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Capitolo 11:

"I don't know if you got a man or not

If you made plans or not

If God put me in ya plans or not

I'm trippin', this drink got me sayin' a lot"

                                           Kayne West, "Stronger"

...

«Ora rubi anche l'alcol degli altri?», scherzò Harry spingendo il suo bicchiere davanti a me. «Solo assaggiarlo», cercai di dire appoggiando le labbra sulla cannuccia. Il gusto non era per niente male, molto delicato un po' come lui.

«Niall raccontaci di Eleanor», si intromise Stan, mi appoggiai alla sedia iniziando a sentirmi improvvisamente stanco. «Benissimo ragazzi! Lei è stupenda», spiegò mentre le sue guance presero un colorito roseo.

«Siete una bella coppia, sempre detto». Mi appoggiai con la testa sulla spalla di Calvin.

«Come mai vi siete lasciati?», chiese Liam toccandomi una spalla, alzai la testa e guardai Harry. «Mi piace divertirmi con ragazze diverse, odio stare con la stessa e poi è pesante, senza offesa Niall», quasi urlai iniziando a ridere.

«Lou basta», mi ammonì il biondo appena cercai di bere qualcosa dagli altri bicchieri ancora pieni. «Lascialo fare tanto non guida», si aggiunse Zayn fiducioso nel mio buon senso di fermarmi, anche se non avevo minimamente intenzione di farlo.

Stavo in pace con me stesso ora. Non avrei mai smesso.

Qualche minuto passata la mezzanotte il pub si trasformò in una vera e propria discoteca, con tanto di luci stroboscopiche.

«Tutti in pista!», urlò Harry alzandosi e facendo alzare di conseguenza anche gli altri, io rimasi fermo su quella sedia perché ero troppo ubriaco per riuscire a fare altro.

Chiusi gli occhi e mi appoggiai con le braccia sul tavolo, «Vuoi una mano?», mi chiese una voce femminile, sollevai lo sguardo ed era ancora quella ragazza che ci aveva servito prima, riuscivo a riconoscerla solo dal colore dei suoi capelli.

«Dove ci siamo visti?», domandai volendo saperne di più. «In realtà lo abbiamo fatto in un bagno al locale "Four"», rispose palesemente in imbarazzo.
Corrugai la fronte cercando di fare mente locale senza riuscirci.

Annuii facendo finta di ricordarlo.

Sorrisi provando a evitare ulteriori discorsi, «Me ne porti un altro?», chiesi indicando il mio bicchiere.
«È stato bello quella sera», continuò lei sorridendo e portandosi dietro l'orecchio un ciuffo di capelli rossi.

«Potremo replicare», aggiunse facendomi l'occhiolino con la voce così soave da riportare la mia mente a quella sera.

...

«Mi stavi seguendo?». Una voce così armoniosa. Era ancora quella ragazza con i capelli rossi, appoggiata con le spalle alla porta con su scritto "Toilette".

«In realtà dovrei andare in bagno», ammisi facendo un passo per evitarla ma lei si mise davanti a me.
«E non vuoi andarci con me?». Si appoggiò allo stipite con il braccio per poi girarsi mostrandomi lentamente la sua schiena scoperta.

Passai in rassegna il suo corpo.

Indossava un abito attillato bianco e dei tacchi vertiginosi a spillo. Aveva una scollatura così profonda da far intravedere il reggiseno in pizzo nero mentre sul suo fondoschiena, talmente era tirato il tessuto, si poteva notare chiaramente la forma del tanga.

Perché no?

Mi guardai veloce intorno per controllare non arrivasse nessuno e la spinsi dentro chiudendo a chiave la porta.

...

«Mi senti?», ripeté lei visibilmente scocciata.

Scossi la testa.

Un ricordo così nitido.

«Tranquilla, me ne occupo io», si intromise Niall toccandole il braccio e mandandola via.
Alzai gli occhi passandomi una mano sul viso.

«Stai bene?», mi domandò lui prendendo posto accanto a me. «Ho visto un piccolo pezzo di quella sera. Io... l'ho fatto con lei in un bagno»

«Cos'altro hai visto?». Si chinò verso di me spalancando gli occhi.

«Non ho visto nient'altro. La sua voce mi ha riportato indietro nel tempo ma è stato solo un attimo». Tremai cercando di scacciare via quella scena.

Avevo scopato con una sconosciuta nel bagno di una discoteca e lo avevo rimosso dalla mia testa. Possibile?

«Andiamo a prendere aria». Mi prese sotto braccio e mi trascinò con forza fuori dal locale, mi appoggiai nuovamente al porticato e feci respiri profondi.
«Ti lascio qui un secondo, non fare niente», aggiunse mentre mi sedetti su un gradino che non ricordavo esserci.

Mi guardai intorno e notai Harry nella parte opposta a dove mi trovassi io.

«Ehi», urlai attirando la sua attenzione, «Che fai qui fuori?», mi sforzai di dire.

Lui si alzò e venne verso di me, «Non sono molto in vena di festeggiare», sussurrò abbassando lo sguardo sui suoi piedi. «Vuoi fumare un po' così ti distrai?», domandai fiducioso di una sua risposta positiva.

«Assolutamente»

«Vai da Niall a prenderla, ce l'ha lui. Io lo farei eh, ma non mi reggo molto in piedi in questo momento», ricordai facendo segno con il braccio di come mi trovassi, lui si sollevò e intanto chiusi gli occhi.

Tutto intorno a me iniziò a girare, lo preferivo di gran lunga piuttosto che quei pensieri, eppure anche in quello stato riuscivo a lamentarmi.

«Eccomi», mi fece ritornare nel mondo reale Harry dandomi una pacca sulla spalla e sedendosi accanto a me; l'accese e iniziò a tirare.

«Non sei uno che beve tanto, vero?», domandai toccandogli per sbaglio la gamba.

«No, preferisco fumare»

«Io invece tutti e due»

«Non l'avrei mai detto, sai?»

«So che posso sembrare un ragazzo strano, però in realtà... lo sono». Iniziai a ridere, mi stavo rendendo ridicolo con una persona che conoscevo appena e da cui sarei dovuto stare solo lontano.

«Mi sembri un bravo ragazzo Louis», ammise accarezzandomi la gamba sinistra. Sentii subito un calore insolito che mi fece sussultare, lui se ne accorse e allontanò subito la mano.

«Scusa non volevo», si scusò toccandosi i capelli ricci, io alzai le spalle e sorrisi. Uno dei pochi sorrisi veri che riuscivo ancora a fare.

Mi passò la canna e feci qualche tiro anche io, tra l'alcol e il THC in circolo stavo iniziando a sentirmi male, forse avevo esagerato.

«Devo vomitare», ammisi alzandomi di scatto e correndo verso degli alberi davanti a noi, incrociai le gambe rischiando più volte di inciampare.

«Ti aiuto». Mi prese sotto braccio Harry facendomi arrivare sano e salvo a quei poveri alberi che sembravano molto più vicini.

Vomitai.

Probabilmente l'avere poco nello stomaco influiva parecchio su ciò che stavo facendo.

Harry iniziò a massaggiarmi la schiena e in pochi minuti ritornai a stare bene come prima; mi spostai e appoggiai la schiena contro un altro tronco, cercando di respirare più aria possibile, mi sentivo soffocare.

«Ti porto dell'acqua?»

«No grazie, rimani solo qui», risposi sedendomi lentamente per terra.

«È bagnato lì, ha... nevicato».

Troppo tardi, ormai ero seduto e non avevo la minima intenzione di impiegare energie per tirarmi su.

In tutto quello che era successo nell'ultimo periodo, l'unica mia salvezza era diventata l'alcol, eppure ero consapevole di non poter utilizzarlo ancora per molto prima che mi consumasse.

Harry iniziò a fare piccoli passi sul posto, strofinandosi le mani.

«Allora?», urlò Stan passando la strada e raggiungendoci con in bocca una sigaretta.

«Ti ringrazio tantissimo», biascicai alzandomi, aggrappandomi forte alla corteccia e togliendogliela dalla bocca.

«Vi state perdendo Liam che rimorchia la cameriera rossa!», esclamò poi indicando il locale alle sue spalle, mi feci passare l'accendino e l'accesi, con non poca fatica. «Vado subito a vedere!», rispose Harry abbandonandomi là fuori insieme al mio migliore amico.

«Pensavo avessi qualcosa contro di lui, mi stavo sbagliando quindi?». Portò le mani nelle tasche del suo giubbotto grigio.

Lo osservai facendo un lungo tiro, «Ho qualcosa contro di lui, però è un bravo ragazzo»

«Che ti ha fatto?»

«Non è necessariamente qualcosa che mi ha fatto, mi dispiace solo vederlo star male per Nick»

«L'importante è farlo svagare e penso che oggi ci siamo riusciti, no?»

«Sì, penso proprio di sì»

«Volete dormire a casa di Niall?», aggiunsi senza tenere in considerazione che la casa non fosse mia. «Pigiama party come le ragazze?». Rise facendo l'ultimo tiro e buttandola per terra.

«Senza ragazze magari». Appoggiai la testa contro il tronco di quel povero albero.

«Andiamo dentro che qui si gela», aggiunse mettendomi un braccio intorno alle spalle, mi feci trasportare finché non fummo dentro, poi mi appoggiò al bancone e riuscii a sedermi su uno sgabello.

«Ti lascio qui, io vado a provarci con quella!». Indicò una ragazza mora che ballava da sola, alzai la mano e mi girai verso il barista.

«Vuoi qualcosa da bere?», mi domandò lui, aveva un cappellino nero con la visiera arrotondata e una felpa nera larga.

«Per ora no grazie».

Ero messo abbastanza male, non aveva senso continuare a bere sapendo che poi sarei stato un peso per gli altri.

Mi girai, lentamente, verso la pista; Stan stava ballando con quella ragazza, Josh stava parlando con Niall seduti sui divanetti in fondo alla sala, Harry ballava da solo con un bicchiere tra le mani e poi c'era Zayn che, nonostante cercasse di non farlo vedere, teneva d'occhio il suo amico Styles.
Di Liam e Calvin non c'era nessuna traccia.

Appoggiai i gomiti sul balcone e attesi che qualcuno mi chiamasse per andarcene. Ne avevo abbastanza di quella musica nei timpani.

«È offerto da lei». Mi chiamò il barista toccandomi la spalla, mi girai e vidi un piccolo bicchierino con del liquido marrone, guardai in direzione del suo dito trovando Eleanor.

Sorrisi e le feci segno di avvicinarsi.

«Che ci fai qui? Mi stai seguendo per caso?».
Domanda lecita visto che era la seconda volta che appariva dal nulla.

«Sono qua solo perché Niall mi ha chiesto aiuto», spiegò guardandosi intorno. «Aiuto per cosa?», continuai osservando meglio com'era vestita: un top davvero troppo corto e un paio di jeans completamente rotti. Lei se ne accorse e subito si legò in vita una felpa, «Perché sei ubriaco, così ti tengo d'occhio».

Abbassai lo sguardo annuendo lentamente.

«Mi tieni d'occhio offrendomi da bere? È un'ottima idea»

«Se no che amica sarei?».

Lei appoggiò le spalle al bancone e iniziò a osservare la sala, «Com'è andata con Niall?», le chiesi curioso di sapere la sua versione.

«È bravissimo». Si fermò, «L'importante è non uscire inconsapevolmente con l'assassino di quel ragazzo», aggiunse seria.

Sarà stato l'effetto dell'alcol o il mio essere stanco, ma quell'affermazione non mi fece né caldo né freddo, anzi, mi rallegrò.

«Fai attenzione in giro», le consigliai e mi allontanai barcollando dopo aver bevuto anche quel bicchierino. Mi appoggiai a un divano di pelle rosso.
«Andiamo a casa?», mi urlò nell'orecchio Niall lanciandosi su di me. «Penso di averli invitati a dormire da noi», ricordai battendogli una mano sulla spalla.

«Cosa? Louis ma è casa mia!».

Non lo ascoltai e uscii da lì per poi sedermi sull'asfalto bagnato.

Presi il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni e scrissi sul gruppo di WhatsApp di andarcene e che li aspettavo fuori.

Non sapevo dire quanto tempo fosse passato, ma dopo un po' uscirono. «Quindi tutti a casa Horan?», chiese esaltato Calvin. «Ma che fine avevi fatto tu?», domandò qualcuno.

Io cercai di concentrarmi sui miei movimenti, cercai di alzarmi senza aggrapparmi a niente e caddi rovinosamente per terra.

«Cazzo Lou», urlò Niall afferrandomi per un braccio mentre qualcun altro lo aiutò, risi lasciandomi andare. Facevo fatica a reggermi sulle gambe.

Iniziai a non riconoscere più le voci, vedevo sfuocato e non sentivo più nulla se non il silenzio, l'ultimo shottino mi aveva dato la stangata finale.

Grazie Eleanor.

Chiusi gli occhi lasciandomi cullare da quella sensazione di perfetta armonia.

...

Angolo autrice

Devo dire che Louis ubriaco assomiglia moltissimo a me quando il sabato sera decido che devo bere e poi il giorno dopo non ricordare più nulla, quanto mi manca essere liberi di farlo senza avere il coprifuoco delle 22. Sì sono un'alcolizzata.

E voi, vi siete mai ubriacati? Se sì, qual è il vostro drink preferito? Il mio è l'angelo azzurro e il japanese!

Se avete domande sapete dove trovarmi!

G.

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