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"Antonio..." lo chiamo a bassa voce, nel buio della mia camera, stendo un braccio e non lo trovo al mio fianco, piano piano mi alzo, un terribile mal di testa mi opprime le tempie.
Come ho fatto a ridurmi cosí, è deprimente! Sarebbe ora di sollevare il ritmo della mia vita. Il telefono lampeggia, odio questo aggeggio infernale e le sue applicazioni... Una email del Signore Lauren. È una persona amante dei miei quadri e gli compra per cospicue somme.
L'email versa su una proposta di lavoro, interessante...lo stipendio è assurdamente alto, per dirigere la sua galleria e ed essere promotrice di me stessa. Lavorare per lui...devo pensarci...il luogo Toronto? Oddio è lontanissimo. Vivere per sempre lì...oddio non so...gli risponderò che...sono grata del suo interessamento e che ci penserò e a breve darò la mia risposta... L'appartamento è al buio chiamo di nuovo "Antonio!".
"Antonio non c'è!"
"Chi sei?"
Le tapparelle si alzano e mi acceca la luce che entra.
"Dario! Che vuoi?"
"Sai sta mattina...pensavo di fare una bella sorpresa alla mia fidanzata..." dice in tono sarcastico.
"Chi ti ha dato le chiavi? Come sei entrato?" parlo mentre mi sposto verso la cucina. Ho paura!
"Chi mi ha aperto? Bella domanda. Antonio! Che usciva per andare al lavoro! Mi giro intorno e vedo tutto quello che mi appartiene imbustato e il mio quadro, il mio regalo per te, rotto. Mi sono affacciato nella Camera da letto e sai che ho visto? Te con l'accappatoio aperto e dormivi beata!" mentre parla si avvicina sempre di più. Io arretro, ho paura. Cerco nel mobiletto disperata un coltello. Lo afferro e glielo punto. Lui spalanca gli occhi. So di essere stata precipitosa e un po' folle nel mio attegiamento ma questo uomo da ieri sera mi disgusta soltanto. Mi spaventa.
"Cosí tratti il tuo fidanzato?"
"Cosí tratti la tua fidanzata?" dico col coltello teso mentre scopro i lividi. I suoi occhi Neri diventano di fuoco.
"Nocciolina...io...Oddio! Io ti ho fatto questo?"
Ma questo ci fa o ci è? Dopo ieri sera pensava sul serio che avevo intenzione di accoglierlo nella mia vita?
"Dario vattene, io parlo e tu non mi capisci. Questo rapporto non ha senso!"
"Perdonami! Io non pensavo..io non credevo...posa il coltello...parliamone...Non sono un mostro!" Cade in ginocchio e con le mani giunte. Ma ormai non voglio più sapere di lui.
"Dario vattene! Di cosa vuoi parlare se non stai attento alle mie parole! Il tuo quadro nè la prova!"
"Che vuoi dire, per gli animali? So che sei allergica ma so che ti piacciono"
"Aaaah non vuoi capire!"
"Spiegamelo amore mio!"
Mi sta esasperando.
"Non chiamarmi cosí! Non ti chiedi mai Perchè al tuo 'ti amo' io non risponda mai 'anch'io'?cosa ami di me esattamente se Non parlo mai di me! Vuoi sposarti, Vuoi una casa ai Parioli, hai deciso la data, il luogo ma non mi hai chiesto se ero d'accordo!" La rabbia è immensa, il mio respiro affannoso, il coltello va su e giù. Vorrei trafiggerlo e cancellarlo con un colpo di spugna dalla mia mente, dal mio corpo. Fisicamente siamo in sintonia ma mentalmente siamo su due pianeti diversi. Lui non mi conosce affatto!
Suonano alla porta, ci guardiamo.
"Non aprire parliamo" dice quasi alle lacrime, lo aggiro e poso il coltello all'ingresso. Sta riflettendo, sembra inocuo adesso dopo la mia valanga di parole. Si alza e si siede sul divano. Questa non può essere la realtà.
Alla porta mio padre.
"Piccioncini, disturbo?"
"Caterina! Le urla di sentono dall'ingresso del Palazzo" dietro mio padre, lei la regina dei ghiacci.
"Ti ho portato il mio abito da sposa che indosserai al tuo matrimonio. Le scarpe le devi comprare tu. E io ho già contattato il parrucchiere, l'estetista, la chiesa i fiori sono stati ordinati e le bomboniere, qui hai l'elenco degli invitati e le partecipazioni domattina la segretaria di Papá le spedirá... Non ho avuto tempo per fare di più con cosí poco preavviso e la vostra urgenza di sposarvi, ora va a cambiarti. È irrispettoso cenare con l'accappatoio"
Sono senza parole, facciamo come dice lei andiamo a cambiarci così mettiamo finalmente un punto a tutta questa storia.
Dario mi guarda con occhi supplichevoli. E io filo dritto in Camera.
Non ci sono scale antincendio? Da dove possiamo scappare, dalla finestra?
Siamo al 5* piano meglio affrontarli e poi rinchiuderci in una casa di cura. Da questo incontro prevedo che nessuno uscirá indenne.
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