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Cap 25

Eros

Eravamo arrivati a l'alba, finalmente avevo di nuovo con me la mia ragione di vita, ma la cosa mi tranquillizzava poco, sapendo che Kadim l'altro pezzo di merda era ancora in giro.

Avevo portato mia moglie in camera, lasciandola alle cure della dottoressa e di mia madre, mentre io mi trovavo nel mio ufficio a casa, controllando il video di sorveglianza che avevano recuperato i miei ragazzi.

La cosa mi stava gelando le vene, le immagini del video che si susseguivano, la mia donna che lottava come una fiera regina per sfuggire dal bastardo che adesso si trovava venti metri sotto terra, insieme hai suoi compari uccisi e poi un video..

Un video che non avrei mai voluto vedere..

C'era Kadim che tentava di violentare mia moglie, mentre una furia ceca si stava impadronendo nel mio corpo, insieme a mio padre, che si trovava lì con me a visionare il video.

Dio mio, fa che non è andato fino in fondo.

Il video continuava, lei che si dibatteva sul letto fino a quando non entrò Arbor che aveva fermato suo fratello.

Un grosso respiro di sollievo si stava espandendo nel mio corpo.

Almeno una cosa buona prima di morire l'aveva fatta.

Ma ciò non toglie che avrei trovato quel lurido bastardo e gli avrei fatto passare le pene dell'inferno, parola dell'esecutore.

-Dios mio, gracias..- (Mio Dio, grazie..)

Sentii la voce di mio padre, ringraziare il Signore, per il fatto che Arbor aveva fermato giusto in tempo l'essere immondo di suo fratello minore Kadim.

-Ciò non toglie che morirà padre.

Ha osato toccare la mia donna e se non era per quel bastardo di Arbor sarebbe andato avanti.

Per non parlare per colpa del bastardo che io ho ucciso, se non avesse rapito mia moglie, non avrebbe passato tutto questo.-

Dissi, sbattendo un pugno sulla scrivania, mentre mi alzavo cercando di mantenere la mia furia latente sotto controllo.

Mi avvicinai verso il mobile, afferrando una bottiglia di tequila, aprendola, bevendo direttamente dalla bottiglia, sotto lo sguardo vigile di mio padre.

-Lo troveremo ragazzo, e gli faremo passare un brutto quarto d'ora prima di ucciderlo.-

-No, quel pezzo di merda è mio.

Una volta trovato, sarò io stesso a eliminare quell'enorme feccia umana esistente dalla faccia della terra.-

Dissi, scandendo ogni singola parola con furia, prima di prendere un altro sorso dalla bottiglia.

Un leggero bussare alla porta mi fece distogliere lo sguardo da mio padre, puntandolo alla porta del mio ufficio –avanti.-

Vidi la porta aprirsi c'era uno dei miei uomini Ernesto, insieme alla dottoressa che si stava occupando di mia moglie.

-Signore, la dottoressa voleva vederla.-

-Prego, falla entrare.-

Dissi, posando la bottiglia sul mobile, avvicinandomi a loro con passo sicuro e dominante, mentre mio padre si avvicinava a noi.

-Signore, prima di andare volevo farle sapere che la signora, non ha subito danni interni, ne lesioni. Sta bene è solo scossa e provata per quello che è successo. La bambina gode di ottima saluta, stanno entrambe bene. Gli ho solo sotto ministrato una flebo per farle smaltire tutto quel sonnifero dal corpo che gli hanno dato e gli ho dato anche una flebo con vitamine e liquidi.

La ragazza non mangiava e non beveva da parecchie ore.-

Strinsi i pugni furiosamente, cercando di mantenere il controllo, puntando lo sguardo in quello della dottoressa, intimorita dalla mia presenza.

Cercai di essere il più gentile possibile, non volevo spaventare la dottoressa di mia moglie.

-Va bene dottoressa, la ringrazio.-

-Passo domani mattina per un controllo, se ci fosse bisogno di me, non esiti ha chiamarmi.-

Disse, allungando la mano, che strinsi a mia volta gentilmente, mentre Ernesto scortava la dottoressa fuori da qui.

Mi avviai alla porta, andando verso la camera da letto, dove si trovava mia moglie.

Aprii la porta, trovandola sdraiata che dormiva, con la flebo attaccata al braccio.

Sospirai, passandomi nervosamente una mano fra i capelli, mentre entravo seguito da mio padre, trovando mia madre seduta sulla poltrona di fianco al letto, che stava accarezzando amorevolmente i capelli di mia moglie, mentre con l'altra le teneva dolcemente la mano.

-Mamma, vai a casa a riposare.-

Dissi, avvicinandomi a lei, lasciandole un bacio sulla testa.

-No, non lascio mia figlia.-

-Mi amor, hai bisogno di riposarti, torniamo fra qualche ora.-

-HO DETTO CHE NON LASCIO LA MIA BAMBINA!-

Disse, alzandosi in piedi, alzando la voce verso mio padre.

Credo che sia la prima volta che vedo mia madre così furiosa e sconvolta, ma è normale, è sempre sua figlia anche se non è sangue del suo sangue.

-Mamma calmati.

Ascolta, prendi una delle camere e vai a riposarti, resto io con mia moglie.

Tu hai bisogno di riposo e anche papà e io ho bisogno di stare un po' da solo con la mia donna.-

La vidi sospirare, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, lo so ha avuto paura.

Ma infondo io cosa devo dire?

Ho rischiato di perdere tutto ciò che ho di più caro al mondo, la mia famiglia.

La vidi accennare un piccolo si, avvicinandosi a me, lasciandomi un bacio sulla guancia, avviandosi verso la porta.

Vidi mio padre, fare una carezza leggere al viso di Afrodite, prima di lasciarle un bacio sulla fronte, lasciandoci soli pochi minuti dopo.

Spostai lo sguardo verso la mia ragione di vita, vidi che era stata cambiata, doveva averci pensato mia madre.

Mi diressi in bagno, per farmi una doccia, veloce, dovevo togliermi questo schifo di dosso.

Dovevo toccare la mia donna da pulito e non con le mani macchiate di sangue.

Lo so, era illogico, che uno come me, si faceva questi scrupoli, ma era così che mi sentivo, non l'avrei toccata, non prima di avermi dato una ripulita.

Rientrai dieci minuti dopo, con indosso un pantalone di tuta, per poi avvicinarmi al letto, andandomi a sdraiare vicino alla mia piccola donna, circondandole il corpo con le mie forti braccia, facendole avvertire che ero lì con lei, e che non l'avrei mai più lasciata andare.

Mi abbassai verso il suo ventre, alzandole la maglia, lasciando qualche piccolo bacio a mia figlia, per poi risistemarmi di fianco ad Afrodite, mentre le posavo una mano sul ventre, accarezzandolo con dolcezza, mentre, con l'altra le accarezzavo dolcemente la testa, lasciandole qualche bacio sulla sua fronte, passando sul suo nasino aggraziato fino alle sue labbra, dolci e morbide.

La sentii sospirare nell'incoscienza del sonno.

-E' una promessa potrai anche non accettarlo mi amor, ma è una promessa, non sparirai più dalla mia vista.

Non ti permetterò più di uscire da sola, mai più.

In questi giorni ho rischiato di perderti e non posso permettere che accada di nuovo.

Potrai ribellarti mi vida, ma non mi schioderò dalla mia decisione.

Non uscirai più da sola se non ci sono io con te.

C'erano i miei uomini con te, ma non è servito a un cazzo, quindi no, non permetterò che mi disobbedirai questa volta.

So che sto sbagliando ma, non posso fare a meno di pensare, che ho rischiato di perdere tutto.

E non parlo del potere, parlo di voi e non posso più permettermi di sbagliare.

L'esecutore, non fa errori.

Ti amo mi pequeña golondrina (la mia piccola rondinella)e proprio perché ti amo, so che non posso permettere che accada di nuovo quello che è accaduto in questi giorni.

Non dovrà mai più accadere mi amor.-

Dissi quelle parole come una promessa, come un marchio a fuoco sul mio corpo e sul suo, perché giuro su me stesso, che non accadrà mai più una cosa del genere.

E Kadim Sula, potrà volerci tempo, ma ti troverò e ti scuoierò vivo, questa è una promessa.

Continua

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