Cap 18
La festa era in pieno svolgimento già da qualche ora.
Erano venute tutte le persone appartenenti alla familia.
Lo sguardo di ammirazione degli uomini alleati di Eros e Zeus, li circondavano, congratulandosi, del lieto evento.
Finalmente il loro boss aveva deciso d'iniziare la sua discendenza.
Donne al braccio di questi uomini potenti a loro volta, ma non potenti come Eros, guardavano con sempre molta invidia il potere della famiglia Mendoza, desiderando essere al posto di Rhianna e Afrodite.
Possibile che loro non avevano avuto la loro stessa fortuna?
Ma almeno le loro figlie?
No, non era capitato, si erano dovute accontentare con uomini che non erano abbastanza ricchi e potenti per loro.
Ma c'erano anche donne come Afrodite e Rhianna, buone, solari e felici con i propri uomini, che non ambiavano al potere e hai soldi, ma semplicemente a una vita tranquilla e serena con la persona amata al proprio fianco.
Infatti quelle donne, erano la maggior parte amiche di Rhianna e si trovavano come quella sera, a parlare fra loro insieme alla piccola Afrodite, che adesso era divenuta una donna meravigliosa e presto una mamma.
-Congratulazioni Signore, a una discendenza piena.-
Disse Alvaro, uno degli alleati già hai tempi di suo padre alzando il calice di champagne in alto per l'augurio appena fatto al giovane boss.
-Grazie Alvaro, sicuramente ne avremo abbastanza da far impazzire mia moglie e da farmi cacciare dalla camera da letto.-
Disse, sorridendo maliziosamente, sotto lo sguardo infastidito e divertito di Zeus.
-Ti prego, non parlare in quel modo della mia bambina.-
-E' una donna ormai papà e presto una mamma.-
-Ha ragione Eros.
Ma Eros, ha ragione anche tuo padre, per noi le nostre figlie, rimarranno sempre delle bambine innocenti, che non vogliamo sapere cosa succede fra le mura intime delle proprie case.
Immaginandole sempre come bambine ancora innocenti.
Insomma lo sappiamo, ma allo stesso tempo non vogliamo saperlo, sono sempre le nostre bambine, lo capirai quando si farà grande tua figlia.-
-Oh..
Lo capisco bene, infatti il pensiero che mia figlia si fidanzerà già mi manda fuori di testa e ancora non è nata.-
-Vedi? Adesso capisci come mi sento.-
Disse Zeus, scuotendo la testa divertito, sotto lo sguardo divertito di Eros e Alvaro.
-Ho saputo che quei bastardi, hanno tentato di provocarti qualche giorno fa.-
Eros spostò lo sguardo verso Alvaro inchiodando il suo sguardo di ghiaccio al suo –Si è così.
Ma non cedo alle provocazioni dei coglioni.
Non scatenerò una guerra inutilmente.
La città mi appartiene e non saranno di certo quei coglioni di Sula a fottermela.
Li fotterò io prima ancora che si rendono conto che l'abbia fatto.
Tempo al tempo, Alvaro.-
Disse, con voce fredda e dominante, era l'esecutore, e nessuno avrebbe fottuto l'esecutore e avrebbe preso il suo trono.
-Certamente ragazzo, prima della forza ci vuole il cervello e l'astuzia e questo a te non manca.
Sei l'esatto erede di tuo padre.-
Disse, mentre spostava lo sguardo lungo la festa, alla ricerca di sua moglie e sua figlia.
Quelle parole, lo avevano raggelato.
Quel ragazzo aveva una faccia d'angelo, ma era tutt'altro che un angelo, li dentro si nascondeva un demone dell'inferno.
Eros
Chiusi la porta della mia camera a chiave, una volta finito di parlare con mio padre.
Eravamo rimasti a dormire a casa dei miei, finalmente questa inutile festa era finita.
Non amavo molto tutte queste cazzate, ma erano le tradizioni e io come boss dovevo farle rispettare e rispettare io in primis.
Sentii lo scrosciare della doccia provenire dal bagno, sintomo che la mia bellissima donna si stava facendo una doccia.
Un lungo sorrisetto malizioso si stava facendo largo sulle mie labbra, mentre presi a sfilarmi i vestiti di dosso, fino a rimanere completamente nudo, con un erezione che si stava svegliando, pronta a sprofondare nel calore accogliente della mia piccola rondinella.
Finalmente questa diavolo di serata era giunta al termine, non ce la facevo più.
Non ero riuscito a stare un solo minuto da solo con la mia donna, la mattina ero uscito presto per andare al casinò a controllare come procedeva e poi mi ero visto con qualche cliente, che mi aveva chiesto dei prestiti in denaro, che avevo accordato come sempre.
Poi ero sceso al primo piano, a vedere come procedeva la produzione di droga e dello smistamento di vendita delle nuove armi che avevano progettato i miei ragazzi, pronti alla vendita dei miei acquirenti e alleati.
Ero tornato a casa doccia e pronti a partire per andare alla villa dei miei.
Praticamente non vedevo e non toccavo la mia incredibile donna dalla sera prima e la cosa mi stava mandando fuori di testa.
Finalmente sta cazzo di serata era finita e io finalmente potevo restare solo con la mia piccolina.
Non amavo stare troppo tempo lontano da lei, mi destabilizzava.
Lei era la mia fonte di calma e sanità mentale.
Lei calmava quella bestia che si celava dentro di me.
E quando passato troppo tempo lontano da lei, mi irritavo.
E quando io divento irritabile, diventa un brutto segno per tutti.
Avevo un ottimo controllo di me stesso, nel mio mondo devi rimanere sempre costantemente lucido e calmo, ma avevo quella parte di me, del mio carattere che mi aveva fatto diventare l'esecutore, che quando non avevo ciò che volevo mi irritavo.
In quel caso mi stavo irritando proprio perché, non avevo avuto un solo attimo con la mia donna.
E io ero abituato a ottenere sempre tutto ciò che volevo, ma quella fottuta serata mi aveva tenuto lontano per troppo tempo da lei, che mi stava mandando fuori di testa, con la voglia si piantare qualche pallottola in testa a qualcuno.
Sbuffai infastidito, mentre mi passavo una mano fra i miei capelli con fare esasperato, mentre mi dirigevo verso il bagno, dove si trovava la mia piccolina, ignara di ciò che stavo per farle.
Avevo un fottuto bisogno di lei, avevo bisogno del suo calore accogliente per calmarmi, oppure sarei impazzito del tutto.
Ero folle, si lo ammetto lo sono.
Se non lo ero, non ero un fottuto re, che faceva tremare le persone anche solo sentendo il mio nome.
Aprii la porta della doccia a vetri appannata e bagnata dall'acqua, entrandoci dentro, richiudendomela alle mie spalle, mentre mi saziavo dell'immagine sensuale della mia bellissima Dea, completamente nuda e bagnata, sotto il getto dell'acqua.
Sentii le mie palle appesantirsi dal desiderio di esplodere, mentre il mio cazzo pulsava dolorosamente.
Cazzo avevo bisogno di fotterla, ho sarei impazzito.
La vidi aprire gli occhi, passandosi le mani sul viso bagnato scacciando l'acqua dal suo meraviglioso viso, rendendosi conto che ero lì e che ero pronto a sbranarla.
-Mi amor.-
-Inginocchiati.-
Dissi con voce dominante e roca, senza dire altro, solo una parola, un comando, imprimendo in quella parola tutto il mio fottuto desiderio di lei, di scoparla subito.
La vidi mordersi nervosamente il labbro inferiore, sintomo d'imbarazzo ed eccitazione, mentre eseguiva il mio ordine sessuale, inginocchiandosi di fronte a me, mentre l'acqua calda accarezzava il suo corpo formoso e sensuale da farmi girare la testa.
Ringhiai di desiderio cocente in me, a tale visione, mentre mi accostavo vicino al suo viso, accarezzando quelle labbra sensuali con la punta del mio cazzo, invogliandola ad aprirle per me.
-Ho bisogno della tua bocca bambina e me la darai, non è vero?-
Dissi, guardandola con sguardo affamato di desiderio, mentre le sue guance si arrossavano deliziosamente di rosso, facendomi impazzire dalla voglia di lei, che già mi stava mandando fuori di testa.
La vidi aprire dolcemente le labbra intorno al mio cazzo, accogliendomi fino a dove poteva, iniziandomi a succhiare e a leccare l'asta, fino alla punta facendomi ruggire di piacere.
-Cazzo, piccola!-
Poggiai una mano sul muro della doccia, mentre con l'altra afferravo i suoi capelli in una coda stretta ma non dolorosa, mentre l'aiutavo a muovere la testa, intimandole in modo in cui desideravo che mi succhiasse, mentre avvertivo una delle sue mani delicate appoggiarsi sul mio inguine, mentre l'altra andava a soppesare la sacca pesante e piena di liquido pronto a essere donato alla mia piccolina, massaggiandomi le palle sensualmente, mentre la sua bocca e la sua lingua facevano meraviglie intorno a me.
-Oddio bambina si così.. Hai una bocca fantastica.. E Daddy ama da morire la bocca della sua niña..-
Ero andato completamente, mentre mi beavo della visione in ginocchio e sottomessa della mia donna, mentre le scopavo la bocca.
Notai il rossore delle sue guance accentuarsi per le mie parole poco delicate, ma che sapevo che la facevano impazzire di desiderio il mio modo di essere così dominante, mentre mi beavo delle sue labbra gonfie e piene di me.
-Cazzo, sto per venire piccola, prendilo tutto mi amor.-
Dissi con voce roca dettata dall'eccitazione, mentre presi a muovermi più velocemente dentro la sua bocca, fino a sentire le mie palle restringersi e il mio cazzo ingrossarsi, fino a che non esplosi completamente dentro la sua bocca, tutta la mia essenza bollente.
La vidi deglutire tutto ciò che gli donavo, per poi spostarsi dolcemente da me, non prima di avermi dato un bacio sulla punta del mio pene, facendomi ringhiare di nuovo di desiderio.
-Alzati subito.-
Dissi con un tono duro e dominante, mentre l'aiutavo ad alzarsi, mentre il desiderio e l'eccitazione stavano montando di nuovo dentro di me, come un uragano pronto a scatenarsi su quel corpicino sensuale che mi apparteneva.
Mi inginocchiai di fronte a lei, separandole oscenamente le cosce, mentre si appoggiava con la schiena al muro bagnato della doccia, mentre le afferravo una coscia portandomela sulla mia spalla, con fare troppo rozzo forse, ma avevo perso completamente la testa per questa Dea.
Il controllo era andato definitivamente a farsi fottere.
Mi tuffai senza darle tempo di capire su quel monte di venire bellissimo e bagnato, iniziando a leccare fra le sue grandi labbra dolci e gonfie di desiderio, fino al suo clitoride ancora e ancora.
Partendo dal basso fino a l'alto, in una lenta e dolce carezza di lingua.
-Dios mio mi amor- (Dio mio amore mio)
La vidi chiudere gli occhi, appoggiando la testa al muro completamente abbandonata alla mia tortura sessuale, mentre le sue piccole e delicate mani finivano fra i miei capelli, stringendoli e spingendomi di più verso quella figa dolce e stupenda, che mi faceva perdere la testa.
Continuai a leccarla, mentre posavo una mano sul fianco della mia donna, mentre con l'altra presi a penetrarla con l'indice e il medio, iniziandola a scopare con le dita e con la lingua, fino a che non la sentii urlare di puro piacere, arrivando a l apice, riversando tutto il suo miele dolce sulle mie dita e nella mia bocca, gustandomi tutta la sua dolcezza.
Sfilai le dita bagnate dalla sua passerina deliziosa, mentre continuavo a leccarla e baciarla dolcemente, sentendola tremare ancora per l'intenso orgasmo appena raggiunta, mentre mi tiravo su, tenendola per un fianco, in modo che non cadesse.
-Girati.-
Dissi, mentre l'afferravo per i fianchi, mentre la facevo mettere con il viso rivolto verso il muro, mentre mi posizionavo perfettamente dietro di lei, facendole abbassare la schiena e divaricare le gambe a novanta, così d'averla perfettamente sottomessa e aperta a me.
-Cazzo, che visione che sei golondrina.- (rondinella)
Dissi, prima di affondare in lei in un solo colpo, riempendola completamente di me fino in fondo.
Ringhiai di puro desiderio carnale per questa incredibile e sensuale donna, che mi apparteneva, mentre la sentivo gridare di puro piacere, per averla presa con forza in un solo colpo, affondando completamente in lei, mentre appoggiavo una mano al lato del suo viso mentre con l'altra, presi a sculacciare il suo culetto sodo, mentre presi a scoparla da subito con affondi ritmici e profondi.
Il rumore bagnato delle nostre pelli che sbattevano, il suono della sculacciata che le suonavo al ritmo di ogni affondo, il rumore dei nostri sessi uniti e dei suoi gemiti sensuali, era una litania, come il canto di una sirena, che mi faceva impazzire di desiderio.
Ero perso, ero drogato di lei e del suo piccolo corpo, era la mia piccola estasi personale, che avevo un bisogno costante che non avrei mai potuto rinunciare e non avrei mai rinunciato per tutta la mia vita e sicuramente anche dopo.
Ero un anima dannata che avrebbe perseguitato la sua anima pura e gentile anche dopo la morte, perché le nostre anime erano destinate a essere unite per sempre.
-Mi vida!-
La sentii gridare di sorpresa e piacere a ogni mio affondo secco e a ogni mia sculacciata, facendomi ghignare maliziosamente, mentre feci scorrere la mano dal suo culetto ormai completamente rosso e perfetto, verso i suoi seni pieni e gonfi, iniziandoli a stuzzicare e massaggiare sensualmente, pizzicando giocosamente i suoi capezzoli duri come caramelle, fino a che non la sentii raggiungere il suo agognato orgasmo.
-Oddio amore mio, sto venendoo..-
-Vieni, piccola, fammi sentire quanto ti piace.-
Dissi, ringhiando a ogni singola parola, mentre continuavo a fotterla con forza fino a che non avvertii le pareti interne della mia piccolina contrarsi e stringersi costantemente intorno al mio cazzo duro, riversando tutto il suo miele dolce, facilitandomi ancora di più i miei affondi duri, fino a esplodere dentro di lei, riversando tutto il mio seme bollente, marchiandola come fottutamente ogni volta, come mia.
-Si, mia cazzo!-
Dissi, ruggendo di puro piacere, affondando ancora più affondo dentro di lei come se fosse possibile, riempendola dei miei getti bollenti, che sembravano non avessero mai fine, mentre le stringevo un braccio saldamente intorno hai suoi fianchi, vedendola abbandonarsi contro il muro, mentre le sue gambe iniziavano a cedere.
"-Dio, questo è il mio fottuto paradiso personale.-"
Uscii dal suo corpo, tenendola sempre saldamente a me, facendola alzare e appoggiare la schiena contro il mio petto duro e scolpito, vedendola gettare la testa all'indietro, appoggiandosi sotto la mia spalla, mentre cercava di regolare il suo respiro ansante.
Le spostai i capelli bagnati su una spalla, mentre le lasciavo un dolce bacio sulla testa, per poi scendere sulla pelle bagnata e delicata del collo, baciandolo con riverenza, mentre facevo scorrere la mia mano sul suo piccolo ventre arrotondato, in piccole carezze dolci, sentendo il suo corpo, rilassarsi completamente su di me.
-Cazzo piccola, avevo un fottuto bisogno di farti mia. Mi è mancato il tuo tocco da tutta la dannata giornata e serata che mi stava facendo impazzire.-
Dissi, non nascondendo quanto mi fosse mancata.
Lo so, avevo un modo di esprimerlo poco romantico, ma questo ero io e lei lo sapeva, e sapeva anche quanto l'amassi.
La feci rigirare fra le mie braccia, mentre l'accostavo di nuovo verso al muro per farla appoggiare, calandomi verso il suo viso, catturando finalmente le sue dolcissime labbra dal sapore di fragola che tanto amavo e mi facevano impazzire.
-Ti amo golondrina.- (rondinella)
Dissi su quelle tenere labbra, prima di farmi spazio di nuovo fra di esse baciandola con desiderio crescente e amore, danzando sensualmente con la sua lingua, marchiando anche quella come mia.
Era mia, anima, corpo, testa e cuore lei mi era sempre appartenuta come io appartenevo a lei, anche se so che alle volte non mi merita, ma sono troppo bastardo per lasciarla andare.
Non ho voluto anni prima lasciarla andare figuriamoci ora, che sono assuefatto di lei.
Ci separammo per mancanza d'ossigeno, mentre le lasciavo un piccolo e delicato bacio sulle labbra, mentre ammiravo la sua bellezza esotica che mi faceva impazzire.
-Ti amo anch'io mi vida e mi sei mancato anche tu.-
Disse guardandomi ne gli occhi, mentre si apriva in un dolce sorriso, alzandosi sulle punte nei suoi uno e sessanta per arrivare un po' meglio verso di me.
Sorrisi divertito a quell'immagine deliziosa, mentre l'afferravo da sotto le cosce, alzandola, facendole circondare le gambe intorno hai miei fianchi duri, mentre mi circondava il collo con un braccio mentre con l'altro, mi accarezzava con amore il viso, facendomi beare del suo tocco.
Mi avvicinai sotto il getto dell'acqua, tenendola ancora in braccio, facendo bagnare i nostri corpi sotto il getto d'acqua calda, mentre le nostre labbra si univano di nuovo, ma questa volta per un bacio molto più calmo e dolce.
Continua
💛Buona Domenica cuoricini immensi!💛
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