevano essere gemelli, a parte occhi e capelli erano praticamente identici.
Sbattei le palpebre un paio di volte mentre il mio cervello elaborava le nuove informazioni.
《Lui... È stato lui...》mormorai scioccata. Non c'era altra spiegazione: il nuovo arrivato era il solo responsabile della distruzione del villaggio.
《Ascoltami attentamente...》Il Maestro parlò a bassa voce, veloce e deciso.《Mentre io li distraggo, tu scapperai dalla parte opposta. Corri verso la foresta. Da quello che so Leif e i suoi dovrebbero essere in viaggio. Trovali!》
In pratica mi stava chiedendo di abbandonarlo, avrei dovuto lasciarlo lì a morire.
Come potevo...
《No... Non posso...》Scossi forte la testa per dare enfasi alle mie fioche parole.
《Devi!》rispose tagliente lui, rialzandosi a fatica.
Lo imitai e solo allora capii la vera entità delle sue ferite: la maglia era scarlatta a causa del sangue fuoriuscito dai graffi che costellavano il suo corpo mentre la schiena...
Il Maestro Ike mi aveva fatto scudo quando era scoppiato il pandemonio: pietre affilate e vetri affondavano nella sua pelle, mandandogli staffilate d'impareggiabile dolore, ma lui fece appena una smorfia.
Non un fiato, non un grido.
《Occupati degli altri. Qui ci penso io...》La voce del nuovo arrivato era identica a quella di Angoscia: priva di sentimento e incolore. I suoi occhi scuri, però, promettevano immani sofferenze.
Angoscia lo guardò e poi svanì, probabilmente in cerca di sopravvissuti da finire.
《Dove eravamo rimasti?》domandò il nuovo avversario, fissandoci.
Il Maestro Ike non gli rispose e partì all'attacco con sorprendente velocità, a dispetto delle ferite fresche, ma il nemico bloccò ogni suo pugno ed ogni suo calcio. In men che non si dica, il Maestro dovette arretrare per riprender fiato: anche se era il migliore, nemmeno lui poteva resistere a lungo con ferite di quell'entità, infatti, in breve tempo, fu madido di sudore, col petto che si alzava e si abbassava furiosamente in cerca d'aria.
《Vattene...》Fu solo un sussurro, ma alle mie orecchie suonò come un grido disperato.
Il messaggio era: non so quanto potrò resistere, sbrigati a scappare.
Solo che...
Il mio corpo agì prima che io riuscissi a pensare: feci un lungo salto ed atterrai praticamente davanti al nuovo nemico. Lo fissai per qualche secondo per poi attaccarlo ferocemente: aveva i capelli rossi tagliati molto più corti rispetto ad Angoscia e gli occhi scuri parevano scrutarmi l'anima.
《Finalmente...》disse, parando un mio pugno《Io sono Dolore e tu verrai con me.》
《Te lo puoi scordare!》gli gridai, furiosa. Lui aveva distrutto il villaggio, uccidendo i miei amici. Meritava di morire.《Sei soltanto una semplice copia. Un'inutile copia.》
Speravo di destabilizzarlo o distrarlo un poco, ma Dolore pareva assolutamente indifferente alle mie parole.
Con un calcio, superò la mia difesa e mi spedì contro un muro rimasto stranamente illeso: l'impatto fu tremendo, mi mozzo' il fiato e mi ridusse ad un ammasso di dolore e lividi.
《Stai lontano da mia figlia!》Il grido del Maestro Ike risuono' minaccioso nel silenzio che ci circondava.
Aprii gli occhi quel tanto che bastava per vedere l'ultimo atto di coraggio dell'uomo migliore che io avessi mai conosciuto.
Il Maestro si lanciò su Dolore, ma il ragazzo dai capelli rossi schivo' l'assalto ed estrasse un pugnale da chissà dove: il Maestro capì troppo tardi il suo errore e cercò di arretrare, ma...
Quella lama maligna e scintillante si conficco' nel suo petto in un secondo e io non potei fare altro che guardare impotente mentre la vita scivolava via dal corpo del mio mentore.
Poi...
Poi fu solo Dolore.
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