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Artemide

Ok, forse è da un po' troppo che non pubblico un capitolo, ma oggi per farmi perdonare parliamo di una dea molto più conosciuta rispetto a quella del capitolo precedente: Artemide.

Artemide era la dea della caccia, degli animali selvatici, del tiro con l'arco, della foresta e dei campi coltivati, della luna crescente inoltre protettrice del reame.

Narratore: del reame? Ma che stai dicendo?

Ho detto del reame? Volevo dire della verginità e della pudicizia.

Narratore: Ma come ti è uscito?

Ma che ne so, ho iniziato a elencare una miriade di cose allora ho pensato a Daenerys...

La nascita

La Teogonia ci racconta che Zeus, invaghito di Leto, figlia dei titani Ceo e Febe (e quindi sua sfaccimma di cugina) per poter nascondere il tradimento ad Era trasformò lui e la sua nuova fiamma in quaglie così da poter fare i suoi comodi in modo nascosto e sempre fantasioso come il suo solito. Però Era abbiamo capito molti capitoli fa che non era scema, così, resasi conto dell'adulterio, chiese al suo caro amico Pitone (Che aveva salvato un po' di tempo prima da Afrodite, la quale voleva farcisi una borsa) di perseguitare Leto in modo che non potesse partorire su nessuna terra dove brillasse il sole. Leto riuscì con molta fortuna ad arrivare su l'isola di Delo (Sì, quella della lega che serviva principalmente a far costruire cose ad Atene), che secondo alcune leggende era sua sorella Asteria (trasformata in isola perché aveva rifiutato di andare a letto con Zeus), che essendo un'isola galleggiante non era soggetta alla maledizione di Era e riuscì a partorire. La prima a nascere fu Artemide, che giustamente appena nata aiutò sua madre a partorire il fratello.

Un altro mito dice che Era non aveva fatto in tempo ad arrivare per non far diventare Pitone una borsa, quindi era stata costretta a rapire sua figlia(!) Ilizia, dea del parto. Gli dèi però fecero una colletta e le regalarono una piccola collanina lunga nove metri fatta d'ambra per far liberare Ilizia così che potesse iniziare il travaglio.

L'infanzia

Ci racconta il poeta Callimaco che Artemide, all'età di tre anni, era già una bambina viziata così andò dal padre e, sedutasi sulle sua ginocchia gli iniziò a stilare la lista di tutte le cose che voleva per il suo compleanno.
Fonti molto attendibili dicono che la conversione sia andata più o meno così.

Artemide: Papy! Senti un po', tra poco è il mio compleanno cosa mi regali?

Zeus: Non lo so, cosa vorresti?

Artemide: *Sorriso malvagio* allora: 1. Voglio rimanere eternamente vergine, così che non possa mai sposarmi e nessuno possa uccidere gli invitati al mio matrimonio.

Zeus: Ma qui non abbiamo Walder Frey, né Roose Bolton o Tywin Lannister...

Artemide: E chi sono questi? Tuoi amici? Comunque non mi interessa. 2. Voglio che mi chiamino con molti nomi.

Zeus: Vuoi anche un drago? Anzi, tre?

Artemide: Che me ne faccio dei draghi? 3. Voglio un arco ricurvo fatto dai ciclopi. Se lo fa qualcun altro non lo voglio.

Zeus: perfetto, se è ques-

Artemide: Non ho finito! 4. Voglio sessanta Oceanine e Ninfe figlie del fiume Amnìso, così mi possono sistemare le scarpe e dare i croccantini ai cani dopo la caccia. Vale la stessa cosa dell'arco, se le Ninfe non sono figlie di Amnìso non le voglio.

Zeus: Basta?

Artemide: 6. Voglio tutti i monti e le città che vuoi dedicarmi tu, su quelle non ho preferenze.

Zeus: Anche qualcuno che ti insegni a contare mi sa... *sussurra*

Artemide: Questo è tutto... Allora? Quando avrò i miei regali?

Zeus: Allora, per il momento ti do tre città che pregheranno solo te e ti nomino protettrice delle strade e dei porti. Per il resto devi andare tu, ma se dici che ti mando io faranno come vuoi.

Così, dopo che Zeus si fu liberato della figlia, lei andò a prendere le ancelle. Poi andò nella fucina di Efesto dai Ciclopi.
I ciclopi erano occupati in altri lavori, ovviamente, ma Artemide aveva bisogno del suo arco e delle sue frecce subito, quindi ricattò i ciclopi in modo che smettessero di costruire il truogolo per i cavalli di Poseidone e iniziassero a costruire l'arco d'argento e le frecce d'oro che aveva chiesto.

Quando ebbe ottenuto tutto si recò in Arcadia, dal dio Pan, evidentemente non contenta dei pochi regali che le erano stati fatti dal padre, e Pan le regalò tre cani segugi dalle orecchie mozze, due bicolore, uno macchiettato e sette segugi spartani.

Mentre si trovava lì catturò vive due cerve cornute (perché si sa, i cervi sono poco fedeli) e le usò per trascinare il suo cocchio d'oro.

Tutto questo all'età di tre anni, ma cosa ci aspettiamo da una dea che aveva aiutato la madre a partorire il fratello qualche secondo dopo la nascita.

Tizio

Un giorno Leto e Artemide erano andate a fare un giro nei pressi di Delfi, perché avevano sentito dire che lì c'era un negozietto di sandali con merce di ottima qualità.

Narratore: ma non è vero... Leto doveva fare dei riti sacri.

Ma che noia...

Dicevamo. Era, ancora gelosa del fatto che Leto avesse intrapreso rapporti con Zeus, fece aumentare il desiderio sessuale nel gigante Tizio che ebbe la brillante idea di stuprare la dea. Artemide e Apollo, sentite le grida della madre, lo uccisero con delle frecce. Zeus, padre di Tizio reputò la morte del gigante come una vendetta giusta. Nel tartaro fu bloccato al terreno mani e piedi con due avvoltoi che gli mangiavano il fegato durante il giorno, il quale, poi, durante la notte si rigenerava per essere mangiato di nuovo il giorno dopo.

Atteone

Un giorno Artemide era intenta a farsi il bagno in una sorgente quando il principe tebano Atteone, intento nella caccia, passò di lì e vedendola nuda si soffermò a guardarla per troppo tempo. Ad una certa stava per avvicinarsi a lei, ma vista la sua grazia e attenzione simile a quella del maiale il quale era, ruppe un rametto che si trovava ai sui piedi (da questo possiamo notare che l'espediente narrativo del rametto che si spezza quando qualcuno sta cercando di fare qualcosa di nascosto esisteva già nei testi di Pausania, adoro tantissimo). Comunque Artemide, schifata di essere stata vista nuda, da un umano di sesso maschile per di più, lo trasformò in un cervo e lo fece sbranare da quelle adorabili creaturine dei suoi cani, come è giusto che sia.

Come qualsiasi mito greco anche questo ha un'altra versione che dice che Atteone si era vantato con i suoi amici che la dea si fosse fatta vedere nuda da lui così Artemide lo trasformò in un cervo e lo fece divorare.

Comunque i miti sono interessanti proprio per questo, perché ci fanno capire che anche all'epoca dei greci antichi le persone facevano le stesse identiche cose che facciamo noi oggi. Cioè, non avete mai sentito uno o una che si vanta di essere andato/a a letto con qualcuno quando in realtà non era vero?

Adone

Adone era il ToyBoy di Afrodite e secondo una variante del mito il suddetto fu ucciso da Artemide per vendetta, perché Afrodite era stata la responsabile della morte di Ippolito, il suo favorito.

Orione

Il mito di Orione è come un gioco pokémon. Orione versione Omero scrive che la ninfa Calipso, lamentandosi che le dee sono tutte delle invidiose, racconta che Artemide uccise Orione, compagno della dea dell'aurora Eos.
Orione versione Apollodoro dipinge invece Orione come un maniaco sessuale ossessionato dalle compagne """"vergini"""" di Artemide, le Pleiadi (che vergini non erano nemmeno per sbaglio, anzi, una era addirittura sposata) così la dea della caccia chiese allo scorpione di uccidere Orione.

Narratore: Mi mancavano queste perle di astronomia nei capitoli. Come tutti sanno Orione e Scorpione sono due delle più conosciute costellazioni. La prima perché facilmente riconoscibile dalla cintura di stelle che si può vedere al centro della figura, la seconda perché è una delle costellazioni usate in astrologia per dividere il cielo in case. Il mito, soprattutto la versione di Apollodoro serve per spiegare il motivo per cui le due costellazioni non sono mai visibili nello stesso momento, infatti i due si rincorrono in cielo come hanno fatto sulla terra.

Ci regali anche un approfondimento sulle Pleiadi?

Narratore: Le Pleiadi sono un gruppo di stelle molto luminose chiamate anche le Sette Sorelle o la Chioccetta e si trovano nella zona delineata dalla costellazione del Toro. I loro nomi richiamano ovviamente quelle delle Pleiadi della mitologia, in più nell'ammasso di stelle se ne possono contare ad occhio nudo fino a dodici, ma le più luminose sono sei più una, comunque luminosa ma meno delle altre.

Eracle

Una delle sette fatiche del nostro eroe preferito-

Narratore: E se a chi legge piace Achille?

No.

Narratore: Magari gli piace Agamennone.

Ti rendi conto che sono tutti dell'Iliade, sì?

Narratore: Oppure boh, Dedalo!

Dedalo? È l'eroe preferito degli architetti?

Narratore: Ce l'ho! Bellerofonte!

E chi è?

Narratore: Ua, non lo sai? Quello che ha ucciso la chimera.

Narratore, per favore, basta... Eracle è sicuro che lo conoscono tutti, quindi fammi continuare a raccontare.

Allora, una delle fatiche di Eracle consisteva nel prendere e riportare ad un uomo di nome Euristeo (una denuncia ai genitori per maltrattamenti su minore no, eh?) una cerva dalle corna dorate, sacra ad Artemide.
Eracle inseguì la cerva per un anno, perché sapeva benissimo che se avesse fatto anche solo un graffietto piccolo piccolo a questo animale la sorellastra lo avrebbe fatto sbranare dai cani, quindi (secondo alcuni miti servendosi di reti o catturandola nel sonno) riesce a prendere questa cerva. Però comunque Artemide era venuta a sapere che le aveva per sbaglio dato un pizzico, così va da Eracle e inizia a minacciarlo di farlo diventare un novello Ramsey Bolton (che poi dovrebbe essere il contrario, ma vabb), ma prontamente Eracle si difende facendo ricadere la colpa su quella povera stella dal nome orribile di Euristeo.

Ifigenia

Ma ve lo ricordate Isacco? Ecco, Ifigenia è la versione femminile.

Artemide voleva punire Agamennone perché lui aveva ucciso un cervo sacro ad Artemide o perché lui si era permesso di vantarsi di essere un cacciatore migliore di lei. Fatto sta che quando la flotta greca stava per partire per Troia, Artemide fece sparire i venti. L'indovino Calcante si mise a fare un paio di ricerche, vedi un po' queste viscere, e ora un uccello vola un po' più a sinistra e riesce a capire il motivo: Agamennone, come ogni greco/a mortale che compare nei miti è idiota. Allora gli trovò una soluzione. Io e Narratore vi reciteremo le parti.

Narratore (Calcante): Agamennone, sappi che ambasciatore non porta pena, però credo che l'unico modo sia squartare tua figlia Ifigenia e sacrificarla ad Artemide.

Io (Agamennone): Ok.

Narratore: secondo te davvero non era triste neanche un po' a uccidere sua figlia?

Ma ti pare? I greci antichi avevano una strana concezione della famiglia. Se a uno/una moriva la moglie o il marito erano tipo "e qual è il problema, me ne trovo un altro/un'altra" se moriva un figlio o una figlia "Tze, ne posso fare altri" se morivano i genitori erano un po' meno menefreghisti, ma se lo aspettavano. L'unico momento in cui magari erano più sconfortati della morte di un parente era quando moriva un fratello/sorella.

Narratore: stai basando la reazione di un uomo probabilmente neanche esistito si qualcosa che non ti ricordi bene e che non sai nemmeno dove l'hai letto?

Sì.

Narratore: *parlando con il pubblico* ma ancora la leggete 'sta storia?

Ok, Narratore, puoi andare, io devo continuare a raccontare.
Comunque, quando Agamennone stava per uccidere sua figlia sull'altare sacrificale, Artemide salva Ifigenia e la sostituisce con un cervo. La ragazza fu trasportata in Crimea dove diventa sacerdotessa di Artemide al tempio a Tauride (dove in modo poco razzista le offrivano come sacrifici umani gli stranieri). Un giorno il fratello Oreste partì per cercarla e una volta trovata la riportò in Grecia dove istituì il culto di Artemide Tauridea.

Nella guerra di Troia

Artemide durante la guerra si schierò dalla parte dei Troiani, un po' per sostenere il fratello, che era la divinità protettrice della città e un po' perché delle zone limitrofe molti anni prima era venerata anche lei.
Quando durante la battaglia scesero in campo anche gli dei Artemide ed Era si presero a capelli, fino a quando Era (che io vi ho sempre detto essere molto intelligente) non colpì Artemide sull'orecchio con la sua stessa faretra facendo cadere tutte le sue frecce a terra e costringendola a correre da Zeus piangendo.

L'uccisione dei figli di Niobe

Niobe era la regina di Tebe e moglie di Anfitrione e si vantava di essere migliore di Leto perché mentre lei aveva avuto solo due figli (Apollo e Artemide), Niobe ne aveva avuti quattordici (sette maschi e sette femmine) così, quando i due dei vennero a saperlo decisero di vendicarsi e con delle frecce avvelenate Apollo uccise i figli maschi accertandosi che soffrissero, Artemide invece uccise le figlie femmine facendole morire sul colpo (oppure risparmiarono solo un figlio e una figlia). Anfitrione, saputa della morte di tutti i suoi figli si uccise. Niobe, per il dolore, iniziò a piangere e successivamente fu trasformata in pietra da Artemide e scagliata nel deserto egiziano. Una versione dice che le lacrime di Niobe formarono il fiume Acheloo. I Niobidi rimasero insepolti per nove giorni visto che Zeus aveva trasformato tutti gli abitanti di Tebe in pietra alla fine furono calati nella tomba dagli dei.

Atalanta

Artemide salvò Atalanta quando, ancora neonata, fu abbandonata dal padre Iasio e la fece allattare da un'orsa finché dei cacciatori non la trovarono. Successivamente Atalanta divenne un'ottima cacciatrice e partecipa alla caccia al Cinghiale calidonio che la stessa Artemide aveva mandato a Calidone per punire il re Eneo.

Oto ed Efialte

Oto ed Efialte erano due giganti e avevano un piano. Salire fino sul monte Olimpo e fare sesso con Artemide ed Era fregandosene completamente se le due fossero o no state consenzienti. I due rapirono Ares (che rimase chiuso in un grosso vaso per tredici mesi).

Narratore: in Once Upon A Time c'è una citazione a questo avvenimento e il vaso in questione viene usato per contenere Elsa.

Comunque, Artemide per non farsi prendere si trasformò in una cerva e iniziò a corrergli attorno. Per non farsela scappare i due giganti cercarono di colpirla con le loro lance, ma finirono per uccidersi a vicenda.

Agrio e Orico

Afrodite ordinò alla vergine Polifonte di sposarsi, ma lei, per mantenere la sua purezza chiese aiuto ad Artemide che la fece diventare una delle sue cacciatrici. Afrodite arrabbiatissima per questa cosa decise di vendicarsi e fece innamorare Polifonte di un orso. Polifonte, seguendo la bella strada della zoofilia, seguì l'animale nel bosco e si accoppiò con lui. Artemide, schifata da questa cosa, l'abbandonò e successivamente Polifonte partorì due bambini dalle sembianze per metà umane e per metà da orsi, cioè Agrio e Orico.

E per oggi e tutto, vi aspetto nel prossimo capitolo il cui parleremo di Apollo.

(Ho aperto una pagina Instagram di recensioni più o meno nel mood di questa storia, si chiama _rachel_reviews_, se vi interessa mi farebbe molto piacere se andaste a dare un occhiata)

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