Capitolo 2.5
Decisi di guardare l'incontro di Nadja e Pan dagli spalti e non rinchiusa nello spogliatoio circondata da estranei.
Sapevo che era una cosa proibita, ma le regole non mi erano mai piaciute quindi non mi sentii particolarmente in colpa mentre correvo verso le tribune.
Ovviamente rimasi in disparte, al riparo da occhi indiscreti, mentre il Maestro chiedeva le armi, come aveva fatto precedentemente. Poi, quando lui saltò fuori dall'arena, mi avvicinai abbastanza da vedere l'incontro pur rimanendo nell'ombra.
Pan era un ragazzo alto, dai lineamenti decisi, con capelli corti di colore blu ed occhi verde-acqua; non sembrava particolarmente muscoloso o minaccioso, aveva un'espressione indifferente verso il mondo.
Nadja, invece, sprizzava rabbia da tutti i pori: si era legata i capelli lunghi in una coda alta mentre la divisa nera le aderiva al corpo come una seconda pelle.
Fu lei la prima ad attaccare e lo fece con colpi decisi e furiosi che, però, Pan paro' egregiamente; tutti i pugni di Nadja furono bloccati dagli avambracci potenti del ragazzo del Clan della Pioggia.
La mia amica decise, allora, di ricorrere alle arti magiche: inspiro' l'aria, riempiendosi i polmoni, per poi rilasciare delle potenti lame di vento, in grado di tagliare anche la roccia più forte.
Pan sorrise e non fece alcunché per difendersi, anzi allargò le braccia come se volesse accogliere l'attacco di Nadja.
Non è possibile...
Sotto i miei occhi esterrefatti, il vento, comandato dalla mia amica, tagliuzzo' il corpo dell'avversario per poi sfregiare anche la recinzione alle sue spalle.
Nadja rimase interdetta da quel gesto, tanto da abbassare la guardia, ma Pan, in realtà, non si fece alcun male, non venne nemmeno sfiorato dal vento letale. Infatti il corpo che l'aria sminuzzo' si rivelò essere una copia interamente fatta d'acqua piovana che si disperse nell'atmosfera sottoforma di goccioline gelate.
Ma dove...?
Pan sembrava essere svanito nel nulla, almeno finché un potente getto d'acqua scura non colpì Nadja in pieno petto, scaraventandola contro la recinzione.
Il giovane ragazzo che rappresentava il Clan della Pioggia si era, infatti, nascosto tra le fronde degli alberi, lasciando che la copia prendesse in pieno il colpo, così da far abbassare la guardia a Nadja.
Mossa astuta...
Ero colpita.
Davvero.
Non credevo che ci fossero combattenti così bravi negli altri Clan, ma, per quanto potessi ammirarli, continuavo a detestarli.
《Sai che non potresti stare qui.》
La voce del Maestro Ike giunse inaspettata al mio orecchio, facendomi sobbalzare in maniera molto colpevole.
Mi voltai e lo trovai addossato alla parete, tranquillo, come se non mi avesse appena beccata ad infrangere le regole.
《Non potevo starmene negli spogliatoi in attesa》ribattei stizzita.
Non che potessi fare molto altro, lì, dagli spalti, ma mi sembrava di essere più vicina a Nadja.
Il Maestro sospiro' profondamente prima di rispondermi.
《Ti capisco, Kira. Il tiro che ha fatto Fisk del Clan delle Ombre non è piaciuto nemmeno a me, ma il suo attacco è stato giudicato lecito dal momento che ha utilizzato la magia...》mi spiegò a bassa voce, così da non far notare la nostra presenza agli altri.《Comunque ho fatto visita a Lee prima di venire da te e gli ho passato un po' della mia energia. Guarirà presto!》
Sbattei le palpebre ripetutamente, non riuscivo a credere a quello che mi aveva appena detto. Solitamente i Maestri passavano la loro energia vitale, chiamata aura, in casi di estrema emergenza, come un attacco al villaggio oppure un ferimento in missione.
Il suo gesto, quindi, mi colpì profondamente, inquietandomi e rasserenandomi allo stesso tempo. Se aveva fatto una cosa del genere, sicuramente credeva che le cose sarebbero peggiorate; per quanto il Maestro Ike mi piacesse, non credevo che avesse ceduto parte della sua aura solo perché Lee era mio amico.
《Si aspetta un attacco?》domandai, sperando che mi desse una risposta diversa da quella che mi aspettavo.
《Sinceramente?》chiese in maniera retorica guardandomi fisso in volto.《Non so che pensare. All'inizio sembravano tranquilli, quasi indifferenti, ma il comportamento di Fisk... Quello non mi è piaciuto per niente, anche se dopo si è scusato...》
《Come? Si è... scusato?》ripetei, stordita.
《Sì... Lui ha detto che gli dispiaceva e ha promesso di trattenersi nei prossimi incontri》mi rispose il Maestro, parlando lentamente quasi non credesse alle sue stesse parole.
Un'altra cosa strana: dalle storie che avevo sentito quelli del Clan delle Ombre non si scusavano.
Mai.
Un forte boato riportò la mia attenzione all'incontro che si stava svolgendo, facendomi voltare nuovamente verso l'arena.
Nadja era a terra, sdraiata in maniera scomposta, i capelli lunghi si erano sciolti,forse per la violenza dello scontro, mentre il suo avversario pareva illeso, a parte un graffio, che stillava sangue, sulla guancia destra.
《Anche lei...》mormorai, conficcandomi le unghe nei palmi.
Sentii un dolore pungente mentre i denti si allungavano impercettibilmente; la pancia mi doleva come se qualcuno mi avesse conficcato un ferro caldo nelle budella.
Io...
Stavo per...
《Kira! Guardami!》
La voce del Maeatro Ike penetro' nella foschia rossa di furia che mi stava avvolgendo, una forte mano calo' sulla mia spalla, inducendomi a girare il corpo.
《I tuoi occhi iniziano a brillare. Devi controllarti!》mi redarguì lui, prendendomi le mani fra le sue.
I miei palmi portavano i segni della mia rabbia, dieci mezzelune rosso sangue, mentre li fissavo notai che le mie unghie si erano allungate di svariati centimetri ed erano scure e spesse. Il respiro accelero' così come il mio cuore, che s'imbizzarrì: mi stavo trasformando, lì, nell'arena.
《Io...》
Persino parlare mi era difficile perché zanne aguzze mi spuntavano dalle labbra.
Shock e sgomento si rincorrevano dentro di me, ma, per fortuna, il Maestro Ike prese in mano la situazione, prima che io potessi fare qualcosa di sconvolgente come urlare o mangiarmi qualcuno.
《Kira! Guardami!》mi ordinò con voce ferma ed io eseguii. Puntai i miei occhi brillanti nei suoi, rassicuranti e dolci, del colore delle foglie in autunno.《Ora. Respira con me... Dentro... Fuori... Inspira... Espira...》
Ancora una volta feci come mi aveva ordinato, regolarizzando il mio respiro col suo e lentamente anche il mio cuore rallento' i battiti.
Percepii zanne ed unghie ritirarsi e le gambe cedere mentre il Maestro Ike mi accompagnava a terra, inginocchiandosi di fronte a me, senza mai lasciarmi andare.
《Io... Sto bene... Ora sto bene...》mormorai, sudata e provata.《La ringrazio, Maestro... Io...》
《Stavi perdendo la testa》mi sgrido' lui.《E non puoi permettertelo! Se lo Spirito si manifestasse tu moriresti!》
Lo sapevo, me l'aveva ripetuto un milione di volte, ma non avevo mai avuto problemi a trattenermi.
Fino ad ora.
Vedere prima Lee ed ora Nadja, sconfitti, lacerati e sanguinanti, mi aveva scossa più di quanto riuscissi ad ammettere a voce alta.
Lacrime d'impotenza mi solcarono le guance mentre il Maestro mi attirava nel caldo rifugio del suo abbraccio.
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