Capitolo 15:
"So hot that I couldn't take it
Want to wake up and see your face
And remeber how good it was being here last night
Still high with a little feeling
I see the smile as it starts to creep in
It was there, I saw it in your eyes"
One Direction, "Home"
...
Cercai di spostarmi appena la luce illuminò la stanza, ma ero bloccato da un peso. Harry era sdraiato completamente sopra il mio corpo che, in quel momento, assomigliava tanto a un cuscino.
Sentii le guance andare a fuoco mentre mi spostai riuscendo a non svegliarlo e sgattaiolai in sala. Presi il cappotto e senza dire o fare altro uscii da quella casa il più veloce possibile.
Avevo il fiato corto. Mi sentivo mancare l'aria.
Cosa mi sta succedendo?
Ero confuso.
Avevo dormito con Harry. Lui era stato tutto il tempo abbracciato a me e io non avevo provato fastidio, anzi.
Scossi la testa.
Volevo solo tornare a casa e anche di corsa, allontanandomi da Harry.
Iniziai a camminare frettolosamente, rischiai di scivolare più volte, per via del ghiaccio sul terreno ma continuai senza fermarmi.
Non avevo mai dormito con un ragazzo in quel modo, non avevo mai provato conforto nel sentirmi abbracciato così.
Le gambe mi facevano male ma continuai ad andare avanti finché non arrivai a casa di Niall.
La macchina era ancora parcheggiata, segno che non aveva accompagnato Eleanor così mi sedetti sul marciapiede.
Le mani mi stavano tremando e riuscii appena a estrarre il cellulare dalla tasca.
Controvoglia scrissi ad Harry scusandomi per l'essermene andato senza salutarlo e iniziai a riempire di chiamate Niall, nella speranza che sentisse il telefono.
Senza molti risultati mi accesi l'ultima sigaretta rimasta nel pacchetto, guardai il cielo e notai uno spiraglio di sole tra le nuvole.
Qualcosa dentro di me sembrava come cambiato.
Non avevo mai sentito battermi il cuore per un semplice abbraccio.
Sentii brontolare la pancia mentre notai un nuovo messaggio da parte di Stan, lo aprii e mi sentii quasi in colpa, erano delle scuse che mi fecero riflettere.
Purtroppo non potevo fidarmi di lui e spiegargli cosa stavo realmente passando. Anzi, potevo ma non volevo mettere nei guai anche lui. Meno persone lo sapevano e meglio era.
Il mio compleanno era tra poco più di dodici ore, la festa era stata organizzata, ognuno di loro avrebbe portato qualcosa e Niall continuava a dormire.
Iniziai a bussare con forza contro il legno della porta finché una Eleanor, in mutande e reggiseno, non mi venne ad aprire, «Louis», quasi si sorprese.
«Dimenticato che abito qua anche io?», domandai entrando mentre lei d'istinto si coprì.
«Ele ti conosco non c'è bisogno che ti copri», aggiunsi salendo le scale per cercare il mio amico sdraiato a pancia in giù sul letto in mutande.
«Nì», iniziai a scuoterlo facendolo svegliare. «C-ci sono ci sono», sbadigliò girandosi, sembrava un ippopotamo.
Appena si rese conto fosse in mutande si tirò subito la coperta sopra, «Nì ma ti ho visto pure nudo, cosa ti copri», iniziai a ridere sedendomi sul materasso. A fatica aprì un occhio e iniziò a osservarmi, «Come mai sei qui?»
«Vivo qui, non so se te lo ricordi»
«Intendo così presto».
Guardai l'orario sul cellulare ed effettivamente erano le sei di mattina.
«Poi ti racconto», sussurrai vedendo arrivare la ragazza che, intanto, si era messa una maglia di Niall addosso. «Colazione?», domandai alzandomi, lui annuì e si girò dall'altra parte sbadigliando.
«Ele ti accompagno a casa?», le chiesi volendo rimanere da solo con il mio amico, lei scosse la testa scocciata e scese le scale.
«Devo mandarla via?», domandò lui senza muoversi.
«Sì, grazie». Gli diedi una pacca sulla gamba mentre uscii per andare in bagno.
Mi guardai allo specchio e notai qualcosa di diverso in me, senza però capire cosa di preciso. Forse era quell'accenno di sorriso che avevo sul volto.
Poco dopo sentii urlare e la porta sbattere, un Niall ancora mezzo assonnato si avviò verso la cucina mentre scesi le scale.
«Me lo devi», mi ammonì indicando la porta. «Ci parlerò», dissi semplicemente togliendomi il cappotto e appoggiandolo sul divano.
Lui si sedette su una sedia davanti al tavolo e io misi sul fuoco la caffettiera, «Quindi?», mi esortò e mi fermai girandomi per guardarlo.
«Mi sta succedendo qualcosa di strano»
«In che senso?»
«Mi avete lasciato da solo con Harry e mi sono addormentato sul divano»
«Tu mi fai fatto litigare con Eleanor per... questo?»
«Fammi finire. Harry ha avuto un incubo e si è messo a urlare». Mi fermai per guardare la sua reazione che, per ora, era ancora impassibile.
«Gli ho portato un bicchiere d'acqua e poi siamo andati a dormire in una stanza. Lui voleva dormissi nell'altra ma ho insistito per stare con lui».
Mi guardò confuso, «Ma non...»
«Lo so, infatti poi come se non bastasse ha dormito con la testa su di me e io non l'ho spostato. Anzi io stavo bene»
«Tu hai dormito con lui senza che cercassi di scappare? Nel senso non ti è proprio venuto in mente?», mi domandò cercando di capirne anche lui di più.
«Io...no, volevo solo farlo stare meglio perché sapevo stesse male per Nick», confessai abbassando lo sguardo sul tavolo.
Lui mi mise una mano sulla spalla sinistra, «Lou, tu non gli devi niente», mormorò per poi girarsi a spegnere il fornello.
«Nì io gli devo tutto. Qualsiasi cosa lo faccia stare meglio perché io gli ho portato via la sua felicità, capisci?»
«Senti Lou, io ho sentito cose in giro su Nick e non è come lo racconta Harry», iniziò a dire, rimasi perplesso e lui riprese a parlare: «Zayn mi ha detto che Nick stava anche con un altro ragazzo, non so il nome però Harry non lo sapeva».
Rimasi abbastanza perplesso per la situazione.
«Tu, forse, gli hai solo salvato la vita», continuò rovesciando il caffè in due piccole tazzine. «Uccidere una persona è salvare la vita?»
«Uccidere Nick ha liberato Harry dalle corna»
«Non puoi averne la certezza!». Cercai di trovare un modo per non credere alle sue parole, non era bello sapere che, oltre ad essere stato ucciso, Nick lo tradiva.
«Glielo chiederò. Ma questo per dirti che Harry, nonostante stia male, ha avuto la possibilità di cambiare vita»
«Da quando sei diventato un filosofo?», sdrammatizzai perché pensarci mi faceva davvero stare male. Povero riccio.
«Sempre stato Lou, non vedi che bravura?»
«Assolutamente», confessai ridendo e rise anche lui.
«Hai sentito Stan?», mi domandò grattandosi il petto. «Tu hai sentito Josh?», girai la domanda.
«Mi ha detto che Stan è giù di morale».
Mi alzai, presi una bottiglia d'acqua dal frigo e ne versai un po' in un bicchiere di vetro appoggiato sul tavolo.
«Cosa dovrei fare? Sono stanco di chiedere scusa», ammisi mandando giù tutto in un sorso, mi appoggiai al tavolo e aspettai una risposta dal biondo che non tardò ad arrivare: «Lascialo tranquillo un po', tanto lo vedi oggi e chiarirete».
Annuendo salii le scale di casa per poi andare in camera da letto e sdraiarmi a pancia in giù sul materasso.
Sospirai e cercai di dormire senza riuscirci. Avevo una sensazione strana pensando a come potesse sentirsi Harry a sapere del presunto tradimento.
Se solo avessi potuto mi sarei dimenticato di ogni cosa.
Passarono le ore e ci ritrovammo a cenare con un piatto di lasagne surgelato.
«Oh Nì, dopo capodanno ricominciamo a lavorare», ammisi alzandomi dalla sedia in cucina per fargli vedere il messaggio appena arrivato sul mio cellulare.
«Davvero? Nemmeno fino alla befana?», domandò scocciato scuotendo la testa. «I bar vanno avanti anche durante le vacanze, è strano che il nostro chiuda prima», gli ricordai sbadigliando.
Preferivo ricominciare a lavorare, probabilmente mi avrebbe fatto bene.
Guardai il nostro gruppo di WhatsApp, nessuno aveva ancora scritto nulla per l'orario della serata, di conseguenza lo chiesi io. In pochi minuti mi risposero che sarebbero passati tra un paio d'ore e insieme saremo andati a casa mia. Tutti avevano risposto tranne Stan e quindi feci io il primo passo.
Andai sulla sua chat e scrissi: «Vuoi parlarne prima o dopo?». Non mi andava di litigare pure durante il mio compleanno.
Aspettai e rispose: «Non c'è bisogno di parlare. Non ho nulla da dirti».
Rimasi perplesso, Josh non aveva detto che era giù di morale?
Le ore passarono e in poco tempo fu il momento della festa.
Andai in camera di Niall e mi cambiai indossando una camicia bianca, dei jeans neri non troppo aderenti e mi sistemai i capelli all'insù con il gel; il biondo si sistemò indossando una camicia bordeaux e un pantalone nero.
«Tienimi d'occhio», quasi supplicai appena suonarono il campanello. «Sarà fatto, tu bevi poco però», suggerì mettendosi il cappotto e uscendo di casa.
Li salutai e notai che all'appello mancava solo Stan, «Dov'è?», domandai.
«Ha detto che non voleva venire».
Quelle parole mi fecero male, come poteva non venire alla festa, che tra l'altro aveva organizzato lui, del suo migliore amico?
«È un po' così per la vostra litigata», ammise Josh vedendo la mia faccia, alcuni salirono in macchina di Liam mentre altri rimasero con me e il biondo. «Non me ne frega un cazzo. Questa non gliela faccio passare», sussurrai stringendo i pugni e andando a piedi verso casa mia.
«Lou vieni in macchina!», mi urlò Calvin che era rimasto con noi. «Vado a piedi, ci vediamo li», tagliai corto mettendomi le mani nelle tasche del cappotto. Ero troppo arrabbiato e quello mi avrebbe rovinato la serata ne ero consapevole.
Loro mi lasciarono in pace e, silenziosamente, arrivai davanti casa. Entrammo e accesi le luci, era così pulita che quasi mi dispiaceva riempirla nuovamente di schifezze.
«Vedrai che verrà», mi disse Harry appoggiando il suo giubbotto rosso, sul mobile vicino all'ingresso.
Lo guardai e scossi la testa, «Conosco Stan, non verrà ma poi farà meglio a non farsi più vedere», risposi ridendo andando verso la cucina.
Mi abbassai e tirai fuori da alcune dispense i bicchieri di plastica.
«Io ho portato l'erba in compenso», si intromise Zayn cercando di aiutare in quella situazione, sorrisi compiaciuto e mi versai nel bicchiere l'ultimo goccio di scotch che avevo trovato in frigo.
«Vi voglio vedere completamente ubriachi!», urlai sollevando il bicchiere facendo scaldare gli animi. Tempo mezz'ora e iniziarono ad arrivare gli invitati con altri alcolici, gente che nemmeno conoscevo ma che erano stati invitati da amici. In fin dei conti non mi dispiaceva divertirmi senza sapere bene con chi.
Sistemammo le luci in posizioni strategiche, le casse per la musica trovarono posto vicino alle scale, le bibite le appoggiammo sul tavolo della cucina insieme ai regali. Sì, c'era qualcuno che mi aveva anche fatto un pensierino.
Josh si prese il pieno impegno della musica.
Un ragazzo di nome Jhonson si offrì di diventare il barman per i drink con gli ingredienti che avevamo, mentre Zayn diventò il distributore ufficiale di fumo.
Tutti iniziarono a urlare e a divertirsi, venivano a salutarmi tante persone senza che le conoscessi, ma ricambiavo allegramente.
Andai verso Jhonson e mi feci dare la prima cosa sotto mano, guardai il liquido nel bicchiere e sussurrai: «Scusami Nì». Lo mandai giù in un solo sorso e iniziai a muovermi a ritmo.
Finalmente potevo sentirmi libero.
Alzai le mani al cielo e chiusi gli occhi facendomi trasportare.
«A te!», mi urlò nelle orecchie Zayn mettendomi in bocca una canna, gli diedi una pacca sulla schiena e iniziai a fumarla.
Non mi importava se la casa puzzasse di fumo.
Non mi importava se mi stessi rovinando la salute.
Non mi importava di ciò che avrebbero pensato gli altri.
Nessuno avrebbe mai saputo com'era essere me.
«Un altro», dissi portando il bicchiere vuoto a quel ragazzo, lui sorrise e versò solo della vodka liscia. «Questa è molto meglio». Mi fece l'occhiolino e senza pensarci due volte iniziai a berla.
Sarà stata anche la migliore ma faceva ugualmente schifo.
Iniziai a barcollare e mi resi conti di aver bisogno di prendere una boccata d'aria così uscii dalla porta d'ingresso trovandomi altre persone fuori intente a fumare. «Eccolo il festeggiato!», urlarono e io mi guardai intorno facendo segno di abbassare la voce se no ben presto sarebbe arrivata la polizia per qualche lamentela del vicinato.
Piano piano entrarono e chiusi la porta in modo che la musica non fosse troppo alta.
Vidi uscire Harry con due bicchieri in mano, «Tieni». Me ne passò uno sedendosi vicino a me sul marciapiede. «A noi». Brindai.
Guardai il cellulare speranzoso in un suo messaggio.
«Aspetti qualcuno?», mi chiese con voce affannata, doveva essere brillo anche lui. «Stan», risposi rimettendolo nella tasca dei jeans.
Lo vidi con la coda dell'occhio annuire per poi alzarsi e lasciarmi lì da solo.
E io che l'altro giorno gli ero stato vicino.
Risi nervosamente e lo vidi riuscire con un nuovo bicchiere diretto a me, «L'alcol non è un amico ma aiuta», disse passandomelo e bevendo anche lui dal suo.
«Sai Styles». Mi fermai per bere un sorso, «Sono contento che tu sia qui». Mi uscirono quelle parole senza neanche rifletterci, mi trovavo terribilmente bene sembrava fossimo amici da sempre.
Terminò il suo drink e mi guardò, «Io penso che non ci sia stato nessuno capace di sostenermi in questo brutto momento, a parte te», continuò lui facendomi un timido sorriso, «E auguri Lou», aggiunse dandomi un abbraccio per poi alzarsi e tornare alla festa.
Guardai l'orario sul telefono ed era mezzanotte inoltrata, entrai dentro e tutti urlarono il mio nome insieme alla canzone di buon compleanno. In piedi sul divano c'era Stan che incitava la folla a continuare a cantare. Sorrisi nel vederlo finalmente lì con noi, ora non mancava più nulla.
«Auguri amico mio!», urlò mentre mi avvicinai al divano e mi saltò addosso facendomi cadere per terra. «Si ricomincia!», esclamò Zayn alzando il bicchiere in aria e Josh cambiò musica.
«Non potevo perdermi il tuo compleanno». Si rimise in piedi, mi allungò la mano e l'afferrai tirandomi su, lo guardai negli occhi e lo abbracciai forte.
«Pensavo fossi arrabbiato con me», ammisi mentre la vista iniziò a farsi meno nitida. «Sì, un po' lo sono, però questo non può essere una scusa per non festeggiare con te», terminò iniziando a ballare e a fare versi mentre pian piano si inserì nella mischia.
Iniziai a fare fatica a creare un discorso di senso compiuto e faticavo a tenermi in piedi così mi appoggiai contro la parete vicino alle scale.
Avevo esagerato nuovamente e quella volta Niall non me l'avrebbe fatta passare.
Con tanta forza di volontà riuscii a salirle attaccandomi al corrimano.
Mi appoggiai con la schiena a una porta e chiusi gli occhi sfinito.
Dei passi mi portarono ad aprirli, mi sembrava Harry ma non riuscivo a metterlo a fuoco, vedevo solo i suoi ricci che era difficile non riconoscere e i suoi occhi verdi. Sempre e solo quegli occhi verdi.
Si appoggiò alla porta e cominciò a ridere, eravamo entrambi ubriachi.
Mi girai verso di lui e notai che i suoi occhi non stavano guardando verso di me bensì verso la mia bocca.
Nel giro di qualche secondo lo vidi avvicinarsi toccando la mia mano con la sua, sentii il suo respiro sfiorarmi il collo procurandomi una serie di brividi freddi.
Socchiusi gli occhi provando a respirare perché il suo profumo mi stava mandando in corto circuito il cervello. Le sue labbra calde mi lasciarono leggeri baci sulla pelle.
«H-Harry», balbettai spostandomi di poco. Non sapevo cosa mi stesse succedendo ma sentimenti opposti presero a girare per la mia testa: da una parte sentivo di volere che lui continuasse, dall'altra, i miei istinti mi dicevano di allontanarmi e di andarmene prima che fosse troppo tardi.
«S-scusa». Arrossì allontanandosi immediatamente senza però staccare lo sguardo dalla mia bocca.
Sorrisi.
Perché non giocare un po'?
Passai la lingua sul labbro superiore vedendo i suoi occhi socchiudersi seguendo i miei movimenti.
Lui deglutì portando lo sguardo verso la porta e, con un'azione del tutto involontaria estrassi le chiavi che avevo nella tasca dai miei pantaloni e aprii la camera. Senza capire cosa stesse succedendo trascinai dentro Harry e chiusi la porta dietro di noi.
«Io non v-». Lo bloccai avvicinandomi alla sua bocca, i nostri corpi erano a contatto e potevo sentire il suo respiro farsi più pesante, aspettai qualche suo ripensamento ma lui, al contrario, appoggiò le mani sulle mie guance unendo le nostre labbra.
...
Angolo autrice
Avete aspettato questo loro primo bacio per 15 capitoli quindi... pensavate sarebbe successo diversamente? Se sì, come?
Se non lo avete ancora fatto, vi invito a votare i vari capitoli perché per me è importante ricevere un vostro feedback e se vi va datemi una vostra opinione anche nei messaggi privati. Inoltre, volevo ringraziare tutti coloro che stanno seguendo questa storia e che non vedono l'ora di un nuovo capitolo, davvero mi fate commuovere.
Il prossimo aggiornamento quando sarà?
G.
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