Capitolo 3.7
Mi sentivo al sicuro, protetta in quel caldo abbraccio: voltai un poco la testa e, sotto l'orecchio, percepii il suo forte battito cardiaco, un suono che aveva il grande potere di tranquillizzarmi.
《Kira... Kira... Svegliati...》
Una voce maschile, calda e familiare, mi stava chiamando insistentemente, ma io non volevo aprire gli occhi, sapevo che se li avessi riaperti il dolore sarebbe tornato, più forte di prima.
E io non volevo soffrire, preferivo di gran lunga crogiolarmi lì, al sicuro, nella mia piccola bolla colma di pace e affetto.
《Kira... Kira... Svegliati... Fallo per me...》
Alla voce non interessava nulla dei miei desideri: voleva che io aprissi gli occhi?
Allora l'avrei accontentato, anche se non sarebbe stato un risveglio felice.
《Mi arrendo... Sono sveglia...》bofonchiai senza alcuna voglia e spalancai gli occhi.
Mi trovavo su una collina erbosa, all'ombra di una grande quercia frondosa, il cielo era di un azzurro limpido mentre il sole mi accecava coi suoi luminosi raggi.
In quel posto paradisiaco non ero sola: ero comodamente sprofondata tra le braccia della persona più importante della mia intera vita.
《Kira...》mi chiamò nuovamente il Maestro Ike.
Voltai di un poco la testa, scostandomi leggermente dal suo ampio petto, e lo guardai, ammirandone i tratti severi e dolci allo stesso tempo.
I suoi capelli avevano la stessa sfumatura castano dorata di sempre, la cicatrice divideva il suo volto diagonalmente senza, però, alterarne il fascino, gli occhi erano caldi ed amorevoli come ogni volta che il suo sguardo si posava su di me.
《Maestro...》mormorai con le lacrime agli occhi, stringendo la sua maglietta scura fra le dita.
Era così reale...
《Finalmente ti sei svegliata, Kira!》mi rimprovero' lui come faceva sempre quando ero piccola e molto più indisciplinata.《Non puoi dormire. Non ora. Tu devi...》
Alzai una mano tremante e gliela posai sulle labbra, zittendolo.
《Non lo dica. La prego...》mormorai con voce soffocata mentre le lacrime sfuggivano al mio controllo e mi rigavano le guance, lasciando scie umide e salate al loro passaggio.
Sotto le dite percepii le sue labbra incurvarsi leggermente verso l'alto in un sorriso triste e doloroso. Il Maestro mi prese la mano fra le sue e la strinse con affetto infinito.
《Posso anche non parlarne, ma lo sai... Tu lo sai... In fondo a quel cuore grande che possiedi, tu lo sai...》mi disse lui in tono calmo e pacato come al solito.
Peccato che stavolta tutta la sua tranquillità non era sufficiente per rassicurarmi, anzi mi faceva battere il cuore ancor più velocemente in attesa della fine.
《Non posso... Non me lo chieda... Non posso farlo... Io...》Il labbro inferiore iniziò a tremare così tanto me lo morsi forte, quasi a sangue, sperando, invano, che la smettesse.
Sul volto del Maestro Ike aleggiava ancora quel sorriso triste, ma caloroso che fece scorrere ancor più velocemente le lacrime sulle mie guance.
《Kira... Testarda e dolcissima bambina mia...》iniziò lui, dandomi un lieve bacio in testa.《Sai che fra i Maestri esiste una regola: mai avere figli. Io, però, l'ho trasgredita da quando lo Sciamano ti ha affidata a me. Tu, Kira, sei quella possibilità che io stesso mi ero precluso. Credevo di bastare a me stesso: ero un Maestro, la massima aspirazione per una Sentinella, e una vita al servizio del Clan mi sembrava la migliore vita possibile. Che stupido sono stato a pensare quelle cose... Poi sei arrivata tu ad aprirmi gli occhi e la mia vita è diventata più colorata e piena... E stressante...》ridacchio' leggermente, probabilmente ripensando a qualche marachella che avevo combinato da piccola 《Tu sei la figlia migliore che poteva capitarmi. E, anche se l'inizio è stato un po'... difficile..., devi sapere che sono felice di aver avuto la possibilità di conoscerti e di aver condiviso la mia vita con te. So che un padre dovrebbe proteggere i suoi figli, ma io non ce l'ho fatta, ho fallito miseramente. Per quanti sforzi io abbia fatto, lei mi ha
distrutto. Letteralmente. Però c'è ancora una cosa che posso fare: aiutarti a riprendere il controllo...》
《M-maestro... No... Io non
voglio... Perché non posso rimanere qua? Perché dovrei tornare ad una realtà in cui lei è...》
Non riuscivo nemmeno a dire quella parola.
Faceva troppo male.
《Morto?》mormorò lui con voce dolce.《Lo so che è difficile. Lo so che fa male. Nel corso degli anni ho perso molti compagni e ogni volta faceva male come la prima. Però devi capire che la vita va avanti, non puoi rimanere ancorata al passato. Io vivo nei tuoi ricordi e nel tuo cuore. Sarò sempre al tuo fianco per vegliare su di te e suoi tuoi amici. Ma ora... C'è in gioco il futuro del mondo: se il Lupo riesce a sconfiggere la Furia ne assorbirà il potere e la vita, così come la conosciamo, cesserà di esistere. È per questo che è importante che tu riprenda il controllo del tuo corpo e sigilli nuovamente lo Spirito all'interno della tua anima.》
Le parole del Maestro mi destabilizzarono: non credevo mi considerasse come una figlia, anche se in cuor mio ci speravo fin da bambina.
Non potevo più negare a me stesse il profondo affetto che provavo nei suoi confronti, nonostante qualche volta ci trovassimo in disaccordo, sapevo di poter contare su di lui.
Sempre.
Incondizionatamente.
Mentre mi guardava con amore puro ed infinito, capii che aveva ragione su tutta la linea.
Se lasciavo libero il Lupo, lui avrebbe massacrato chiunque avesse incrociato il suo cammino, senza distinzioni.
Dovevo riprendere il controllo.
Dovevo rinchiuderlo dentro di me.
Dovevo...
Ma non volevo...
Se l'avessi fatto, avrei perso il mio Maestro, mio padre...
《Kira... Non c'è più tempo...》disse lui in un soffio.
《Ma io.. 》iniziai a dire per bloccarmi subito.
Mi stavo comportando da vigliacca: per paura di soffrire avrei condannato il mondo intero.
Strinsi la sua mano e ripresi a parlare con voce più decisa.《Riprenderò il controllo e sigillero' nuovamente il Lupo.》
Il Maestro Ike mi guardò con occhi colmi d'orgoglio paterno prima d'iniziare a svanire come l'enorme quercia che ci proteggeva dai raggi di quel sole fittizio.
《Brava ragazza! Ricordati che io sarò sempre al tuo fianco!》
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