"75°: Incidente"
Bruno
Guardo il volto pallido di mia sorella. I suoi occhi, insolitamente spalancati e arrossati a causa delle migliaia di lacrime che hanno bagnato le sue guance, mi provocano dolore solo a guardarli. In ogni caso, però, non le volto la faccia. L'ha già fatto la polizia, non posso fare la stessa cosa anch'io.
"Piccola, ascoltami! Sono io: Bruno!" le dico avvicinandomi a lei per poi accarezzarle una guancia gelida.
"Dimmi: ti hanno fatto del male? Dimmi la verità, Michele!" dice.
"Tesoro, ti prego!" le dico.
I miei singhiozzi s'intensificano.
Lei è delicata: prende il mio viso tra le mani e lo accarezza.
"Non fare cos/, ti prego!" dice con dolcezza.
Non riesco a dire più niente.
Il pianto s'intensifica ancora e lei continua ad accarezzarmi le guance per farmi rilassare. Non ce la faccio a vederla ridotta in questo stato.
Un medico entra nella stanza e ci vede in quella posizione. Mi volto e lo vedo: si tratta del mio tutor del tirocinio: il medico che ha assistito il mio amico Michele!
"Bruno! Santo cielo, ma cosa ti prende?" chiede scuotendomi con forza le spalle.
"Lei... non mi riconosce. Non mi riconosce..."
"Bruno, tirati su, avanti. Ci penserò io a tua sorella, okay?"
"Fa' quello che ti pare, Riccardo, ma aiutala... ti prego, aiutala!"
"Farò quello che potrò, te lo giuro" mi dice.
Esco da quella stanza e corro nel giardino. Le lacrime non smettono di scendere e le mie gambe cedono portandomi a cadere accanto ad un albero. Purtroppo, però, non ho avuto la fortuna di mia sorella.
Sono cosciente.
Non ho perso i sensi, ma l'avrei preferito di gran lunga a questo tremendo dolore.
Riccardo mi raggiunge dopo circa mezz'ora e mi dice: "Bruno... devo parlare con te."
Mi alzo da terra e lo seguo nel suo studio.
"Riccardo, cosa succede? Perché mia sorella continua a chiamarmi Michele, perché?" chiedo.
"Perché la sua mente è annebbiata dalla sofferenza." mi risponde lui, abbassando di scatto la testa.
"Vuoi dire... che è impazzita?" gli chiedo.
"Non esattamente. Il suo dolore le ha oscurato parzialmente la ragione... non c'è pericolo, perché lei non agisce in modo violento, ma chiamerà Michele ogni ragazzo che si comporti anche in parte come si è comportato il vero Michele!"
"Santo cielo!" dico tra i singhiozzi. Mi sento malissimo.
Riccardo mi scuote forte per il braccio sinistro ed io porto entrambe le mani al viso.
"Bruno, adesso calmati! Lei non è destinata a rimanere così, te l'assicuro!"
"E tu come puoi sapere che non è il suo destino quello di rimanere confinata qui per sempre? O peggio: in una di quelle strutture... oh mio Dio... no!"
"Maledizione! Fermati un momento e ascoltami!" dice Riccardo afferrandomi per le spalle, per impedirmi di continuare a correre avanti e indietro come se fossi io ad aver perso la testa.
"Io quel mostro lo faccio fuori, Riccardo! Se mia sorella sta rischiando di perdere la testa la colpa è sua, perché le ha messo le mani addosso e ha fatto arrestare suo fratello che le aveva salvato la vita! Lo uccido!" urlo tormentandomi le mani, che mi prudono come non mai poiché non so cosa darei per spiaccicarle su quella faccia da schiaffi che si ritrova Mattia.
"Vuoi finire dentro anche tu, Bruno?" s'infuria lui. "A Dora manca soltanto questo, ma non lo capisci? Quella poverina sta già male di suo, poi ti ci metti anche tu con queste stupide idee di vendetta e siamo a posto! Ora tu vieni con me e ti calmi, altrimenti giuro che non te la faccio vedere, è chiaro?"
Gli sono praticamente addosso! Non può fare sul serio... sarebbe davvero orribile per me!
Sto per dargli contro, ma qualcuno mi trascina indietro per il collo della maglietta e m'immobilizza, ma senza farmi male.
"Bruno, fermati e cerca di calmarti!" mi dice Salvatore.
"Lei sta impazzendo, Mattia ha la colpa di tutto e Riccardo mi ha detto che non mi farà rivedere Dora. Come dovrei reagire?"
"Intanto non è prendendotela con chi vuole solo aiutarti che potrai risolvere qualcosa. Secondo: se tu cercassi Mattia e lo aggredissi rischieresti di finire come il povero Michele! Adesso respira profondamente e calmati. Dora sta attraversando un momento di crisi, ma è una ragazza forte e riuscirà a superarlo, vedrai! L'ha detto anche Riccardo: non è pericolosa per chi ha intorno!"
"Va bene." dico portando entrambe le mani al petto e cercando di prendere respiri profondi per tranquillizzarmi, anche se non serve a granché.
Salvatore mi porta via dall'ospedale, mi fa salire in auto e chiude la portiera. Io allaccio la cintura con dita tremanti e porto ldi nuovo entrambe le mani davanti agli occhi. Sospiro.
Improvvisamente, però, mi volto verso destra e dal finestrino aperto vedo un ragazzo con le mani nelle tasche. Un ragazzo che potrei riconoscere anche in mezzo ad una folla scalpitante. È quell'animale di Mattia, che ha rovinato un po' alla volta la vita di mia sorella, portandola vicinissima alla completa perdita del senno, e ha rovinato la vita di suo fratello mandandolo in prigione con l'accusa di qualcosa che era stato proprio lui a fare, sempre a danno della mia Dora.
"Salvatore, fammi scendere!"
Salvatore continua a guidare senza degnarmi neanche di uno sguardo.
"Fammi scendere!" dico.
"Non posso! Se lo facessi, tu commetteresti una sciocchezza" mi dice lui, continuando a guidare, sempre senza guardarmi.
Mi slaccio la cintura di sicurezza, mi giro verso destra e vedo che Mattia continua a fissarmi in quel modo orribile e ha un ghigno stampato su quella faccia da schiaffi che si ritrova. Apro la portiera e sto per buttarmi dall'auto, che inizia a sbandare come se fosse una persona con le vertigini. Sto per sbattere la testa quando un braccio piuttosto forte mi trascina dal lato opposto dell'abitacolo, tenendomi fermo.
L'automobile si riempie di fumo ed è allora che quel braccio mi molla e mi spinge fuori da quella macchina.
L'ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi, è il viso di quel ragazzo, tra le fiamme: Salvatore Serramanico. Lui si sta sacrificando per me ed io non posso assolutamente permetterglielo!
Cerco di alzarmi per farlo uscire da quel rottame che è diventata la sua macchina, ma il fumo che ha raggiunto i miei polmoni mi porta ad avere un tremendo accesso di tosse per poi perdere subito i sensi.
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