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"96°: Sequestro"

Dora
"Dimmi che stai scherzando, ti prego" gli dico.
"Vorrei che fosse uno scherzo. Almeno riusciresti a sfogarti prendendotela con me, ma purtroppo Mattia è un mostro. Ha voluto... un ricordo di quella maledetta notte!" mi dice lui. Mi adagia nuovamente sul letto e so per certo che si sta tormentando le mani come faccio io. È un vizio di famiglia, quando siamo molto agitati ci sfoghiamo tormentandoci le mani con forza.
"No, no, no!" continuo a ripetere, colpendo il cuscino con i pugni. Come può aver inflitto un'umiliazione come questa alla povera Angela?
"Piccola, ti prego, calmati!"
"Ma come posso calmarmi? COME POSSO CALMARMI?" urlo disperata. "Ti rendi conto che quell'uomo ha tenuto per sé il video di una violenza ai danni di una ragazza poco più grande di me e che ha anche cercato di mettermi le mani addosso per poi far sbattere il fratello in galera? Io non posso crederci!"
"Piccola, ti assicuro che in qualche modo gliela faremo pagare... per quello che ha fatto ad Angela e per quello che voleva fare a te."
"Anche per Michele. Ma in che modo gliela faremo pagare?"
"Non lo so ancora, ma in qualche modo gliela faremo pagare, credimi" mi assicura mio fratello accarezzandomi i capelli con molta delicatezza. "Ti giuro che lui la pagherà!"
Improvvisamente il cellulare di mio fratello inizia a squillare. Lui si allontana dalla mia stanza e si chiude la porta alle spalle, forse per non farmi sentire quello che sta dicendo.
Salvatore
Sento qualcuno battere molto forte alla porta e io corro ad aprire, ma la faccia che mi trovo davanti è quella che sembra attirare i miei schiaffi.
"Che diavolo ci fai tu qui?" gli chiedo con rabbia, stringendo forte i pugni lungo i fianchi. Devo farlo per evitare che quegli stessi pugni si schiantino sulla sua faccia, dove in effetti dovrebbero andare a finire.
"Tu hai rubato delle cose che mi appartengono, criminale dei miei stivali!" mi dice Mattia.
"E le tue cose, maiale, sarebbero quel diario e quel video che hai fatto ad Angela, vero?" chiedo, serrando ancora di più i pugni per evitare di farli schizzare verso quel viso.
"T-tu... tu li hai visti?" balbetta ed io lo vedo tremare.
"Hai paura, eh? Beh... mi dispiace, ma io non ce li ho più qui. Sono nelle mani del commissario che lavora nel posto in cui tuo fratello sta marcendo al tuo posto, carogna!"
"Ah... il mio caro fratellino! Povero Michele! Michele il giustiziere, Michele l'eroe! San Michele!"
Non resisto più e gli tiro un pugno sul volto.
"Michele è tutto quello che tu non sarai né ora né mai! È buono, è un eroe, perché si è messo in pericolo per salvare la tua orribile faccia! Ma tu da qui non uscirai tanto presto, mi hai capito? Tu da qui non uscirai fino a quando non ritirerai la tua falsa denuncia contro Michele! Avanti, scegli!"
"Posso sempre denunciare anche te." mi dice. "O potresti finire in galera se facessi ciò che vuoi farmi!"
"E cosa vorrei fare, secondo il tuo parere?"
"Vorresti uccidermi!"
"Troppo facile, Mattia. Credo che non ti farò molto male, ma non ti renderò neanche felice."
"Cioè? Che cosa vuoi fare?"
Lo vedo tremare come una foglia disteso sul pavimento.
"Sai... dovrei farlo." dico estraendo la mia cara, vecchia pistola. Mi allontano un po' per controllare che sia totalmente scarica, perché ho paura che se la lasciassi carica rischierei di sparargli un colpo per quanto mi fa ribrezzo.
Torno indietro e premo la pistola sulla sua tempia. "Potrei spararti in questo momento!"
"Ma hai appena detto che non lo faresti!"
"Infatti... non lo farò! Ma tu dovrai fare quello che ti dirò, altrimenti la condanna che non ti è stata data dalla polizia te la darò io, ma senza la corda!"
Mattia annuisce debolmente ed io gli faccio segno di alzarsi dal pavimento e gli dico: "Adesso tu mi seguirai senza fare storie... altrimenti..."
Lui resta fermo e diventa rigido. Io lo spingo avanti e lo porto giù per le scale che conducono alla cantina. Quando vi arriviamo lo spingo dentro, come quei poliziotti, da quanto mi ha detto Christian, hanno spinto Michele. Mattia cade in avanti e grida, perché sbatte la testa sul pavimento. Io prendo le chiavi della cantina e chiudo la porta per evitare che possa scappare.
Sento assoluto silenzio giù in cantina, corro su per le scale e chiamo Bruno.
Lui mi risponde immediatamente.
"Pronto?"
"Dottore, vieni subito qui. Ho cambiato idea!"
"Cioè, questo significa che... che tu..." dice in un sussurro.
"Esatto, però adesso muoviti!"
"Va bene. Ti raggiungo immediatamente!"
Stacco la chiamata e corro in camera mia. Mi chiudo dentro, prendo carta e penna e inizio a scrivere una dichiarazione che Mattia dovrà sottoscrivere per andarsene da casa mia. Preferisco finire in galera piuttosto che lasciare che vi marcisca il povero Michele.

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