Capitolo 25:
"What do you do when a chapter ends?
Do you close the book and never read it again?
Where do you go when your story's done?
You can be who you were or who you'll become"
Louis Tomlinson, "Just hold on"
...
Mi staccai guardandolo negli occhi.
«Possiamo considerarlo il nostro primo bacio?», chiese lui sorridendo e portando le mani sulle mie guance ancora calde, «Il naso in questo stato non è poi così male», scherzò facendo riferimento all'enorme benda che portavo. Risi scuotendo la testa sapendo di sembrare ancora di più un pinguino.
«Sei sicuro di volerlo fare Harry? Dopo la reazione che hai avuto per i messaggi», mi bloccò scuotendo la testa. «Io sono pronto a fare questo passo con te».
«C'è un problema però», mi resi conto appoggiandomi al suo petto con le braccia in modo da riuscire a guardarlo, «Tu sei più alto e io devo stare sulle punte», continuai ricordandomi del bagno.
«E sì, penso che come primo bacio possa andare più che bene», aggiunsi alla sua domanda sorridendo mentre lui fece altrettanto.
«Puoi sempre mettere i tacchi», mi schernì tirandosi a sedere. «Comprerò delle suole rialzate piuttosto», borbottai iniziando a ridere.
Harry era riuscito a farmi ridere, a farmi provare quelle piccole gioie che, nella vita, non mi erano mai state concesse.
«In discoteca chi era quel ragazzo?», domandai poi mentre ripensai al capodanno e al come ballava con quello lì mentre una sensazione di fastidio mi accartocciò la bocca dello stomaco.
Lui sorrise scuotendo la testa.
«Uno che ho conosciuto quella sera»
«Ma ti interessava?»
«Louis, a me interessavi tu. Volevo solo attirare la tua attenzione».
Tirai su gli angoli della bocca. «Ha funzionato?», chiese poi spostando il suo naso a sfiorare il mio.
«Potrebbe essere», sussurrai.
Avevo giocato con lui in discoteca e lui aveva fatto altrettanto con me facendomi aumentare il desiderio di averlo.
Si poteva dire fossimo molto simili.
Mi portai a cavalcioni su di lui facendolo sussultare per quel movimento improvviso. Le sue mani mi strinsero il sedere e io lasciai uscire un gemito.
Tornai a concentrare la mia attenzione sulla sua bocca.
Strinsi i denti sul suo labbro inferiore, lo tirai verso di me finché non decisi di passargli la lingua sopra.
Lui sospirò chiudendo gli occhi e allora decisi di far incontrare le nostre labbra facendo diventare un semplice bacio qualcosa di molto più avido e passionale.
Le lingue si cercavano, si accarezzavano, si beavano del gusto l'uno dell'altro come se fosse la prima volta. Le mie dita corsero tra i suoi capelli tirandoli lievemente mentre i miei fianchi cominciarono a compiere dei movimenti circolari facendo ansimare entrambi ogni volta che le nostre erezioni si toccavano.
O mi calmo o ti strappo i vestiti di dosso.
«I-Io devo tornare a casa ora», provai a ricompormi staccandomi immediatamente da lui, facendo respiri profondi.
«P-Perché?», balbettò guardandomi con quegli occhi selvaggi e io subito spostai lo sguardo sulla parete dietro di lui prima di non rispondere più delle mie azioni.
«Non vuoi dormire qui?», continuò con voce maliziosa ma scossi la testa.
«Voglio fare le cose con calma Harry... per quanto mi sia possibile».
Ma quando mai avevo voluto andare piano con qualcuno? Avrei voluto saltargli addosso anche ora ma no, dovevo trattenermi. Non potevo far diventare Harry il mio giocattolo come lo erano state tutte le altre. Se davvero volevo conoscerlo, avrei potuto aspettare.
Annuì e io mi alzai non prima di aver lasciato uno sguardo veloce ai nostri pantaloni diventati fin troppo stretti.
Si schiarì la voce e indicando i suoi capelli disse: «Dici che devo tagliarli?»
«Possiamo andare dal parrucchiere in questi giorni, io devo farmeli accorciare un po'», proposi infilandomi il bomber che giaceva sul pavimento.
«Domani?», domandò accompagnandomi fino alla porta con ancora le guance rosse.
«No, purtroppo il nostro bar riapre domani, puoi venire se vuoi sarò contento di servirti». Feci un inchino.
«Ci passerò», mi assicurò lui aprendomi la porta. Mi soffermai sull'uscio non sapendo bene come salutarlo.
«Allora buonanotte Louis», prese l'iniziativa avvicinandosi per lasciarmi un leggero bacio sulle labbra, ricambiai e poi mi allontanai tornando a casa di Niall non riuscendo a smettere di sorridere.
Tutto quello che pensavo sarebbe successo in realtà mi aveva lasciato confuso.
Harry voleva stare davvero con me.
Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto.
«Raccontami tutto!», urlò Niall appena mi vide, trascinandomi dentro per un braccio. Niall poteva essere mille cose nello stesso momento: un amico, uno psicologo, un giornalista sfegatato di notizie e un bravissimo papà.
«Abbiamo deciso di provarci», tagliai corto togliendomi il giubbotto e le scarpe, lui spalancò la bocca dandomi il cinque con la mano. «Te lo dicevo io! Ascoltami più spesso!», esclamò facendomi l'occhiolino.
«Chi lo può sapere?», chiese subito sdraiandosi sul divano. «Solo tu suppongo», risposi imbarazzato.
«Lo sapevo, sono il solo e unico», scherzò e inizia a ridere.
«Vado a dormire Nì e metto anche la sveglia», salutai salendo le scale per poi buttarmi sul letto di Niall ancora con le farfalle che volavano a casaccio in giro per il mio corpo. Mi coprii il viso con le mani cercando di non sorridere come una ragazzina di quindici anni alla sua prima cotta.
Può davvero succedermi una cosa così?
Chiusi gli occhi e mi addormentai nel giro di pochi minuti.
Un rumore sordo attirò la mia attenzione facendomi girare dall'altro lato cercando di tapparmi le orecchie. Quel rumore continuò finché non dovetti alzarmi per spegnere la sveglia che tanto mi stava disturbando.
Mi stiracchiai rendendomi conto di non essermi messo neanche il pigiama, sbadigliai rumorosamente uscendo dalla stanza e andai giù in cucina dove trovarmi Niall in piedi e sveglio.
«Ho messo la sveglia anche io». Precedette la mia domanda, «Primo giorni da fidanzato?», proseguì mettendo due piatti in tavola, scossi la testa sedendomi su una delle sedie.
«Io e Harry non siamo fidanzati, ci stiamo solo provando poi decideremo», spiegai sbadigliando nuovamente.
Il biondo annuì divertito mettendo sul piatto due enormi pancake, sorrisi compiaciuto iniziando ad addentarne uno lasciando l'altro a lui.
Grazie ad Harry mi era tornata la fame, avevo una fame da lupi.
Ci cambiammo entrambi e in fretta uscimmo di casa.
«Macchina?», domandò il biondo indicando la mia parcheggiata poco più avanti.
«Assolutamente. Lo sentì il freddo che fa?», esortai iniziando a tirare la maniglia della portiera della mia auto finché non si aprì.
«Pensavo di mettere in vendita la mia casa», ammisi rendendomi conto delle spese inutile che stavo pagando per un appartamento che non usavo da mesi, con la coda nell'occhio lo vidi scuotere la testa. «Può sempre servire», mi ricordò lui ed ero d'accordo sul poterla sempre utilizzare nel momento del bisogno.
«Metterla in affitto invece?». Mi venne in mente cercando di recuperare dei soldi.
«Ti fidi a dare casa a uno sconosciuto?», rispose l'altro appoggiando il gomito contro il finestrino. «No», conclusi scuotendo la testa sconfitto.
Parcheggiai e notai Stan in attesa davanti al bar che si sfregava le mani per cercare di scaldarsi.
«Siete in ritardo», ci ammonì subito. «Chi vuoi che venga alle otto di mattina», rispose il mio migliore amico biondo abbassandosi per poi infilare la chiave dentro la serratura.
«Quelli che fanno colazione prima di andare al lavoro», sbuffò l'altro che, con molte probabilità, aveva dormito male.
«Mi ha scritto Zayn se vogliamo uscire oggi», continuò lui spostandosi i capelli dal lato destro al sinistro. «Dove?», chiese Niall afferrando la maniglia e tirandola su con forza facendo comparire la porta.
Entrammo tutti e tre rendendoci conto che, nonostante avessimo pulito il giorno precedente, non era ancora presentabile.
«Un pub da qualche parte qui intorno», spiegò il moro passando un piccolo straccio sulla superficie dei tavoli. «Perché vi scrivono sempre e a me no?», mi lamentai appendendo i cappotti nel ripostiglio.
«Noi siamo famosi. Tu no», scherzò Nì passando nuovamente la scopa sul pavimento.
Mi avvicinai alla porta in vetro e girai il piccolo cartello da "Chiuso" ad "Aperto".
Andai dietro il bancone mettendo del caffè in polvere nella macchinetta e me ne feci uno per svegliarmi. «Josh», chiamò Niall uscendo subito dal locale lasciando me e Stan a osservarci a vicenda. «Vuoi?». Gli porsi la piccola tazza di caffè bianca e lui scosse la testa indicando qualcosa alle mie spalle; mi girai notando scafali pieni di bottiglie.
Mi indicò una marrone piena di rum. «Di prima mattina no, caffè o niente», continuai mentre lui si avvicinò sedendosi su uno degli sgabelli.
«Allora un caffè Tomlinson, grazie», fece una smorfia tirando fuori il suo cellulare, «Tua sorella continua a scrivermi», ammise guardando lo schermo per poi bloccarlo subito dopo.
«Digli di smetterla», consigliai porgendogli la tazzina con una bustina di zucchero. «Non vorrei farla stare male, io la trovo una bellissima ragazza e ho un mezzo interesse per lei però è tua sorella, e se non approvi lascio perdere»
«Se non fosse per i tuoi giochi con le donne potrei darti la mia benedizione»
«Non sarei io poi», ricordò bevendo tutto in un sorso per poi guardarmi attentamente, «Io voglio farmi quel tatuaggio solo con te», si avvicinò sussurrandolo nell'orecchio come se fosse un segreto tra noi.
«Trova un disegno e andiamo». Battei la mano sul bancone compiaciuto per la sua decisione, lui in risposta mi alzò il pollice della mano con un sorriso stampato in volto.
Il tatuaggio dovevo farlo anche con Niall, qualcosa di molto profondo ci legava ed era giusto imprimerlo sulla nostra pelle.
Il tatuaggio per me significava segnarmi un ricordo per il resto della mia vita.
Poco dopo il diretto interessato dei miei pensieri rientrò scuotendo la testa, «Che ci faceva Josh qui?», chiesi curioso sapendo che lavorava in un altro bar a parecchi isolati da dove ci trovavamo noi.
«Si è licenziato». Sollevò le braccia al cielo sbuffando, Stan lo guardò aspettando delle spiegazioni. «Quindi?», lo esortò con fare fin troppo scocciato.
Il biondo prese il suo giubbotto, «Quindi vado ad aiutarlo, mi coprite voi?», chiese prima di mettere piede fuori dalla porta. Entrambi annuimmo e lui se ne andò di corsa.
Stan si girò osservandomi con i suoi occhi nocciola scuro. «Uno in meno», scherzò, «Hai voglia di uscire oggi allora?», mi domandò poi prendendo una bottiglietta d'acqua.
«Buongiorno!», esclamò un ragazzo entrando, non gli diedi molte attenzioni ma ugualmente salutammo.
Venne verso di noi sedendosi esattamente vicino al mio amico,«Un caffè macchiato, grazie», chiese rivolto a me. Annuii e lo preparai velocemente per poi appoggiargli la tazzina su un piattino piccolo.
«Sì, ho voglia di uscire ma non voglio trovarmi altri personaggi particolari, se capisci cosa intendo», dissi a bassa voce indicando la mia bella fascia sul naso, il moro mi fece l'occhiolino per poi alzarsi divertito accogliendo altri clienti.
«C'ero anche io quella sera, peccato fosse più grosso di te», si intromise quel ragazzo, sorrisi cercando di nascondere l'imbarazzo.
Perché certa gente non si fa gli affari propri?
Mi fermai un secondo a ragionare sul suono della sua voce.
L'avevo già sentita. Ne ero sicuro. Eppure non riuscivo a capire dove l'avessi ascoltata.
«Ho fatto un video. Se ti dovesse servire... con la polizia», aggiunse.
Forse, quello era interessante.
«Di tutta la scena?». Appoggiai un bicchiere di vetro pieno d'acqua davanti a lui. «Da quando i tuoi amici hanno iniziato a urlare», spiegò porgendomi il suo cellulare per farmi vedere con i miei occhi il video.
C'era buona parte della serata registrata, compresa l'aggressione di quei ragazzi che, a mia insaputa, era avvenuta esattamente dopo delle spinte da parte di Zayn a uno di loro.
Sempre a farci riconoscere.
...
Angolo autrice
Piccola precisazione che non avevo ancora fatto: Harry nella storia è più grande di Louis, ha ventiquattro anni, di conseguenza stava con Nick da quando ne aveva più o meno quattordici/quindici.
Se non lo avete già fatto, vi invito a prestare particolare attenzione ai capitoli, soprattutto quelli iniziali, perché vi possono aiutare a capire meglio. Se volete potete farmi anche domande su cosa non vi torna o per delle curiosità e per quanto mi sarà possibile risponderò.
La playlist su Spotify la trovate cercando LMMO.
Infine ringrazio coloro che hanno iniziato a seguire la storia da poco e coloro che sono qui dall'inizio e non hanno intenzione di smettere di leggerla. Davvero vi ringrazio per le quattro mila letture, probabilmente sembreranno poche ma per me significano tanto.
G.
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