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"60°: Semplicemente... NO!"

Dora
Da quando Michele mi ha dato quel bellissimo segnale io cerco di stare il più a lungo possibile vicino a lui. Ho imparato la strada fino all'ospedale, ma cerco di non andarci mai da sola. Ho sempre paura di scontrarmi con Mattia. Spesso viene a prendermi Angela. Io e lei abbiamo stretto amicizia perché siamo legate da qualcosa di terribile, ma anche da un'altra cosa, molto più bella.
Anche oggi, a distanza di tre giorni, stiamo andando là. Il dottore dice che Michele sta migliorando inquanto ai movimenti del corpo e questo è indice di un rapido recupero.
Non vedo l'ora di sentire la sua voce... ma ho anche paura che questo recupero possa essere un problema. Se Michele venisse dimesso subito finirebbe in prigione. Se lui finisse dentro rischierebbe la condanna al massimo della pena ed io non voglio perderlo!
Non voglio perderlo, perché sarebbe davvero ingiusto e, forse egoisticamente, lo vorrei sempre al mio fianco.
Angela viene a prendermi, come al solito, e ci dirigiamo insieme verso l'ospedale.
"La sai una cosa? Tu sei il miracolo di Michele!" dice.
"Cosa sono io?"
"Il miracolo di Michele! Sai, i dottori erano molto scettici. Credevano che lui non ce l'avrebbe fatta. Invece tu hai creduto in lui e l'hai portato a credere in se stesso e nelle sue forze, e lui ce l'ha fatta!"
"Forse... ma dopo? Cosa succederà dopo?"
"Non lo so, ma se lui ha voluto proteggerti e mettersi in pericolo io sono sicura che ci sia una ragione. Michele non si fida facilmente delle persone e tu la sua fiducia te la sei conquistata. Sei riuscita a farlo aprire fin dall'inizio. Lui è buono con tutti, ma si apre con pochi, e tra quei pochi ci sei tu. Te ne sarai accorta, Dora."
"Certo che me ne sono accorta, perché io sono proprio come tuo fratello. Non mi apro facilmente e ti assicuro che avevo paura di lui quando mi ha presa... ma ho cambiato subito idea, perché lui non mi ha mai fatto del male!"
"E Mattia?"
"Mattia? Quando eravamo bambini si comportava come un amico, almeno al principio... ma si rivelò quando avevo sei anni. Si rivelò come il mostro che era!"
Angela mi stringe la mano.
"Povero tesoro! Non posso darti torto, lo sai? Mattia ha un viso angelico e un animo del tutto sporco..."
Arriviamo all'ospedale e ci accoglie Salvatore. Angela non si spinge più di tanto. Io, dal canto mio, gli getto le braccia al collo e fortunatamente lui mi ricambia.
"Su, venite!" dice Salvatore.
Entriamo e i medici ci fanno accedere alla stanza.
"Gli hanno tolto il respiratore, perché ha ripreso a respirare in maniera normale. Non ha più alcun bisogno di un respiratore" dice Serramanico. Sembra felice, talmente felice!
"Non ci posso credere!" esclamo.
Corro dentro e Salvatore mi fa avvicinare. I suoi movimenti sono precisi, la sua presa calda e stretta.
"Puoi toccarlo, adesso. Puoi cercarla da sola la sua mano. Adesso gli hanno tolto i tubi dalle braccia, oltre al respiratore!"
Tasto il materasso e quando trovo quella mano che mi è tanto cara, finalmente libera dai fili, porto l'altra mano al cuore, che batte forte.
"Ciao Michele" dico con un filo di voce. Non sono triste. Non ora che so che lui mi sente, reagisce! "Visto che puoi stringermi la mano... fallo due volte per rispondere di no e una per rispondere di sì. D'accordo?"
Lui stringe una volta la mia mano.
"Hai dolore da qualche parte?"
Lui stringe una volta la mia mano.
"Al petto, vero?" chiedo ancora.
Una stretta.
"La sai una cosa, Michele?"
Prendo un respiro profondo prima di continuare.
"Non vedo l'ora di parlare di nuovo con te, di sentirti parlare di nuovo... perché ti devo chiedere perdono e vorrei... che mi rispondessi..."
Lui stringe due volte la mia mano, con forza.
No? Perché no?
"Perché no, Michele? Se tu sei là è per..."
Lui stringe due volte la mia mano. Un bel modo per mettermi a tacere! Di sicuro migliore di quello verbale, che però lui non ha mai tirato fuori, almeno con me.
No! Lui continua a dirmi di no. Forse è convinto che non sia stata colpa mia, come lo sono i suoi e i miei familiari, come lo è Salvatore.
"Hai visto? Te l'ha detto anche lui che tu non hai colpa!"
Salvatore è sempre rimasto là. Mi ha sentita e l'ha visto muovere la mano per stringere la mia a seconda di quello che gli dicevo.
"Questa ragazza è molto testarda., non è vero, Michele?"
Una sola stretta di mano.
Beh, non è che io possa dargli torto. In fondo sono nata sotto il segno dell'ariete, il segno che si contraddistingue proprio per la testardagine, ed io non so se questo sia da definirsi un pregio, un difetto o entrambe le cose. Fatto sta che mi viene da ridere. Lui mi fa ridere anche quando parla senza usare la voce, perché è questo che vuole ottenere da me.
Sono felice, perché lui parla a modo suo. Mi accarezza il dorso della mano con il pollice.
Certo, può fare solo piccoli movimenti, ma a me va bene così.
È già qualcosa.
Insomma: poteva anche restare in quel letto per sempre... solo che sarebbe stato ingiusto.
"Sei contenta?"
"Non puoi immaginare quanto, Salvatore! Non puoi immaginare quanto!" esclamo. Sono al settimo cielo ed era da un bel po' che non mi sentivo così.
"Beh, mi auguro solo che questa felicità sia duratura, principessa!" dice una voce alle mie spalle.
Divento letteralmente di ghiaccio! Cosa fa qui Mattia?

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