Capitolo 14:
"I know you sometimes hate the way that you feel
Life's about this, what makes you real"
The skruts, "Strange days"
...
Eravamo paralizzati, nessuno sapeva cosa fare e, tanto meno, nessuno voleva andare ad aprire.
Io ero lì, fermo tremante sul divano che guardavo negli occhi il mio migliore amico.
«Ma vaffanculo!», sentii esclamare Zayn, «Ma che cazzo ti salta in testa? Sei fuori!», continuò prendendo dei soldi dalla tasca.
«Sono solo dei led blu, stai calmo amico!», esclamò il ragazzo davanti l'entrata. Il moro gli chiuse la porta in faccia e tornò verso di noi con in mano le scatole delle pizze.
La pizza.
Era semplicemente... pizza.
Tutti tirarono un respiro di sollievo tranne me. Io ero rimasto fermo con il cuore in gola, avevo perso tanti anni di vita. Se fossi stato un gatto sarei già morto.
«Ho avuto paura che l'assassino fosse uno di noi. Quello è fuori di testa con le luci poi!», esclamò Liam iniziando a ridere e facendo partire una risata collettiva, Niall lentamente riprese colore e iniziò a sorridere in modo impacciato.
Harry invece era concentrato a seguire la notizia. Mi passai la lingua sulle labbra per inumidirle un po'.
«Ma vi immaginate la scena? Mi sono cagato sotto!», continuò Calvin battendo le mani sulle cosce.
«Sarebbe stato strano dormire ed essere amico di un assassino», intervenne Stan battendo due colpi sulla spalla di Harry che, però, non si mosse.
«Anche in CSI gli assassini sono sempre quelli che non accuseresti mai. In questo caso direi...», si fermò Josh per guardarci tutti, «Direi che potrebbe essere Tomlinson», disse e mi diede una spinta; come se quella situazione non fosse abbastanza delicata.
Anche gli altri iniziarono a fare allusioni su di me.
Mi resi conto che stavano insinuando che io fossi il meno sospettoso ma, allo stesso tempo, l'unico sospettabile.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua?». Mi mosse Stan diventando improvvisamente più serio dopo aver visto la mia faccia.
Dovevo riprendermi, uscire da quello stato di catalessi in cui mi ritrovavo.
«Perché sarei io il più sospettabile?». Mi interessava davvero saperlo.
«Perché sembri il più normale tra noi, dopo Harry ovviamente». Alzò le mani Calvin.
«Lucas Joic sarebbe il primo sospettato del caso Grimshaw, la polizia indagherà e farà chiarez-». Harry spense la televisione.
«Sono sicuro che non è stato lui», concluse prendendo una scatola di pizza dalle mani di Zayn.
«Perché ne sei così sicuro?», gli chiese Niall.
Ottima strategia biondo, confidiamo il nemico.
«Lui è un ragazzo per bene, ha provato per molto tempo a mettersi con N-Nick e sono sicuro non gli avrebbe fatto mai e poi mai male»
«Allora perché è sospettato?». Lasciai uscire quella domanda.
Tutti fecero scattare il viso verso di me mettendomi in soggezione.
«Che c'è? Sto solo cercando di capire». Sollevai le spalle prendendo un cartone della pizza e mi spostai sull'isola del divano in modo da avere più spazio per me.
«Avranno qualcosa in mano...suppongo», continuò il riccio toccandosi la fronte dubbioso.
Decisi di non rispondere più per non dare troppo nell'occhio.
Notai Niall ancora più confuso di lui e non aveva torto, potevo lasciare che un innocente pagasse per le mie colpe?
Sarei dovuto andare, correre in centrale e dichiararmi colpevole, solo in quel modo mi sarei sentito me stesso.
«Louis vieni un attimo fuori con me?», mi domandò il mio migliore amico facendomi smuovere da quei pensieri che mi stavano convincendo a farlo.
Annuii ancora stupito.
Prendemmo i cappotti e uscimmo da quella casa, Niall si allontanò notevolmente dalla porta e mi fece segno di seguirlo.
«Hai fatto qualcosa?», mi chiese subito lasciandomi sconvolto.
«Cosa avrei dovuto fare?»
«Inventare delle prove?»
«Non sono un assassino così organizzato! Secondo te sapevo chi cazzo fosse quello?»
«Io non l'avevo mai sentito, onestamente»
«Nì riprenditi! Io non sapevo neanche dell'esistenza di Nick».
Lui iniziò a fare dei piccoli giri sul posto passando nervosamente una mano tra i suoi capelli biondi, «Passami una sigaretta, sarà più credibile se esce qualcuno», mi consigliò muovendo l'altra mano velocemente in aria. «Ma Nì tu non fumi. Non sarà credibile ugualmente», ricordai.
«Cazzo, hai ragione. Allora fuma tu intanto», continuò e seguii il suo consiglio. Appena l'accesi sentii la porta di casa aprirsi e Niall sobbalzò per lo spavento, «Ti vuoi calmare?», gli sussurrai girandomi verso la persona che ci stava venendo incontro.
«Tutto bene?», chiese Stan guardandomi con aria quasi gelosa, l'altro tremò senza rispondere.
«Sì, Nì è rimasto sconvolto per ciò che è appena successo e aveva bisogno d'aria», cercai di spiegare facendo una smorfia, Niall entrò a casa dando una spallata a Stanley.
«Ma cosa succede tra voi due?», mi domandò corrugando le sopracciglia. Spalancai la bocca, «In che senso?». Aspirai il fumo.
«Non penso di essere l'unico ad aver notato qualcosa di strano nei vostri comportamenti»
«Stan che dici? Stiamo solo convivendo per un periodo momentaneo, non ci vedo niente di strano»
«Io penso che a lui tu piaci».
Lo guardai ancora più sconvolto, gli passai la sigaretta per farlo stare zitto e lo sorpassai. «Niall sta con Eleanor, smettila di farti viaggi. Smettila di essere geloso di lui solo perché passo meno tempo con te».
Mi risedetti sul divano, dopo aver tolto il cappotto e averlo appeso all'appendi abiti; poco più tardi rientrò anche Stanley e terminammo la pizza.
«Momento relax?», domandò Zayn alzando in aria una canna e sventolandola davanti ai nostri occhi.
«Concordo», rispose Harry alzandosi e mettendosi la giacca.
«Esci in ciabatte?», chiesi divertito indicando i suoi piedi.
«Perché no». Sorrise. Davvero un bel sorriso.
«Andiamo in giardino che ci sono delle sedie», aggiunse indicando un corridoio a sinistra che dava direttamente su un enorme giardino. Appena fuori trovammo tre divanetti in vimini con dei cuscini soffici sopra, prendemmo posto e mi lasciarono spazio proprio vicino a lui.
«In questo posto nevica in continuazione, non c'era tregua», ammise Josh facendosi passare una sigaretta da accendere. «In realtà è così bella», sussurrai allungando la mano per toccare un fiocco appena caduto dal cielo.
«Rilassante oserei dire», intervenne Zayn facendo il primo tiro.
«Su Stan», lo incoraggiò Liam, seduto accanto a lui, tirandogli delle leggere gomitate; lui non si mosse e rimase a fissare il prato davanti a sé.
Guardai Liam facendogli segno di lasciare stare.
«Che succede?». Si girò verso di me Harry a bassa voce, troppo vicino alla mia faccia.
«Niente, abbiamo discusso prima», tagliai corto accendendomi una sigaretta. Il mio sguardo cadde sulle sue labbra carnose che si incurvarono in un sorriso. Scossi la testa concentrandomi sul mio pacchetto che conteneva un'ultima sigaretta.
Mi sentivo in colpa per aver reagito così davanti a Stan che non poteva sapere cosa stessi realmente passando. Ragionando non mi sembrava di aver dato quell'impressione agli altri.
D'altronde come poteva pensare a me e Niall in quel modo?
Perso nei miei pensieri non mi accorsi che il biondo aveva iniziato a parlare al telefono, «Lou prendo la tua macchina». Mi guardò alzandosi e venendo davanti a me.
«Scusa?». Lo guardai confuso non capendo la dinamica del discorso.
«Devo prendere Eleanor che ha litigato con delle sue amiche». Estrassi le chiavi dalla tasca del cappotto e gliele porsi senza ulteriori domande.
«A lui quindi lo lasci guidare senza fare scenate», si intromise quel ragazzo ancora arrabbiato con me. «Buona serata, ti ripasso a prendere più tardi», salutò senza far caso alla risposta dell'altro.
Harry si spostò lasciandomi più spazio.
«Lui non è un pazzo che corre con la mia auto», gli lanciai una frecciatina. Non ce l'avevo con lui ma il nervosismo faceva da padrone.
«Io non corro veloce!», esclamò gesticolando e facendo cadere a terra la canna che aveva in bocca Calvin. «Ehi amico calmati», lo ammonì raccogliendola e soffiandoci sopra.
«Amico calmati proprio un bel niente!», esclamò spingendolo e facendogliela cadere di nuovo.
«Che problemi hai oggi?», continuò il moro facendolo innervosire ancora di più. «Io me ne vado», finì la conversazione Cooper alzandosi e andando dentro. Harry lo seguì a ruota.
«Si può sapere che sta succedendo?», domandò Liam.
«Si è arrabbiato perché passo più tempo con Nì che con lui». Inspirai per poi buttare fuori il fumo bianco unito alla condensa.
«Se n'è andato», ritornò Harry chiudendo dietro di sé la vetrata. «Quindi per quello ce l'ha con Niall?», continuò Zayn avvicinandosi le gambe al petto per il freddo.
«Suppongo di sì. Pensa che io stia con il biondo, ma siamo seri?», continuai a fumare mentre Harry riprese posto accanto a me.
«Probabilmente per gli altri che non vi conoscono potrebbe sembrare ma, io lo so, Josh lo sa e lo sa anche lui che siete ottimi amici», intervenne Calvin in mio favore. «Grazie», sbuffai.
«Ci provo a parlare io, vi tengo aggiornati», disse Josh stiracchiandosi. «Ti accompagno, sai che è testardo», si aggiunse Calvin seguendolo.
«Grazie Harry per la cena e scusaci per il disturbo». Aprirono la vetrata andandosene e lasciandoci in quattro.
«Qualcuno ne ha un'altra?», domandò Liam alzando il mozzicone rimasto. Scossi la testa e iniziai a guardare quei piccoli fiocchi di neve che continuavano a scendere inesorabili su ciò che rimaneva del prato.
Liam e Zayn con la scusa di andare a prendere altra erba ci lasciarono da soli. Tutti erano scappati.
Alla faccia degli amici.
«Vuoi una birra?», domandò spostandosi sull'altro divano in modo che stessimo più comodi e liberi. «Non voglio più bere dopo l'ultima volta», spiegai iniziando a tremare, lui si alzò ed entrò in casa senza dire niente. Dovevo seguirlo o rimanere lì?
Un attimo più tardi uscì con una stufetta e la mise davanti a noi, «Bellissimo», sospirai appoggiandomi allo schienale: guardare la neve e stare allo stesso tempo al caldo non aveva eguali.
«Visto che siamo da soli», iniziò e mi immobilizzai, cosa voleva fare?
L'ansia si impossessò di me in meno di un secondo.
«Raccontami un po' di te, non so... qualsiasi cosa», si sforzò di dire e ripresi a respirare.
«Non so Harry, frequentiamo lo stesso quartiere alla fine e ci siamo conosciuti solo ora»
«Sì, è strano»
«È un periodo stressante per me, se mi avessi conosciuto tempo fa mi avresti visto sempre sorridente e spensierato», mi ricordai di com'ero stato fino a soli due mesi prima, ero diverso, completamente. Uccidere una persona mi aveva cambiato profondamente, segnato come se avessi un marchio indelebile sulla pelle.
«Non dirlo a me».
Appunto proprio quello che stavo pensando.
Presi il cellulare dalla tasca e scrissi a Niall di muoversi. Potevo anche reggerla una situazione del genere, però doveva sbrigarsi.
«Quindi per il tuo compleanno festa come la volta scorsa?», chiese poi accedendo una sigaretta.
«Non pensavo fumassi...sigarette intendo»
«No infatti non fumo, è solo una situazione surreale e mi rilassa»
«Ti capisco, passerà. Chissà quando ma passerà».
Non lo stavo solo dicendo a lui, lo stavo ripetendo a me stesso come a farmi forza.
«Non passerà mai Lou, in qualunque modo andranno le cose sono legato a questa storia»
«Sembra che l'abbiano preso no? È un passo avanti».
Sì, peccato avessero preso la persona sbagliata.
«Non è lui. Però voglio capire cosa centrasse con Nick», terminò la sigaretta per poi lanciarla in quel manto bianco. «Sarà stato solo nel posto sbagliato nel momento sbagliato»
«Sai Lou, io avrei potuto fermarlo quella notte».
Mi girai a guardarlo sapendo che se lo avesse fatto a quel punto non sarei stato lì a parlare con lui.
«Io ho visto i suoi occhi, i-io potevo rincorrerlo, fermarlo. Fare qualsiasi cosa! Ma cos'ho fatto? Ho urlato e per poco non sono svenuto vedendo tutto quel rosso». Gli scese una lacrima pronunciando quelle parole. Mi avvicinai a lui arrivando alla fine della seduta, «Sai cosa c'è Harry?».
Dovevo dirglielo. Dirgli tutto.
Lui alzò lo sguardo su di me.
«Che chiunque al tuo posto avrebbe fatto lo stesso. Non avevi le forze di rincorrerm- rincorrerlo», mi corressi all'ultimo trattenendo il fiato per la gaffe quasi commessa. «Non mi sento d'aiuto. Non ho saputo neanche dire che i suoi occhi fossero azzurri».
Un barlume di tranquillità mi si irradiò dentro.
«La polizia non lo sa?»
«Lo sa, ma gliel'ho detto giorni dopo, non avevo il coraggio di ripensare a quel preciso momento»
«Qui ci sono i tuoi amici». Mi fermai, «Effettivamente non sono qui in questo momento, però ti sono vicino e chiunque ti aiuterà e farà del suo meglio per farti star bene». Gli toccai una mano senza neanche rendermene conto.
«Apprezzo davvero quello che stai cercando di fare per me», rispose sorridendo passando entrambe le mani tra i capelli e facendo spostare immediatamente la mia.
«Penso che nemmeno Zayn e Liam in questo momento sappiano aiutarmi, hanno paura di toccare l'argomento e non voglio sempre essere io a iniziarlo».
Mentre parlava non riuscii a fare altro che essere ammaliato dai suoi pensieri e dal suo modo di fare.
Una strana chimica si stava creando tra noi ed ero sicuro non fossi l'unico a sentirla.
«Loro secondo me non sanno cosa fare. Sono degli amici perfetti e penso che anche tu lo sia». Se avessi potuto mi sarei tirato uno schiaffo da solo. Si può sapere cosa mi passava per testa?
«Anche tu Louis, sei una persona davvero gentile».
Rimanemmo i successivi minuti in silenzio finché non sentimmo citofonare, entrambi andammo alla porta e vidi Niall con il naso sanguinante ed Eleanor che urlava la parola «Ghiaccio».
Harry si precipitò in cucina mentre loro entrarono, il biondo aveva un fazzoletto ormai rosso premuto sotto il suo povero naso. «Mi avete sporcato la macchina?», cercai di sdrammatizzare per poi beccarmi uno schiaffo dalla ragazza. «Non è il momento Louis!», mi urlò con le lacrime agli occhi.
Niall mi guardò come per scusarsi della situazione.
«Cos'è successo?». Corse il ricciolino con in mano una busta piena di cubetti di ghiaccio. «Un ubriaco ci stava provando con me e lui si è messo in mezzo prendendosi un pugno»
«Ma Nì, quante volte ti ho detto che non devi fare da pungi ball?», continuai scherzando e lui mi spinse mentre Ele cercava di tenergli fermo sul naso il ghiaccio. Mi guardò fulminandomi con lo sguardo così alzai le braccia al cielo in segno di resa.
«Però ne ho dato uno anche io!». Mi alzò la mano per battermi il cinque. Solo noi potevamo ridere anche in quella situazione.
La ragazza si alzò in piedi lasciando la busta in mano ad Harry che continuò a tenerla premuta.
«E sì Lou», disse lui battendomi una mano sulla gamba.
«Cosa?»
«La macchina. Si è sporcata».
Lo fulminai con lo sguardo e dovetti trattenermi dal correre a vedere in che condizione fosse la mia amata.
«Nì smettila di fare lo scemo», lo ammonì lei iniziando a camminare per la stanza. «Non è successo niente di gra-», mi zittì subito facendomi segno di smetterla, uno dei motivi per il quale ci eravamo lasciati: non si poteva parlare con lei.
Il ragazzo prese il sacchetto, togliendolo dalla mano di Harry, «Mi si sta congelando la faccia», iniziò a dire e dopo si guardò intorno confuso corrugando la fronte: «Dove sono andati tutti?»
Harry mi guardò e si buttò sul divano facendo finta di niente, mi girai verso il mio migliore amico e aprii bocca: «Ho discusso con Stan prima e se n'è andato arrabbiato. Calvin e Josh l'hanno seguito per farlo ragionare mentre Zayn e Liam sono andati a prendere l'er-», mi fermai ricordandomi che Eleanor non volesse assolutamente che fumassimo e vidi Nì muovere leggermente la testa con gli occhi spalancati.
«A prendere del cibo», intervenne Harry salvandoci.
«Dov'eri a ballare?», le chiesi cercando di cambiare discorso.
«Al "Memories"», sussurrò lei soprappensieri guardando le sue unghie perfette color rosa antico.
«Ho litigato con Giuly e non mi andava più di stare lì», spiegò spostandosi un ciuffo di capelli castani dietro l'orecchio, «Voglio andare a casa», aggiunse toccando le spalle di Niall che sussultò.
«Andiamo allora», dissi alzandomi. «In realtà volevo stare con Nì...da sola», aggiunse lei facendo intendere cosa volesse fare.
«Oh». Guardai il mio amico quasi supplicandolo di non farmi rimanere da solo a casa di Harry per la notte.
«Nì, andiamo?», continuò lei e lui mi guardò come se si stesse scusando con me per quello che stava per fare, difatti si alzò.
«Puoi dormire qui se vuoi, ci sono due stanza da letto», disse Harry tirandosi a sedere.
Ho altra scelta?
Non volevo dormire a casa mia da solo.
Annuii odiando davvero tanto il mio migliore amico.
«Grazie Harry», conclusi sprofondando sul divano, salutammo Niall e Eleanor e rimasi immobile per qualche secondo perso nei miei pensieri.
«Vuoi un pigiama?», mi domandò, guardai i miei vestiti: dei jeans neri aderenti e un maglione di lana con il quale sarei stato fin troppo al caldo.
«No grazie», risposi perché non mi sarei sentito a mio agio con a dosso dei vestiti che, probabilmente, sarebbero stati di Nick o suoi.
Presi il telecomando della televisione e l'accesi cercando così di perdere del tempo.
«Zayn e Liam hanno detto che non vengono perché li ha chiamati Calvin per qualcosa», mi disse sporgendosi verso di me per farmi vedere dei messaggi di Liam.
Una notizia favolosa dietro l'altra.
Sospirai e mi sdraiai appoggiando la testa su un cuscino rosso alla mia destra, stirai le gambe sull'isola del divano e aspettai guardando il notiziario: parlava del riscaldamento globale e di altre cose che non mi interessavano.
Come aveva potuto Niall lasciarmi da solo?
Qualche minuto dopo chiusi gli occhi. Ero in quella fase di dormiveglia costante, sentivo dei rumori ma non avevo la minima voglia di aprire gli occhi.
Rimasi in quel mondo per ancora un paio di minuti, finché non fui svegliato da un urlo che mi fece spaventare.
Spalancai gli occhi e vidi Harry dall'altra parte del divano che si teneva la mano destra sul cuore.
«Ehi, tutto bene?», domandai ancora assonnato lanciandomi giù dal divano per poi andare a gattoni davanti a lui. Era tutto sudato.
«S-sì, s-sto b-b-ene», balbettò, mi alzai a fatica e andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, aprii vari sportelli per individuare i bicchieri e alla fine li trovai.
«Bevi». Allungai la bibita a lui che si stava riprendendo, mi sorrise e fece un sorso.
«Fatto un incubo?», domandai mettendogli una mano sopra il suo cuore, batteva velocissimo.
«No, purtroppo è solo la realtà», sussurrò mandando giù l'acqua che aveva nel bicchiere.
Deglutii rumorosamente e mi accorsi che la televisione fosse ancora accesa, presi il telecomando e la spensi senza pensarci troppo.
«Vuoi andare nel letto a dormire?», chiesi sollevandomi da terra, prese fiato e annuì alzandosi anche lui per poi fare strada verso le stanze in fondo al corridoio. Mi indicò una porta mentre lui, senza parlare, andò in quella esattamente davanti chiudendola dietro di sé.
Appoggiai la mano sulla maniglia e nella testa mi balenò l'idea di stargli vicino.
Senza pensarci due volte mi girai e aprii l'altra stanza.
Lui era lì: seduto sul letto con le mani a coprirgli la faccia, si capiva stesse male.
Mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti davanti a lui. «Harry, cosa posso fare?», gli chiesi non sapendo sinceramente come potessi aiutarlo. «Voglio stare da solo», rispose con voce tremante per il pianto.
«Se avessi voluto stare da solo non ci avresti chiamato per mangiare da te»
«Louis davvero, voglio stare solo»
«Su dormi», terminai lì la conversazione afferrando le coperte e spostandole per poi infilarmi sotto.
«Che fai?». Si accigliò.
«Dormo», risposi girandomi verso di lui facendo segno di seguirmi.
Sapevo che non mi faceva bene stare lì, non mi faceva bene avere lui vicino e non mi faceva bene dormire con lui, ma se quello avrebbe fatto bene ad Harry l'avrei fatto. Io gli dovevo ogni cosa.
Senza ulteriori indugi si sdraiò guardando il soffitto, la situazione creava imbarazzo a entrambi ma, forse, serviva anche a tutti e due.
Chiusi gli occhi e poco dopo lo sentii avvicinarsi al mio corpo portando la testa appoggiata al mio petto.
Non mi mossi.
Cercai di prendere fiato per non impazzire.
D'istinto appoggiai la mano tra i suoi capelli morbidi e sorrisi sentendo il mio cuore accelerare.
Non sapevo il motivo ma mi sentivo terribilmente bene con lui.
...
Angolo autrice
Questo capitolo è davvero lungo e vi avviso che anche il prossimo lo sarà, però vi posso anticipare che sarà divertente!
Domande di conoscenza: da quanto tempo seguite i One Direction? Quando avete iniziato chi era il vostro preferito? E ora continua a esserlo?
G.
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