Corsi via,
lontano da tutti,
lontana dal mondo.
Mi rinchiusi nella tetra prigione,
Sulle soffici coperte di un letto.
Mi chiusi in un guscio oscuro,
affondando gli occhi nelle ossa dure delle ginocchia
Le ombre dei demoni aleggiavano come maligni fantasmi nell'aria.
Soffiarono dentro la mente,
sibilando pensieri malvagi.
Assalirono le mie morbide tempie con lancinanti e pungenti martellate.
Desiderosi di fracassarmi il cranio.
Bramosi di spezzarmi la vita.
Erano venuti a trovarmi ancora una volta.
Ero troppo debole per combatterli.
Mi morsi il polso,
forte,
sperando che se ne andassero.
Era già tardi.
Due ruscelli sgorgarono liberi dai miei grigi occhi.
Mi abbandonai alle mie pene.
Mi lasciai annegare in un silenzioso pianto di incolmabile sofferenza.
Cacciai un muto urlo.
Il petto si squarciò in dolosi frammenti i vetro.
Era la mia anima,
implorava pietà.
Era stanca,
non riusciva a guarire dal Male.
Ogni giorno era sempre un nuovo incubo,
sempre più oscuro,
sempre più tremendo,
Vengo trascinata in un oblio di confusione.
La testa mi duole,
come il corpo
Tremo dal freddo.
I respiri sono profondi e affannosi supplicano un po' di tregua,
da questo patimento.
Fa male da morire...
Essere nessuno.
Essere sola.
Dimenticata all'angoscia e alla paura,
alla tua effimera vita.
Senza conforto,
senza una carezza,
senza un rassicurante sorriso.
Senza una misera compassione.
Senza una briciola d'amore.
Sono sfinita da me stessa.
Sono distrutta.
Non voglio più essere forte.
Fra i gemiti mi addormento,
cullata nella mia fragilità mi sovviene il sonno eterno.