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"99°: Mattia è malato!"

Salvatore
Sento delle urla e dei colpi provenire dallo scantinato e corro a controllare. Quello che mi trovo davanti è davvero straziante, nonostante si tratti dello stato di un mostro senza cuore. Mattia ha gli occhi rovesciati all'indietro, sbatte con forza i pugni contro il pavimento e grida: "FATEMI USCIRE DA QUI!" Chiudo la porta per essere sicuro che non possa fuggire, anche se lo ritengo improbabile dato lo stato in cui è e corro verso di lui. Lo afferro, bloccandolo per le braccia, e lo guardo fisso. Il suo viso è completamente rosso e quegli occhi spalancati e rovesciati mi fanno pensare ad un malessere.
"Mattia! Mattia! Accidenti, calmati!" gli dico, stringendo le sue braccia.
"Michele... Dora... Angela... Angela voleva uccidermi!" dice con un filo di voce. Lo lascio andare di colpo e lui finisce a terra, a faccia in avanti, e il suo viso si copre di sangue.
Non era mia intenzione farlo cadere, ma quando ha pronunciato quelle parole, nonostante il suo evidente malessere, ho provato un forte disgusto per lui. Angela non l'avrebbe toccato. È lui quello che si comporta in questo modo, non certo lei! Lo tiro dalla maglietta e lo faccio distendere sulla schiena. Apro un piccolo lavandino che è qua, bagno dei fazzoletti con acqua ghiacciata e gli tampono il naso e la bocca, che perdono parecchio sangue a causa del colpo che ha preso in faccia.
"Non dire sciocchezze!" lo rimprovero mentre gli tampono il viso.
Lui si scuote e grida piuttosto forte, perché avverte dolore.
"Stai calmo" gli dico.
"Perché non mi lasci qui e te ne vai?" chiede.
"Perché io sono una pessima persona, ma di sicuro non sono un assassino, e questo vuol dire che io non ti lascio in queste condizioni. Non ti abbandonerò a te stesso!" gli rispondo calmo.
Toccandogli il viso sento che la sua fronte è piuttosto calda.
"Credo che ti serva un medico" dico con calma.
Chiamo Bruno e gli dico di venire qui e di portare la sua valigetta del pronto soccorso.
Lui arriva dopo circa mezz'ora.
Lo faccio scendere e gli faccio vedere lo stato in cui è Mattia in questo momento. I suoi occhi sono ancora riversi e il suo volto è contratto, come se lui, in questo preciso momento, stesse provando dolore.
Bruno inizia a visitarlo. Gli controlla il polso, la pressione e la temperatura, ma sento che lo sta facendo solo per restare in pace con la sua coscienza. È come se non sentisse niente.
"Ha la febbre a trentanove e mezzo. La pressione è alta e bisogna dargli subito un antipiretico." mi dice con un'espressione totalmente seria. Mi passa un biglietto sul quale è scritto il nome di un medicinale e mi dice di correre a comprarlo mentre lui preparerà degli impacchi freddi a Mattia per tentare di far scendere la sua temperatura.
Io esco dallo scantinato e corro in farmacia, sperando che non mi ci voglia troppo tempo per procurarmi questa medicina.
Bruno
In questo momento Mattia sembra indifeso.
Sembra un agnellino che non potrebbe far male a nessuno.
Peccato che sia tutto l'opposto di un agnello. È un lupo affamato che dilania la sua preda senza provare un minimo di pietà.
Stringo i pugni quando lo sento pronunciare parole sconnesse che però hanno tutte un punto in comune: sono parole dette contro Michele.
"Stammi a sentire... è grazie a tuo fratello che tu sei ancora vivo, quindi smettila di insultarlo!"
Mattia smette di parlare, ma fortunatamente continua a respirare, anche se fa parecchia fatica a farlo.
Gli preparo un impacco e lo lascio cadere sulla sua fronte che sta letteralmente andando a fuoco.
"Tu sei fortunato... hai una sorella talmente carina, delicata e dolce... la vorrei io... ma non esattamente come sorella da proteggere... capisci che cosa intendo, vero?"
"Tu mia sorella non la devi nemmeno nominare, mi hai sentito?" dico a denti stretti.
"Peccato... io l'avrei resa felice, lo sai?"
"Ringrazia che hai la febbre e che se ti faccio qualcosa finisco in cella anch'io, altrimenti a quest'ora la tua faccia sarebbe sfigurata per i pugni che ti darei!" esclamo.
Salvatore fa irruzione in cantina e mi raggiunge di corsa. Immagino che abbia sentito quello che ho detto a Mattia.
"Bruno, smettila! Non farti venire in mente strane idee, per l'amor del Cielo!" mi dice infatti, raggiungendomi e tirandomi un po' più indietro rispetto a dove si trova lui. "Dicendo queste cose ti sei messo nei guai!"
"Non ho potuto evitarlo! Anche nel delirio lui è un animale!" esclamo furente.
"Bruno, per favore, smettila!" ripete Serramanico. "Guarda come sta! È molto debole! Se gli dessimo addosso lui non potrebbe difendersi e non ci vorrebbe niente a metterci nei guai!" mi dice stringendo forte il mio braccio.
Guardo Mattia e mi rendo conto del fatto che il suo respiro sta diventando sempre più irregolare. Non ce la farà mai ad inghiottire quel medicinale.
"Portiamolo su, coraggio!" dico afferrandolo per le spalle e cercando di sollevarlo da terra. Salvatore, nel frattempo, mi aiuta a sostenere il suo corpo tenendolo dalle caviglie.
Lo portiamo al piano di sopra, in bagno, e dico a Salvatore di riempire la vasca da bagno con acqua fredda. Temo che sarà molto difficile fargli scendere la febbre.
Michele
Mi sveglio di soprassalto. Il panico m'invade completamente e sento il mio cuore battere ad una velocità ai limiti dell'immaginabile. Porto tutt'e due le mani al petto. Sento un dolore atroce e faccio fatica a stare in piedi.
"Michele! Michele, che cosa ti prende?"
Antonio è subito accanto a me e mi posa le mani sulle spalle. Cerca di premere sul mio petto, ma questo non sembra sortire alcun effetto sul dolore che sto avvertendo. Penso a Mattia e ho paura. Ho la sensazione che non stia affatto bene.
"Mattia... Mattia sta male... mio fratello sta male!" balbetto.
"Come sta male? Come fai a..."
Non riesce a concludere la frase, perché vengo colpito da un tremendo capogiro e lui è costretto a sorreggermi per evitarmi di sbattere la testa per terra.
"Antonio, ti prego... chiedi a qualcuno di chiamare il mio amico Bruno..."
È l'ultima cosa che riesco a dire prima di perdere i sensi.

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