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"90°: La amo!"

Bruno
"Salvatore! Ehi... pronto?"
Sento un rumore secco. Il telefono deve essergli caduto.
Corro a prendere la moto e sto per dirigermi verso casa sua, quando una piccola mano fresca mi si posa sul braccio, come per trattenermi.
"Bruno! Che cosa è successo? Dove devi andare?" chiede.
"Te lo spiegherò più tardi, tesoro mio! Ora entra in casa, ti prego! Non è prudente che tu resti qui fuori! Mattia potrebbe presentarsi qui da un momento all'altro e non voglio che ti accada qualcos'altro... non lo meriti!"
"Perché chiamavi continuamente Serramanico? Che diavolo è successo, Bruno?" insiste lei, spaventata come non l'avevo mai vista prima.
"Tesoro, non lo so cos'è successo. Mi ha solo detto di andare a casa sua, poi credo sia caduto perché ho sentito un urto, come se il suo telefono fosse finito a terra."
"Oh mio Dio... e se gli avessero fatto del male? Io sono sicura che Mattia abbia molti complici!"
"Tranquilla, stavo giusto andando a vedere come sta. Non ti agitare. Appena saprò qualcosa di lui te lo riferirò."
Le sposto delicatamente la mano, mi volto e la bacio sulla guancia. La mia piccola non ne può più. Ogni giorno c'è una novità peggiore delle precedenti e, per quanta forza lei abbia, c'è un limite di sopportazione per chiunque... persino per lei.
Infilo il casco e salgo sulla moto per poi partire in fretta e furia verso la casa di Serramanico, adiacente a quel casolare in cui mia sorella è stata per mesi. Forse è là che lui ha portato Mattia, perché lui non avrebbe potuto aggredirlo essendo ubriaco.
Arrivo in circa mezz'ora, mandando al diavolo i miei principi di "bravo ragazzo", ma non per niente... semplicemente un mio amico è probabilmente chiuso nella sua casa, sdraiato a terra e privo di sensi... niente di grave.
Afferro le chiavi della sua casa e le infilo nel buco della serratura.
Entro di corsa e trovo un vero disastro sul pavimento. Ci sono vetri rotti ovunque, come se lui avesse avuto un attacco d'isteria o non so cos'altro... mi dirigo verso il bagno. Salvatore è là, riverso a terra e con il telefono a pochi centimetri dalla sua testa.
Afferro il braccio di Salvatore e lo scuoto con forza per svegliarlo.
"Salvatore! Ehi, mi senti?"
Lui non reagisce, quindi prendo un secchio e lo riempio d'acqua.
Lo rovescio sul suo corpo e vedo che questo gesto porta un effetto, anche se minimo.
"Bruno... s-sei qui..." mi dice in un sussurro.
"Sì, sono qui."
"Bruno... Mattia conosceva già il casolare. Lo conosceva da molto... è là che ha portato Angela! Lui l'ha portata là per farle quello che le ha fatto l'anno scorso!"
"Ma che stai dicendo? Vieni, tirati su!" gli dico afferrandolo per le braccia e aiutandolo a camminare fino al divano, sul quale lascio che si appoggi dato che non riesce a stare in piedi per quanto barcolla. Lo guardo: è pallidissimo e toccandogli il viso, prima di gettargli l'acqua addosso, ho notato che questo era completamente ricoperto da sudore freddo. Deve aver avuto un terribile malessere, anche se non mi è chiaro il motivo per il quale è successo questo.
"Salvatore, per il momento non sforzarti. Quando ti sentirai meglio, se te la senti di farlo, naturalmente, con molta calma mi spiegherai cos'è successo."
"Bruno, io devo dirtelo subito. È importante."
"D'accordo, ma sforzandoti non riuscirai a dirmi niente di quello che vuoi dirmi. Aspetta di riprenderti!"
"Mattia... ha lasciato alcune cose sotto il pavimento di quel casolare... un diario e una videocassetta."
"Ma che stai dicendo, Salvatore?"
Lui indica un punto sul pavimento. C'è un piccolo registratore al quale sono collegati degli auricolari e accanto a quello un vecchio diario, con le pagine ingiallite dal tempo, che non risparmia nulla.
Prendo quegli oggetti e li avvicino al suo viso, in modo che possa dirmi se sono gli stessi di cui ha appena parlato.
"Se te la senti... guarda questo filmato e poi consegnalo alla polizia con quel diario..."
È ancora un po' stordito, ma abbastanza lucido. Dubito che mi farà piacere guardare questo filmato, considerando l'effetto che ha sortito su di lui, ma mi tocca farlo per Angela e Dora.
Non stacco gli auricolari dal registratore. Li infilo e rimetto il filmato dall'inizio. Quello che vedo mi spezza il cuore e mi sento logorato dalla rabbia che provo verso Mattia. Vedo il momento in cui la pelle candida di Angela è stata sfregiata. Vedo il momento in cui Mattia le ha rubato la sua prima volta con la forza. Vedo il sangue sgorgarle dalla schiena, dalle gambe, dalla testa... ogni parte di quel corpicino fragile è ferita e perde sangue.
Ma quello che mi fa più male, forse, non è quello che vedo, ma quello che sento. Stando sempre accanto a mia sorella ho gradualmente imparato qualcosa su com'è vedere il mondo come lei, sul sentire le emozioni amplificate... e quello che sento mi fa male: malissimo!
Sento le imposizioni di Mattia, il rumore degli schiaffi, le urla di Angela.
Sento le parole cattive di quel mostro. Sento il pianto sommesso della povera Angela. E poi... sento il suo respiro che si spezza, fino a diventare quasi impossibile da udire. Ma la cosa peggiore è che sento il mio cuore sbriciolarsi. Lo sento finire in mille pezzi.
"Amore mio... cosa ti ha fatto?" dico con le lacrime che spingono per uscire dai miei occhi.
"Cosa? Come hai detto?" mi chiede Salvatore, dal letto.
"Io la amo, Salvatore! Da tanto tempo. Ma non ho mai avuto fortuna in queste cose. Sono sempre stato il suo amico del cuore, quello al quale confidava tutto quello che la riguardava. Mi sono fatto da parte, perché lei diceva di essere innamorata di Juan... l'argentino che ha permesso a Mattia di fare i suoi sporchi giochi con lei!"
Mi prenderei a schiaffi per aver lasciato via libera a quei due. Avrei dovuto capire e fare di tutto per proteggerla!
"Quello che hai fatto ti fa onore, Bruno... non tutti capiscono che se ami davvero qualcuno, pur di vederlo felice, sei anche disposto ad accettare che la persona che gli dà quella felicità che tu vuoi non sei tu. È un dono che pochi hanno e tu dovresti esserne fiero. Credo che anche Angela ti ami, solo che se n'è resa conto dopo molto tempo..."
"Ma avrei preferito sbagliarmi su Juan... pensare che fosse solo una mia sensazione il suo sembrare un cattivo ragazzo. Te lo giuro: avrei preferito mille volte che lei ce l'avesse con me piuttosto che sapere che lei aveva scoperto che Juan era complice di Mattia nel modo peggiore che possa esistere!"
"Però c'è qualcosa che puoi fare. Rendi giustizia ad Angela, a Michele... e magari... perché no? Anche a tua sorella, che ne ha bisogno!"

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