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"97°: Lui deve capire com'è stare in cella!"

Bruno
Arrivo a casa di Salvatore e batto tre colpi alla porta per far capire che sono io. È il segnale convenuto che abbiamo noi due.
"Finalmente!" esclama lui. "Scendi! Ti porto dal nostro ospite, vieni!"
"Ospite? Quale ospite?" chiedo non tenendo conto di quello che mi ha detto prima al telefono.
"Scendi e vedrai" mi dice.
Corriamo giù per una scalinata che conduce ad una vecchia cantina.
Appena Salvatore apre la porta vedo Mattia che tira pugni contro un muro. Le sue mani sono completamente insanguinate dal tanto colpire e stranamente non ho l'istinto di curare le sue ferite. Beh... forse non tanto stranamente. Ha messo le mani addosso a mia sorella e ha preso con la forza la donna della quale mi sono innamorato!
"Oh, Bruno! Bruno, aiutami! Quest'uomo è pazzo! Mi ha rinchiuso qui dentro... voleva spararmi! Voleva uccidermi!" dice Mattia, scoppiando in lacrime di coccodrillo.
"Ah... vuoi che ti aiuti!" esclamo con tono canzonatorio.
"Bruno, ti prego... fammi uscire da qui... Ti scongiuro!"
"Adesso hai paura, eh? Ma perché dovrei avere pietà di un verme come te che non ha dimostrato pietà a mia sorella e alla povera Angela, due ragazze innocenti che ti hanno supplicato di lasciarle stare? Io dovrei avere pietà di te che hai venduto tuo fratello per salvare quel bel faccino che ti ritrovi? Ma ti prego! Se vuoi fare qualcosa di buono nella vita va' al diavolo! Conviene a te e alla tua famiglia, che ha già sofferto a sufficienza per colpa dei tuoi giochetti!" gli dico con rabbia.
"Ti supplico... farò quello che vuoi, ma fammi uscire da qui, Bruno!" implora lui, piangendo.
"Qualunque cosa, hai detto?" gli chiedo.
"Qualunque cosa!" risponde.
"Molto bene." dice Salvatore.
Tira fuori dalla tasca un foglio accuratamente piegato, lo apre e lo sventola con molta energia davanti al volto pallido di quell'idiota che è ancora lì sul pavimento. Leggo anch'io quello che c'è scritto su quel foglio e mi auguro con tutto il cuore che Mattia decida di mettere una firma sotto quel foglio che potrebbe salvare la vita al suo povero fratello.
"Dovresti leggere questo foglio e mettere una firma nello spazio bianco."
"Di che cosa si tratta, scusa?"
"Leggilo, Mattia!" ripete Salvatore. Mattia sembra prendere tempo per leggere e quando finisce lascia cadere il foglio a terra.
"No! Io questo non lo firmo! Michele deve sparire!" esclama Mattia.
"Molto bene, allora. Vorrà dire che rimarrai qui sotto fin quando non metterai la firma. Ovviamente non ti lasceremo a digiuno, ma non potrai fuggire."
"No! Salvatore, aspetta... aspetta un attimo, ti prego!" gli dice Mattia, mettendosi in ginocchio.
"Mi dispiace... ma tu dovrai marcire qui come Michele sta marcendo in galera... con la sola differenza che lui ci è finito ingiustamente!" dice Salvatore.
Detto questo usciamo entrambi dalla cantina e Salvatore la chiude a chiave.
Io e Salvatore torniamo in salotto e lui m'invita a sedermi. Sono un po' preoccupato, a dire il vero. Si tratta di un sequestro, cosa che io non ho mai fatto, ma so che Mattia deve capire come si sta in carcere e l'unico modo per farglielo capire è questo.
"Bruno... se tu vuoi stare fuori da questa storia, posso anche far credere che non c'entri niente."
"Neanche per sogno! Ormai sono in ballo e continuerò a ballare fino alla fine!" esclamo furente.
Non sono né un vigliacco né un voltagabbana, per questo ho deciso di restare accanto a questo ragazzo che vuole rendere giustizia ad Angela, Dora e Michele. Purtroppo la famiglia Genovesi è stata rovinata da quell'idiota.
"Non t'immaginavo neanche lontanamente così coraggioso, sai, dottore?"
"Puoi immaginarmi come ti pare. Basta che lui capisca com'è passare del tempo al fresco e si decida a liberare suo fratello il prima possibile. Però credo che ci tocchi allertare anche Christian di quello che vogliamo fare... c'è il rischio che Mattia si metta in contatto con il poliziotto che ha corrotto per far sbattere in cella Michele!"
"Tranquillo, non potrà farlo. Guarda un po'" dice Salvatore mostrandomi un oggetto che ha tenuto nell'altra tasca fino ad ora. "Questo è il suo cellulare. Non solo non potrà contattare nessuno, ma potremo anche trovare delle prove della sua colpevolezza per quanto riguarda Angela e tua sorella. Magari ci basterà per liberare Michele, senza che lui debba mettere firme da nessuna parte."
"Io, intanto, dovrò aspettare che mi concedano il permesso che serve a mia sorella per vedere Michele" dico abbassando la testa. Non riesco più ad avere fiducia nella giustizia.
La mano di Serramanico si posa sulla mia spalla sinistra.
"Fatti coraggio, dottore! Non è molto facile, ma io alla giustizia ci credo ancora. È difficile, ma io so che esiste e che Dora riuscirà a vedere Michele. Si amano... non possono tenerli lontani ancora a lungo!"
"Spero di cuore che sia come dici tu, anche se è una cosa che ritengo improbabile. Ma hai visto come l'hanno trattato quei due deficienti? Come se fosse stato davvero un criminale... ma lui non ha opposto resistenza, perché non lo è. L'ha fatto solo per Dora."
"Lo so, Bruno" mi dice Salvatore. Anche lui è affranto, ma vedo che si sforza di sorridere per incoraggiare me.
"Beh... forse è meglio che io torni a casa, da lei. Si sta facendo un po' tardi e temo che mia sorella s'insospettisca. Non voglio coinvolgerla in quello che stiamo facendo."
"In effetti non è proprio il caso di farlo. Lei è troppo buona. Nonostante tutto quello che lui le ha fatto ci chiederebbe di lasciarlo solo perché è pur sempre un essere umano. L'ho capito quando l'ha aiutato, subito dopo la sbornia. Lei non farebbe mai del male a nessuno!"

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