Capitolo 20:
"Love me love me
Say that you love me,
Fool me fool me
go on and fool me"
Twocolors, "Lovefool"
...
Mi faceva innervosire il pensare che Harry non mi volesse vedere.
Aspettai sdraiato, non vedevo l'ora fosse sera per capire cosa pensasse lui di me.
Avevo sbagliato, avevamo entrambi sbagliato.
Harry non poteva saperlo ma, se solo avesse saputo quello che avevo fatto quel bacio non sarebbe successo.
Quella sera avevo cercato di divertirmi, ero riuscito a scordarmi di Nick, cancellandolo completamente dalla mia testa per qualche ora.
Rimasi nel letto per tutta la giornata, nonostante Niall mi avesse portato un piatto di pasta al sugo, volevo solo riposare e allontanare i pensieri. Lo stomaco mi si contorceva per l'agitazione di vederlo.
Bussarono nuovamente alla porta e si affacciò il biondo con buone notizie: «Ha chiamato Zayn dicendo che loro tra poco vanno, sicuro che non vuoi mangiare niente prima di uscire?».
Scossi la testa.
«Fallo per me almeno», implorò lanciandomi una merendina confezionata. «Solo questa però. Che ore sono?»
«Le dieci di sera. Sei stato tutto il giorno a letto», ammise appoggiandosi allo stipite della porta, «Ti conosco e so a cosa stai pensando però, pensa solo che ci lasceremo indietro ciò che è successo quest'anno. Ora vestiti così possiamo andare», aggiunse correndo a cambiarsi.
Scartai quella piccola merendina al cioccolato, me la infilai in bocca e masticai per un paio di minuti sforzandomi di digerirla.
Rischiai più volte di soffocare ma infine ci riuscii, mi alzai andando verso la valigia per cercare qualcosa da mettermi.
Feci un respiro profondo e presi una camicia a maniche lunghe nera che infilai in un jeans scuro.
Andai verso il bagno per sistemarmi i capelli e trovai mia sorella intenta a truccarsi, «Stai bene senza trucco, non c'è bisogno di quello», le dissi avvicinandomi allo specchio, lei mi sorrise compiaciuta del complimento. «E tu stai davvero bene vestito così, conquisterai tutte». Si sparse della crema sulla faccia.
Peccato che non volevo conquistare tutti. Mi bastava attirare l'attenzione di una singola persona: Harry.
Senza farla spostare presi il barattolo di gel, ne misi un po' sulle mani e cercai di tirarmi su quei capelli castani; l'impresa non mi riuscì completamente perché erano troppo lunghi e un ciuffo mi ricadde sulla fronte.
Mi arresi e ritornai in camera indossando un paio di stivaletti scamosciati neri che coprivano appena le caviglie e notai per terra il mio cellulare.
Mi chinai lentamente, per la paura fosse rotto, lo presi girandolo tra le mani rendendomi conto che non aveva un graffio ma, in compenso, aveva parecchi messaggi non letti tra cui quelli di Calvin e Stan che, probabilmente, avevano sentito il biondo per avere conferme.
Il mio cervello continuava a pensare al momento in cui avrei visto il riccio.
La mia mente era focalizzata lì.
Non sapevo nemmeno cosa avrei fatto una volta visto, ma mi rendevo conto di aver bisogno di un suo sguardo.
Pochi minuti più tardi mi raggiunse Niall che indossava una camicia blu scuro e dei jeans quasi del medesimo colore.
«Mangia». Mi passò un'altra merendina. «Nì non mi va», sussurrai mentre il mio stomaco brontolò, tradendomi. «Non voglio vederti steso per terra per un drink e non voglio vederti stare ancora male», rispose severo e aveva ragione. Non potevo rovinare la festa a tutti, così mangiai diverse merendine finché non mi venne la nausea.
«Come siamo organizzati?», chiese Charlotte scendendo le scale a braccetto con Eleanor, entrambe indossavano un vestito di paillette, mia sorella argentato e l'altra dorato, aderente sopra il ginocchio con dei tacchi alti neri.
«Siete bellissime», mi complimentai alzandomi in piedi insieme a Niall. «Sentirlo da te è proprio un complimento», rispose Ele andando ad abbracciare il mio amico.
Non ero un ragazzo a cui piaceva fare complimenti e lei lo sapeva. A mala pena le avevo detto che era bella quando stavamo insieme.
Sorrisi prendendo la mano di mia sorella e le feci fare una piccola piroetta, «Se qualcuno ti dovesse stare troppo vicino, dimmelo», dissi avvicinandomi al suo orecchio, lei di risposta mi abbracciò stampandomi poi un bacio sulla guancia.
«Allora andremo con la macchina di Josh e quella di Calvin, tra cinque minuti dovrebbero essere qui. Non c'è un orario stabilito per il ritorno», spiegò Nì emozionato per l'organizzazione. «Finalmente posso non guidare», tirai un respiro di sollievo sapendo che, anche quella sera, mi sarei ubriacato. Era un buon modo per allontanarmi da tutti.
Qualche minuto dopo suonarono il clacson davanti a casa e intuimmo fossero i nostri amici.
Indossammo i giubbotti e uscimmo chiudendo a chiave la porta.
Ci dividemmo nelle due macchine e ci avviammo verso il locale, «Ma cosa sono?», domandai tirando verso di me un borsone nero pieno di bottiglie di champagne.
«Me le ha date mio padre». Sorrise Josh mentre Niall gli batté il cinque. Suo padre aveva un piccolo bar in una città vicino e molto spesso riempiva il figlio di bottiglie di alcolici.
Annuii soddisfatto mentre in me sentii crescere le farfalle nello stomaco per l'incontro tanto atteso con Harry.
Passati dieci minuti arrivammo davanti alla discoteca, il parcheggio era pieno di auto ricolme di ragazzi e la confusione era evidente.
«In caso ci perdessimo ci aspettiamo al bancone, telefonini alla mano mi raccomando», intervenne Calvin arrivando con le due ragazze, un suo amico e Stan.
«Ci raggiungeranno alcuni compagni di corso», aggiunse poi. «Io sono Myke», si presentò il ragazzo facendo un giro di strette di mano. Oltre a Niall nessuno di loro in quel momento era fidanzato, di conseguenza eravamo solo noi scapoli.
Ci sistemammo in fila e poco prima delle undici riuscimmo a pagare e ad entrare, inoltre lasciammo i cappotti al guardaroba e iniziammo ad addentrarci tra la folla scalpitante.
La musica era altissima e il locale era davvero grande.
Le persone iniziarono a urlare muovendosi a tempo e anche i miei compagni avevano iniziato a farlo.
Io presi Stan per un braccio e lo trascinai al bancone dei drink, facendomi spazio tra altre persone. Il barista ci vide e ordinai la prima cosa che mi venne in mente: vodka-Redbull.
«A noi». Brindai facendo un sorso. Lui fece lo stesso e tornammo nel posto dove avrebbero dovuto essere gli altri senza riuscire più a trovarli.
E proprio in quel momento, tra tutte le persone presenti, notai i suoi occhi verdi farsi strada verso di me. Mi girai d'istinto dall'altra parte facendo finta di non averlo visto, presi Stan e lo spostai di forza, ma lui continuò a ballare.
Devo fare qualcosa. Fare qualunque cosa.
Notai il nostro gruppo in lontananza intento a brindare.
Indicai con il dito il gruppo a Stan, mentre Calvin ci vide e venne verso di noi per poi bloccarsi subito dopo con un sorriso stampato in faccia.
Seguii il suo sguardo e notai una ragazza bionda, «È lei», mi urlò nelle orecchie con gli occhi a cuoricino, iniziai a scuotere la testa e gli bloccai le spalle. «Non ci provare», gli urlai.
«Zayn è da qualche parte», iniziò a dire continuando a guardarla. «Infatti è in giro», sottolineò Stan ridendo.
Qualche secondo dopo lo vidi partire diretto verso di lei, mi coprii gli occhi girandomi dall'altro lato, «Non voglio vedere il disastro», sussurrai quasi tra me e me. «Guarda Zayn! Girati Lou girati», mi esortò il mio amico obbligandomi a guardarlo.
Zayn salutò baciando la sua ragazza Margie e poi diede la mano, amichevolmente, a Calvin; poco dopo quest'ultimo ci raggiunse sconfitto.
«Per poco», scherzò Stan dandogli una pacca sulla spalla, bevvi il drink che avevo tra le mani e iniziai a muovermi seguendo la musica. Mi allontanai dai miei amici e notai di nuovo Harry.
Lui stava ballando insieme a un altro ragazzo, si tenevano per mano e si muovevano troppo appiccicati per i miei gusti.
Sentii fremermi le mani per la voglia di spingere via quel ragazzo. Il mio stomaco si strinse per il fastidio che stavo provando.
Harry non era mio, lo sapevo eppure non sopportavo si avvicinasse a qualcun altro.
Mi guardai in giro sperando di trovare qualunque cosa per farlo accorgere della mia presenza.
Mi avvicinai a lui il più possibile cercando di farmi notare senza che si accorgesse lo stessi facendo apposta.
Con la coda nell'occhio vidi il suo stupore nel vedermi in quel locale, una ragazza si avvicinò a me e, senza pensarci due volte, l'assecondai ballando con lei nel modo più provocante che conoscevo.
Lei iniziò a strusciarsi contro di me divertita mentre io portai le mani sui suoi fianchi dettando i movimenti per poi spostargli i capelli del collo e baciarla. Harry ci stava guardando, non potevo vederlo ma sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia pelle.
Sorrisi compiaciuto e mi spostai abbastanza per vederlo attentamente appena portai le mie labbra contro quelle della ragazza: strinse i pugni e si spostò un ciuffo di capelli che gli era ricaduto sulla fronte senza staccare gli occhi da ciò che stavo facendo.
Appena ci allontanammo la ragazza iniziò a parlarmi come se volesse qualcosa da me e io, senza aprire bocca, scappai verso un'altra.
Ero stronzo con le donne, lo sapevo.
Era la prima volta che cercavo di fare ingelosire qualcuno ed era anche la prima volta che mi trovavo divertito nel riuscirci.
Harry era lì ancora impassibile con la sua camicia bianca, pantaloni neri lucidi e una elegantissima cravatta rossa, il ragazzo davanti a lui continuava a parlargli ma, non sembrava prestargli poi tanta attenzione.
Inizia a ballare con un'altra ragazza mora con i capelli raccolti in una treccia, mi avvicinai ma quella volta appoggiai la mia mano sul suo fondoschiena.
Vidi il riccio innervosirsi così tanto da allontanarsi in fretta senza portarsi dietro il suo nuovo amichetto.
Oops.
Ridacchiai lasciando quella ragazza e andai al bancone per ordinarmi un altro drink.
Il farlo ingelosire aveva funzionato.
Mi sto davvero divertendo.
Appoggiai i gomiti su quell'enorme lastra di marmo, ordinai qualcosa di forte e offrii un chupito a una ragazza bionda seduta accanto a me.
Lei mi sorrise iniziando a parlarmi, io l'unica cosa a cui prestai attenzione fu Harry che scomparve nella folla.
Subito mi alzai stringendo il bicchiere tra le mani, osservai attentamente ogni singola persona presente nella stanza sperando di incrociare i suoi occhi.
Buttai giù un sorso e mi avviai verso il bagno.
Entrai trovando una serie di porte in fila, ne aprii una e mentre mi tirai quella chiusura di plastica dietro, qualcuno la fermò entrando anch'egli nel bagno insieme a me.
...
Angolo autrice
Vi avviso che il prossimo sarà un capitolo un po' lungo.
#StreamDefenceless
G.
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