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Cap 16

Afrodite

-Dobbiamo proprio?-

Domandai quasi con voce lamentosa, che non era da me.

Eravamo tornati quasi da un ora dalla cena da casa dei nostri genitori, e lì nostro padre, aveva deciso che era arrivato il momento di dare una festa.

Suo figlio, il capo clan boss della famiglia Mendoza, stava per avere il primo erede, e non importava che non fosse maschio, non avevano questi pensieri maschilisti.

Almeno su questo, ma era un evento bellissimo che andava festeggiato.

Usavano, che quando stava per arrivare un evento importante come quello, la moglie del boss che usciva incinta per la prima volta, generando il primo erede dando il buon augurio a una lunga stirpe di eredi, era un evento importante che andava festeggiato.

Come qualsiasi alleato della familia, che subiva un evento importante, usavano festeggiarlo.

E non sia mai che il boss non festeggi un evento così importante.

So che molti anche se non ne parlavano per paura della mia famiglia, hanno pensato che ci abbiamo messo troppo tempo, di solito si sposano e creano subito il primo erede, ma Eros aveva rispettato il mio desiderio e il mio volere, che mi sentivo ancora troppo piccola per diventare madre subito.

-Si piccola, sai come funziona nel nostro mondo.-

Disse con voce carezzevole, mentre mi passava l'acqua calda lungo le braccia, in una lenta carezza sensuale.

Mi accoccolai meglio fra le sue gambe, eravamo a mollo nella vasca idromassaggio del bagno della nostra camera da letto, mentre avvertivo tutta sua presenza premere dura e forte dietro di me, avvertendo un dolce formicolio fra le cosce, mordendomi istintivamente il labbro inferiore, cercando di trattenere un sospiro d'eccitazione dentro di me.

Ero diventata ancora più sensibile alla sua presenza e dominanza, questi ormoni mi facevano impazzire cento volte di più.

-Non mi piace fare questa cosa, anche se dobbiamo farla. Quelle persone non mi sono mai piaciute da quando ero piccola.-

-Lo so mi pequeña golondrina, ma sono alleati della nostra famiglia da anni, e non posso mancare una ricorrenza da generazioni, proprio io che sono il capo di tutto questo.- (la mia piccola rondinella)

-Lo so, lo capisco mi amor.-

Dissi, sospirando, spostando lo sguardo verso la vetrata di fronte a noi, che dava una vista spettacolare di un cielo pieno di stelle e una luna luminosa, con gli alberi che facevano da sfondo a un dipinto tanto bello quanto naturale.

La natura, regalava dei dipinti strepitosi, che ti mozzavano il fiato, per quanto fossero belli.

Eros

Notai lo sguardo della mia donna, so che non gli piaceva la presenza di quelle persone intorno a noi, ma sapeva anche, che facevano parte del nostro mondo.

-Sai, non ho voglia di parlare di quella stupida festa, che terranno i miei a casa loro, ho ben altro in mente señorita, per te.- (signorina)

Dissi, con voce roca, dettata dall'eccitazione, mentre premevo la mia grossa erezione dietro di lei, avvertendo i brividi lungo il suo corpo, che cercava di nascondere da un po', ma con scarsi risultati.

"-Non puoi nascondermi niente niña..-" (bambina)

Ghignai maliziosamente a quel pensiero, mentre mi allungavo dietro di me, dove avevo lasciato sul tappeto il nastro di raso nero, che mi sarebbe servito di li a poco.

Lo afferrai stringendolo a pugno nella mia mano, mentre posavo la mia bocca affamata su di lei, come tutto il resto di me, che stava ruggendo di dominio e desiderio di prenderla immediatamente, avvertendo la pesantezza dolorosa delle mie palle, con il carico bollente pronto, per la mia bellissima piccolina, che lo avrebbe accolto fino a l'ultima goccia.

Ero un bastardo sadico di desiderio sessuale per questa donna, sentivo proprio il desiderio, la necessita

premere nelle mie viscere.

Di dominare costantemente la mia donna, piegandola hai miei voleri perversi.

Presi a baciarle sensualmente la pelle sensibile e delicata del suo collo, mordicchiandolo, sentendola gemere di piacere, abbandonandosi contro di me, mentre facevo scorrere la mia mano destra verso i seni pieni e ancora più gonfi, resi grazie alla gravidanza, iniziandoli a massaggiare prima l'uno e poi l'altra alternandomi giocosamente, pizzicando e stuzzicando le sue gemme già dure di desiderio, mentre la sentivo muovere fra le mie braccia, irrequieta per il desiderio che stavo risvegliando in quell'adorabile e sensuale corpo, della mia donna.

-Alzati e inginocchiati al bordo della vasca ragazzina.-

Dissi con voce dominante, mentre la vedevo eseguire il mio ordine, mentre mi spostavo a mia volta, mettendomi dietro di lei, non prima di averle afferrato entrambe le braccia, legando i suoi polsi delicati con il nastro di raso nero, per poi mettermi dietro di lei.

-E' proprio necessario?-

Spostai lo sguardo assetato e dominante di desiderio verso il suo, mentre un sorrisetto da stronzo si faceva largo sulle mie labbra.

-Oh si bambina che lo è.

Amo tenerti legata a me, in modo che tu non possa liberati.

Sai..

Daddy ama tantissimo dominare e legare la sua piccolina.-

Dissi con voce calda e suadente, mentre vedevo il suo viso assumere tutte le gradazioni di rosso esistenti al mondo, mentre si mordeva il labbro inferiore con fare agitato.

La imbarazzava il mio modo di parlare e certe parole, ma la eccitavano anche.

Diventava creta nelle mie mani, sapevo fino a dove potevo spingermi, senza mai superare il limite, non lo avrei mai fatto.

Fare sesso con la propria donna è sapere cosa le piace e cosa no, e dove puoi spingerti, perché prima di tutto esiste il rispetto.

Il modo in cui la domino e la lego, so che anche se la imbarazza, le piace, si accende come una fiamma, ma se saprei che non lo amerebbe, a malincuore non lo farei.

Perché amo dominare, ma lei conta più di tutto, più dei miei desideri perversi.

Mi posizionai dietro di lei, mentre le divaricavo le cosce, in modo da poterla penetrare profondamente sia quel culetto sexy che quella sua figa fantastica.

La vidi sporgere le braccia con i polsi legati fuori dal bordo della vasca, per mantenersi meglio, mentre io

presi ad accarezzarle a impastarle rozzamente quel sederino sodo, per poi assestarle qualche sculacciata prima su una natica e poi su l'altra alternandomi e dosando come sempre la mia forza, vedendo quel meraviglioso culo, iniziare a diventare rosa acceso, facendomi ruggire di desiderio.

-Amore!-

-Fa silenzio bambina, Daddy sta sculacciando e punendo, una piccola monella, che anche se involontariamente mi provoca continuamente.

Quindi una buona sculacciata prima di una sana scopata, può farti solo bene.-

Dissi con voce dominante, mentre continuavo a sculacciarla ancora e ancora, mentre la mia piccolina tentava di spostarmi, divertendomi ancora di più.

Gli assestai l'ultimo sculaccione al centro del suo delizioso culetto, per poi passare la mano in mezzo alle sue cosce, trovando la sua deliziosa figa completamente fradicia.

-Ma tu ami essere punita non è vero piccola.-

La sentii irrigidirsi ed emettere un piccolo lamento, facendomi sorridere maliziosamente, mentre presi a coccolare il bottoncino nascosto in mezzo a quelle pieghe gonfie e bagnate, avvertendolo gonfio e desideroso di essere soddisfatto.

Gli diedi un piccolo schiaffetto giocoso, vedendola sobbalzare dalla sorpresa, mentre presi una buona quantità di quel suo miele zuccheroso, spargendolo sul mio cazzo dolorante di desiderio, per poi prenderne ancora un po', spargendolo e massaggiandolo nella sua seconda entrata, sentendola irrigidirsi come sempre, prima di essere presa da me.

-Buona ragazzina, rilassati..-

Sussurrai con voce carezzevole, mentre afferravo le sue natiche separandole, in modo di darmi una deliziosa vista della sua seconda entrata che stava per essere riempita da me.

-Cazzo bambina, sei fantastica, così aperta a me.-

-Ti prego..-

La sentii sussurrare con voce tremante di desiderio e imbarazzo, mentre cercava di spostarsi, le assestai uno sculaccione sul quel culetto, per aver osato spostarsi da me e negarmi una tale vista che mi mozzava il fiato, per poi avvicinare la punta del mio uccello verso la sua seconda entrata, iniziando a spingere.

-Buona.. Rilassati per me bambina.. Così.. Che brava ragazza..-

Le sussurravo, lodandola.

Sapevo che le piaceva essere presa anche lì, solo che ogni volta si irrigidiva sempre prima della penetrazione, la sua mente rifiutava di essere riempita in quel punto proibito ma il suo corpo lo agognava, come lo agognavo io, con la stessa intensità, se non maggiore.

La penetrai lentamente, un centimetro alla volta, fino ad arrivare fino in fondo, sentendola gemere di puro piacere, accasciandosi e sorreggendosi verso il bordo della vasca, mentre tentava di liberare i suoi polsi legati, ma con scarsi risultati, mentre sentivo il mio io interiore ruggire di dominio e possesso, mentre la fiamma del desiderio scorreva nelle mie vene, incendiandomi corpo e anima.

Presi a muovermi dentro di lei, con spinte lente e profonde, mentre la mia mano, scendeva lungo il suo fianco, fino in mezzo alle sue cosce bagnate di miele, arrivando al suo monte di venere, massaggiandolo sensualmente, sentendola gemere di puro piacere.

Musica per le mie orecchie signori..

La penetrai la passerina con l'indice e il medio, dopo averla spinta con la schiena verso di me, tirandola su in ginocchio, mentre presi a scoparla la figa con le dita a ritmo delle spinte poderose nel suo culetto, che mi stringeva il cazzo che una meraviglia.

-Cazzo bambina, mi mandi fuori di testa.-

Dissi, completamente perso in lei, iniziando a sentire la lucidità perdersi in me, mentre presi a scoparla con maggiore forza dentro di lei, con spinte forti e profonde nel suo culo fantastico, mentre le mie dita affondavano con forza dentro di lei, sentendo le urla di piacere spargersi come il canto ipnotico di una sirena per tutto il bagno, devastandomi anima e corpo.

Cazzo!

Continuai a scoparla con forza, mentre uscivo dalla sua figa fradicia, schiaffeggiandola giocosamente, per poi premere il bottoncino del suo piacere, iniziandolo a massaggiare con più forza, mentre continuavo a scoparle il culo come un pazzo, fino a che entrambi non raggiungemmo l apice del piacere insieme.

Riversai tutto il mio carico bollente dentro di lei, mentre la mia donna mi riempiva del suo miele delizioso la mia mano, sentendola tremante e priva di forza accasciandosi su di me.

-Non ho ancora finito con te dolcezza.-

Dissi con voce roca ed eccitata, mentre uscivo dal suo culetto, girandola fra le mie braccia, tenendola sempre con i polsi legati, mentre la tiravo a su a sedere sulle mie cosce dure, penetrandola immediatamente, mentre posava entrambi i suoi polsi legati sulla mia spalla.

-Cavalcarmi ragazzina.-

Dissi, assestandole uno sculaccione sul culetto sexy, intimandola di muoversi, mentre presi a scoparla con forza da subito, da sotto, mentre lei cercava di cavalcarmi il cazzo, ma con difficoltà essendo legata, facendomi sorridere come un perfetto stronzo.

Si amavo giocare.

-Amore mio liberami.-

-Perché dovrei?

E' una delle tue punizioni insieme alla sculacciata, perché osi anche se involontariamente provocarmi sempre.

Tu con questo tuo corpo sexy e quello sguardo da bambina che si trasforma in una donna desiderosa di attenzioni perverse.

Le mie attenzioni perverse, non è vero bambina?-

La vidi mettere su un piccolo broncio, per poi farmi una linguaccia dispettosa, che ricambiai con uno sculaccione e un affondo forte dentro di lei, sentendola gridare di puro piacere.

Cazzo, eravamo perfetti l'uno per l'altra.

Lei, la mia piccola anima dolce.

Spostai le mani dai suoi fianchi, afferrandole i polsi, liberandola, gettando il nastro di raso dentro l'acqua intorno a noi, così da farle posare le mani sulle mie spalle, iniziandomi a cavalcare come una vera amazzone.

Dio, la mia donna era pura sensualità fatta in persona.

Presi a muovermi sotto di lei, mentre le stringevo i fianchi con fermezza e desiderio, scopandola da sotto, assestandoli colpi secchi e profondi, fino a che non avvertii le sue pareti interne iniziarsi a contrarsi, sintomo che stava raggiungendo il suo amato orgasmo, che solo io potevo donarle.

Io la possedevo e io potevo farle questo, solo io cazzo!

Ero un cazzo di possessivo geloso si, fatemi causa.

Presi ad affondare con più forza e profondità dentro di lei, sentendo il rumore delle nostre pelli bagnate sbattere eroticamente uno contro l'altra, mandandomi completamente fuori di testa per l'eccitazione, scopandola con forza ancora e ancora, fino a che non la sentii urlare di puro piacere, raggiungendo il suo agognato orgasmo.

Affondai un ultimo paio di volte, raggiungendo l apice a mia volta, riversando tutto il mio seme bollente dentro di lei, mentre lei mi inondava del suo miele zuccheroso, mentre la sentivo contrarsi piacevolmente intorno a me, come in una morsa, strizzandomi il cazzo meravigliosamente bene.

La vidi accasciarsi completamente su di me con il respiro ansante, mentre io cercavo di controllare il mio, mentre mi sistemavo seduto con la schiena appoggiata al bordo della vasca, chiudendo gli occhi, abbandonandomi alla beatitudine della sensazione post-orgasmo.

Dio, vivrei dentro di lei sempre.

Senza mai uscire da quel corpo accogliente e caldo della mia bellissima donna.

La sentii posare il viso fra la spalla e il collo, accoccolandosi a me, mentre si rilassava completamente alla sensazione dell'orgasmo appena avuto, mentre presi a scorrere una mano lentamente e con fare pigro lungo il suo fianco fino alla sua schiena, accarezzandola così, mentre l'altra si spostava fra i nostro corpi accarezzando dolcemente il suo piccolo ventre arrotondato, godendomi la pace dei sensi, ancora intimamente unito alla mia splendida donna.

Sentii il cellulare squillare, destandomi dal mio sonno ristoratore, mentre allungavo il braccio alla mia destra, dove si trovava il comodino e il vibrante incessante del mio telefono.

Aprii gli occhi assonnati, mentre afferravo il telefono, vedendo il nome sullo schermo e rispondere subito dopo.

Vidi Afrodite muoversi nell'incoscienza del sonno, accoccolandosi di più a me, mentre presi ad accarezzarle dolcemente il ventre, rispondendo a Manuel.

-Coglione che cazzo vuoi alle tre di notte?-

-Ce stato un problema al casinò.-

A quelle parole, mi svegliai completamente, attendendo che proseguisse a parlare.

-Cosa?-

-Devi venire qui Eros. E' meglio parlare da vicino.-

Lo sentii dire con voce seria, mettendo tutti i miei sensi in allarmi.

Che cazzo era successo!?

Cercai di rimanere calmo e lucido.

-Ok, massimo mezz'ora e sono lì.-

Dissi, staccando la chiamata, mentre mi spostavo dal corpo caldo di mia moglie, stando attento a non svegliarla, mentre mi alzavo completamente nudo dal letto, ricoprendo la mia donna, con il lenzuolo di seta blu notte, per poi avvicinarmi verso la cabina armadio per vestirmi, pronto per andare a l'essenza.

Continua

Buona Domenica cuoricini💛

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