Cap 6
-Mamma che ne dici di questo?-
Quel pomeriggio Afrodite e Rhianna erano uscite per un pomeriggio fra solo donne e da mamma e figlia.
Il fatto che Afrodite sapesse la verità, già da un po' di anni ormai, non aveva mai smesso di chiamarla mamma e nemmeno papà, Zeus.
Perché infondo per lei erano i suoi veri genitori, sangue a parte.
-Tesoro, che ne dici di provarti questo vestito?-
Afrodite, si avvicinò a sua madre, notando il bellissimo vestito estivo che aveva fra le mani, con le tonalità di un rosa chiaro e ha tratti con sfumature di un rosa un po' più scuro, era delizioso.
Fece un piccolo sorriso a sua madre, afferrando il vestito, entrando nel camerino per provarlo.
Amava passare il tempo con Rhianna, erano molto complici, ha tratti sembravano due amiche, no due migliori amiche.
Quel legame speciale, che si crea tra una mamma e figlia, ma complici come due amiche di vecchia data, si questo era il loro rapporto.
Parlavano di tutto.
E in quel momento Afrodite, avrebbe voluto parlargli di una cosa molto importante per lei, ma non sapeva come affrontare l'argomento.
Uscii pochi minuti dopo, con il vestito indosso, mentre la testa ronzava di mille pensieri, come affrontare un certo argomento con Rhianna.
-Tesoro sei un incanto, lo prendiamo.-
Afrodite le sorrise con dolcezza, anche se un po' incerta, non per il vestito, ma di quello che le voleva parlargli.
-Tesoro stai bene?-
-Si mamma, vado dentro e mi cambio.-
Disse, girandosi velocemente, entrando nel camerino per rimettersi i suoi vestiti.
Uscii pochi minuti dopo, consegnando il vestito a sua madre, pronta per andarlo a pagare.
Cinque minuti dopo, stavano uscendo dal negozio, dirigendosi verso una gelateria, li vicino.
Si andarono ad accomodare a un tavolino libero, mentre alcune persone lanciavano occhiate curiose.
Ormai non ci faceva più caso era abituata.
Sapeva che la sua famiglia, era una delle famiglie più potenti del Messico, e che erano temuti.
Sapeva tutto.
E capiva perché le persone li guardavano con rispetto, chi con curiosità e chi con timore, ormai c'era talmente abituata che non ci faceva più caso.
Come il fatto di non avere amiche.
Ormai si era rassegnata, ma andava bene così.
Non potevi avere tutto dalla vita e lei aveva avuto tanto, molto.
Era stata molto fortunata, che dopo l'abbandono dei suoi genitori, era stata adottata da una famiglia, che gli dava tanto amore.
Ed era felice.
Una ragazza venne al loro tavolo, per prendere le ordinazioni, per poi andarsene velocemente, mentre sua madre sbuffava divertita, sapendo le sensazioni che scaturivano la sua presenza ad alcune persone.
Terrore.
Anche se lei, era una donna molto dolce e affabile a differenza di molte che se la tiravano e trattavano in malo modo le persone, Rhianna non era così.
-Di cosa vuoi parlarmi.-
Afrodite si risveglio dai suoi pensieri, notando che sua madre aveva appena centrato il succo dei suoi pensieri.
Arrossi timidamente, essendo stata scoperta, facendo sorridere Rhianna divertita, conoscendola come le sue tasche.
-Non so come dirtelo.-
-Ti piace qualcuno tesoro?-
Il rossore di Afrodite si era accentuato di più, sotto lo sguardo divertito di sua madre.
-Ma come..?-
-Tesoro, hai sedici anni, sei bellissima e sei nel fiore dell'età delle prime cotte. Anche se il tuo sguardo trasmette tutt'altro.-
Già non era una cotta, era completamente persa da più di un anno di Eros.
Si era riscoperta innamorata un giorno, senza accorgersene, non sapendo che quel sentimento per lui c'era sempre stato, solo che era maturato nel tempo, come giusto che sia.
-Lo conosco non è vero?-
Afrodite si morse nervosamente il labbro inferiore, confermando le parole di sua madre.
-Tesoro, non devi aver paura, dimmelo, anche se posso immaginare già chi è.-
Vennero interrotte dalla ragazza di prima, consegnando le loro ordinazioni, per poi andarsene di nuovo.
Afrodite fissava quell'enorme coppa di gelato, non sapendo come rispondere, infondo era la verità, ma aveva paura.
Paura che sua madre la prendesse male.
-E' Eros non è vero?-
Afrodite alzò di scatto lo sguardo verso la donna di fronte a lei, mentre il rossore sul suo viso superava tutte le tonalità di rosso esistenti al mondo, confermandogli ancora una volta che ci aveva preso.
-Sei arrabbiata?-
Rhianna afferrò dolcemente la mano di Afrodite, stringendola nella sua in modo confortante -perché dovrei essere arrabbiata tesoro? Non siete fratelli di sangue. Non lo siete nemmeno mai stati crescendo insieme, per noi sarai sempre nostra figlia, sangue a parte, ma il vostro rapporto è stato speciale dal primo momento, quindi no. Non sono arrabbiata e ne delusa se temi questo. Io e Zeus sapevamo che sarebbe potuto succedere prima o poi. Dal modo in cui vi guardavate. Anche se tu inconsapevolmente, ma il tuo cuore aveva già scelto lui.-
-Non so come dirlo a Eros..-
Sua madre sorrise con dolcezza mentre, le accarezzava la mano confortandola.
-Credimi tesoro, la prenderà bene.-
-E se mi dovesse odiare?-
-No, mai. Non ti odierebbe mai. Tu parlagli e vedrai..
Anzi sai cosa facciamo?-
-Cosa?-
-Stasera manderò tutti via dalla casa, compresi io e Zeus, così potete parlare in tutta tranquillità e privacy.
Vedrai che la prenderà bene, fidati di me.-
Disse sorridendogli complice, mentre Afrodite arrossiva ancora di più se era possibile, sorridendogli felice e con fare timido.
-Mamma?-
-Uhm!?-
-Grazie.-
Disse sorridendogli felice, mentre sua madre le faceva un grosso sorriso amorevole, strizzandole l'occhio complice, come erano sempre state.
Eros stava rientrando proprio in quel momento, era uscito per vedere come procedevano i lavori, del locale che avrebbe aperto a inizio dell' anno nuovo.
Era diventato già da un anno il nuovo boss della familia, aveva preso in mano le redini, suo padre gli aveva ceduto la corona e adesso era tutto in mano sua.
Da un anno erano cambiate molte cose, avere il potere fra le mani , non era facile, quando credevano che ti potevano fottere, essendo giovane, ma l'esecutore non si faceva fottere da nessuno.
Erano cambiati anche i suoi sentimenti, era maturati, amplificati e soprattutto chiari.
Adesso capiva quel senso di possesso e gelosia che aveva sempre avuto nei confronti della piccola Afrodite.
Adesso sapeva.
Era, amore.
Amore incondizionato, venerato, forse ha tratti nocivo per la sua forte ossessione e gelosia.
No ossessione no, ma possessione.
Quella paura costante che qualcuno gliela potesse portare via, oppure che lei stessa venendo a scoprire cosa avesse fatto la sua famiglia, fuggire lontano da lui.
Il solo pensiero di perderla, lo faceva impazzire, ecco perché era così possessivo nei suoi confronti.
Quell'amore immenso che provava per quella splendida ragazza, lo rendeva geloso fino all'eccesso alle volte, ma solo perché aveva paura di perderla.
Un boss poteva anche governare benissimo da solo, ma se non aveva la sua regina al proprio fianco che gli portava un po' di luce, sarebbe stato sommerso dalla propria oscurità.
Nella vita, sia per i cattivi che per i buoni, hanno una cosa in comune.
Non possono vivere senza un briciolo d'amore, perché si sentirebbero persi.
L'amore, è l'essenza della vita.
Senza amore, rischieremo di essere vuoti e privi di qualsiasi sentimento che siamo capaci di provare.
Per questo esistono le anime gemelle.
Chi è fortunato la riesce a trovare subito, come lui, capitata per "caso" nelle mura di casa sua e d'allora anche se all'inizio non capiva beh, adesso capiva ciò che il suo cuore e la sua mente e tutte le sensazioni che sentiva dentro di lui, cosa gridavano.
Amore, amore folle e incondizionato per la piccola Afrodite.
Stava rientrando in quel momento a casa, notando il silenzio, troppo silenzio in quella immensa villa, non c'era nessuno, perfino le governanti della casa.
"-Che diavolo sta succedendo?-"
Pensò, guardandosi intorno, mentre il suo istinto si metteva in allerta.
Prosegui con passo silenzioso, notando che c'era una piccola luce soffusa che proveniva dalla porta a vetri del salone.
Alzò un sopracciglio con fare incuriosito, mentre si avvicinava silenziosamente a quella porta, fino ad aprirla.
Rimase sbalordito, per ciò che i suoi occhi stavano osservando in quel momento.
Alzò lo sguardo di scatto, trovando la sua bellissima rondinella, che lo stava accogliendo con un dolce sorriso.
Sentii il suo cuore fare una capriola, ma non voleva illudersi, che finalmente la sua piccola rondinella si era resa conto di ciò che le loro anime provavano l'una per l'altra.
Entrò con passo sicuro, mentre non le toglieva per un solo momento gli occhi di dosso, da quella meravigliosa ragazza, che stava arrossendo timidamente sulle guance, facendolo impazzire di desiderio.
-Che succede?-
Disse con voce calda, avvicinandosi a lei completamente, aspettando che gli desse una risposta.
-Ecco io.. Sono stata io, volevo che ciò che sto per dirti fosse speciale, anche se dovesse andare male, almeno ho fatto ciò che il mio cuore mi suggeriva..-
-E cosa suggerisce il tuo cuore mia piccola rondinella?-
Sussurro a un centimetro dal suo viso, sentendo il calore e il profumo sensuale della sua donna.
Si la sua donna, perché era sempre stata sua.
Afrodite chiuse gli occhi, tirando un lungo respiro, per poi aprili, mentre si mordeva nervosamente il labbro inferiore, per trovare le parole, ma con quella vicinanza e con quel suo profumo sexy e virile, non riusciva.
Le stordiva i sensi.
Sentii il tocco delicato e sensuale, del pollice della mano di Eros, passare sulle sue labbra, in una lenta carezza, liberando il labbro da quella tortura, mentre la ragazza superava tutte le gradazioni di rosso, esistenti al mondo.
Mentre il suo cuore batteva all'impazzata.
-Basta torturare queste meraviglie piccola.-
-Io..-
-Dillo.-
Disse con quella voce imperiosa e sensuale, sembrava più un ordine, che un desiderio di sapere cosa volesse dirle la ragazza.
-Ti amo.-
-Ti amo da non so quanto tempo, so solo che poi ho capito. Ho capito, ciò che il mio cuore suggeriva a ogni tuo passaggio, tua presenza. Alla fine l'ho capito. Forse ero troppo piccola, inconsapevole, ma alla fine sono riuscita a capire cosa stesse gridando il mio cuore e la mia anima.
Gridavano che ti amo così tanto, che la mia anima vola, agogna la tua, per sentirsi libera e completa.-
Disse, tutto ciò che sentiva, anche se ha tratti con voce tremante per le forti emozioni, di liberare tutti i suoi pensieri e tutte le sue sensazioni.
Lo amava così tanto, che se lui non l'avesse amata, avrebbe accettato con dolore, ma lo avrebbe accettato, perché l'amore è anche comprendere il bene e i sentimenti dell'altro.
Lo sguardo di Eros, era colmo di desiderio, amore e di tante, tante promesse.
Non gli rispose, gli catturò il viso a coppa fra le sue forti mani e la bacio.
Il suo primo bacio.
Ricambiò quel bacio timidamente, mentre sentiva le labbra esperte di Eros, torturare le sue sensualmente, promettendole tantissime cose, che lei in quel momento non riusciva a capire, ma sentiva il suo cuore e la sua anima cantare per quel contatto tanto desiderato e voluto.
-Ti amo anch'io mi vida.-
Sussurro sulle sue labbra, prima di riprenderla a baciare di nuovo, come se quella fosse l'unica fonte di vita per lui, per riuscire a sopravvivere.
Continua
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