Capitolo 3:
"Tomlinson.", disse solennemente la prof, alzai lo sguardo e notai un altro mio compagno alla cattedra, mi alzai con il libro e andai alla cattedra, non ero nelle condizioni di essere interrogato, non adesso, non così.
"Allora parlami di quello che ho spiegato ieri.", aggiunse la professoressa sorridendo al mio compagno per poi guardarmi in cagnesco, iniziò a parlare ma non prestai molta attenzione a ciò che disse finché lei non mi richiamò per continuare il discorso.
"Ehm io, non lo so.", risposi abbassando lo sguardo mentre il mio compagno continuò, e l'interrogazione continuò così. Io che mi perdevo nei miei pensieri per poi rispondere ad alcune domande, si mise ad urlarmi contro, "A posto. Non voglio mai più che veniate al l'interrogazione preparati in questo modo!", urlò poi mentre tornammo a posto, diede un sei al mio compagno e a me disse che non era sufficiente.
All'intervallo andai da Niall, "Quel cazzo di Chiwawa isterico della mia prof, mi ha interrogato! Naturalmente non è che chiede cosa facili. No! Mi chiede le cose che ha spiegato ieri! E poi io non dovrei urlarle contro!", urlai mentre mi abbracciò, odiavo prendere dei brutti voti per quanto fosse difficile non farlo, scossi la testa rassegnato, "Sappiamo tutti che è sempre così."
"Ma almeno poteva darmi sei!"
"Ma hai un otto!"
"Ma non so neanche se mi ha dato cinque, magari quattro. Ha solo detto che non ero sufficiente.", spiegai cercando di rimanere calmo.
"L'importante è che tu abbia sei.", ricordò sorridendo, "Giusto.", sussurrai prendendo il cellulare, c'era un nuovo messaggio da un numero che non avevo mai visto ma che era salvato nella mia rubrica sotto il nome di Harry.
Sbiancai girando il telefono in direzione di Niall, iniziò a tossire per poi riprendersi.
"Ma gli avevi dato il tuo numero?", chiese preoccupato, "No. Lui mi ha dato il suo.".
Abbassai lo sguardo sul messaggio: "Ehi, sono Harry, quello che hai incontrato ieri.", mi passai una mano sulla faccia e Niall mi guardava preoccupato, "Non gli rispondere.", disse fermamente guardandomi negli occhi, "Glielo devo Niall.", sussurrai aprendo il messaggio, "Non devi niente a lui.", ribattè.
"Ho ucciso il suo ragazzo, si che glielo devo!", urlai attirando l'attenzione di tutti facendoli zittire, "Ho ucciso la mia media! Ora non avrò più sette!", aggiunsi mentre la faccia di Niall riprese colore; ognuno tornò a quello che stava facendo e io sospirai.
"Niall, stai bene?", chiesi spostandolo per far passare una ragazza, "Io? Si!", urlò, entrò l'insegnante dell'ora successiva così fummo costretti a sistemarci ai nostri posti. Feci un respiro profondo e risposi ad Harry: "Ehi, come fai ad avere il mio numero? Non mi ricordo di avertelo dato.", forse ero stato un po' troppo freddo, "Come stai comunque?", aggiunsi sentendomi meglio.
Sentii vibrare la tasca della mia tuta, presi un profondo respiro e lo lessi: "Mentre salvavo il mio numero ieri, mi sono inviato un messaggio così da poter avere il tuo.", come avevo fatto a non pensarci?
"Capisco.", risposi per poi alzare lo sguardo e incrociare le braccia al petto, il professore di storia stava spiegando un interminabile lezione su come andasse la vita molti anni addietro e qualcos'altro di incomprensibile.
Chiusi gli occhi per un secondo per poi aprirli subito dopo sentendo la campanella suonare.
"Dormito bene Tomlinson?", chiese scherzoso il mio compagno di banco, "Ho solo chiuso gli occhi un minuto.", spiegai sbadigliando, "No, per mezz'ora li hai tenuti chiusi, hai pure detto qualcosa sul fatto che fossi un assassino ma ti ho sentito solo io."
"Oh, ma sei sicuro? Insomma perché dovrei considerarmi un assassino?"
"Stavi solo sognando qualcosa di strano. Sappiamo tutti che l'unica volta in cui hai alzato le mani è stata per ovvi motivi."
"Eh già.", stavo mentendo ma lo assecondai, presi lo zaino da terra buttandoci dentro tutto per poi uscire dalla classe e incontrare Niall ad aspettarmi.
"Finalmente!", esclamò esasperato, salimmo nella mia macchina lanciando gli zaini sul sedili posteriori, "Ho dormito durante storia.", ammisi più a me stesso che a lui, scoppiò in una risata, "Sei così stanco?", domandò tra le lacrime, "Si. Non vedo l'ora di buttarmi sul mio letto.", spiegai accostando davanti a casa sua, "Non rimani da me?"
"No, sono stanco voglio solo andare a casa a dormire."
"Allora ti chiamo dopo ok?"
"Niall non sono un bambino a cui serve la babysitter."
"Scusa non volevo intendere questo."
"Scusami tu, è che ho mille pensieri in testa.", mi scusai chiudendo gli occhi, "Io ci sono per qualsiasi cosa Lou.", sussurrò abbracciandomi per poi scendere. "Lo so.", sussurrai mentre una lacrima scese, presi un respiro profondo e tornai a casa.
Aprii la porta per poi andare in camera, abitare da soli era così liberatorio, potevo fare tutto quello che volevo e nessuno mi avrebbe mai disturbato.
Presi un respiro profondo e mi buttai sul letto, esattamente come avevo accennato prima al mio migliore amico. Afferrai il cellulare dalla tasca dei jeans notando due messaggi.
"So che non mi conosci e non vuoi avere niente che fare con me. Ma ho solo bisogno di qualcuno che stia passando la mia stessa situazione.", era di Harry, povero, lo stavo facendo soffrire così tanto. "Beh comunque il mio numero è questo. Ci sentiamo Louis.", il suo secondo messaggio.
Sospirai per poi digitare una risposta: "Credo che 'sfogarci' ci farà bene in un certo senso.", che risposta scontata.
Appoggiai il telefono sul mio petto chiudendo gli occhi.
Sentii una leggera vibrazione che affermava l'arrivo di un nuovo messaggio.
"Scusa veramente, probabilmente mi starai reputando uno sfigato.", scossi la testa come se potesse vedermi, lo sfigato in tutto quello ero io.
-
Altri due giorni erano passati, mancava solamente l'ultima ora alla fine delle lezioni e tutto sembrava procedere per il meglio.
"Ma questo Harry, fa di cognome Styles?", chiese Niall lasciandomi perplesso, annuii debolmente, non mi ricordavo di averglielo mai detto, "È lui?", chiese poi indicando una ragazzo dai capelli ricci impegnato in una conversazione con due suoi amici; mi nascosi dietro Niall tirandolo dietro la colonna di marmo presente in quel corridoio.
"Come fa ad essere qui?!", esclamai allarmato continuando a fissarlo, "Viene in questa scuola Louis.", spiegò e in quel momento caddi in ginocchio, "Non me ne libererò mai.", sussurrai stringendo i pugni sul pavimento, "Lou che ti sta succedendo?", disse il mio migliore amico precipitandosi su di me.
"S-sto solo andando in crisi.", sussurrai appoggiandomi al muro, "Andiamo a casa?", chiese lui, scossi la testa.
"Dai Lou andiamo, non è mica la fine del mondo!", scherzò sapendo che per me era esattamente l'opposto, "Come ho fatto a non notarlo fino adesso?! Niall non posso guardarlo, non ci riesco, mi viene in mente q-quella scena.", ammisi mentre dagli occhi iniziarono a scendere le prime lacrime, "Te lo ripeto, lo supereremo insieme tutto questo."
"H-Ho bisogno di stare da solo.", balbettai, "Louis.", iniziò ma lo interruppi bruscamente: "Vattene via Niall.". Fece come dissi e nel giro di due secondi ero di nuovo da solo.
"Ehi Lou!", esclamò una voce femminile, alzai lentamente la testa, "Ehi Eleanor.", ricambiai il saluto asciugandomi le lacrime, "Che succede?", chiese inginocchiandosi davanti a me, "A me? Oh niente ho discusso con Niall.", mentii, "Mi dispiace come mai?"
"Non lo so nemmeno io sinceramente."
"Quindi non ti va di uscire oggi? Styles sta organizzando una pizzata, ho pensato di chiedere a voi due se vi andasse di venire."
"Credo di no."
"Fallo per lui, dopo quello che è successo al suo ragazzo. Dobbiamo tirargli su il morale.", sì tirare su il morale a lui ma buttarlo giù a me, "Ok.", aggiunsi senza nemmeno rendermene conto; "Perfetto! Mi passi a prendere alle sette?"
"Va bene. A dopo."
"Puntuale!"
"Ovviamente.".
Finalmente ero di nuovo solo.
Andai a casa senza avvisare nessuno, passate un paio d'ore chiamai Niall scusandomi ripetutamente con lui e infine accettò di sostenermi quella sera, grazie alla pizza.
Lo andai a prendere sotto casa e si mise direttamente nei sedili posteriori lasciando il posto ad Eleanor.
Passammo a prenderla e infine mi disse come arrivare alla pizzeria, dei ragazzi erano già fuori che aspettavano solo di entrare; "Eccoci qua!", esclamò lei andando a salutare tutti, la imitammo finché non mi trovai due occhi verdi fissarmi.
Me
Eccomi di nuovo! Spero vi piaccia come si sta evolvendo, mi raccomando votate e commentate, così aggiornerò prima.
Fatemi sapere se ci sono degli errori o se non si capisce qualcosa, se volete entrare nel gruppo di whatsapp e quant altro.
Prossimo capitolo 17 voti e 12 commenti!
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