"30°: Notizie e segnali"
Dora
È mattina presto. È da un mese che ci tocca alzarci prima dell'alba.
Andiamo a vestirci uno alla volta per poi ritrovarci in soggiorno.
"Pronta?" mi chiede Michele.
"Pronta!" rispondo. Fisicamente, certo... ma moralmente direi proprio di no e lui lo capisce.
Mi accarezza la guancia destra, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e lo sento sospirare amaramente. So che anche lui soffre, per questo non avrei voluto che si rendesse conto del mio stato emotivo... ma non ho potuto fare niente: lui se n'è accorto.
Il suono di un clacson mi fa sussultare. Cinque tocchi. Due lenti e tre rapidi. È lui: è Serramanico!
Sembra un nome tipico di uno dei bravi di don Rodrigo, ma incute comunque timore. O forse è proprio questo il motivo per il quale mi spaventa tanto.
Michele mi prende la mano e mi porta con sé aiutandomi ad evitare gli innumerevoli chiodi che sporgono dal pavimento. Per quelli, purtroppo, non abbiamo potuto fare un granché.
"Stamme ccà, Serramà!" ["Siamo qui, Serramanico!"] dice Michele appena usciamo.
Ormai loro parlano quasi esclusivamente in lingua. Michele è di poche parole e lo stesso vale per Serramanico che, però, parla in un modo che mette molta più paura di quanto sia lecito. Spesso dice delle frasi che ti fanno crollare qualsiasi certezza esistente, per quanto piccola essa sia. Credo sia un linguaggio che usano tipicamente quelli come lui.
Quando arriviamo dopo una corsa sfrenata, infatti, Serramanico ferma Michele e gli dice: "Michè, a fà l'eroe se perde 'a capa! O te truove cu 'nu colpo 'n fronte o cu 'na corda attuorno 'o cuollo!" ["Michele, facendo l'eroe si perde la testa! Puoi trovarti con un colpo in fronte o con una corda attorno al collo!"]
"Eh, pure a fà chello ca faje tu, però!" ["Certo, anche facendo quello che fai tu, però!"] salta su Michele, con una nota d'ira.
"Però... è 'na bella piccerella, eh?"
["Però... è una bella ragazzina, eh?"]
Serramanico mi tocca il viso, delicatamente, ma è un tocco diverso: ruvido.
Non per la sua pelle... è la delicatezza ad essere finta. Lui scende ancora giù, fino alla mia spalla sinistra, ed io divento rigida.
"Statte fermo!"
["Stai fermo!"]
Michele sfiora la mia spalla e porta Serramanico a spostare la mano dal mio corpo.
"Eh, e comme ce tiene!" ["Ehi, quanto ci tieni a questa ragazzina!"] gli dice Serramanico. "E je nun t'a tocco 'a piccerella toja! Però, si nun te staje accuorto, ce penza n'ata perzona a t'a tuccà!" ["Ed io non te la tocco la tua piccolina, ma se non fai attenzione... ci penserà un'altra persona a toccartela!"]
Capisco subito chi intende. Si tratta di Mattia! Forse Serramanico non ha nominato una persona nello specifico, ma io sento che la persona a cui si riferisce è lui e nessun'altro.
"Jamme belle... Jate!" ["Avanti... Andate!"] dice.
Io mi butto praticamente dalla portiera e tiro fuori il bastone bianco. Corro verso la casa e sfioro la porta. Michele mi raggiunge di corsa e mi dice: "Piccola, ti prego, cerca di calmarti..."
"Lui sa qualcosa! Serramanico sa qualcosa!" dico.
"Ma che cosa vuoi che sappia, Dora? Serramanico sta soltanto cercando di spaventarci! Bruno ha detto che non conosce Mattia ed io lo pago perché non ci tradisca..."
"Michele... lui potrebbe... farmi del male!"
"Perché?"
"Non hai visto come mi ha toccata? Come se mi stesse..."
"Esplorando..."
"Michele, io ho paura! Sono sicura che lui o Mattia mi faranno qualcosa di male!" dico.
"Non ti faranno niente, perché se uno dei due si azzarda a toccarti di nuovo io..."
"No, ti prego!"
Porto entrambe le mani al viso.
"Calmati... non farò niente, va bene? Però ora calmati." dice.
Mi prende per mano, entriamo in casa e andiamo a rifare i letti e ripulire la casa in modo che non si pensi che non ci abitiamo.
"Sto diventando più o meno brava... spero!"
"Stai diventando molto brava, tesoro!"
Una volta finite le faccende chiudiamo tutto, usciamo e ci dirigiamo verso il negozio del signor Ciro. Non ci mettiamo molto. Ormai sto imparando anch'io la strada per arrivare fin lì.
Lungo la strada incontriamo Teresa e Tommaso che, ovviamente, vanno dove stiamo andando noi, quindi ci andiamo insieme.
"Michele, vieni un momento con me. Dovrei parlarti." gli dice all'improvviso Teresa. Michele, vedendomi un po' stupita dato il tono grave che ha, si avvicina e mi sussurra all'orecchio: "Lei sa tutto."
Michele
Io e Teresa ci allontaniamo un po' e Dora resta insieme a Tommaso, perché ho paura di lasciarla sola.
"Michele... Bruno si è messo in contatto con me. Ci sono due brutte notizie."
Porto entrambe le mani al cuore e prendo respiri profondi per calmarmi, ma, purtroppo, senza risultato.
"Di che si tratta?" chiedo.
"Michele... Mattia ha chiesto ai familiari di Dora la sua custodia. È lui ad essere in contatto con loro, lo sai. Ha inviato loro una sua foto ritoccata, dicendo che l'aveva già presa e le aveva fatto del male e che se non avesse avuto la sua custodia avrebbe fatto anche di peggio. Ma non è tutto qui. Il padre, quando ha visto la foto, ha avuto un vertiginoso calo di pressione... ed ora... è..."
Lei scoppia in lacrime mentre parla. Non l'ho mai vista piangere e capisco che qualcosa non va.
O meglio: qualcos'altro!
"È... cosa?" le chiedo. "Ti prego, dimmelo!"
"È finito in ospedale, Michele!"
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