Sono le 19:30.

Fisso l'armadio nella speranza di trovare qualcosa di decente per l'appuntamento-sbarra la mia condanna da scontare-con il Signor Pérez.

Sbuffo buttandomi a peso morto sul letto.

Perché è così difficile trovare qualcosa da mettersi?

Esasperata,decido di optare per una camicetta color lilla-non troppo scollata-e una gonna-a vita alta-nera,infilo le scarpe e piastro i capelli-nella speranza che stiano lisci;

Metto un filo di trucco e sono pronta.

Si per la mia fine.

Esco di casa avviandomi nell'indirizzo mandato da Gabriel,strano che il Signor Pérez abbia decido di incontrarmi in un locale.

Che si sia dimenticato del mio stupido scherzo?

Non credo...
Non è il tipo.

Sento l'ansia divorarmi...

Arrivo davanti al locale entrando subito dopo,con lo sguardo lo cerco fra i tavoli,trovandolo vicino a quelli con la vista della città:

Indossa una maglietta blu e un jeans scuro,ha i capelli spettinati che lo rendono molto attraente e ribelle ed infine è sexy come la prima volta che l'ho conosciuto.

*ma ti senti quando parli?*

Mi avvicino a Lui cercando di essere il più normale possibile:

*io inizierei a respirare prima.*

"Signor Pérez?"lo chiamo incrociando i suoi bellissimi occhi verdi.

Mi squadra dalla testa ai piedi mordendosi le labbra:"Buonasera Mademoiselle!"dice baciandomi il dorso della mano per poi spostarmi la sedia e farmi accomodare.

"è un piacere rivederla"aggiunge sedendosi al tavolo.

"perché non la smette di essere estremamente gentile e non mi dice per quale motivo ha deciso di incontrarmi?"dico andando dritta al sodo poggiando i gomiti sul tavolo ed incrociando le mani.

"Non so a cosa si riferisce. Una giovane e bella donna come Lei non può accettare una normalissima cena con un uomo bellissimo?"dice indicandosi alla fine,sorridendomi.

"e poi piccola mi devi dire ancora il tuo nome,oltre ad altro."dice sfacciato sussurrando l'ultima parte.

"Bel tentativo,ma non cadrò nella sua trappola."dico mostrando uno dei miei migliori sorrisi.

Finiamo di mangiare per poi uscire dal grazioso locale,mi fa entrare nella sua macchina portandomi così davanti a casa sua;o meglio villa.

"Non mordo mica."dice porgendomi una mano per farmi scendere.

"grazie,ma sono capace benissimo di scendere da sola"dico rifiutando il suo aiuto,inciampando così come una scema.

Mi preparo all'impatto con il suolo quando riaprendo gli occhi mi ritrovo ad un centimetro dal viso di Santiago:
"stai bene?"chiede tenendomi ancora stretta per la vita.

Annuisco.

"grazie..."dico diventando rossa.

"e meno male che non volevi il mio aiuto!"dice ridendosela sotto i baffi,mi stacco dalla sua presa facendo finta di non averlo sentito,dando poi la colpa alle mie scarpe.

Entro dentro rimanendo stupefatta,è stupendo qui!

La villa è enorme.

Neanche il tempo di vedere tutta la casa che...