Capitolo 3.10
10 minuti fu il -poco- tempo che ebbi per ritornare ad essere la solita Kira, una Sentinella capace e determinata, non quella ragazzina confusa e spaventata da sé stessa.
Quando il Maestro tornò mi trovò seduta sul letto, con le gambe nude a penzoloni, mentre cercavo di alzarmi e, ovviamente, mi sgrido'.
《Non ci provare, Kira. Sei rimasta incosciente per tre giorni. Non puoi certo alzarti subito: devi prima riprendere le forze》mi bacchetto' lui, scoccandomi un'occhiata di rimprovero.
Scocciata, mi ributtai sotto le coperte, sbuffando, ma la parola del Maestro era legge quindi...
《Ora mangerai e poi ti
riposerai. Quando starai meglio torneremo a casa》continuò lui, sedendosi accanto a me e porgendomi una tazza colma di fumante zuppa.
Al solo odore lo stomaco brontolo' come se non mangiassi da giorni, cosa che, effettivamente, il Maestro mi aveva appena detto.
《Come vuole...》bofonchiai per poi ringraziarlo per il pasto. La zuppa, di un bel color oro, era davvero ottima, anche se non conteneva carne, ma solo radici ed ortaggi.《Chi sono "gli altri"?》gli domandai tra una cucchiaiata e l'altra.
Al Maestro quasi s'illuminarono gli occhi alla mia domanda.《Leif ed Aya, ovviamente...》
E subito la porta si riaprì, come ad un ordine prestabilito, e i fratelli entrarono in camera.
Leif era esattamente come lo ricordavo: un bel ragazzo con occhi color roccia e capelli lunghi raccolti in una coda alta. Mentre Aya non sembrava la ragazza della foto che mi aveva mostrato lo Sciamano; davanti a me c'era una giovane dall'aria smarrita, col volto rivolto verso il pavimento, come se provasse vergogna, e numerose bende che le coprivano le braccia e il collo.
Il particolare che mi saltò all'occhio appena li vidi fu la ciocca bianca fra i capelli chiari.
Era identica a quella del Maestro Ike.
《Bentornata fra noi!》mi salutò allegramente Leif, avvicinandosi a me mentre la sorella rimase appoggiata alla porta.《Come ti senti?》chiese, poi, preoccupato.
Tra me e lui c'era un bel rapporto di amicizia, iniziato quando gli avevo fatto un occhio nero al Festival, subito dopo che io, il mio team ed il Maestro eravamo tornati a Palazzo.
Credevo che lui fosse complice dei miei rapitori, ma venne fuori che era totalmente estraneo, anzi era stato usato come diversivo, cosa che lo irritava ancora.
《Meglio. Grazie》risposi, cercando di essere educata, anche se il più delle volte non mi riusciva molto bene.《E voi? Mi dispiace per...》abbozzai un gesto con la mano per indicare il collo, imbarazzata di aver quasi ucciso sua sorella.
Che situazione...
《Benissimo. Grazie a te. Il tuo intervento ha salvato l'intero villaggio. Ti siamo debitori...》mi rispose lui, solennemente, ma i miei occhi tornarono ad Aya, che non voleva saperne di essere lì, con me, la sua quasi assassina.
《Ha ragione mio fratello. Se non fossi arrivata tu, io...》mormorò quelle parole così piano che credetti di averle sognate.《Quando l'ho incontrato, l'ho trovato così accattivante... Non potevo non ascoltarlo... Ma poi...》La sua voce si spense in un silenzioso colmo di vergogna.
《Chi è stato?》le chiesi in un tono che sperai calmo.
Aya era stata usata, come suo fratello al Festival, da una persona che me le avrebbe pagata cara.
《È arrivato un paio di giorni prima di voi. Ha detto che era di passaggio...》iniziò a raccontarmi Leif con rabbia a stento trattenuta.《Aya si è offerta di accompagnarlo un po' in giro. L'idea non mi piaceva, lui non mi piaceva, ma non credevo che... Successe dopo il tramonto... Aya era appena rientrata e sembrava catatonica, non mi rispondeva, aveva lo sguardo assente. Corsi a chiamare il nostro Maestro, ma, quando misi piede fuori, la Furia si scatenò, così, all'improvviso... Poi... Il nulla... Io... Credo di essere... morto...》La voce di Leif si spense mentre il mio cervello assimilava tutte quelle agghiaccianti informazioni.
Scoccai un'occhiata al Maestro e notai che non aveva cambiato espressione, il che significava che aveva già sentito la storia.
《Il tuo corpo era morto. La tua anima... era diventata sabbia...》Non so perché, non volevo rinvangare quei momenti, ma gli spiegai quello che avevo percepito entrando nel villaggio.《Aya, o meglio, la Furia mi stava aspettando. Voleva uccidermi, probabilmente per liberare il Lupo, ma... Non è andata come previsto. Ho distrutto il vostro Protettore e mi dispiace immensamente...》finii di raccontare molto velocemente e riportai i fatti in maniera molto stringata.
Non volevo che Leif o la sorella mi facessero domande.
《Tecnicamente non l'hai affatto distrutto》mi comunico' il Maestro Ike con voce incerta, guadagnandosi un'occhiata perplessa da parte mia.《Col tuo gesto, l'hai... come dire... diviso in tutti in noi...》cercò di spiegarmi, toccandosi il ciuffo candido.
Oh...
Quindi la Furia ora dimorava in ogni abitante del villaggio, oltre che all'interno dello spirito del Maestro Ike.
《È una cosa buona... Vero?》domandai, anche se forse non volevo conoscere la risposta.
《Solo il tempo potrà dircelo》commento' il Maestro, scrollando le spalle con noncuranza.
《Mat...》esclamò Aya, all'improvviso, facendomi sussultare. Tutti noi la guardammo con occhi colmi di domande《Il nome del ragazzo... Si chiamava Mat... Aveva lunghi capelli rossi racchiusi in un'elaborata treccia ed occhi strani...》
《Strani come?》le chiese Leif, avvicinandosi a lei con fare protettivo. Probabilmente si sentiva in colpa per quanto le era successo.
《Uno era nero come la notte mentre l'altro era azzurro, chiaro come il cielo di primavera. Sembrava capace di scrutarmi l'anima...》rispose, con un brivido, ricordando il misterioso ragazzo che aveva innescato tutto.
Mat...
Dopotutto avevamo qualcosa...
《Per caso...》Il Maestro Ike prese la parola《Questo ragazzo... ti ha detto a quale Clan appartiene?》le chiese con dolcezza, cercando di ricavare quante più informazioni possibili su quello che avevo capito essere un esponente del Progetto Nuovo Mondo.
《Lui... Ha detto che non appartiene più ad alcun Clan...》rispose cautamente Aya.《Quando gli ho chiesto come mai, lui mi ha risposto che il Clan del Silenzio è stato
massacrato...》
Il Clan...
Del Silenzio...
Non l'avevo mai sentito nominare, ma, a giudicare dalla reazione del Maestro Ike, lui sapeva di che cosa si trattava.
E la cosa lo spaventava.
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