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Capitolo 7:

"Lou, allora andiamo!", esclamò tirandomi un cuscino in faccia, "Nì abbiamo ancora ventiquattro ore per comprare tutto.", dissi semplicemente continuando a giocare alla Playstation.

"Basta.", ordinò staccando la spina, lanciai un urlo in quanto stessi vincendo contro la squadra avversaria.

"Si ora muovi quel culo e andiamo a fare la spesa.", aggiunse poi aprendo la porta di casa ed uscendo.

In questa settimana avevamo raccolto i soldi di tutti per contribuire alla spesa, ognuno aveva messo due dollari ed eravamo arrivati ad un totale di quasi quattrocento dollari, sembravano tanti ma Niall aveva scritto una lunga lista di prodotti da comprare e non ne avrebbe scordato uno.

Appena arrivati al centro commerciale prese un carrello e tirò fuori il suo cellulare.

"Due scatole di muffin.", disse appena arrivammo al primo scafale, li cercai, li trovai e li sistemai dentro il cartello, "Tre succhi di frutta, quattro coca cole e due bottiglie d'acqua. Poi cinque scatole di birra, quella in offerta ovvio.", aggiunse e feci come disse, "Ora passiamo agli alcolici.", sussurrai piazzandomi davanti ad essi, "Tre bottiglie di vodka liscia, due di Rum, quattro di Malibu, una di vodka alla menta.", lo fermai, "Vodka alla menta? Che schifo sembra collutorio!", esclamai schifato mentre la posso nel carrello, "Lo so, ma ad alcuni piace, la lista non è solo mia purtroppo.", continuò.

"Dicevo, vodka alla menta, due alla pesca e infine del whisky."

"Quanto whisky?"

"Boh prendi due bottiglie."

"E già cento dollari se ne saranno andati.", affermai e lui annuii, aveva segnato tutti i prezzi quindi sapeva esattamente cosa prendere.

"Muoviti Louis.", mi sgridò visto che non lo stavo seguendo, mi avvicinai per poi arrivare davanti ad uno scafale di salatini e patatine.

"Dieci confezioni di patatine semplici, quattro di quelle rustiche, due pacchetti di salatini con le forme strane e due di quelli piccanti."

"Ma non è troppo?"

"Siamo più di duecento persone, non devono morire di fame."

"Ma nessuno mangerà."

"Sai perfettamente come sono le nostre feste."

"Ok forse hai ragione, ma toglierei un pacco di patatine classiche.", feci notare togliendolo, "Ok, se moriremo di fame è colpa tua.", concluse andando al reparto successivo, "Due limoni.", disse appena arrivati al reparto frutta, "Limoni?"

"Nel punch cosa ci vuoi mettere? Angurie per caso?"

"Fai poco lo spiritoso, è pur sempre casa mia."

"Oh ma sta' zitto.".

La spesa continuò per una buona mezz'ora finché la lunga lista non finì, ci avviammo alla cassa e ci mettemmo in fila.

Mettemmo tutto sul nastro trasportatore, "Sono trecento dollari.", disse la cassiera, "Vedi? Ci avanzano cento dollari giusti.", disse vittorioso il mio migliore amico, annuii capendo a cosa servissero quei soldi. Lo aiutai a sistemare il tutto nelle borse e infine tornammo a casa. "Sicuro di aver preso tutto?", chiesi per la decima volta in modo da metterlo in crisi, "Smettila Louis mi stai mettendo ansia.", concluse iniziando a tirare fuori tutto dalle buste per poi metterle sul bancone. Era completamente pieno.

"Ok, vai a comprare la roba?", chiese sorridendo mentre prese dei piatti abbastanza grandi, "Ora?", domandai io, "Se no quando? Hai meno di 24 ore e se non la trovassi?"

"Ma Nì, Stan è affidabile con queste cose, lo sai benissimo; e poi verrà alla festa anche lui."

"Si ma lo stesso valla a prendere. Se non ne portasse poi noi rimarremo senza."

"Uff come sei pesante, vado vado."

"Bravo, quando tornerai passa anche a comprare le cartine e i filtri.", concluse mentre uscii di casa con i cento dollari rimanenti.

Misi le mani in tasca e camminai verso casa sua, non era molto distante da dove abitassi ma la voglia di camminare era veramente pari a zero.

Tirai fuori il cellulare e lo chiamai in modo che mi venisse in contro. "Pronto?", rispose assonnato, "Sono Louis, dormivi?", chiesi scuotendo la testa, "Hai visto che ore sono?"

"Sono le quattro di pomeriggio."

"Appunto, comunque dimmi tutto fra."

"Mi serve la roba."

"Oh, stai venendo qua?"

"Si ma se mi venissi incontro mi faresti un grande favore.", implorai sedendomi su una panchina leggermente ghiacciata, "Quanta te ne serve?", chiese subito e capii che sarebbe arrivato tra poco, "Ho cento dollari.", conclusi e lui rise, "Mi muovo.", disse semplicemente prima di mettere giù.

Chiusi gli occhi e cercai di non pensare a niente, probabilmente passarono un paio di minuti poiché dopo poco mi sentii chiamare da Stan.
"Ehi amico tutto bene?", domandò sedendosi accanto a me, "Più o meno.", risposi sinceramente sospirando, "Che succede?", continuò il ragazzo dai capelli castani vicino a me, a primo impatto poteva sembrare il solito figlio di papà, aveva tutto. Si vestiva sempre elegante e aveva una faccia da schiaffi a volte ma era un amico davvero affidabile.

"Niente, sono solo stanco, tutta questa storia dell'omicidio mi sta stressando.", mentii per metà perché d'altronde era vero, ero veramente stressato per tutto quello che stava succedendo.

"Capisco, ormai è tutto così strano in questa città, che poi andiamo un tizio ha ucciso un ragazzo e nessuno sa ancora chi possa essere quel figlio di puttana!", esclamò facendo sobbalzare per l'ultima parte, quanto avrei voluto urlare la mia colpevolezza, "Già.", sussurrai invece, "Comunque passando alle cose serie, ecco a te.", disse passandomi un pacchetto d'erba abbastanza grande, "Ed ecco i tuoi soldi.", risposi passandoglieli.

"Se ti serve altro chiamami.", disse alzandosi, "Ci sarai domani sera?", chiesi per essere sicuro della tua presenza, "Ovvio, ho pure messo i soldi per il cibo.", rispose ridendo. "Allora a domani.", conclusi per poi stringergli la mano e alzarmi.

"A domani amico.", rispose camminando verso casa. Feci quello che fece lui ma dalla parte opposta.
Arrivai a casa rapidamente sentendomi a disagio con tutta quel l'erba nelle tasche, "Ehi Nì sono a casa.", disse per poi chiudere la porta di casa; non rispose così prima andai in cucina per vedere il casino combinato e infine tornai in sala vendendolo sdraiato su di esso.

Gli scattai una foto per poi pubblicarla su Instagram scrivendo come descrizione: "Il bambino ha sonno.", e infine lo taggai.

Sorrisi, andai in cucina, aprii uno dei tanti pacchi di patatine e iniziai a mangiarle facendolo così svegliare.
"Ho fame.", disse solamente per poi infilare la mano nel sacchetto e prendere una manciata di patatine. "Ma queste non sono nostre."

"Abbiamo messo anche noi i soldi quindi teoricamente sono nostre."

"Sei un genio."

"E ho anche speso cento dollari per l'erba.", aggiunsi estraendola dalla tasca e posizionandola sul tavolo della cucina.
"Oh perfetto!", esclamò con fare trionfale facendomi ridere. "Andiamo al Mc?", chiesi, "Abbiamo appena speso quattrocento dollari e tu chiedi di andare al Mc a mangiare?"

"Mhm si. Non erano i nostri soldi."

"Si hai ragione."

"Però paghi tu."

"Perché dovrei pagare io?"

"Perché è tua l'idea."

"Allora mangiamo a casa.", conclusi, "E no, ormai mi hai fatto venire voglia di McDonalds e quindi McDonalds sia!", ribattè lui, sbuffai e andai a prendere il portafoglio. Quel ragazzo era impossibile, ma era il migliore amico che si potesse mai desiderare.

Dopo essere andati a mangiare fuori tornammo a casa e dormimmo fino al giorno seguente. Niall aveva dormito attaccato a me e io lo avevo buttato giù dal letto.

Avevamo fatto colazione velocemente, ed ora stavamo andando di nuovo a casa mia per sistemare tutto il necessario per la festa.

"Allora, togli tutto ciò che hai di valore.", mi informò iniziando a togliere dei vasi, "Perché?"

"Perché non riuscirai a fermare un ubriaco, nel caso quello voglia spaccare qualcosa"

"Giusto, hai ragione.", mi fermai a guardarlo togliere parecchie cose dalle mensole, "Amico quando vuoi sei veramente intelligente!", esclamai poi, "Oh ma smettila di fare il coglione!", ribattè tirandomi un leggere pugno sulla spalla.
Risi aiutandolo a sistemare tutte le cose nella mia stanza che poi venne chiusa per evitare ulteriori complicazioni.

Ordinammo una pizza d'asporto mentre tirammo fuori dei piatti posizionandoli sul lungo tavolo, "Tutto qui?", chiesi un po' confuso vedendo solo una decina di piatti, "Aspetta.", mi zittì solamente, iniziando a trafficare con i pacchi di patatine, "Stanno bussando.", disse, scossi la testa e andai ad aprire.

"Stronzi è qui la festa?!", urlò Calvin entrando con in mano due casse per la musica.

"Fra come stai?", urlai dandogli una stretta amichevole, "Benissimo, con me è venuto anche Josh!", esclamò girandosi e dicendo al biondo di avvicinarsi.

"Ci sei anche tu!", urlò Niall abbracciandolo, "Coglioni ci siete mancati!", esclamò Josh stringendoci in un abbraccio di gruppo.

"Forza al lavoro! Abbiamo esattamente sei ore per preparare il tutto.", ci informò Niall iniziando ad essere iperattivo; "Su!", esclamai battendo le mani.

Calvin aveva i capelli castani, ed era più alto di me, era uno tra i miei più cari amici, di lui potevo fidarmi come con pochi. Mentre Josh era uno dei migliori amici di Niall, aveva una dote innata per la musica perciò era il nostro dj.
Sorrisi e li aiutai a dividere le dosi di patatine e quant'altro da mettere dentro ogni contenitore.

Le ore passarono e in poco tempo erano le sette di sera, e il campanello iniziò a suonare. Avevamo sistemato le casse per la musica, la sezione mangiare e la sezione alcolica. Tutto era pronto.

"Benvenuti in casa Tomlinson.", dissi aprendo la porta e facendo entrare una cinquantina di persone, Josh azionò le casse e la musica partì ad alto volume.

"Benvenuti a casa di Louis!", esclamò Niall facendo entrare altre persone, ben presto la mia casa si trasformò in un enorme discoteca con tanto di luci colorate ad intermittenza, portate gentilmente dal signorino Malik.

Con lui aveva portato anche Harry ed i suoi amici, ed io che volevo passare una serata tranquilla a dimenticarmi di lui. Scossi la testa e cercai abbandonare quel pensiero buttando giù due bicchieri interi di vodka.

"Ehi Lou.", mi chiamò la voce di Harry, alzai gli occhi al cielo per poi girarmi, "Ehi Harry, come mai anche tu qua?", domanda più stupida non potevo farla, come se non fosse ovvia la risposta che arrivò subito dopo: "Mi avete invitato voi."

"Mah si era un modo di dire.", commentai sotto voce alzando il braccio per poi urlare il ritornello della canzone, "Bevi e divertiti, non pensare a niente!", gli urlò nelle orecchie Liam dandogli una birra in mano, "Grazie amico!", rispose sorridendo scolandola tutta d'un colpo.

"Bravo così si fa.", confermai prendendo un bicchiere di Rum, "Combinazione perfetta.", dissi prendendone uno anche lui, e finimmo per berne tre di seguito. Non avevo più niente a cui pensare, tutto sembrava aver trovato il suo senso, tutto aveva riacquistato vita e quello che avevo fatto sembrava essere scomparso. Adoravo sentirmi in quel modo, era la cosa migliore in quei momenti.

Trascinai Harry per la sala finché non trovammo Zayn e Stan intenti a rollarsi una canna, ne chiesi una è poco dopo ce la stavamo fumando. E con quello tutto ciò che era rimasto, era scomparso.

Iniziai a a ridere istericamente prendendo un altro sorso del drink che mi trovai tra le mani, "Non dovresti bere così tanto.", constatò Niall che si trovava di fronte a me, "Io?", chiesi confuso, "Ovvio se no chi?", ribattè lui, "Ho bisogno di dimenticare Nì.", conclusi tirando su con il naso.

"Esci fuori a prendere una boccata d'aria.", mi ordinò e io lo assecondai, "Bisogno d'aria eh?", chiese Harry, aveva le guance leggermente rosse e lo sguardo che vagava nel buio davanti a lui. Non ero mai riuscito a capire come facevano le persone a capire le altre attraverso gli occhi, insomma parliamone, come puoi solo credere di sapere tutto di lei solo attraverso essi?
Era scientificamente impossibile. "Ehi tutto bene?", chiese avvicinandosi di un passo da dove mi ero appena reso conto di essermi seduto, "S-Si.", balbettai stropicciandomi gli occhi.

Rimanemmo entrambi zitti per quelle che sembravano ore, il tempo passò velocemente e ci trovammo entrambi a chiudere gli occhi.

"Torniamo dentro.", dissi semplicemente alzandomi e prendendolo per un braccio, ci asciugammo le lacrime per poi buttarci tra quei corpi sudati e pieni di allegria.
"Balliamo.", conclusi fermandolo e iniziando a muovermi liberamente.

Avevo ucciso il fidanzato di Harry. Perché quell'affermazioni ora non mi faceva nè caldo nè freddo? Sorrisi come un'idiota mentre Harry si divertiva.
Ora l'importante era quello no? Divertirsi ed era quello che stavamo facendo tutti.

Qualche minuti dopo Harry si allontanò tornando subito dopo con due bicchieri di Whisky e una canna in bocca. "Brindiamo a questa vita di merda!", urlò lui facendo un tiro, la prese tra le mani e prese un sorso del suo drink. "Alla salute.", risposi mandandolo giù tutto. La gola bruciò tremendamente, forse stavamo entrambi esagerando ma quello era pur sempre una festa; e che festa era se non si beveva fino allo sfinimento?

"Louis!", urlò qualcuno nel mio orecchio, mi girai vedendo Calvin con in mano una birra, "Mi sto divertendo un botto!", balbettò sorridendo, i suoi occhi erano rossi, doveva aver fumato tanto.

"Anche io!", esclamai mentre mi venne il singhiozzo, risi istericamente, lui dopo un po' si girò e andò via da dove era venuto. Scossi la testa muovendomi a ritmo di musica. Quella sì che era vita.

"Niall!", urlai per attirare la sua attenzione, il biondino si stava baciando liberamente con Eleanor, non mi sentì, mi avvicinai rapidamente senza una vera e propria ragione. "Lo dicevo io che sareste stati una bella coppia!", urlai nelle orecchie di quei due facendoli staccare, loro risero riprendendo mentre andai vicino Josh per vedere cosa stesse facendo; "Su le mani ragazzi!", urlò e tutti lanciarono un grido alzandole.
"Louis bellissima festa!", mi urlò nelle orecchie una ragazza con i capelli rossi che prima di allora non avevo mai visto, annuii sorridendole, "Grazie a te per essere venuta.", riuscii a dire allontanandomi rapidamente da lei, e la serata passò così: tra persone che urlavano, altre che ballavano, altre ancora totalmente ubriache e poi c'ero io, forse l'unico a cui quella festa aveva sconvolto tutto. Mi aveva liberato da tutte le mie angosce nel giro di qualche ora ma ogni singola volta che il mio sguardo si posava casualmente sul suo, dentro di me sentivo il bisogno di fare qualcosa. Qualsiasi cosa per lui e così feci.

"A cosa pensi?", chiesi buttandomi sul divano sul quale era seduto lui, stava parlando con Zayn ma si vedeva perfettamente che in realtà non fosse sulla terra insieme a noi.

"C-Cosa?", domandò confuso guardandomi, "A cosa stai pensando?", gli urlai nelle orecchie, "A niente.", rispose poco convinto ma rilassato, "Zayn! Me ne passi un'altra?", chiesi poi rivolto al Pakistano che annuì subito dopo.

"Ecco.", disse dandomela in mano, ringraziai e tornai a guardare Harry, "Dimmi tutto quello che posso fare per te, tutto per farti liberare da quei pensieri che hai.", sussurrai soffiandogli il fumo in faccia, "Portami lontano da questa vita.", rispose sicuro di sè.

"Se potessi la prima cosa che farei sarebbe tornare indietro nel tempo a quella notte.", ammisi finendola nel giro di pochi minuti, "E perché lo faresti?"

"Perché così tu saresti felice e io non vivrei così."

"Vivere così come?"

"Oh andiamo Harry guardami, sono uno schifo in questi giorni."

"Non è vero."

"Si invece!", conclusi appoggiando la testa sul divano e chiudendo gli occhi, la musica sembrava sempre più forte ma ad un certo punto si interruppe di colpo.
-

Alzai il capo e vidi tutti stesi per terra in qualche modo, gente appoggiata sul tavolo, gente che cercava ancora da bere ma che puntualmente non trovava niente. Insomma non era un bello spettacolo, guardai l'orologio appoggiato alla parete e per poco non presi un colpo. Erano le undici di mattina. Mi ero addormentato.
Cercai di alzai ma mi resi conto che c'era Harry appoggiato sulle mie gambe e Josh con le sue gambe appoggiate sul mio stomaco.

Perfetto, ed ora?

In qualche modo mi liberai da quella posizione scomoda e per poco non svenni. Tutto intorno a me girava, era impossibile fermarlo, mi aggrappai al muro sperando che tutto finisse presto. Quelli erano i sintomi della sbornia. Rimasi in quella posizioni per quasi un'ora finché la maggior parte della gente iniziava a riprendere conoscenza.

"Ehi Lou, stai bene?", mi chiese il mio migliore amico tirandomi su da terra, "C-Credo di si.", balbettai aggrappandomi a lui mentre iniziava a raccogliere i bicchieri da terra, "Ora siediti, faccio io il resto.", aggiunse lasciandomi appoggiato al bancone della cucina, mi sedetti sullo sgabello mentre chiusi gli occhi. "Liam, ma Zayn dov'è?", chiese la voce di Harry alle mie spalle, continuai a tenerli chiusi evitando qualsiasi contatto visivo con lui, "Credo sia andato già a casa, o probabilmente sarà da qualche parte qui in casa.", rispose il suo amico, "Tomlinson.", disse una voce femminile che mi fece venire i brividi, anche lei qui?

Aprii lentamente gli occhi per poi trovarmela davanti.

"Cosa ci fai tu qua?", chiesi confuso guardandola negli occhi, "Mamma mi ha mandato per controllare che tutto fosse a posto e cosa vedo appena entrata? Un gruppo di deficienti che dormono un po' ovunque!", urlò, le tappai la bocca, "Zitta, ho mal di testa.", dissi guardandola negli occhi, scosse la testa infastidita spingendomi leggermente, "Non me ne frega niente! Si può sapere che hai nella testa?! Se mamma lo venisse a sapere saresti morto!", urlò ancora più forte, "Appunto, se lo venisse a sapere, ma non lo saprà.", risposi come se niente fosse per poi alzarmi e aiutare Niall a raccogliere più cose possibili.

"Cosa ti fa pensare che io non lo dica?"

"Senti Cha, ne abbiamo già parlato altre volte."

"Non chiamarmi così! Mi chiamo Lottie per tutti."

"Ok, Lottie, so bene che tu non lo dirai alla mamma."

"Invece lo farò."

"Ok vai.", la sfidai fermandomi a guardare i ragazzi iniziare ad uscire dalla casa per tornare alle loro. Lei mi guardò male e infine sbuffò, "Aiutami a pulire questo schifo piuttosto.", aggiunsi andando a prendere scopa e paletta, "Stai scherzando? Io torno a casa, ci vediamo prossima settimana. Ah un'ultima cosa, quando fai queste feste, controlla sempre di non lasciare la porta di casa aperta."

"Perché? Siamo solo noi."

"Voi e tutto il vicinato. Lou chiunque poteva entrare in casa e rubare qualsiasi cosa."

"Grazie Lottie mi fai sentire un perfetto idiota."

"Tranquillo, lo sei già.", concluse andandosene. Scossi la testa ed iniziai a pulire, la casa ormai era quasi vuota se non per Liam, Zayn, purtroppo anche Harry, Niall e qualche ragazza che girava mezza nuda.

"Beh dai, è già un miglioramento.", ammise Liam buttando parecchi bicchieri di carta. "Devine dove sei?", urlò Niall aprendo un paio di stanze, "Qui!", urlò lui, sbucando da sotto il tavolo da Dj, "Che cazzo ci facevi lì? Mi hai fatto spaventare!", saltò Zayn ridendo nervoso, "Non ho trovato un posto migliore per dormire.", si giustificò lui.

"Calvin?", chiesi sbadigliando, "Sarà di sopra, mi sembra con una ragazza.", disse leggermente confuso guardandosi intorno; scossi la testa rassegnato ad avere quel gruppo di amici.
"Stavate parlando di me?", mi urlò nelle orecchie Calvin facendomi fare un salto, "Sei un pezzo di merda.", scandii per poi tirargli un leggero pugno sulla spalla, scoppiò a ridere; aveva tutti i capelli disordinati e sembrava aver passato una nottata 'infuocata'.

"E la tua bella dove l'hai lasciata?", chiese Josh sbadigliando mentre andai in cucina seguito da quelli rimasti, "Nella torre.", rispose lui iniziando a ridere e contagiando tutti noi.

"No comment.", rispose Zayn alzando la mano, "Ora che ci penso non vi conosco, chi siete?", chiese Josh curioso, "Voglio anche io la colazione!", esclamò Stan entrando in cucina, lo guardai male per poi mettere le uova e pancetta sul fuoco, "Io sono Zayn Malik.", si presentò, "Io Liam Payne.", aggiunse Liam, "Oh io ti conosco Zayn! Abbiamo parlato fuori da scuola, mi hai offerto una sigaretta.", disse Calvin ridendo; "Oh che bello. Tutti che mi devono sigaretta!", esclamò il moro esaltato.

Tutti risero, "E tu sei?", aggiunse riferendosi al riccio che non aveva ancora parlato, "Harry, Harry Styles.", si presentò stringendogli la mano.
"Mi suona famigliare.", disse Stan, "Probabilmente perché il mio ragazzo è stato u-ucciso.", spiegò Harry abbassando lo sguardo.
Che situazione di merda.

Tutti si guardarono mortificati, "Ok! Chi vuole anche del pane con le uova?", scattai per tagliare la tensione creata, "Prendilo ugualmente.", disse Niall, "Voi invece, come vi chiamate?", chiese Zayn a tutti e tre.

"Io sono Calvin Michael Rodgers.", si presentò con tono teatrale, "Io sono Josh Devine.", aggiunse l'altro, "Io sono Stanley Lucas, ma per gli amici Stan.".

Servii la colazione e mi andai a sedere vicino a Niall e Josh, mangiammo in religioso silenzio ognuno perso nei propri pensieri.
Perché Harry era rimasto qua? Non lo avevo ancora guardato negli occhi, l'alcool stava iniziando a scomparire e non volevo altro che riaverlo in circolo. Mi aveva fatto dimenticare di tutti i miei problemi, magari potevo chiedere a Stan un po' di erba, era pur sempre un mio amico. Non che mi facesse qualcosa, ma almeno alleggeriva la mia mente e i pensieri si affievolivano.

"Cosa ne pensi?", chiese Niall scuotendomi, "Cosa?", domandai confuso, "Ho parlato per mezz'ora e te ne esci con un 'cosa'?", ribattè lui incrociando le braccia al petto.
"Mhm si? Non ti stavo ascoltando, ero momentaneamente nel mondo dei sogni.", risposi iniziando a mangiare ciò che avevo nel piatto, "Avevamo notato, dicevamo, visto che i tuoi arrivano prossima settimana. Potremo festeggiare capodanno tutti insieme.", rispiegò il mio migliore amico, "Lo sai, senza offesa per nessuno, che ai miei non piacciono le persone che frequento."

"Lo so, questo sarà divertente infatti."

"Nì non vorrei farli arrabbiare proprio a capodanno."

"Ti capisco ma lo abbiamo sempre passato tutti insieme, con il gruppo; non possiamo cambiare quest'anno.", aveva ragione, eravamo un gruppo molto unito e non passarlo insieme significava non trovarci più bene l'uno con l'altro. "Allora chiamerò mio padre e lo avvertirò del piccolo cambio di programma, sono sicuro che verranno solo al mio compleanno.", conclusi tirando fuori la lingua, "Oh così si fa amico!", esclamò Calvin dandomi una pacca sulla schiena, "Vado a chiamarli, non fate casino.", sussurrai alzandomi e andando a prendere il mio cellulare che era rimasto per tutto il tempo chiuso a chiave nella mia stanza.
"Pà.", dissi non appena sentii dei rumori di sottofondo, "Ehi Lou, come stai?"

"Bene voi?"

"Bene, come mai questa chiamata?"

"Volevo dirvi che a capodanno abbiamo organizzato di uscire con i miei amici, e mi chiedevo se potevate venire solo al mio compleanno."

"Ma non ci vediamo da tantissimi giorni."

"Lo so, ma ormai siamo abituati a festeggiare capodanno tutti insieme."

"Ok, verremo al tuo compleanno e ci faremo anche il Natale ok?"

"Perfetto, grazie Pà.", conclusi per poi andare di nuovo in cucina, "Che dicono?"

"Vengono solo a Natale.", risposi sorridendo, "Evviva!", esclamarono tutti, "Poi ci organizzeremo per bene.", aggiunse Stan ridendo, "Starete con noi?", chiesi senza volerlo ad Harry, sperando in una sua risposta negativa, ma che mi stava saltando in mente?

"Certo che si!", si intromise Zayn, "Allora benvenuti nel gruppo!", urlò Niall stringendo la mano a tutti e tre, mi schiaffai una mano sulla faccia, la mia vita era finita, come potevo pensare di cavarmela? Era una cosa impossibile.

"Non vedo l'ora di festeggiare con voi!", esclamò Liam finendo di mangiare. Mi era passata la fame, letteralmente.

Me

Il capitolo è molto più lungo rispetto agli altri, domani parto e non so quanto mi possa durare internet quindi cercherò di aggiornare il prima possibile, appena arriveranno a voti e commenti ovvio; commentate tanto, voglio veramente sapere cosa ne pensiate di questa storia, anche voi che leggete senza votare perfavore esponetemi il vostro parere!
Per favore passate dalla Os che ho scritto? Si chiama I Refuse to sink, è la prima che scrivo e vorrei dei vostri pareri, la pubblicherò domani mattina prima di partire, passerete a darci un'occhiata?

Prossimo capitolo 20 voti e 14 commenti!

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