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Capitolo 9:

"And we dance all night to the best song ever

We knew every line, now, I can't remember

How it goes, but I know that I won't forget her

'Cause we danced all night to the best song ever"

                                   One Direction, "Best song ever"

...

Sorrisi come un'idiota fiero di ciò che ero riuscito a dimenticare.

Trascinai Harry per una mano fino alla cucina, riempiendogli un bicchiere con ciò che era rimasto.

Divertirsi. L'importante ora era divertirsi e se c'ero riuscito io poteva farcela anche lui.

Qualche minuto seguente Harry si allontanò e io mi accasciai sul pavimento della stanza. Era così fresco.

Poco più tardi tornò con un bicchiere di Whisky e una canna tra le labbra. «Brindiamo a questa vita di merda!», urlò lui facendo un lungo tiro.

Guardandolo ora sembrava un'altra persona. Non avrei mai detto soffrisse tanto.

Anche io ora sembravo tranquillo e lo ero davvero, peccato che l'alcol sarebbe andando via dal mio corpo. Avrei voluto avere perennemente quella sensazione di spensieratezza.

Lo osservai meglio. Scrutai ogni suo piccolo pezzo di pelle sentendo del calore irradiarsi dentro lo stomaco. Era bello. Harry era davvero un bel ragazzo.

Alzò il bicchiere e lo diede a me abbassandosi sulle ginocchia, io rimasi con la schiena appoggiata al frigo e chiusi gli occhi sentendoli diventare pesanti.

«Louis!», urlò qualcuno nel mio orecchio, sollevai le palpebre di scatto vedendo Calvin accovacciato davanti a me con in mano una birra.

«Mi sto divertendo troppo!». Sorrise e notai il colorito rosso dei suoi occhi.

«A-Anche io!», esclamai trattenendo il singhiozzo, cercai Harry con lo sguardo non trovandolo più da nessuna parte, così aiutandomi con la maniglia del frigo, riuscii ad alzarmi. Calvin, nel frattempo, ballava con Grace e Niall stava ballando con Eleanor.
Gli passai vicino lasciandogli una pacca sul sedere e lui di risposta mi spinse via.

Andai vicino a Josh, per vedere cosa stesse facendo, camminai per quello che sembrò un'eternità, e quando arrivai il mio amico urlò: «Su le mani ragazzi!».

«Louis bellissima festa!», mi gridò nelle orecchie una ragazza con i capelli rossi che mi ricordavo di aver già visto da qualche parte ma non riuscivo a capire dove, annuii alzando il pollice.

La serata passò così: tra persone che urlavano, altre che ballavano, altre ancora totalmente ubriache e poi c'ero io, forse l'unico, a cui quella festa aveva risollevato il morale.

Mi aveva liberato dalle mie angosce. Dovevo ringraziare il mio migliore amico per averla organizzata.

Passate le ore il livello di alcol nel mio sangue si abbassò drasticamente facendomi tornare un minimo di lucidità.

Tra tutti vidi Harry seduto sul divano, «A cosa pensi?», chiesi buttandomi vicino a lui. «C-Cosa?», domandò confuso guardandomi spaventato.

«A cosa stai pensando?»

«A niente».

Allungai il collo oltre Harry notando Zayn intendo a preparare una canna, «Zayn! Me ne passi un'altra?», cercai di dire, chissà com'era uscita dalla mia bocca quella frase.

«Per te», disse dandomela in mano, ringraziai e tornai a guardare Harry.

«Dimmi tutto quello che posso fare per te, tutto per farti liberare da quei pensieri che hai», sussurrai soffiandogli il fumo in faccia. Lui chiuse gli occhi e annuì.

«Portami lontano da questa vita, è così difficile?». Buttò indietro la testa e guardai Zayn che sollevò le spalle bevendo qualcosa nel suo bicchiere.

Semplicemente sorrisi non dandogli una risposta.

Sì Harry, è così difficile purtroppo.

Mi appoggiai al divano spegnendo la sigaretta dentro un bicchiere e chiusi gli occhi, la musica sembrava sempre più forte e intorno a me prese a girare finché, d'un tratto, si interruppe di colpo.

Alzai il capo e vidi persone ancora in piedi, altre stese per terra in qualche modo, gente appoggiata al tavolo, gente che cercava ancora da bere ma trovava solo bottiglie vuote.

A fatica guardai l'orologio appeso alla parete e per poco non presi un colpo. Erano le undici di mattina.

Mi ero addormentato.

Cercai di alzarmi, però un peso mi bloccava, e mi resi conto che c'era Harry appoggiato su un mio braccio e Liam aveva le gambe sul mio stomaco.

Perfetto, e ora?

Cercando di non svegliarli, sgattaiolai via. Appena fui in piedi una sensazione di vertigini mi invase e vidi intorno a me girare ogni cosa, mi aggrappai al muro sperando finisse presto.

Li odiavo i sintomi della sbornia.

Rimasi impalato in quella posizione per quasi mezz'ora finché non riuscii a stare in piedi senza l'aiuto del muro.

«Lou, stai bene?», mi chiese qualcuno appoggiandomi una mano sulla spalla. «C-Credo di sì», balbettai girandomi verso di lui e notando fosse Niall.

Mi fece appoggiare al suo braccio e mi trascinò fino in cucina facendomi sedere su una sedia, lui non aveva i miei sintomi, sembrava star bene.

«Tolgo un po' di bicchieri in giro», spiegò chinandosi per recuperare varie cose da terra.

Chiusi gli occhi incrociando le braccia sul tavolo e appoggiai il viso sopra.

Troppo male alla testa.

«Liam, ma Zayn dov'è?», chiese la voce di Harry alle mie spalle, mi venne la pelle d'oca a sentire la sua voce, così rimasi immobile evitando qualsiasi contatto visivo con lui. L'effetto dell'alcol era andato via e ora faceva di nuovo male sentirlo.

«Credo sia andato già a casa, o probabilmente sarà da qualche parte qui in casa», rispose il suo amico.

«Tomlinson», disse una voce femminile che mi fece venire i brividi.

Aprii lentamente gli occhi per poi trovarmela davanti.

«Ele», la chiamai guardandola con un occhio chiuso. «In che condizioni sei messo?», mi chiese passandomi una mano tra i capelli per poi tirarmi un ciuffo, «Avevi un pezzo di patatina», ammise ridendo.

Sorrisi e mi toccarmi la fronte. «Ho capito, aiuto Niall a pulire». E la vidi raggruppare le bottiglie di vetro.

Sospirando, mi appoggiai sui gomiti e infine mi alzai convinto di dover aiutare.

Dopo più di un'ora di pulizie riuscivamo a vedere il pavimento.

«È già un miglioramento», disse Liam prendendo gli ultimi due bicchieri e buttandoli nella spazzatura.

Ormai erano tutti andati via ed ero rimasti solo con i miei amici, più Liam e, purtroppo per me, anche Harry.

«Devine dove sei?», urlò Niall scendendo le scale con un sacco nero. «Qui!», urlò lui sbucando da sotto il tavolo da Dj. «Cosa ci facevi lì? Mi hai fatto spaventare!», saltò Stan ridendo nervoso.

«Il divano era troppo scomodo», si giustificò.

«Calvin?», chiesi sbadigliando. «È sopra le scale, mi sembra con una ragazza», spiegò indicando la scalinata.

Scossi la testa rassegnato ad avere quel gruppo di amici.

Per quanto fossero particolari, erano i migliori.
«Stavate parlando di me?», urlò apparendo appoggiato al corrimano.

«E la tua bella dove l'hai lasciata?», chiese Josh sbadigliando mentre lui scese. «Lì», rispose indicando il piano superiore.

«Voglio la colazione!», esclamò Stan entrando in cucina, lo guardai male aprendo il frigo. «Mi spiace per te ma non c'è nulla di commestibile», tagliai corto e lo sentii sbuffare.

Ci sistemammo seduti intorno al tavolo in religioso silenzio ognuno perso nei propri pensieri.

Perché Harry era rimasto qua? Zayn se n'era andato, non poteva portarselo dietro?

Sentivo la necessità di far tornare in circolo altro alcol. Dovevo ringraziarlo perché mi aveva fatto allontanare dalla realtà, mi aveva fatto sentire il ragazzo normale che ero un tempo.

«Cosa ne pensi?», chiese Niall passandomi una mano davanti agli occhi attirando la mia attenzione.

«Cosa?»

«Ho parlato per mezz'ora e te ne esci con un "cosa"?»

Gli lanciai un'occhiataccia così riprese a parlare: «Potremo festeggiare capodanno tutti insieme»

«Insieme chi?».

Dimmi che non l'hai fatto.

Non poteva essere così stupido da aver invitato anche Harry ai nostri festeggiamenti.

«Noi Louis, se no chi?», intervenne Josh bevendo un bicchiere d'acqua del rubinetto. «Magari loro vogliono fare altro». Cercai di convincermi mentre Liam scosse la testa dicendo: «Non abbiamo di meglio da fare per ora, manca ancora un po'».

Infatti mancava quasi un mese. Avrebbero potuto trovare di meglio da fare e con quella considerazione fui contento di accettare l'idea del capodanno.

«Vi va di uscire con noi d'ora in poi?», buttò lì Stanley rivolto ad Harry e Liam.

Persi un battito.

Vederlo ogni tanto potevo anche passarlo, sapere che ogni volta che sarei uscito lo avrei visto mi faceva strozzare.

La mia più grande paura era affezionarmi a lui e poi dovergli dire che ero stato io l'artefice dei suoi problemi. Come glielo avrei detto?
Legavo subito con le persone, trovavo una sintonia con chiunque e tenevo a tutti in modo quasi fraterno.
Il rischio di provare lo stesso con Harry e poi doverlo distruggere mi stava perseguitando.

«Certo che sì!», esclamò Liam contento girandosi verso Styles che annuì compiaciuto.

«Allora benvenuti nel gruppo!», urlò Calvin stringendo loro la mano. «Sarà contento anche Zayn», aggiunse Harry.

Mi schiaffai, inevitabilmente, una mano sulla faccia.

Perfetto ora avevo due enormi problemi.
Il primo era distrarmi, il secondo era il come farlo sapendo che Harry sarebbe stato sempre accanto a me pronto a ricordarmi ciò che avevo fatto.

...

Angolo autrice

Domanda tecnica: preferite i capitoli corti, lunghi o la via di mezzo come questo?

Inoltre, vi invito a lasciare un voto se la storia vi sta piacendo e se avete domande da farmi potete farlo qui o in privato. Su Twitter mi chiamo @Gaia_Casciaro

G.

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