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"39°: L'altra faccia della medaglia!"

Angela
Il modo in cui ho saputo che Mattia vuole approfittare dell'incoscienza di Dora è piuttosto singolare. L'ho sentito parlare con il famoso tizio con il cappuccio grigio che gli copriva metà del volto.
Ho cercato di fermarlo, ma lui per tutta risposta mi ha picchiata, come ha fatto un anno fa. Per fortuna il tizio con il volto coperto da quello strano cappuccio mi ha salvata dalla sua ira tirandogli un pugno sul volto.
Ripenso al viso pallido di mio fratello. Forse si è sentito male ed io, con le mie eclatanti notizie, ho aggiunto una preoccupazione alle tante che lui già ha per conto suo.
Io, Tommaso e Teresa ci dirigiamo velocemente verso l'ospedale.
Per fortuna ci arriviamo nel giro di qualche minuto. Peccato che anche Mattia sia già arrivato. Lo vedo fissarmi in cagnesco e ricordo quello che è successo durante quella maledetta notte.
"Bene... vedo che gli schiaffi non sono serviti a raddrizzarti" mi dice avvicinandosi al mio viso e parlando a denti stretti. Il suo respiro, a contatto con la mia pelle, è bollente e temo che con quello e con il suo sguardo lui sia capace di ridurmi in cenere in pochi secondi. "Vieni Angela, vieni! Ora giochiamo un po', che te ne pare? Vedrai che le mie idee ti piaceranno!"
"Conosco le tue idee. Non mi toccare!" gli dico, dibattendomi. "Mi fai ribrezzo, lasciami stare!"
"Ma che caratterino che ha mia sorella!"
Vengo presa da una rabbia cieca e prendo a colpirlo sul petto con i pugni, sperando di fargli molto male. Almeno la metà di quanto me ne ha fatto lui la notte del mio compleanno.
"ADESSO SONO TUA SORELLA, DISGRAZIATO! L'ANNO SCORSO MICA CI PENSAVI MENTRE MI TOGLIEVI TUTTO!" grido.
Mattia non ha alcuna reazione.
Vigliacco! Ora che c'è la guardia dell'ospedale fa il bravo bimbo!
"Ehi! Ferma, ferma!" dice una voce familiare.
Vengo tirata indietro con forza. Il ragazzo che mi ha trascinata via è quello che mi ha salvata da lui poco fa.
"Ma che fai? Vuoi finire dentro?" chiede.
"Questa cosa ti costerà cara, Angela!" mi dice Mattia con quell'odiosa e stridula risata.
Se ne va immediatamente e il ragazzo mi fa girare, con delicatezza.
"Ma tu chi sei? Hai il dono dell'ubiquità? Come fai ad essere sempre dove sono io e salvarmi? Mi stai seguendo?"
"Non sono una persona molto raccomandabile."
"Beh, almeno hai la decenza di dirlo direttamente..."
"Però, anche se ho sbagliato in certe cose, non mi sarei mai azzardato a fare questo ad una ragazza." dice facendo un movimento con la mano destra per fingere di dare uno schiaffo. "Purtroppo con Dora mi sono fatto trasportare dall'ira per una cosa che mi ha detto e anche dalla tentazione di scoprirla... ma me ne sono pentito nell'immediato."
"E cos'è che ti ha portato a pentirti, signor Sconosciuto?"
"Io e Michele ci siamo scontrati. Lei ci ha fermati e quando me ne sono andato l'ho vista gettarsi a terra, accanto a lui, e cercare di curare le ferite che gli avevo provocato. È stato questo a farmi pentire di quello che le avevo fatto e di quello che volevo farle..."
"Ragazzi!" Teresa e Tommaso, che evidentemente mi avevano persa di vista tra la folla e le varie ambulanze, ci raggiungono. "È meglio che andiamo noi a vedere Dora..."
Teresa si blocca non appena vede il ragazzo ed abbassa il viso.
Salvatore
La ragazzina che Mattia ha aggredito abbassa lo sguardo non appena mi vede. Credo di averla spaventata per come mi sono rivolto a lei la volta scorsa. Non so perché cerco di spaventare chiunque mi si presenti, ma so per certo che non sono tanto cattivo come sembro. Sono un disastro... una persona che può essere tutto, fuorché raccomandabile... ma in fondo anch'io ho un cuore ed è bastata la tenerezza di una ragazzina che è dietro quel pesante portone.
Ripenso al ragazzo dagli occhi verdi, che è di sicuro un bravo ragazzo, ma ha seguito un corso di sopravvivenza attraverso la sua stessa vita.
Si è ritrovato a sequestrare una ragazza perché non lo facesse quello scapestrato del gemello, che con le donne è un mostro. Persino peggio di me... anche se io, oltre a delle strette eccessive, con le donne non ho usato violenze. Di sicuro non ho agito come lui: non ho usato i ceffoni.
E la ragazza che ora ho di fronte, Angela, per me non è una persona qualsiasi. La amo, ma non come è intesa di solito la parola. La amo, come si può amare una sorella minore. Purtroppo non ho mai conosciuto mia sorella. Mio padre l'ha  abbandonata... e mia madre non avrebbe mai potuto aiutarla, perché purtroppo non è sopravvissuta ad un malore che era sopraggiunto durante il parto. Forse, in fondo, è stato meglio. Mio padre avrebbe odiato quella bambina... ma lei non aveva alcuna colpa. Non ha chiesto lei di venire al mondo, e ancor meno che accadesse qualcosa di simile alla mamma. Come avrebbe potuto volere questo? I bambini appena nati non sanno cosa sia la vita, figuriamoci come potrebbero conoscere quello che viene dopo!
Forse è anche per questo che stimo tanto Michele. Mi sono informato, perché questa è una delle cose che fanno "quelli come me" come si suol dire. Angela non è la sua sorella minore. Non a livello biologico, almeno.
Sembra che la pecora nera della famiglia sia Mattia, che mi conosce. Io mi sono fatto strada. In modo sbagliato, però l'ho fatto... ma voglio che questo mio sbaglio sia utile a quei due ragazzi, specie a lei: alla ragazzina bruna.
Teresa
Io e Tommaso entriamo. Per fortuna ci hanno riconosciuti... Bruno ha allertato le guardie, facendo capire loro chi far entrare nella camera di Dora e chi no.
Quando entriamo lei è sdraiata su un lettino, pallida come sempre e con gli occhi chiusi... anche se questo non è un dettaglio di chissà quale grande rilievo, perché lei, forse senza neanche rendersene conto, tiene molto spesso gli occhi chiusi. Ora come ora, però, qualunque cosa fuori posto mi mette paura.
"Dottore..." dico a bassa voce, vedendo un uomo che indossa un ampio camice bianco e le sta controllando, probabilmente, i parametri vitali. "Come sta?"
"Stazionaria" risponde lui, tristemente. "I parametri sono buoni... ma per qualche motivo lei non vuole svegliarsi e reagisce solo a degli stimoli specifici. Per esempio muove la mano quando il ragazzo che di solito viene a vedere come procede gliela stringe."
"Com'è questo ragazzo?" chiedo, immaginando chi potrebbe essere.
"Un ragazzo riccio. Capelli color castano chiaro e occhi verdi, molto profondi... un viso angelico."
"Michele..." sussurro, stringendo forte la mano di Tommaso.
"Ha detto di essere il suo ragazzo." spiega il dottore.
Forse l'ha fatto perché c'è stato un giorno in cui non volevano farlo entrare, o forse perché non voleva destare sospetti e permettere ai medici, agli infermieri o agli inservienti di farsi domande sul come e il perché delle sue quasi assidue visite. Dico: "Quasi" per il semplice fatto che l'unico giorno in cui non verrà a vederla sarà questo poiché si è sentito male.
Dora
Da qui si sente tutto... ma sono chiusa in una specie di struttura di forma cubica. Ho percepito il malessere di Michele e mi sento in colpa... ho sentito Angela dire a Michele che Mattia voleva venire qua, per aiutarmi... ho sentito che Serramanico ha salvato sia lei che Teresa da quel mostro. Ho sentito anche Michele che, il secondo giorno, ha dovuto dire al dottore di essere il mio ragazzo.
Stava per raggiungermi, lo sapevo, ma l'uomo che ora è con me nella stanza l'aveva fermato dicendo: "Ehi, aspetta, ragazzo! Dove vai?"
Lui ha risposto dicendo che voleva vedermi e il medico ha detto: "Sei un suo parente?"
"Ecco... il fatto è che... io..."
"Mi dispiace, ma non posso farti entrare!"
"Sono il suo ragazzo!"
Mi è sembrato che il tizio ci stesse pensando.
"Va bene, entra pure a vederla, ma posso darti un massimo di cinque minuti." ha detto infine, sempre con un tono perentorio.
Ogni volta che la sua mano si unisce alla mia il massimo che posso fare è chiuderla e stringerla, perché non riesco a trovare vie d'uscita da questa struttura... e forse sono proprio i miei demoni ad impedirmi di farlo. Infatti ogni volta che mi avvicino ad un punto dal quale proviene un intenso calore, sento le voci di quel sogno... e visto che qui posso persino vedere, assisto alla stessa scena, ma come testimone.
In quei momenti non riesco a fare nulla, nemmeno a gridare... perché è la me che vedo da qui a farlo per me e purtroppo nessuno la sente o forse, all'inverso, tutti quelli che sono là insieme a lei fingono di non sentirla.
Il lato positivo, però, è poter scoprire chi è veramente cattivo... per esempio Serramanico non lo è, mentre Mattia non si è mai smentito e forse non lo farà mai.

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