"59°: La forza dell'amore"
Dora
Il dottore mi ha chiesto di uscire per visitare Michele. Io non faccio altro che tirarmi forte le dita: sono nel panico!
"Ehi, ehi, ehi, piano! Michele ha reagito a degli impulsi e questo di sicuro è un buon segno, piccola!"
Salvatore è vicino a me e sta facendo tutto e il contrario di tutto per tranquillizzarmi. È dolcissimo.
Ha perso quella corazza fredda, dura, cinica e distaccata. Mi ha mostrato la sua vera natura.
"E se invece fossero soltanto degli spasmi e indicassero qualcosa di negativo? Santo cielo, ho tanta paura! Perché il dottore ha voluto allontanarci dalla stanza?"
"Perché lo vuole vedere da solo. Vuole vedere se continua a reagire agli stimoli o se si è trattato solo di un episodio."
La tensione sale. Perché il dottore non si decide ad uscire da quella dannata stanza? E poi... se Michele dovesse riprendersi, cosa potrebbe accadergli dopo?
"Dora, il dottore è arrivato!" Salvatore mi riscuote dal mio groviglio di pensieri e sento per la seconda volta la voce di quel medico al quale Bruno ha affidato il caso di Michele quando è arrivato qui.
"Ragazzi, i movimenti che ha compiuto Michele sono un ottimo segno... il suo corpo non è ancora pronto ad un completo risveglio, ma si sta preparando. Michele ha ricevuto un aiuto dall'alto, perché la sua era una situazione molto complicata, ve l'assicuro!"
"Quindi... Michele si riprenderà a breve?" chiedo.
"Esatto, Dora. Il fatto che abbia compiuto dei movimenti quando gli hai parlato vuol dire non solo che ti sente, ma anche che si sta riprendendo" spiega. "Vedrai che a breve potrete anche dialogare, puoi credermi!"
Il dottore sta per andarsene, ma io mi alzo e scatto in avanti. Per fortuna Serramanico mi blocca, perché ho rischiato di andare a sbattere contro la porta della stanza in cui si trova Michele.
"Dottore... ma verrà dimesso subito?" chiedo.
"No, Dora. Dopo il risveglio il recupero è piuttosto lento" risponde il dottore, con voce affranta.
"Ah... capisco" sussurro.
Cerco di dissimulare, ma se lo tengono qui ancora un po' sono contenta, perché questo ci darà più tempo per fare qualcosa. Lui non deve finire in prigione ora che il pericolo del proiettile sembra scampato!
"Salvatore... potrei parlarti un momento?" gli chiedo.
"Certo." risponde lui. Per fortuna mio fratello è in pausa, quindi può fare da guardia alla porta di questa camera. Mattia non deve avere la possibilità di avvicinarsi a Michele ora che sembra che la situazione sia un pochino meno drammatica.
Quando usciamo io getto le braccia al collo di quel pazzo che mi risulta anche simpatico!
"Sono contenta, tanto contenta! Lui sta bene!"
Salvatore ricambia il mio gesto e mi bacia sulla guancia. Anche lui mi sembra contento.
"Era per questo che volevi che uscissimo, non è vero, piccola?"
"Esatto! Penso che il dottore sarebbe rimasto sorpreso se mi avesse vista felice anche per il tempo extra che Michele trascorrerà qui" gli rispondo.
"Dora, le cose si stanno mettendo meglio. Dobbiamo approfittare del vento in poppa, usare tutta l'energia positiva... solo in questo modo potremo sperare di aiutare Michele anche per quell'altra questione, che tra l'altro non sta né in Cielo né in terra..."
"Se solo il giudice ti somigliasse almeno un pochino avremmo più speranza di fargli capire che Mattia ha raccontato le cose al contrario!"
"Ma no! Povero Michele! Se il giudice fosse come me all'inizio starebbe peggio! Anch'io ti ho detto cose orribili... non voglio nemmeno pensarci, ma più ti guardo, più mi ricredo su tutte le cose che ho detto..."
"Ma io parlo di quello che sei, non certo di quello che eri!"
"Senti un po', piuttosto... a quando i confetti?"
Le sue parole mi sorprendono: ma di che parla?
"Quali confetti?"
"Non mi vorrai mica dire che tutto quello che hai detto prima a Michele te lo sei inventato al momento?"
"No. Non ho inventato proprio niente!"
"Ecco, appunto! Lo so io cos'è questa cosa che stai provando."
"Allora me lo puoi spiegare?"
"Tu ti sei presa una bella sbandata per Michele! Anzi, no! Non è una sbandata! Tu ti sei proprio innamorata di lui!"
"Innamorata? Io?"
"Parli come se fossi un'extraterrestre, non una donna come le altre!"
"Ma la mia presenza gli è stata imposta, e poi io ho più difficoltà nel rapporto con le persone e gli oggetti, perché non posso vederli... metterei in difficoltà anche lui!"
"Non venirmi a raccontare certe cose, perché non ci credi neanche tu, ragazzina sensibile!"
"Che? Ragazzina sensibile?"
"Forse hai ragione... IPERSENSIBILE! Comunque il tuo problema non sono gli occhi, né tantomeno il fatto che Michele ti abbia tenuta con sé perché Mattia gliel'ha imposto. Tu hai semplicemente paura di quello che provi, perché sono sensazioni nuove e travolgenti!"
Faccio un passo indietro. Le mani del ragazzo sono intorno alla mia vita, perché lui teme di farmi cadere.
"E... e se lui non volesse? Se io perdessi del tutto il controllo di me stessa, che già di suo è scarso? Io quando sogno volo molto in alto, purtroppo, e questa mia caratteristica mi mette paura!"
"Se tu vedessi in che modo ti guarda quel ragazzo capiresti che ti stai solo fasciando la testa, non sapendo che cadrai sul morbido e non ti farai nulla..."
"No! Sul morbido temo che non ci cadrò a prescindere, perché me lo porteranno via!"
"Senti, va bene che molti maniaci hanno la faccia angelica e un atteggiamento gentile... ma lui no. La sua faccia è lo specchio del suo essere. Appena ti guardavo un po' più a lungo lui mi fulminava con lo sguardo. Durante le corse in auto vi guardavo con la coda dell'occhio e vi ho sempre visti con le mani intracciate. Lui voleva darti coraggio!"
Mi accarezza la guancia, delicatamente.
"Dovrei andarci io in prigione, perché forse non ho mai fatto fuori un'altra persona, però ho estorto denaro, barattato la sicurezza di altre persone... mi sono fatto strada con minacce e, a volte, violenza. Io dovrei andare dietro le sbarre, non certo Michele!"
Gli faccio segno di no con la mano. Non si è comportato da santo... piuttosto da Mammasantissima, uno di quei Boss dei film ai quali la gente si rivolge perché dia protezione o risolva questioni come quella di un usuraio. Io lo so, perché ha salvato Angela, Teresa e anche me... e poi sta lottando al mio fianco per Michele. Non ho bisogno di nessun'altra dimostrazione... lui me ne ha date abbastanza.
"Non dire così. Tu non sarai un santo, ma non sei un mostro!"
"O forse tu sei troppo buona... tu e lui vi siete trovati... lui un giustiziere, tu una crocerossina..."
"Crocerossina?"
"Certo! Hai drenato l'emorragia di Michele in tempo di record, ti preoccupi di tutti, ma non di te stessa, la definizione di crocerossina mi sembra proprio quella che ti si addice di più."
Gli sorrido, perché ricordo una cosa che mi disse proprio Michele meno di un mese fa.
""Se dovessi farmi curare da qualcuno, quella persona saresti proprio tu"!"
"Ehi! Dora, ti senti male?" mi chiede Salvatore, posando le mani sulle mie spalle e scuotendomi per destarmi dal mio flashback.
"Sto bene... ma mi è tornata in mente una cosa" dico sinceramente. "Il fatto è che... proprio prima di quella notte maledetta Michele si era ferito a un dito perché mi stava plasmando delle lettere in nero fatte in rilievo. Stava intagliando una scatola di legno per crearle e si è schiacciato un dito con un martello. Io mi sono sentita in colpa e lui ha voluto che fossi io a curarlo... perché non mi sentivo neanche in grado di fare questo... e appena ho finito lui mi ha detto che se si fosse trovato a scegliere da chi farsi curare una ferita... quella persona sarei stata io!"
"Certo che Michele sa come risollevare l'autostima!" dice sorridendo.
"È un altro motivo per il quale ho paura."
"Perché, piccola?"
"Per Angela... io ho l'autostima fragile, ma lei sta anche peggio di me..."
Lui s'irrigidisce. Ho come la sensazione che lui sappia molto bene cos'ha passato Angela.
"Ehi! Ci sei?"
"Sono qui, stai tranquilla. Ma tu come sai cos'ha fatto quel disgraziato ad Angela?"
"Beh... ecco... non so perché, ma è stata lei a raccontarmelo."
Lui s'irrigidisce ulteriormente. Ripenso a quando ha detto che Angela gli ricordava sua sorella, non perché l'avesse conosciuta, ma perché aveva una storia analoga.
"Ti fa soffrire tanto l'idea che tua sorella possa aver subito tutto questo?" chiedo.
In realtà è una domanda retorica, ma la sua risposta non è verbale. Lui crolla, appoggia la testa sul mio petto e lo sento tremare leggermente. Fino a poco fa è sempre stato lui a confortare me, almeno da quando è successa quella cosa a Michele.
Ora tocca a me.
"Salvatore! Eri troppo piccolo, in ogni caso non avresti avuto la possibilità di fare niente per quella ragazza!"
"Forse, ma una volta cresciuto potevo cercarla, proteggerla, e non l'ho fatto!"
"Se c'è una cosa che la vita mi ha insegnato è che si può rimediare quasi a tutto... ed io sono sicura che tu possa farlo. L'amore può curare le ferite che il tempo non guarisce..."
"E come potrà curare quelle di Angela?"
"Non lo so, ma so che accadrà."
"E come lo sai, scusa?"
"L'amore ha una forza che noi possiamo sognare, ma non possiamo avere."
"E tu credi che basti?"
"Naturalmente!"
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