"61°: Il distruttore di donne [parte 1]"
Salvatore
Cosa diavolo ci fa qui Mattia?
"Che cosa vuoi? Cosa fai qui?"
"Cara principessa, sono venuta a salvarti da questo pazzo che ti ha aggredita!" dice indicando Michele e posando una mano sulla spalla di Dora. Lei urla appena lui la tocca, io corro nella stanza e lo tiro via.
"Se il mostro è Michele perché lei grida quando sei tu a toccarla?" gli domando ridendo.
"Lasciami... lasciami!" dice.
"Guagliò, je nun so Michele! Je t'arapo 'a capa si te permiette e t'avvicinà n'ata vota!" ["Ragazzo, io non sono Michele! Io ti spacco la testa se ti azzardi ad avvicinarti di nuovo!"] lo minaccio, sbattendolo contro il muro e bloccandolo.
"SALVATORE, LASCIALO!" grida lei, correndomi incontro.
"Visto? Lei mi difende." mi dice Mattia con un filo di voce.
"Tu stai zitto" lo minaccio.
"LASCIALO!" mi grida lei, tirandomi. "Non è degno neanche di questo! Non voglio che anche tu finisca in galera per colpa di una persona che... che non esiste!"
"Ti faccio vedere io se esisto o no, disgraziata!" le dice lui. Si libera un braccio, le prende un polso e glielo stringe forte.
"NON MI TOCCARE!" urla lei, colpendolo con molta forza su quella mano.
"Che c'è, piccolina? Ti sono piaciuto tanto, ma non lo vuoi ammettere davanti a loro?"
"IO TI FACCIO FUORI!" urlo mettendo le mani intorno al suo collo. "Prima di toccarla te la dovrai vedere con qualcuno che è fatto della tua stessa pasta!"
"Ti prego, fermati!" dice lei.
"Forse hai ragione, ragazzina. È un verme... e i vermi non devono essere toccati, perché provocano solo una cosa: disgusto!"
Lei cerca di non darlo a vedere, ma io leggo il terrore nei suoi occhi.
"In ogni caso a me ha fatto piacere rivedere la mia piccola! E ricorda una cosa, ragazzina: tra qualche giorno non rivedrai mai più il tuo Michele, perché sarà dietro le..."
"NOOOO!" grida lei, coprendosi le orecchie con le mani e dando calci alla porta, forse perché non vuole che Michele senta le parole di suo fratello.
Mattia si allontana trionfante. Forse avrei dovuto stringere di più per cancellargli quel ghigno idiota dal viso.
Quello che mi preoccupa adesso, però, è lo stato di quella ragazza. È accasciata sul pavimento, con la testa tra le mani, e non fa che piangere.
Vado verso di lei e cerco di farle togliere le mani dalla testa, ma quando la tocco lei diventa letteralmente di ghiaccio. Ritiro di scatto la mano e la vedo tremare come una foglia d'autunno. Lei ha paura perché Mattia è un uomo, è il suo incubo peggiore.
"Dora, sono io! Togli le mani, ti prego" dico.
Lei sposta le mani dalla testa e alza il viso.
"Non ti agitare, stai tranquilla. Non ti tocco" dico.
"Perdonami... è che... l-lui... lui è..." cerca di scusarsi, ma io la fermo.
"Piccola, stai tranquilla. È normale, credimi! Però adesso alzati e cerca di calmarti." dico.
Guardo i suoi occhi, gonfi e rossi di pianto.
"E se lui avesse ragione?"
"Ma neanche per sogno, piccola! Faremo tutto il possibile per evitare che succeda questo!"
"Spero solo che Michele non l'abbia sentito. Ci mancherebbe solo questo..."
"Non creno che l'abbia sentito. Tu hai avuto un tempismo perfetto quando l'hai bloccato!"
Lei cerca di tirarsi su, ma trema e non riesce ad alzarsi.
"Posso aiutarti?" le chiedo esitante.
Lei annuisce, io la tiro su e la vedo crollare e appoggiare la testa al mio petto. Lascio che pianga, che si sfoghi, perché so che ne ha un disperato bisogno. Le sfioro piano la testa con una mano e con l'altra la tengo tretta, anche se cerco di stare attento a non esagerare in questo perché ho molta paura che si spaventi.
"Se qualcuno ci vedesse non crederebbe ai suoi occhi, perché io non sono il tipo da abbracci e coccole" le dico ridendo, e vedo che le mie parole hanno l'effetto che speravo, perché lei, anche se in modo soltanto accennato, mi sorride.
"Sarà, ma sei molto meglio di certe persone che io conosco!"
Il suo tono di voce mi fa capire subito a chi sta facendo riferimento.
"No! Ti prego, non pensare a quel mostro!" le dico. "Loi non lo merita! L'hai detto tu stessa: per te lui non esiste!"
"Lo so che sono incoerente se penso a lui dopo aver detto questo, ma mi fa rabbia il fatto che lui arrivi persino a prendersela con la sua famiglia per ottenere ciò che vuole al momento... per uno stupido capriccio... te ne rendi conto?"
La guardo e mi sento malissimo, perché capisco che le sue parole sono riferite alle intenzioni che ha Mattia nei confronti del povero Michele.
"Ti riferisci alla storia della denuncia?"
"Proprio a quello! Se funzionasse con l'ergastolo forse sarei un pochino più tranquilla... perché potrei pensare di poter fare qualcosa."
"Fino al giorno in cui gli daranno la condanna, ammesso che quel giorno debba arrivare, non dobbiamo perdere le speranze. È chiaro? Finché c'è vita c'è speranza, questo non devi mai dimenticartelo!"
La guardo. Lei sembra convinta, ma non fino in fondo. Beh... alla fine per convincerla a dovere dovrei essere il primo ad essere convinto di quello che dico.
"Ti accompagno a casa?" chiedo.
"Vorrei restare con lui, ma per come sto non gli sarei di sicuro d'aiuto!"
"Allora ci conviene andare" le dico.
"Aspetta..." mi dice lei. Torna indietro, appoggia la mano destra sul letto sul quale è disteso Michele, gli tocca la mano e dice: "Allora ci vediamo domani, okay? Ciao Michele!"
La guardo e sorrido, perché questa ragazzina è la tenerezza.
Se questo sentimento avesse un volto, sarebbe il suo.
La vedo tornare dove ricorda che sono io e recuperare la sua guida, ma le sue mani tremano e non riesce a tenerla a dovere.
"Vieni, ti aiuto io. Non sono un granché, ma almeno faremo prima" le dico.
Prendo la sua mano e iniziamo a camminare, ma di colpo un urlo squarcia il silenzio e lei s'irrigidisce. Anch'io mi blocco di colpo.
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