Capitolo 2.2
La squadra del Clan della Sabbia fu la prima ad arrivare.
Emersero dalla foresta, balzando giù dai rami più alti degli alberi che circondavano il Palazzo. Erano un team e un Maestro e non percepii alcun intento malevolo nei nostri confronti.
Le tre giovani Sentinelle erano un maschio, Leif sicuramente, e due femmine, dai nomi sconosciuti. Lui era un ragazzo alto, con capelli lunghi, chiari, quasi bianchi, costretti in una coda alta. Le ragazze, invece, sembravano gemelle: avevano gli stessi lineamenti decisi, lo stesso sguardo fiero, la stessa bocca impassibile, come se volessero sorridere ma non potessero.
Il Maestro del Clan della Sabbia era un uomo di media statura, il volto era severo, ma lo sguardo aperto e sincero.
Indossavano pantaloni chiari, con molteplici tasche, e maglie gialle dalle maniche corte: la loro divisa da Sentinella del Clan della Sabbia.
Si fermarono di fronte ai nostri Maestri, in silenzio, aspettando gli altri ospiti, che non tardarono ad arrivare.
Dopo pochi secondi, infatti, dalla foresta uscì un'altra squadra, quelli del Clan della Nuvola, almeno ad una prima occhiata.
Anche loro erano un team ed un Maestro: le tre giovani Sentinelle erano tutti ragazzi, impossibile stabilire chi fosse Neji, forse quello con i capelli castani, lunghi fino alle spalle, e gli occhi grigi, forse quello con una zazzera biondo miele e lo sguardo pensieroso o forse era il terzo, quello con una folta chioma bianca ed un sorrisetto in volto.
Il Maestro era un uomo, dal viso giovanile, con un pizzetto scuro che ornava un volto simpatico ed aperto.
Indossavano vestiti leggeri ed eterei come se fossero fatti da nuvole e foschia.
Quando anche loro presero posto di fronte alla nostra delegazione di benvenuto, giunsero i ragazzi del Clan del Sole.
Il team era formato solamente da ragazze bionde con occhi chiari, tendenti al giallo, mentre il loro Maestro era un uomo dai capelli lunghi, sciolti sulla schiena, che ci rivolse un cenno di saluto prima di prendere posto accanto al Clan della Nuvola.
La loro divisa da Sentinella era decisamente allegra: pantaloni arancioni e maglietta gialla, mi fecero spuntare un sorrisino d'apprezzamento.
《Sta andando tutto bene...》bisbiglio' Nadja al mio orecchio mentre, come me, fissava e studiava i nostri ospiti.
《Per ora..》aggiunse tetramente Lee, dando voce ai miei pensieri e guadagnandosi un'occhiataccia da parte della mia amica.
《Stanno arrivando!》gli zittii, percependo un brusco cambio d'atmosfera, l'aria era diventata più cupa e densa, quasi si soffocava.
Il Maestro Ike mi scocco' un'occhiata, forse per sincerarsi che io stessi bene, e poi tornò a fissare gli alberi: stava arrivando il Clan della Pioggia.
Fecero un'entrata ad effetto; infatti, dalla foresta arrivarono diverse goccioline d'acqua che formarono una grande pozzanghera accanto alle Sentinelle del Clan del Sole.
Eravamo tutti sbigottiti, non capivamo cosa stava succedendo, ma non abbassammo la guardia per nessun motivo.
Lentamente l'acqua si sollevò e si creò un piccolo tornado di pioggia, che andava via via ingigantendosi, facendo arretrare quelli del Clan del Sole.
Poi, così come iniziò, tutto finì e noi ci trovammo di fronte al team del Clan della Pioggia ed al loro Maestro.
Le tre giovani Sentinelle potevano essere fratelli, da quel che potevo vedere; infatti avevano gli stessi lineamenti, gli stessi occhi di tutte le sfumature dell'acqua ed i medesimi capelli corti e blu.
Il Maestro che li accompagnava, invece, sembrava fosse completamente indifferente a ciò che lo circondava: aveva lo sguardo perso nel vuoto ed un'espressione indecifrabile in volto.
Tutti indossavano pantaloni blu e magliette celesti: la divisa del Clan della Pioggia.
《Sono... strani...》commentò sottovoce Nadja.
Ero d'accordo con lei, anche se dire "strani", per me, era solo un eufemismo.
Erano inquietanti altro che strani.
《Mancano solo...》iniziò Lee, pensieroso, scrutando le fronde degli alberi.
《... quelli del Clan delle Ombre》conclusi al suo posto, sapendo che non sarebbero mai giunti a noi dalla foresta.
Ci furono lunghi attimi di silenzio e quiete prima dell'arrivo degli ultimi ospiti; tutti i rappresentanti dei vari Clan si guardarono confusi, così come i miei compagni dell'Accademia.
Solamente io ed il Maestro Ike tenevamo lo sguardo fisso sul Clan della Pioggia, o meglio, sulle loro ombre.
Infatti esse mi apparivano distorte, piene e troppo scure per essere solamente delle semplici ombre.
L'ultimo Clan emerse dalle tenebre come un incubo oscuro e tetro: fuoriuscirono direttamente dalle ombre proiettate sul prato, ma solo da quelle appartenenti al Clan della Pioggia, come per ribadire la loro alleanza.
Non capimmo chi fossero i rappresentanti perché le Sentinelle avevano il volto coperto da maschere bianche, prive di lineamenti, ed erano interamente vestiti di nero.
Il Maestro, che li accompagnava, invece, aveva il volto scoperto, ma non fece alcuna differenza: era un uomo completamente calvo, con occhi neri come la notte più cupa e due labbra rosse come il sangue fresco.
Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, minacciando di uscirmi dalla cassa toracica, mentre una sensazione di disagio mi pervadeva il corpo. Appoggiai una mano sulla pancia, proprio sopra al tatuaggio, e lo sentii bruciare.
Cosa sta...
Una mano più piccola e delicata si sovrappose alla mia, facendomi sobbalzare sorpresa.
《Non sei sola...》mi rassicuro' Nadja stringendomi le dita gelate fra le sue calde mentre un'altra mano, più grande e forte, prendeva la mia, libera, facendomi voltare verso Lee.
《Nadja ha ragione. Non sei sola: hai noi》aggiunse il mio amico con un sorriso sghembo e gli occhi luminosi.
In quel momento mi sentii una vera stupida: avevo degli amici, delle persone buone e leali che mi avrebbero supportata in tutto e per tutto, ma allora perché continuavo a sentirmi inquieta?
《... invito i nostri ospiti ad entrare nel Palazzo per rifocillarsi e riposare in vista degli incontri amichevoli del pomeriggio!》La voce del Maestro Ike mi ridesto' dai miei cupi pensieri, attirando, nuovamente, la mia attenzione sui Clan appena arrivati.
Non mi sfuggì il tono con cui aveva sottolineato la parola "amichevole" nel suo discorso e non sfuggì nemmeno a tutti i presenti.
Lentamente, un Clan alla volta, sfilarono di fronte a noi, entrando nel Palazzo dello Sciamano; quelli del Sole e della Nuvola erano più entusiasti e genuini, ma anche quelli della Sabbia mi parvero felici di partecipare al Festival.
Gli unici di cui non mi ero fatta ancora un'opinione erano quelli del Clan della Pioggia, parevano indifferenti a tutto ciò che li circondava; ma fu quando il Maestro del Clan delle Ombre mi passò accanto che capii tutto.
Mi bastò il suo sorriso famelico per realizzare che il peggio doveva ancora venire e, se non stavamo attenti, ci avrebbe colto totalmente impreparati.
Strinsi spasmodicamente le mani dei miei amici, fin quasi a fargli male alle dita, ma avevo paura, un terrore strisciante e viscido come una serpe che mi avvolgeva il cuore e lo spirito.
Quella sensazione soffocante fu il preludio della fine.
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