Non
dimenticherò
mai.

La profonda,
immensa,
serena pacatezza,
di quel lago blu,
nascosto,
tra le alte montagne smeraldine.

In quella
dolce e profumata
sera d'estate.

Il cielo azzurro,
velato di nuvole rosee,
svelò timidamente
le prime stelle argentee,
mentre la notte andava calando a valle,
salutando,
gli ultimi fievoli raggi del sole
all'orizzonte.

Le montagne si tinsero di blu.
Le vette si unirono
al color del cielo.
Abbracciarono il lago azzurro,
che riposava tranquillo,
cullato dall'aria fresca del pineto.

Un pesce,
giulivo,
guizzò fuori dalla superficie.
Le oche nuotavano in fila,
verso la desolata riva.
Uno stormo,
di nere rondini,
si disperse tra i fitti boschi.
Le barche abbandonate,
ondeggiavano,
alla deriva.
Le fronde verdi,
dei salici piangenti,
si inchinarono
davanti al lago.

In esso,
vidi,
a malincuore,
rispecchiarsi,
la tristezza della natura,
che amava sentirsi
sola,
persa
e abbandonata.