"83°: Vivi anche per me..."
Michele
La porta della cella è rimasta aperta e forse per questo mia sorella riesce ad accedervi. Sta per raggiungermi, ma quel poliziotto la blocca per le braccia, impedendoglielo.
"LASCIAMI!" urla lei, iniziando a tirar calci contro le sue gambe, ma senza alcun risultato.
"Esci immediatamente!"
"IO NON DO RETTA A UN MALEDETTO CHE HA MANDATO MIO FRATELLO IN PRIGIONE SENZA CHE LUI AVESSE COLPE!" urla Angela, ricevendo un fortissimo schiaffo su una guancia. Questo mi dà una forza che non pensavo di avere ancora e mi porta ad afferrare quel poliziotto per il colletto della camicia e trascinarlo a terra, accanto a me. La rabbia mi pervade, unita al dolore.
"Questo non dovevi assolutamente farlo!" gli dico a bassa voce. "Mia sorella non la devi toccare, perché ci ha già pensato quel disgraziato per cui sono qui..."
"Michele!" esclama Christian, raggiungendoci. "Avanti, lascialo stare!"
"Lui... lui può picchiare mia sorella e io non posso reagire?"
"Angela, alzati e vieni via" le dice Chris. "Michele, non accadrà mai più una cosa simile a tua sorella, te lo prometto!"
"Non fare promesse che non puoi mantenere, Christian." dice Angela, alzandosi per poi gettarsi contro quel tale, che se ben ricordo si chiama Romano. Il sangue nelle mie vene sembra diventare di ghiaccio. Cerco di tirarmi su e fermarla, ma non ne ho la forza e crollo nuovamente a terra, scosso da brividi e fitte di dolore al centro del petto, come ormai succede da sempre. Sorellina, per favore, fermati!
"Angela! Santo cielo... basta, fermati!" le dice Christian.
"NON MI TOCCARE!" urla lei, che ormai è completamente fuori controllo.
"Angela... lui non ti farà del male." dico a stento, indicando Christian, che a causa della spinta che lei gli ha dato ha dovuto aggrapparsi alla branda dalla quale sono caduto io per non rovesciarsi.
"Potreste... lasciarmi solo con lei per qualche minuto?"
"Potresti farle qualcosa e noi non vogliamo proprio assumercela questa responsabilità!"
"Ah, lui dovrebbe farmi qualcosa! E tu? Tu che mi hai dato uno schiaffo, te l'assumi la responsabilità di questo, non è vero?" chiede Angela, furiosa, puntandogli un dito proprio contro il petto.
"Legami, se non sei sicuro che io possa volerle beno e temi che, al contrario, mi venga voglia di farle del male."
"Oh no, Michele, no!" singhiozza lei. Mi si spezza il cuore nel vederla piangere in questo modo.
"Piccola, va bene anche questo... voglio solo parlarti."
"Ma non per questo devi farti legare come una bestia da soma!" dice lei, piangendo ancora più forte e facendomi provare più dolore di quanto sia lecito. Mi sento come il protagonista di quel film... Il Miglio Verde!
Lui curava i mali degli altri ed assorbiva totalmente la loro sofferenza.
In più, proprio come lui, sono finito in galera per un crimine, che poi non sono stato io a commettere... altro punto in comune con lui. Ed ora sto sentendo il dolore di Angela e spero di essere abbastanza bravo come oratore da rassicurarla quanto è necessario per aiutarla a rialzarsi e reagire per lottare... lottare per ottenere una giustizia che forse io non otterrò né ora né mai, perché il mio destino sembra essere già predisposto.
"Va bene." dice quel tale che non mi sopporta.
Sentimento reciproco, tra l'altro, ma evito di dirglielo. Mi lascio tirare su con forza, fino alla brandina. Sollevo le braccia avvertendo un dolore terribile alle spalle e lascio che i miei polsi vengano legati con una cinghia.
Poi si passa alle gambe, legate l'una all'altra, in modo che io non abbia alcuna possibilità di muovermi per gettarmi su mia sorella... possibilità che, pur volendo, non potrei avere affatto dato il mio stato di salute. Prima ho avuto una forza che non so da dove diavolo sia venuta, ma quella forza se n'è andata nella stessa maniera in cui è venuta.
"Non fatelo, vi prego!" sussurra Angela, ma io le mimo un: "Va tutto bene" con le labbra, sperando che lei possa vederlo anche se è dalla parte opposta di questa cella.
Christian e l'altro poliziotto escono. Quest'ultimo si appoggia alla porta della cella, per "impedire che quel criminale possa fare del male a quella povera ragazza", ma Christian lo trascina via.
Credo abbia capito che Angela non parlerebbe mai sapendo che c'è qualcuno fuori che ci ascolta e per fortuna lui mi crede. Sa che non potrei mai fare nulla contro Angela o un'altra donna.
La cella viene chiusa con il catenaccio ed io resto immobile, a guardare la figura pallida e dimagrita della mia piccolina cresciuta troppo in fretta visto che Mattia non ha voluto che lei scoprisse da sé l'amore e le ha tolto tutto con la violenza.
"Santo cielo... ma come hai fatto a ridurti in questo modo?"
Il suo sguardo scorre sulle mie guance totalmente arrossate dalla temperatura elevata del mio corpo. Vorrei tenderle una mano, ma mi sono fatto legare e non posso farlo.
"Non è che tu stia molto meglio" le dico.
"Se io mi sono decisa a denunciare Mattia è stato solo merito tuo. Non so come ringraziarti, ma se te ne vai non potrò farlo in nessun modo."
"Mi hai già ringraziato denunciando quel mostro, Angela. Mi hai già ringraziato venendo qui, per vedere come stavo. Non devi fare altro. Cerca soltanto di vivere felice insieme a tua figlia e trovale un padre degno di questo nome."
"E come faccio, Michele? Io ho tanta paura!"
"Ce l farai... per lei, per me e specialmente per te stessa. Tu non sei sporca. È la tua anima che ha una cicatrice. È sulla tua pelle che c'è scritta una parola cattiva, ma tu non sei affatto sporca!"
"Perché mi stai dicendo questo, Michele, perché?" chiede.
"Perché... prima di andarmene... voglio che tu mi prometta che vivrai la tua vita appieno anche per me. Per gli anni che mi verranno tolti." le dico.
"Tu non andrai da nessuna parte, hai capito?"
Vorrei accarezzarle il viso, asciugarle quelle lacrime, ma purtroppo non posso farlo.
"Vivi anche per me. Ti prego!"
Angela riprende a singhiozzare.
"Io lo farò, ma tu non puoi andartene e lasciarmi sola!"
"Non sarai mai sola, amore mio. Ci sarà Dora, che soffre come te. Ci saranno Tommaso, Teresa, Bruno, Salvatore..."
"Ma non ci sarà il mio Michele... il mio fratellino!"
"Non dire certe cose. Il tuo Michele ci sarà sempre... solo che per sentirlo dovrai impegnarti un po' di più. Tutto qui. E stai tranquilla: io non abbandono mai quelli che amo!"
La porta viene aperta e Chris vi si affaccia. "Ragazzi, mi dispiace... non posso far restare qui Angela più a lungo." sussurra chinando il capo, come se fosse rassegnato a questa realtà nonostante la cosa non gli vada per niente.
"NO! NO!" urla Angela, accasciandosi al suolo quando lui tenta di farla rialzare. "MICHELE! MICHELE!"
"Vai..." riesco a dirle con un filo di voce. "Ti voglio bene, tesoro..."
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