"58°: Io non so cosa sia questo... ma lo amo"
Dora
Altre due settimane. Altre due settimane in cui ho solo ricordato quella voce, che ha il potere d'incantarmi completamente. Altre due settimane in cui i medici hanno continuato a ripetere che Michele è stabile, ma per qualche motivo non può ancora risvegliarsi. Altre due settimane in cui mi chiedo se sia positivo o meno che resti in questo stato.
Insomma: se lui si sveglia e lo dimettono nel giro di qualche giorno lo sbatteranno in prigione. Christian, Bruno, Salvatore e gli altri stanno facendo di tutto per aiutarlo, ma non c'è nulla da fare. Quel tizio sembra essere stato un testimone oculare di quello che ho subito, ma sembra aver visto le cose al contrario, perché continuo a ripetere con insistenza che non è stato lui.
Non è stato Michele. Lui non mi avrebbe mai toccata, non in quel modo... non per quello.
Mi sento come nel mio sogno... quel sogno in cui continuo a gridare che i poliziotti stanno "giustiziando" la persona sbagliata, che non è lui, ma l'unico a sentirmi è Mattia, che non ritirerebbe quella maledetta denuncia neanche con una pistola puntata alla tempia come quella che ha utilizzato per terrorizzare me.
Vado regolarmente da lui, gli parlo e tengo stretta la sua mano tutto il tempo che mi è permesso di stargli accanto.
Bruno e Salvatore si alternano per fare la guardia.
Il dottore che lo sta curando ha detto che Michele non deve assolutamente agitarsi e che possono vederlo solo le persone che gli sono strettamente legate. Mattia, forse proprio per agitarlo, ha provato varie volte ad entrare, per questo Bruno e Serramanico, a turno, si mettono a sedere davanti alla sua porta. Quando vede che sono io Salvatore mi accompagna personalmente fino a quel letto sul quale lui giace inerme da un tempo che, ormai, mi sembra infinito.
Anche oggi andrò da lui. Ho ricominciato la scuola, ma non credo che reggerò a lungo.
La professoressa di spagnolo, ieri, è venuta da me e mi ha detto che questo non è il momento per prendermi anche il peso dello studio. L'anno, in fondo, è quasi finito... ma lei capisce. Un altro paio di insegnanti, però, sembra non capire. Magari con i voti me la cavo, ma loro dicono che sto marciando troppo sulla storia di Michele. Una volta Bruno si è arrabbiato tantissimo quando il mio insegnante di biologia ha detto questa frase per il fatto che mi vedeva sempre immobile e silenziosa, come se avessi la testa da un'altra parte. Le sue parole, per l'esattezza, sono state: "I ragazzi hanno sempre una scusa per avere la testa da un'altra parte."
Bruno è entrato proprio in quel momento. Da un po' viene a prendermi in classe, perché sto sempre male.
"Se lei il mio amico in ospedale la chiama "la solita scusa", è meglio andare subito via, altrimenti in carcere ci andrò a finire io per disturbo alla quiete pubblica, perché le distruggerò la classe!"
Sono andata da lui di corsa, a momenti dimenticavo anche la cartella, e lui mi ha portata via. Quel giorno non sono neanche riuscita a versare lacrime. Ormai sembra che nemmeno quello mi possa essere più d'aiuto per alleggerirmi dal peso che sento gravarmi sulle spalle. Tra incubi, frasi idiote di qualche insegnante e notizie sempre uguali, ho tirato avanti fino ad ora e temo che continuerò così.
Ora sto andando in ospedale. Non me ne importa più niente degli altri posti. Non riesco nemmeno ad andare vicino al Mare con Pegaso e quando non c'è nessuno che possa accompagnarmi chiamo un taxi e ci arrivo con il bastone bianco... non potrei lasciare da solo Pegaso.
Ci arrivo. Conosco a memoria la strada per arrivare a quella stanza, ormai. Sfioro le porte una per una, fino ad arrivare all'ascensore, poi arrivo al terzo piano e ricomincio a contare le porte tastandole una per una. Riconosco la sua perché tocco una sedia.
"Ciao principessa!" mi dice Salvatore per poi alzarsi ed afferrare la mia mano. Ora il contatto fisico con lui m'imbarazza, ma non più di tanto e non mi spaventa come faceva prima. "Michè! Guarda chi ti è venuto a trovare!"
Anche lui parla sempre con Michele e questo mi riempie il cuore di gioia. Anche lui crede che Michele possa sentire cosa gli si dice anche se è in quello stato.
"Ciao Michele" dico quando Salvatore mi aiuta a prendergli la mano. "Spero ti vadano bene le cose... dovunque ti trovi. Però mi manchi tanto... davvero tanto..."
"Bene. Io resto qui fuori, in modo che non entrino persone indesiderate." dice Salvatore.
Lo sento chiudere la porta. Mi sento in imbarazzo, anche se lui non può rispondere.
Anzi, forse è proprio questa la ragione per cui mi sento in imbarazzo.
"Michele... posso farti una confidenza? Se vuoi, e se riesci, muovi anche di poco un dito... uno solo." gli dico.
Lo sento stringermi la mano, e anche abbastanza forte. Lui non è totalmente addormentato. Almeno la mano si muove! Almeno quella!
"Io non so cosa mi succede con te... ti ricordi che te l'avevo detto una volta? È ancora vero, ma di qualunque cosa si tratti, credimi, vorrei che non finisse mai... perché mi sento viva... mi sento bene!"
Mi fermo, stringendogli di più la mano.
"Tu lo sai cos'è questa cosa? Lo sai cos'è questo?" chiedo, avvicinandomi a lui e facendogli posare la mano sul mio cuore, anche se cerco di stare attenta a non muovere i tubi e le flebo che lo ricoprono quasi completamente. "Lo sai cos'è?"
Mi sento tirare leggermente il tessuto della maglia, ma è una sensazione che ho solo perché mi concentro su quello che fa lui visto che sono movimenti minimi.
"Lo sai perché la mia faccia diventa un lanciafiamme quando sono con te?" gli chiedo.
Mi abbasso di più, facendo scontrare il mio viso con la sua mano. Ho come l'impressione che lui muova le dita sulla mia guancia, anche se il movimento è minimo come lo era prima. Pochi millimetri e basta, ma lui lo fa e questo mi fa sentire bene.
"Io non so cosa sia questo. Non so perché quando sono accanto a te mi sento in questo modo. Non so perché quando mi ritrovo ad abbracciarti non vorrei smettere di farlo. Non so perché ho pensato spesso che se questo vuol dire sequestro vorrei che tu restassi il mio sequestratore... So solo che ha a che fare con te. Solo questo... e se tu ti spegnessi io mi spegnerei con te all'istante, te lo giuro! Forse non fisicamente, ma mentalmente sì."
Lo sento muovere la mano sul mio viso, compiendo movimenti più ampi. Ricopre completamente la mia guancia e riesce anche a tirarmi leggermente a sé, come se volesse darmi un bacio sulla guancia. Come se fosse davvero sveglio...
"Oh mio Dio, Michele! Michele!" dico, quasi senza respiro. Era da tanto che lui non mi dava nessun segno che io fossi in grado di percepire, e ora me ne ha dati tre in un colpo solo! Lui mi sente, anche se non può parlare!
La porta si apre di colpo e qualcuno mi scuote leggermente per le spalle, facendomi sussultare.
"Dora, sono io! Cosa succede?"
"Guarda... guarda!" dico. "Guardagli la mano!"
Lui sembra sorpreso dal movimento circolare delle dita di Michele sul mio viso.
"Non ci posso credere!" esclama Salvatore. "Io vado a chiamare il medico, okay? Tu rimani qui con lui..."
Lo sento uscire di corsa. Tocco quella mano che mi sta accarezzando e i miei occhi sono pieni di lacrime.
"Grazie Michele!" dico.
Non so nemmeno perché gli sto dicendo questo. So solo che gli sono grata, che lui, in questo momento, è stato in grado di portarmi in Paradiso.
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