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"71°: Dolore"

Michele
Lei è tra le mie braccia. Il suo corpo è freddo e rigido.
Tutti mi si riuniscono intorno. Angela, Bruno, Tommaso, Teresa, Christian e i nostri genitori.
"State indietro! State indietro! Non la fate respirare! Spostatevi!" urla Salvatore.
Si spostano tutti, tranne Bruno.
"Michele, portala nella stanza che ti hanno dato!" mi dice quest'ultimo.
Salvatore sembra essere l'unico lucido.
"Maledizione, state indietro!"
Il gruppo scalpita, ma lui riesce comunque a farci passare.
"Mettila sul letto, svelto!" mi dice Bruno e io faccio quello che mi dice, ma in maniera del tutto meccanica.
Le sente il polso e le controlla i battiti.
"È viva, Michele! È viva!" sussurra.
"Bruno, fa' qualcosa, svegliala!" dico agitato. "Ma perché accidenti non ho tenuto la bocca chiusa, perché, perché? Perché ho voluto dirle questo, perché?"
"Michele!" mi riprende Bruno.
"Dio mio, se le succedesse qualcosa non me lo perdonerei, Bruno. Non potrei farcela!"
"Michele, calmati! Prima o poi l'avrebbe saputo lo stesso! È stato meglio che l'abbia scoperto da te piuttosto che da Mattia" mi dice Bruno.
Rabbrividisco solo al pensiero di Mattia che, nel modo più brutale possibile, le dice che appena uscirò da quest'ospedale mi arresteranno.
"No! Se l'avesse saputo da Mattia forse non sarebbe semplicemente svenuta." dico portando la mano destra al cuore, che batte all'impazzata. Mi sento male anch'io, ma non posso farmi venire un colpo, non ora che lei è in queste condizioni. "Bruno, ti scongiuro... fa' qualcosa! Lei non deve seguirmi, non è giusto, Bruno!"
"Michele, santo cielo, ti vuoi calmare?" salta su lui, agitato.
"Non ci riesco, Bruno!" esclamo, agitandomi almeno quanto lui.
"Va' con gli altri, Michele. Ci penso io a lei. Non è grave, ha solo avuto un calo di pressione a causa della notizia, ma non è andata in shock... a breve si riprenderà."
Annuisco, guardo il viso pallido della mia piccola e lascio la stanza, sperando che Bruno riesca a farla reagire il prima possibile. Non è giusto... è tutta colpa mia!
"Michele! Come sta?" mi chiedono a raffica gli altri, facendomi agitare ancora di più, ammesso che questa cosa possa succedere.
"La volete smettere?" interviene di nuovo Serramanico, cercando di calmare gli animi e posando una mano sulla mia spalla. "Michè, siediti un attimo qui e cerca di calmarti, okay?"
Mi indica una sedia ed io mi ci siedo, perché riesco a stento a reggermi in piedi per quanto mi stanno tremando le gambe. Credo di sentirmi male. Veramente male.
"Michele, respira! Michele!" mi riscuote nuovamente Salvatore. "Guardame dint'all'uocchie, Michè! Guardame!" ["Guardami negli occhi, Michele! Guardami!"] mi dice facendomi girare il viso verso di lui. Respiro profondamente e dopo un po' mi calmo.
"Okay. Ora che sei un po' più tranquillo, riesci a dirci come sta Dora?"
"Bruno ha detto che ha soltanto avuto un... un calo di pressione dovuto alla notizia, ma che si riprenderà... in ogni caso mi sento male... è solo colpa mia!"
"Mi sembra di sentire lei, Michele! Anche lei diceva sempre questa frase!" dice Salvatore, che sembra davvero l'unico in grado di mantenere il controllo al punto da riuscire a parlare. Io ci riesco a stento.
Gli altri, invece, non ce la fanno a fare nemmeno quello ed è tutta colpa mia! In questo momento vorrei sparire... anzi, non: "Vorrei"!
Voglio sparire!
Dora
Riprendo lentamente il contatto con la realtà. Non mi sento più come un debole soffio d'aria. Sento il materasso che si trova sotto di me. Sento il lenzuolo che mi copre le gambe.
Sento una voce.
"Dora! Tesoro, come ti senti?"
"Ho un tremendo mal di testa... voglio alzarmi, ma non ci riesco, Bruno."
"Stai giù" dice lui, coprendomi con un braccio.
"Dove sono?" chiedo esitante.
Ho come la sensazione di essere già stata in questa stanza, ma non sono mai stata su questo letto.
"S-sei... nella sua stanza." risponde Bruno.
"E lui? Lui dove si trova, Bruno? Come sta?" gli chiedo in un sussurro.
"È qui fuori ed è preoccupato."
"Me lo portano via, Bruno, me lo portano via!"
"Calmati, cerca di non pensarci e di recuperare le forze. Hai avuto un calo di pressione. Vuoi che vada a prenderti qualcosa al bar dell'ospedale?" chiede premuroso mio fratello, accarezzandomi il viso.
"Non voglio niente, Bruno!"
Glielo dico molto piano e con voce stanca.
"Non puoi lasciarti andare in questo modo, piccola!" mi dice mio fratello.
"Io non vorrei, Bruno! Sai bene quanto amo la vita, ma non ce la faccio più a combattere... credimi, non ce la faccio più!"
"Allora pensa a quest'amore che provi per la vita e reagisci, piccola! Fallo anche per lui!"
"Per lui... che sta sacrificando la sua vita per salvare la mia!"
"A lui importa soltanto che tu stia bene, che tu sia tranquilla. Prima era qui e non faceva altro che andare avanti e indietro per la stanza, proprio come un..."
"Come un... che cosa, Bruno?"
"Come un pazzo, piccola mia! Come un pazzo!"
"No, no! Poverino, anche questo no! Povero Michele! Santo cielo, mio povero Michele" dico, iniziando a parlare a vanvera. Mi sento veramente malissimo, tanto che purtroppo non ragiono più.
"Tu lo ami, non è vero, Dora?"
Vorrei rispondere di sì e gridarlo così forte da farmi sentire anche da lui, perché non c'è più tempo per i segreti... ma la voce mi si spezza in gola solo al pensiero di cosa gli succederà quando finirà là dentro.
Bruno ha capito tutto. L'ha capito da molto, molto prima che io stessa potessi capirlo.
"Bruno! Vorrei vederlo, e poi questa è la sua stanza, non la mia!"
"Va bene, ora lo farò entrare" mi dice Bruno.
La porta viene aperta e poco dopo sento qualcuno avvicinarsi e due braccia avvolgermi, portandomi letteralmente in Paradiso.
"Sono qui, piccola! Sono qui..." dice sfiorando delicatamente la mia schiena e muovendo una mano su e giù.
"Michele... per questa notte... solo se vuoi... mi permetti di restare con te?"
"Cosa?"
"È l'ultima notte che potrò trascorrere con te prima che ti dimettano... e ti portino via!"
"Anch'io voglio trascorrere questa notte insieme a te..."

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