"89°: Cruel"
Salvatore
Sono qui, insieme a questo mostro che ha rovinato la vita a tutti quanti.
Ho deciso di portarlo nel casale polveroso in cui è stata Dora per mesi. È l'unico posto che gli si addice. Persino i suoi genitori sono stati costretti ad allontanarlo dalla loro casa.
Non so perché, ma ho detto al fratello di Dora quello che ho passato prima di conoscere lei e Michele. Sento gli occhi darmi fastidio solo al pensiero di quello che ho fatto. Non ho mai ucciso nessuno, ma ho tolto tanto a persone che ne avevano bisogno.
Improvvisamente, però, qualcosa attira la mia attenzione. Una parte del pavimento più sconnessa delle altre, leggermente rialzata. M'inginocchio e sollevo l'asse.
Resto di stucco quando vedo che dentro quel foro ci sono un vecchio diario e un'altrettanto vecchia videocassetta. Che cosa diavolo ci fanno qui? A chi possono appartenere?
Guardo un'ultima volta Mattia, che continua a dormira tranquillo come se niente fosse.
Mi siedo sul pavimento e apro il diario. Le pagine sono ingiallite dal tempo, ma le scritte sono ancora possibili da decifrare e quello che leggo mi fa gelare il sangue e provare una rabbia tremenda.
"15 luglio 2008. Quella ragazzina che i miei genitori mi hanno costretto a sopportare in casa mia è la cocca di famiglia. Papà la riempie di attenzioni, mamma la tratta come una principessina e mio fratello le sta sempre attaccato, come se gli avessero messo addosso la Supercolla. Ma oggi mi sono vendicato. Le ho detto la verità. Lei non è sangue del mio sangue. Lei è soltanto una trovatella che i miei hanno raccolto ai bordi della strada! Lei è scoppiata a piangere ed io volevo darle uno schiaffo, ma quell'idiota di mio fratello si è messo in mezzo e i miei genitori mi hanno sgridato."
Sto per strappare quelle pagine, ma mi trattengo. Devo assolutamente conservare questo diario, perché sarà molto utile alla polizia sapere la verità sulla vita di Mattia.
Continuo a scorrere le pagine inerenti ai "dispetti" di Mattia contro Angela, ma di colpo qualcosa mi blocca. La data è esattamente quella di due anni fa e quello che c'è scritto su questo maledetto foglio mi provoca un senso di nausea.
"Ho visto Angela. Il suo corpo è sbocciato ed è diventata davvero un fiore bellissimo. La guardo continuamente e lei sembra notarlo. La guardo e so che lei ha moltissima paura di me. La guardo e vorrei mangiarla viva."
Sono costretto a fermarmi per prendere numerosi respiri profondi e tranquillizzarmi per quanto possibile. Devo farlo per non strappare questo dannato diario.
"Vorrei toglierle l'amore, perché lei me l'ha tolto... e allo stesso tempo vorrei imporle il mio. Forse mi si direbbe che l'amore non s'impone... ma in realtà l'amore non esiste e le donne sono soltanto un gioco. Angela diventerà il mio giocattolo... il mio preferito tra tutti quelli che con il tempo e con le mie manovre ho conquistato."
Mi passo le mani sul viso, cercando di distenderlo, ma senza risultato.
Poi trovo un'altra pagina con la data del compleanno di Angela. Lui ha scritto soltanto una frase che io odio con tutto il cuore: "Ce l'ho fatta!"
Sulla pagina seguente c'è una foto della videocassetta che ho accanto e non mi ci vuole molto a capire.
Quell'animale ha registrato la violenza che ha fatto a quella povera creatura!
Continuo a sfogliare le pagine del diario, piene di semplici segni.
Tutte quante, tranne l'ultima.
Sull'ultima pagina c'è una foto di Dora con sotto una didascalia. "Il mio nuovo giochino."
Vorrei urlare alla vista di quella fotografia e di quelle parole scritte su quel foglio di carta.
Prendo le misure dell'asse e controllo quanto è sopraelevata dal pavimento, poi v'inserisco delle cartacce per raggiungere quel livello, prendo il diario e la videocassetta e me li porto via.
Molto probabilmente mi pentirò di quello che sto per fare, ma devo farlo assolutamente... per Michele, Angela e Dora.
Mi chiudo a chiave in casa e apro un vecchio scatolone che è sotto il divano e che contiene parecchi oggetti di quando ero solo un bambino.
Trovo un registratore, controllo le dimensioni della cassetta e capisco di poterlo utilizzare per vederla, anche se mi costerà tantissimo. Afferro un paio di cuffiette da collegare al registratore e v'inserisco la cassetta. La registrazione parte immediatamente e quello che vedo è ancora peggio di quanto potessi immaginare. Fa veramente male. Mattia si lancia in una corsa sfrenata su un'automobile e continua a scherzare con Angela. Lei ride e sembra rilassata... ma poi, come in un film di fantascienza, qualcosa cambia.
Come quando gli astronauti sono felici di aver scoperto qualcosa e si ritrovano a dover lottare per sopravvivere perché la navicella è guasta. È questo il modo in cui ad Angela è stata prepotentemente sbattuta in faccia la sua condanna: quella di avere un fratello acquisito pazzo.
"Mattia, dove siamo?"
"Avvolgiti questa sciarpa intorno alla testa!"
"NO!"
Uno schiaffo si abbatte sul viso di Angela.
"Molto bene. Allora vedrai tutto, ma non lo racconterai..."
Mattia strappa con violenza la maglietta di Angela. Lei si dibatte, ma lui la fa cadere a terra dandole un altro schiaffo.
Lei sbatte la testa e urla, lo implora di smettere, ma lui la costringe a voltarsi, prende un coltello a serramanico come quello che ha dato il soprannome a me, lo posa su quella pelle candida e la incide senza un minimo di pietà.
Lei urla e lui le impone di tacere, insultandola pesantemente. Lei trema. Ha paura e spera che lui non arrivi a tanto. Lo prega, giurandogli che scomparirà dalla sua vita, ma Mattia non se ne cura e le strappa il resto delle vesti, imbrattandole di sangue poiché le ha toccato le ferite fresche.
Ripenso alla sorella che non ho mai conosciuto e le lacrime scendono senza sosta lungo le mie guance. Se lei avesse subito angherie simili, sarei in grado di sopportarlo? Sarei abbastanza forte da starle vicino per farle capire che se le sono successe cose come questa non è stata colpa sua?
Continuo a guardare quello strazio, ma non riesco a guardare tutto il filmato. La nausea mi assale e sono costretto ad abbandonare il registratore sul pavimento e correre in bagno per rigettare anche l'anima. Crollo in ginocchio, apro la bocca e il mio disgusto esce dal mio corpo sottoforma di una sostanza orribile e, appunto, disgustosa. Se io ho provato questo, cosa può aver provato quella ragazza dopo quello che le è successo? Come ha fatto a resistere? Come diavolo ci sarà riuscita?
Mi gira la testa. Non posso alzarmi, ma devo assolutamente fare qualcosa... quel poco di lucidità che mi resta mi aiuta a pensare che Bruno ha una copia delle mie chiavi di casa. Mi trascino sul pavimento, fino a raggiungere il mio telefono.
Clicco sulla chiamata di Bruno e per mia grande fortuna lui mi risponde.
"Salvatore! Che succede?"
"Bruno, vieni a casa mia! È... è importante... fa' presto!"
"Salvatore, che significa?" mi chiede Bruno, ma non faccio in tempo a dirglielo, perché le vertigini mi portano a perdere i sensi.
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