Disagi in Catalonia (Parte Seconda)
4. Volti amici.
Siamo state al museo di Picasso (NON POSSO ANCORA CREDERE CHE FOSSE DAVVERO GRATUITO *-*), ma eravamo così stanche che siamo collassate di fronte agli studi per la versione alternativa di "Las Meninas", il celebre dipinto di Velázquez. Ed è qui che ho conosciuto l'Infanta di Spagna, figura che tuttora continua a tormentare i miei sogni.
Carina, vero?
5. Vandale.
In cinque giorni e mezzo abbiamo distrutto la topaia che il nostro famoso gestore pachistano spacciava per albergo. Abbiamo rotto la tavoletta del water, allagato il bagno, macchiato i letti di salsa di soia (la mia vita senza sushi non sarebbe la stessa ahahah), invaso il pavimento di cerotti, sporcato il frigo comune di cioccolata, rubato le tazzine di plastica dalla dispensa delle turiste inglesi.
Ma, in una notte di baldoria, la sottoscritta si è per sbaglio appoggiata alla parete di un palazzo in costruzione... e non senza una certa dose di humour ajajajajajajajajajajaj
6. Iniezioni.
In mancanza di aghi per bucare le vesciche, ho dovuto far ricorso a strumenti poco ortodossi consigliati da un simpaticissimo farmacista del centro storico. Lo ringrazio di cuore: NON CONOSCO IL TUO NOME, MA SE MAI LEGGERAI QUESTA STORIA, SAPPI CHE TI DEVO LA VITA.
7. Artista da strapazzo.
Aspettando il pranzo, mi sono messa a disegnare Ferdinando e Isabella (sì, ne sono ossessionata ajajajajaj) sul retro della tovaglietta. Ma così facendo ho attirato troppo l'attenzione dei camerieri (naturalmente catalani fino al midollo), che si sono accalcati tutti euforici alle mie spalle per vedere cosa stessi disegnando...
Dico solo che per poco non mi son fatta cacciare fuori a calci dal locale.
8. Soldi ben spesi.
Mi sono innamorata del mercato dell'antiquariato, anche se i prezzi erano vagamente proibitivi (una medaglia spagnola degli anni '20 che io credevo costasse una cinquantina di euro ne valeva almeno trecento). In ogni caso, sono riuscita ad adocchiare un meraviglioso cappello che ho datato ad occhio ai primi anni '30, e l'ho indicato al vecchio che gestiva la bancarella.
Mi ha guardato con aria turbata e mi ha detto che era un cappello militare degli anni precedenti a Franco, al che gli ho risposto "I know" (con l'aria spavalda di Piero Angela davanti al frontone del Partenone, per intenderci). Quando ho tirato fuori i soldi per comprarlo (è stato amore a prima vista, LOL), il vecchio non credeva ai suoi occhi. Continuava a ripetermi in spagnolo, inglese e catalano che quel cimelio costava quaranta euro, ma alla fine l'ho convinto di essere pienamente consapevole della mia azione, e l'ho acquistato.
Per la gioia lui mi è quasi saltato addosso, mi ha abbracciata, mi ha baciata su entrambe le guance, mi ha stretto la mano... mi ha perfino detto che ero "un milagro de Dios".
Ha continuato ad urlarmelo anche quando mi sono allontanata dal mercato, tanto era contento di aver guadagnato qualcosa.
9. Sogno o son desta?
Dopo un'avventurosa corsa in taxi fino all'aeroporto (l'autista era un bff del pachistano dell'albergo, quindi vi lascio immaginare), ci siamo accampate davanti al metal detector aspettando l'arrivo dei controllori. Avrei dovuto dormire, ma alle quattro ancora vagavo (leggermente sbronza) per l'aeroporto, finché non ho notato una città sul tabellone...
Non potevo credere che ci fosse seriamente qualcuno in viaggio per la città che aveva visto il massacro dell'intera famiglia imperiale (Nikolaj, non guardare). Ci sono rimasta così male che mi sono addormentata di colpo.
Altre cose curiose che mi sono capitate, o consigli su come comportarvi se mai dovreste intraprendere il mio stesso viaggio:
- Come avrete capito, i catalani non sono certo i miei migliori amici, ma devo ammettere che le mie idee a tal proposito hanno subito l'influenza dei pregiudizi degli spagnoli (che peraltro alcune volte si sono dimostrati fondati). Per esempio: è vero che i catalani non tirano l'acqua. O meglio, seguono il principio del "se è gialla sta a galla, se è marrone tira lo sciacquone" ajajajajajaj.
- Di sera sono più pericolosi gli italiani dei catalani o degli spagnoli in generale. Tant'è che la maggior parte dei ragazzi che ha tentato di portarmi a ballare con la forza (o peggio) proveniva da Roma.
- Imparate ad usare il ventaglio in modo decente, perché ci sarà sempre qualche vecchia pronta a guardarvi male se solo avrete un mignolo fuori posto mentre vi fate aria.
- Se qualcuno vi saluta con "Hasta luego", voi non rispondete con "Hasta la muerte".
- Quando camminate lungo La Rambla, evitate di perdere la pazienza con i venditori ambulanti di biglietti per le discoteche. Dopo aver subito la richiesta pressante dell'ennesimo ragazzo con un mirabolante sconto del 2789329827% su tutti gli alcolici nell'arco di 38829929 miglia, mi sono messa a strillare in inglese che ero un'aristocratica e che non ero fatta per quei divertimenti volgari (da che pulpito). Morale della favola? Dopo appena una manciata di minuti mi sono ritrovata circondata da donne e uomini che mi offrivano free champagne e biglietti per l'opera.
- Alla Sagrada Familia abbiamo incontrato un vecchietto tenerissimo che sembrava Francisco Franco, stanco morto per l'afa. (E ancora adesso quando abbiamo difficoltà a camminare diciamo di essere affette dal #francostyle).
- Portatevi dietro più paia di scarpe (anche se pensate di avere solo un paio adatto alle lunghe camminate), altrimenti diventerete tutti storpi come me.
- Se siete fan dell'assenzio, qui potrete comprare bottiglie su bottiglie, ma vi consiglio di acquistare i flaconi da 90 ml per farli arrivare sani e salvi in Italia.
- Regola d'oro: la sangria si beve a stomaco pieno. Anche se reggete l'alcol meglio di un bevitore bavarese.
- Ho rovesciato una bottiglia d'acqua sopra le teste dei turisti del bus scoperto, approfittando del ponte. I catalani presenti hanno apprezzato a tal punto lo scherzo che mi hanno perfino applaudito.
- Non è consigliabile andare in giro per strada con la bandiera spagnola attaccata alle spalle mo' di mantello, a meno che ovviamente voi non stiate ricercando un rapido martirio.
- Può succedere che i catalani per ringraziare stringano con una mano la spalla dell'interlocutore. Quindi non spaventatevi e continuate a sorridere.
- Non vale la pena di visitare il museo di arte contemporanea. O meglio, le opere fanno cordialmente schifo, ma in compenso la wi-fi funziona che è un piacere.
- Anche se state crepando dal caldo o dal mal di gambe, godetevi ogni singolo minuto della vostra vacanza, e bevete l'acqua della fontana della piazza principale: ritornerete sicuramente in Catalogna.
- E sopratutto: COLLASSATE DOVE VI PARE E SEDETEVI PURE IN MEZZO ALLA STRADA! Tanto nessuno vi conosce ajajajajaj
E con questo ho concluso il mio rapporto! :3
Muchas gracias por vuestra atención, amigos!
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