Cap 15
Eros
-La prego.. Noo!!!!!-
Ghignai sadicamente, afferrando i capelli del povero ragazzo, stretti nella mia mano, tenendoglieli con una presa ferrea e dolorosa.
Questo è la fine che fanno i fottuti bastardi, che tentano di fottere i miei ragazzi durante lo spaccio, per poi scappare via senza pagare.
Nessuno prende la mia fottuta droga e se ne va senza pagare.
Niente è gratis in questo mondo.
E di certo, non mi faccio fottere da un coglione drogato, che ha cercato di rubare a uno dei miei ragazzi, per poi credere di farla franca, scappando via con ciò che non gli è concesso avere, senza pagare.
Col cazzo!
-Cosa credevate, perché si è sparsa la voce che il boss sta per diventare padre, credevate che ero più magnanimo ho che ne so più coglione?
Niente affatto, sono anche molto peggio di così, non mi sono fatto un nome per niente.
Chi osa fottermi, chi osa derubarmi, tradirmi ho anche assurdamente sfidarmi, fate tutti la stessa fine, finite sotto terra ho diventate cibo per i pesci.-
Dissi con voce glaciale, scandendo ogni singola parola, mentre osservavo il ragazzo ricoperto di sangue e sudore, legato al palo del mio scantinato, che si trovava al primo piano non visibile a nessuno.
-La prego signore.. Pietà.-
-Non concedo la pietà a nessuno. Non sono un Santo.-
Dissi, prima di sferrargli un calcio nello stomaco, l'ennesimo, facendogli sputare sangue.
Era ridotto in una carcassa sanguinolenta, pronto a essere sgozzato e fatto sparire.
-Riferite il messaggio a gli altri coglioni simili a lui, chi osa derubarmi, muore.-
Dissi, prima di afferrare il coltello dal retro dei miei pantaloni, tirandogli indietro la testa, sotto le urla strazianti di terrore del ragazzo, mentre poggiavo la lama perfettamente affilata sulla sua gola, per poi muovere velocemente la mia mano, creando un taglio veloce e preciso, sgozzandolo.
Il suo sangue caldo, scorreva come un fiume in piena, mentre l'esecutore, il mostro dentro di me, si sentiva trionfante del aver punito il fottuto bastardo, che aveva tentato di derubarmi.
La sete di sangue era un qualcosa d'inebriante per me.
Ispirai l'odore metallico del sangue di questo fottuto bastardo appena morto, sentendo la mia anima nera, gridare di trionfo e potere, mentre gettavo la lama insanguinata per terra, alzando lo sguardo verso due dei miei ragazzi, compreso il mio migliore amico Manuel, che mi stava guardando con un sorrisetto soddisfatto, per come avevo punito il bastardo.
Io e lui avevamo avuto lo stesso addestramento, solo che la differenza tra me e lui, che io amo sporcarmi di sangue lui un po' meno, ma avevamo la stessa anima sadica, ed era l'unico che comprendeva come mi sentivo in quel momento.
Fottutamente potente.
-Bene, vedo che sei stato bravo, non ti sei nemmeno sporcato.-
Ghignai sadicamente, mentre afferravo il pacchetto di sigaretta dalla tasca della tuta dei miei pantaloni, portandomene una alle labbra, accendendola subito dopo, ispirando il fumo tossico, che mi distendeva i nervi.
Mi avvicinai a lui, mentre lanciavo uno sguardo ad Angel e Pablo -portatelo via. Non deve rimanere niente di lui, e chiamate due ragazzi per dare una fottuta pulita qui dentro.-
Dissi, con voce fredda, mentre uscivo da lì, seguito dal mio braccio destro.
-Che ore sono?-
-Sono le sei, perché?-
-Cazzo, devo darmi una mossa, devo passare a prendere la mia rondinella, per la visita di questo mese.
Deve fare l'ecografia e finalmente sapremo il sesso, anche se sospetto già cosa sia.-
-Sono curioso fratello, secondo te, cosa sarà?-
-Una bellissima bambina.-
Dissi, con voce calda e dolce, pensando a quel delizioso esserino che amavo più della mia stessa vita, che stava crescendo giorno dopo giorno, nel bellissimo ventre di mia moglie.
Finii di fumare la mia amata sigaretta, mentre entravo in una delle porte incastonate nel muro di pietra, per darmi una ripulita alle mani, non avrei mai toccato la mia donna, con le stesse mani che avevano appena ucciso un uomo.
Lo so era stupido, ma mi sentivo meglio una volta lavate, era come se coprissi le atrocità che avevo appena compiuto, e con le mani pulite avrei potuto toccare quell'angelo puro e delicato di mia moglie.
Andai verso il lavandino, aprendo il rubinetto dell'acqua, mentre afferravo il sapone, insaponandomi le mani, per poi risciacquarmele, sotto lo sguardo attento e comprensivo del mio migliore amico.
Lui sapeva come mi sentivo al riguardo della mia donna.
-Fra un paio di giorni, dovrei andare a casa di Fernando Perez per prendere la quota che ti deve questo mese.-
-Bravo il mio emissario in giacca e cravatta.-
Dissi, con voce ironica prendendolo in giro, mentre afferravo l'asciugamano per asciugarmi le mani.
-Sai che amo il mio lavoro, più come emissario.
Non amo sporcarmi le fottute mani sangue.
Lo faccio solo se lo reputo necessario e in quel caso mi diverto anche come un pazzo.-
-Credo per questo che sei il mio braccio destro e il mio fottuto fratello coglione.-
-Fanculo Eros.-
-Attento, sono sempre il tuo boss.-
-Fotte un cazzo.-
Disse, ghignando divertito, mentre gli davo un pugno sulla spalla, senza fargli male, scuotendo la testa uscendo da lì.
-Fammi sapere se ci sono problemi.-
-Come sempre.-
Disse, prima di andarsene verso la stanza dove producevamo la mi droga, mentre io mi dirigevo verso il corridoio in pietra, che mi avrebbe condotto alle porte dell'ascensore, per uscire da lì.
Pronto per andare a prendere la mia bellissima donna.
Afrodite
Mi trovavo in quel momento, nella stanza della Dottoressa Aleandra Garcia, era una delle dottoresse più brave sulla piazza e lavorava privatamente sia per la gente comune che per le persone che facevano parte di questo mondo.
Potevo immaginare che ne sentiva di ogni tipo e doveva tenerselo per se e non farne parola con nessuno.
No che sapessi che qualcuno l'avesse mai minacciata, ma non ci voleva un genio, ma si poteva immaginare che quando lavoravi per le donne della familia, dovevi tapparti occhi e orecchie, su ciò che potevi involontariamente sentire e vedere.
Era una donna sulla quarantina, in gamba, molto dolce e paziente.
E no perché lo doveva fare per dovere, ma perché era proprio il suo carattere e si vedeva che amava il suo lavoro e aveva a cuore i suoi pazienti.
In quel momento mi trovavo sdraiata sul lettino, con la maglia alzata fino a sotto al seno, mentre mi spremeva il gel per fare l'ecografia, sotto l'occhio vigile e attento di mio marito.
Vedevo dal suo sguardo che era ansioso, chi non lo conoscesse, poteva pensare che non gliene fregasse un emerito cavolo.
Ma io lo conoscevo bene e quel suo sguardo era diventato di una tonalità più scura, più intensa.
In attesa di sapere la risposta della dottoressa.
Il suo sguardo rispecchiava il mio, pieno di forti emozioni e attesa, di scoprire il nostro gioiello di che sesso sarebbe stato.
Che sia maschio o che sia femmina, io sarei stata la mamma più felice del mondo e anche Eros, me lo aveva detto dal primo istante, che quale sarebbe stato il suo primogenito, che fosse maschio oppure femmina, sarebbe stato felicissimo.
Lo so, era sincero, lo vedevo dal suo sguardo intenso, lo conoscevo.
Allungai la mano verso di lui, mentre lui me l'afferrava con fermezza e delicatezza allo stesso tempo, portandosela alle labbra, baciando con dolcezza le nocche della mia mano, per poi intrecciare la sua grande e forte mano, alla mia piccola e delicata.
Ci scambiammo un lungo sguardo pieno di parole non espresse a voce.
A noi non servivano le parole.
Noi ci capitavamo anche così, solo con i gesti e i nostri sguardi.
Infondo l'amore era questo, capirsi anche senza parlarsi.
Gli sorrisi con dolcezza, vedendo quel sorrisetto dolce aprirsi a metà sulle sue labbra sexy, per poi camuffarlo di nuovo, quando la dottoressa, si era girata verso di noi.
-Allora Signori, siete pronti a scoprire cosa sarà?-
Disse, la voce squillante della dottoressa, sorridendoci con gentilezza, mentre le rivolgevo un grosso sorriso dolce e genuino.
-Si, la prego, l'ansia di sapere mi sta mangiando viva.-
Dissi, ridendo divertita, mentre la dottoressa mi sorrideva a sua volta, iniziando a passare il macchinario sulla mia pancia, mentre il rumore dell'ecografia si espandeva nella stanza, mentre avvertivo il suono più bello del mondo.
Il cuore del mio piccolo angelo.
-Oh.. Bene, bene, abbiamo proprio una signorina qui.-
-E' una bambina?-
Sentii la voce di Eros, diventare roca per l'emozione mentre si voltava verso di me, con un grande sorriso, che questa volta se n'era fregato altamente della sua posizione da boss, nulla mi tocca, sono il cattivo dei cattivi.
-Oddio! Amore avremo una bambina!-
Dissi, quasi urlando di gioia, mentre calde lacrime scendevano lungo il mio viso, mentre tornavo a guardare lo schermo, dove vedevo la nostra bellissima bambina, muoversi.
Sentii le labbra calde e sensuali del mio uomo, baciarmi dolcemente la fronte, per poi scendere verso la punta del mio nasino fino alle mie labbra.
Sentii la sedia della dottoressa spostarsi e subito dopo una porta.
Era uscita per lasciarci soli.
Diventai rossa per quel pensiero, ma non riuscivo a non pensare nella mia testa, che avremmo avuto una splendida bambina, che avremo amato per tutta la vita e anche dopo.
Sentii le labbra del mio uomo indugiare sulle mie, mentre separavo le labbra per dargli accesso, sentendo immediatamente la sua lingua sensuale, farsi spazio fra di esse, iniziando a baciarmi più intensamente, sentendo il mio cuore battere all'impazzata.
-Ti amo bambina, da morire.-
Disse, sulle mie labbra, con voce roca, mentre prendeva ad accarezzarmi il viso, con le nocche della sua mano, mentre io non riuscivo a smettere di piangere.
"-Troppe emozioni, per una donna incinta.-"
Ridacchiai internamente del mio stesso pensiero, mentre mi tiravo su, prendendogli a coppa il viso nelle mie mani delicate, baciandolo di nuovo, ma con più dolcezza.
-Grazie, di essere entrata nella mia vita, mi pequeña golondrina.- (la mia piccola rondinella)
-Ti amo mi amor, e grazie a te per avermi scelto fra tante. Avresti potuto avere qualsiasi donna al tuo fianco, ma tu hai scelto me.-
-E come avrei potuto sceglierne qualcun'altra. Tu sei la mia anima gemella, la mia ragione di vita e ora sto diventando tremendamente un coglione sdolcinato, per colpa tua. Solo per questo sarai punita mi vida.-
Ridacchiai divertita, lasciandogli un altro bacio sulle labbra, commossa dalle sue parole, per poi afferrare la carta di fianco a me, già preparata in precedenza dalla dottoressa, per darmi una ripulita.
Mi sentii afferrare per i fianchi, aiutandomi a scendere dal lettino, per poi vederlo abbassarsi sul mio ventre, lasciando un lungo e dolce bacio.
-Ti amo mi princesa, papà non vede l ora di vederti amore mio.-
Sorrisi commossa, mentre lo vedevo tirarsi su, nei suoi uno e novantadue di uomo sexy, risistemandomi la maglia indosso, pronti a uscire di lì.
Ero felice, dannatamente felice, che non vedevo l ora che la nostra piccola colombella nascesse, per poterla stringere fra le mie braccia.
Uscimmo dalla clinica privata, dirigendoci verso la macchina di Eros, pronti per andare a cena dai nostri genitori, non vedevo l ora di dare la notizia, sapendo che anche loro stavano scoppiando di curiosità.
Sorrisi fra me e me, mentre Eros veniva nel lato del passeggero, aprendomi la portiera della macchina, facendomi salire, per poi richiuderla, vedendolo fare di nuovo il giro, andando verso il lato del guidatore, entrandoci, per poi mettere in moto e partire, in direzione della villa di famiglia.
Eravamo appena arrivati a casa di mamma e papà, anche se alle volte a pensarci erano un mix fra suoceri e genitori adottivi, pensandoci bene.
Ok oggi avevo pensieri strampalati, ma comunque veri, scossi la testa, cercando di non ridere per i miei assurdi pensieri, mentre ci dirigevamo verso la sala da pranzo, dove nostra madre ci stava per travolgere in un forte abbraccio, sussurrando "-allora!?-"
Non riuscii a trattenere la risata, sotto lo sguardo divertito di mio padre, mentre si avvicinava a noi, abbracciando Eros, mentre mio marito gli sussurrava che presto avrebbe avuto una bellissima nipotina che avrebbe fatto impazzire il nonno.
Sicuramente Eros sarebbe impazzito di gelosia per sua figlia, questo era poco ma sicuro!
-Mamma stai per diventare nonna di una bambina.-
Dissi, sorridendogli dolcemente, dopo aver ricambiato il suo abbraccio, per poi essere travolta dalle braccia forti e confortevoli di mio padre, baciandomi affettuosamente sulla testa.
- Dios mío mi amor, dovremo iniziare a comprare tutto!- (Dio mio amore mio)
-Mi amor, con calma, ci sono ancora mesi avanti, rilassati.-
-No! Deve essere tutto perfetto per l'arrivo della nostra prima nipotina!-
-Come sempre hai ragione tu mi amor.- Disse con fare finto esasperato, mentre mi faceva l'occhiolino con fare complice e divertito, sotto le mie risate.
Volsi lo sguardo verso mio marito, che stava sorridendo divertito, mentre i suoi occhi color ghiaccio, si incastravano hai miei, sentendomi travolgere dalla sua forte passione e quell'intenso amore, che mi stava facendo tremare le gambe.
Mi sentii attirare fra le sue forti braccia, mentre non toglieva un solo attimo lo sguardo da me, promettendomi molte cose, di cui una, era sicuramente qualcosa di oscuramente perverso e sessuale.
Mi sentii arrossire timidamente sulle guance, avvertendo quell'ondata di potere sessuale, che il suo corpo stava sprigionando verso di me, imbarazzata dal fatto che c'erano i nostri genitori a due passi da noi.
Lo vidi abbassarsi verso il mio orecchio, avvertendo la sua voce bassa e sensuale sussurrarmi: -stasera amore mio, ti farò gridare così forte, da farti quasi perdere la voce. Questa è una promessa.-
Disse, prima di baciarmi sensualmente il collo, per poi spostarsi da me.
Ero tra l'imbarazzo totale e l'eccitazione di quella promessa oscura, che stava facendo tremare il mio corpo e la mia anima.
Cercai di spostare lo sguardo dal suo, al punto dove prima c'erano i nostri genitori, che fortunatamente ora non si trovavano più lì, facendomi tirare un grosso sospiro di sollievo, sarebbe stato troppo imbarazzante.
Spostai lo sguardo verso Eros, che aveva un sorrisetto da perfetto stronzo sulle labbra, prima d'incamminarsi verso la porta del salone per uscire da lì.
Scossi la testa, cercando di riprendere il controllo del mio corpo, mentre mi avvicinavo al tavolo, per sedermi, aspettando il ritorno degli altri e dell'arrivo della cena, pronti per mangiare.
Continua
Buona Domenica cuoricini belli💛!
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