Un vento leggero scuote le chiome floride degli alberi.
I capelli accarezzano la liscia pelle del viso.
Il sole si spenge.
I suoi aranciati e caldi raggi vengono inghiottiti da nembi blu, stagliati all'orizzonte.
Avanzano maestose, impavide e minacciose come soldati in battaglia.
Un sordo ruggito, ancora lontano, fa tremare la terra.
I passeri volano via, verso levante.
Bagliori luminescenti illuminano il volto minaccioso delle plumbee nubi.
Si gonfiano di tenebrosa rabbia,
oscurano il mondo.
Cadono le fredde tenebre.
Avvolgono la pianura in un'assordante e timorosa quiete.
Un fulmine squarcia una nuvola come un colpo di cannone 
dissemina irrazionale terrore.
Il timido cielo gocciola adagio,
nessuno lo sta guardando,
nessuno lo sta ascoltando,
nessuno lo sta capendo.
Frustrato irrompe in una forte pioggia.
Il suo rancore scoppia in un pianto,
una cascata di dolore incompreso bagna la triste natura.
Tiene compagnia nella solitaria notte.
Il suo brontolio conforta il caos turbolento dell'anima.
Rasserena il corpo angosciato.
Rimembra che anche il cielo, a volte, soffre
come l'uomo.