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Capitolo 27:

"You should probably stay, be with me, a couple more days
Come on let me change your ticket home
Don't go, it's not the same when you're gone
And it's not good to be all alone"

One Direction, "Change your ticket"

...

«Calvin?». Lo cercai con lo sguardo senza risultati.

«Ci raggiunge tra un po'», intervenì Stan facendomi segno con la mano di stare zitto.

Quel posto era esattamente come gli altri locali: tappezzeria verde-blu, tavoli e sede in legno, un lungo bancone che occupava un quarto del locale e una pista da ballo proprio al centro.

Una cameriera ci fece strada portandoci in un tavolo abbastanza appartato proprio alla destra del bancone; ci lasciò dei menù di plastica e girò i tacchi lasciandoci pensare.

Harry si era seduto esattamente davanti a me e, ogni tanto, mi faceva l'occhiolino facendomi imbarazzare più di quanto non fossi già.

Il mio migliore amico biondo si era seduto alla mia sinistra e scrutava l'elenco dei drink presenti sul menù.

«Vuoi parlarne?». Mi avvicinai al suo orecchio cercando di non farmi vedere dagli altri, anche loro intendi a leggere. «Poi sicuro», concluse facendomi un sorriso fiero.

Dopo svariati minuti ci facemmo portare dei drink a discrezione del barman.

«Ecco a voi ragazzi. Sono quaranta sterline». Arrivò una cameriera bionda che ci appoggiò sul tavolo i nostri ordini. «Pago io», si offrì Josh con un sorriso stampato sulla faccia allungando una banconota da cinquanta.

«Certo prima ti licenzi, poi spendi anche i pochi soldi che ti rimangono», lo attaccò Niall facendo andare in imbarazzo la cameriera che non sapeva più se prenderli o meno.

«Prendili», disse Stan togliendoli dalle mani di Josh per darli a lei che velocemente se ne andò.

Assaggiai il drink senza riconoscere precisamente cosa fosse però era buono e anche forte, l'importante era quello.

«Smettila di starmi addosso», rimproverò Josh rivolto al biondo che subito iniziò a ribattere.
Guardai gli altri che erano rimasti impietriti senza sapere come intervenire.

«Brindiamo a questo nostro momento». Sollevai il bicchiere venendo seguito dagli altri e riuscendo a spegnere per un attimo il loro litigio.

«Facciamo che chi si ubriaca prima perde?», domandò divertito Liam sfidando noi con lo sguardo, Niall annuì immediatamente bevendo il suo drink senza neanche pensarci e noi non potevamo essere da meno.

Passarono vari minuti finché qualcuno di noi non si decise a ordinare il secondo giro, «Mi sono dimenticato una cosa importantissima», mi ricordai mettendo il cellulare in mezzo al tavolo in modo che tutti potessero vederlo, andai su WhatsApp e feci partire il video.

Zayn si coprì gli occhi dopo aver visto l'inizio. «Potremo usarlo come prova in caso dovesse esserci un processo», spiegai mentre gli altri rimasero in silenzio.

«Non è così grave, noi ci siamo difesi in fin dei conti», aggiunsi notando il disappunto di Zayn che scuoteva la testa. «L'ho iniziata io quindi», mormorò perplesso osservando il suo bicchiere di vetro vuoto.

«Ma loro hanno usato la forza», intervenne in mio aiuto Harry allungando la sua gamba che toccò il mio piede, facendomi saltare.

Zayn annuì poco convinto. «Ormai è andato, divertiamoci e basta», consigliò Stan andando al bancone per poi tornare con un giro di chupiti a testa.

«Perché hai lasciato il lavoro?», chiesi, mandando giù la vodka liscia e guardando Josh. «Ho deciso di fare dei corsi da Dj, voglio concentrarmi sulla mia carriera», spiegò bevendo anche lui.

«Senza soldi», sottolineò il biondo iniziando a lamentarsi. «Mi farò aiutare dai miei genitori», spiegò lui ridendo. «Andiamo a ballare!», urlò Liam cercando di cambiare inutilmente discorso visto che i due continuarono la conversazione.

Feci segno di lasciarli da soli in modo che potessero provare a risolvere le loro divergenze e andammo sulla pista da ballo, dove altre persone avevano iniziato a scatenarsi.

«Allora, io vi dico che sono un po' ubriaco», ammise Stan ridendo e iniziando a muoversi in modo scoordinato facendosi spazio tra la gente, mi appoggiai alla parete non avendo voglia di ballare.

Girai lo sguardo al nostro tavolo cercando di capire cosa stessero dicendo quei due. Mi dispiaceva che Niall stesse male per Josh.

«Anche se li guardi non cambierà nulla», mi sussurrò all'orecchio Zayn facendomi segno di uscire a fumare, annuii e lo seguii lontano dal locale.

«Margie mi ha detto che Calvin ci ha provato con lei», disse subito passandomi una sigaretta, lo guardai senza dire nulla mentre ci allontanammo fino a una panchina sulla quale ci sedemmo, «Tu lo sapevi?», chiese passandomi l'accendino.

«Calvin ha sempre avuto un debole per lei, prima ancora che noi ci conoscessimo». Feci segno indicando me e lui.

«Non era il caso di dirmelo?».

Una volta accesa iniziai ad aspirare il fumo cercando di non creare altri problemi.
Quell'anno nuovo non era iniziato con il piede giusto anzi, ci stava lentamente distruggendo.
«Cosa sarebbe cambiato?», risposi con un'altra domanda abbassando lo sguardo sulla panchina. «In realtà... niente», si rese conto sospirando per poi spostare i suoi capelli castani con la mano.

«Zayn fidati che la lascerà stare come ha fatto fino a ora, era solo ubriaco probabilmente», cercai di difenderlo senza neanche sapere cosa fosse realmente successo.

«Lo so ma preferisco non vederlo», ribatté lanciando il mozzicone per terra per poi calpestarlo con la scarpa. «Un occhio nero ce l'ha già se ci pensi», scherzai facendolo ridere.
Lui prese il suo cellulare tra le mani e iniziò a scrivere dei messaggi.

«Rientriamo che fa freddo». Tremai.

«Se dovessi vederlo avvertimi», concluse infine alzandosi ed entrando insieme di nuovo all'interno del locale.

Cercai gli altri riuscendo solo a vedere il mio biondo alle prese con un drink, «Nì», lo chiamai appoggiando il cappotto su una sedia. «Penso di voler stare da solo», biascicò continuando a bere.

«Dai su andiamo a casa», lo esortai prevedendo in che condizione ci stavamo per ritrovare.

Lui scosse la testa così mi allontanai cercando gli altri.

Vidi Harry in lontananza che ballava con le braccia in aria davanti a Liam, quest'ultimo, invece, ballava con una ragazza con i capelli quasi arancioni.

Mi avvicinai a loro vedendo il riccio sorpreso, «Josh se n'è andato», mi spiegò all'orecchio facendomi rabbrividire. «E Niall vuole stare da solo», aggiunsi indicando il nostro tavolo.

«E io voglio stare da solo con te». Rise facendomi bloccare.

Mi appoggiai al muro. Lo osservai attentamente guardando i suoi movimenti. Era davvero un ragazzo fantastico.

Posso meritare una persona come te? Dopo il dolore che ho causato sono pronto a prendermi cura di una persona?

«A cosa pensi?», mi fece ritornare con i piedi per terra lui iniziando a ballare davanti a me. «A niente», mentii sorridendo.

Ero pienamente consapevole che non mi meritavo nulla di bello.

Meritavo la prigione e quella convinzione iniziava a farmi paura.

Tutti si stavano divertendo, perfino il riccio sembrava non avere pensieri. Quindi perché io invece continuavo a esserne tormentato?

All'improvviso Harry mi prese il braccio trascinandomi in pista, scossi la testa non essendo nelle condizioni di divertirmi.

«Su lasciati andare», consigliò muovendomi le braccia a ritmo di musica.

Seguii i suoi movimenti allontanando però le sue mani da me, non era il caso di dare spettacolo.

«Per te!», mi urlò delle orecchie Stan lasciandomi un drink tra le mani, «Ho visto una bella ragazza lì che sembra il tuo tipo», aggiunse indicando una mora in mezzo alla pista che ballava con le sue amiche.

La osservai trovandomi d'accordo con lui, era molto simile alla mia ragazza ideale.

Notai Harry attento al nostro discorso mettendosi un po' sulla difensiva.

«Non mi va ma grazie per il pensiero». Gli diedi una pacca sulla schiena sorridendo. «Da quando non ti va di scopare?
Effettivamente non ti vedo pomiciare con qualcuna da tanto tempo. Sei sicuro di stare bene? Mentre ci pensi fammi da spalla che mi piace la sua amica», continuò mettendosi davanti ad Harry, forse dovevo parlargli?

«Semplicemente non mi va. Devo proprio Stan? Puoi farlo anche da solo», chiesi guardando gli occhi verdi del riccio a cui, sicuramente, non avrebbe fatto piacere l'idea.

«Mi piacerebbe vedere il mio migliore amico in azione come un tempo ma se ti vergogni faccio da solo», rispose muovendosi verso le ragazze e io gli presi il braccio trascinandolo davanti a loro.

Per un solo istante mi girai notando Harry allontanarsi. «Ehi!», esclamò lui presentandosi e ballando vicino.

Harry o Stan quale era la priorità ora?

Se fossi andato da Harry, Stanley se la sarebbe presa davvero tanto e dovevo dargli delle spiegazioni.

Dall'altro lato, se fossi rimasto con Stan, Harry ci sarebbe rimasto male.

Tra i due mi soffermai sul secondo, non me la sentivo di dichiararmi gay agli occhi del mondo e sicuro non mi sarei tirato indietro dato che Stan mi aveva appena sfidato.

Iniziai ad assecondare quello che faceva il mio migliore amico finché non riuscì ad allontanarsi con una ragazza dandomi il cinque, mentre l'altra bionda, si avvicinò cercando di baciarmi.

«Scusami sono fidanzato», la liquidai girandomi.

«Anche io sono fidanzata, ma possiamo lo stesso divertirci un po'», mi sussurrò all'orecchio portando le labbra umide sopra il mio collo.

In un qualsiasi altro momento avrei accettato. Mi sarei divertito con quella ragazza e mi sarei trovato anche bene nel farlo ma ora era diverso. Per me esisteva solo Harry e non avrei mai fatto qualcosa che mi portasse al poterlo perdere.

Scossi la testa allontanandomi mentre la sentii insultarmi tra le parole di una canzone.

Cercai il mio riccio, mi soffermai su qualunque persona con i capelli mossi senza riuscire a trovarlo.

«Lou, io vado a casa». Mi toccò il braccio Niall facendomi sussultare. Si incamminò verso l'uscita con il giubbotto tra le mani e lo seguii.
«Aspetta un attimo». Lo tirai per il polso.

«Voglio andare a casa», ripeté con convinzione guardandomi infreddolito.

«Tempo di prendere la giacca?», domandai e lui annuì.

Corsi diretto al tavolo e uscii trovandomi Harry davanti.

«Vado a casa con Niall», spiegai spostandolo, presi il telefono e scrissi sul gruppo che ce ne stavamo andando.

Il biondo per me c'era stato sempre, qualunque momento brutto avessi passato lui era lì, pronto a sostenermi, e ora era il momento di ricambiare standogli accanto.

«Louis aspetta!», continuò Harry alle mie spalle con il suo giubbotto rosso tra le mani, «Posso venire con voi?», chiese guardando Niall che aveva gli occhi lucidi. «Certo», sussurrò lui cominciando a incamminarsi.

Lo seguimmo in silenzio, sapendo avesse bisogno di assimilare qualunque cosa fosse successa e io, forse, dovevo delle spiegazioni al ricciolino.

Arrivati a casa entrammo mettendoci al caldo, ci sedemmo sul tappeto e ci coprimmo con una coperta di pile davanti alla televisione, «Harry puoi...», chiesi indicando Niall e lui capì salendo le scale per andare in un'altra stanza lasciandoci soli.

«Cosa succede Nì?», gli chiesi delicatamente spostandomi abbastanza per guardarlo. «Josh è arrabbiato con me», disse ma quello lo avevo intuito da un po'.

Si passò le mani tra i suoi capelli biondi e sospirò, «Mi ha dato fastidio il suo modo di sottovalutare la situazione»

«Niall è la sua vita, no?»

«Lo so. Però chiede il mio aiuto, gli do consigli e non li ascolta»

«Biondo lasciagli un po' di tempo».

Lui d'istinto mi abbracciò. «Mi rendo conto di tenere molto a tutto il gruppo», ammise stringendomi un braccio intorno alle spalle.

«Non fartene una colpa, sai che Josh è sempre stato testardo. Vedrai che seguirà i tuoi consigli, lasciagli solo alcune ore».

Niall era davvero un ragazzo forte e allo stesso tempo fragile. Mi dispiaceva tanto vederlo stare male.

«Se vuoi richiama Harry». Tirò su con il naso accendendo la tv. «Penso di dover fare due chiacchiere con lui in realtà, torno subito».

Mi alzai e andai su per le scale finché non trovai lui seduto con le gambe a penzoloni sul letto di Niall ad aspettare.

«Era necessario?», chiese subito abbassando lo sguardo sui suoi calzini bianchi con il simbolo della Nike stampato su un lato.
«Cosa?», feci finta di non capire.

«Quella scena con Stanley»

«Dovevo»

«Tu ti stavi strusciando addosso a una»

«Non mi stavo strusciando»

«Sì invece»

«L'ho mandata via quando mi ha chiesto di fare qualcosa, non lo farei mai Harry»

«Perché ti sei fermato?». Si girò a guardarmi aspettando la mia risposta.

«Perché quello di cui mi interessa sei esclusivamente tu. Non voglio cercare nessun altro e non sento neanche il bisogno di farlo»

«Lo pensi davvero?»

«Voglio solo te Harry, anche se non te lo dico. Non andartene, non è lo stesso quando te ne vai, sono così stanco di essere solo».

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