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"27°: Conoscenza burrascosa"

Dora
La notizia che Michele mi ha dato mi ha destabilizzata completamente. Vivere in un vecchio casolare mi sta bene, ma ho paura di creare altri problemi, di essere nuovamente dipendente da lui al cento per cento... o che Mattia ci trovi e la situazione precipisi. Lui mi mette paura.
"Tesoro, vieni! Dobbiamo andare." mi dice Michele, sciogliendo l'abbraccio.
Ci avviciniamo all'uscita e Bruno mi saluta con un rapido bacio sulla guancia. Lo sento sussurrare: "Il ragazzo è qua."
Appena raggiungiamo il cortile il rombo di un motore mi fa sussultare e istintivamente mi stringo al braccio del povero Michele.
Lui mi aiuta spesso a muovermi da quando lo conosco e mi stupisco di non avergli ancora procurato lividi sulle braccia per quanto gliele ho strette a causa delle mie paure.
"Tu sei Michele Cuore D'Oro?" chiede il ragazzo che è sceso dall'auto.
"Chi?" chiede lui, sorpreso.
"L'aspirante dottore, Bruno, mi ha detto di chiamarti così!"
"Ah..." dice lui. "Allora siamo a posto: sono io! E lei..."
"La sorella del dottore" lo interrompe il tizio. "Una bella ragazzina, non c'è che dire!"
Stringo ulteriormente il braccio di Michele e lui lo muove in modo da farmi capire di fare un passo indietro.
"Amico, grazie dell'aiuto, ma certi apprezzamenti ti prego di lasciarli per qualche ragazza facilmente accessibile!" dice.
"Michele! Sai che hai un nome da oratore?" gli dice quel misterioso ragazzo. Ci avviciniamo alla sua auto, lui mette dietro i due zaini che portano le nostre cose e mi aiuta a salire.
Questo ragazzo mi mette un'ansia addosso a dir poco assurda. Perché palla in modo tanto strano? Insomma: parla quasi in codice!
Il ragazzo parte sgommando e acquista velocità fin troppo rapidamente. Penso che se sopravviverò alla paura che sto provando ora diventerò invulnerabile a qualunque altra cosa. Mi aggrappo con tutte le mie forze a Michele e alla maniglia della portiera.
"In questo modo ci schianteremo!" dico con un filo di voce.
"Non ci schianteremo, fidati di me" mi sussurra all'orecchio.
"Bravo! Tienila tranquilla che dobbiamo sbrigarci!"
Anche Michele stringe la presa sulla mia mano.
Mi sento continuamente sbalzata sul sedile dell'auto nonostante mi sia afferrata alla maniglia, ma cerco di starmena tranquilla. A questo tizio non piace essere "disturbato" mentre guida.
Quando, dopo un tempo infinito, l'auto si ferma in uno spazik che immagino sia immerso nel verde, però, recupero il respiro che non mi ero accorta di star trattenendo.
"Si vede che la signorina non è abituata ad essere scarrozzata in questo modo!" dice il ragazzo.
"Ma sei matto o che cosa? Stavi correndo per quelle stradine come se niente fosse e il problema ce l'avrebbe lei?" salta su Michele, stupito. "Io mi chiedo come diamine abbia fatto a non urlare per tutto il viaggio!"
"Michele, sto bene, davvero." gli dico sottovoce, perché gli animi si stanno scaldando molto.
"Anche brava a mettere pace, la signorina, eh?"
"Piccola, sei pallida. Sicura di stare bene?"
Annuisco.
"Volete che vi mostri la strada per il casale?"
"Certo" risponde lui. Io non ho il coraggio di dire nulla. Questo ragazzo mi fa veramente paura.
Entriamo dentro il casale. C'è della roba sul pavimento e questa volta mi tocca chiedere a Michele di avvertirmi, perché sono davvero troppe cose. Cocci di vetro, oggetti strani... credo sia un capanno degli attrezzi o qualcosa di simile.
"Ecco qua! Credo che vi ci vorrà un po' per rendere abitabile questo posto... ma so che per la piccoletta ne vale la pena, vero, Michele?"
Michele
Le parole di questo tizio con una cicatrice sul viso mi mandano in bestia.
Ci avrà anche aiutati, sotto pagamento, ma mi sta già irritando molto.
"Certo che per lei ne vale la pena, e allora?"
"Michè, vedi come te lo dico: questa ragazzina ti porterà non pochi problemi!"
"Anonimo, visto che non so neanche chi sei, ora lascia che una cosa te la dica io. È a lei che hanno creato problemi, non il contrario, e in questi problemi sono coinvolto anch'io. Tradotto? Tu e chi per te dovete smetterla di dire che lei è la causa dei miei guai, perché non è vero!"
"Si può sapere perché t'interessi così tanto di una cieca da quattro soldi?"
Scatto in avanti, pronto a colpirlo perché questo non doveva assolutamente dirmelo, soprattutto davanti a lei, ma è proprio lei a bloccarmi l'altro braccio.
"Fermati, Michele! Non è il caso." dice.
"Vieni un attimo qui, carina! Lasciati guardare" le dice l'Anonimo.
Ormai per me è questo il suo nome, perché non conosco quello vero.
"Bella! Sei veramente bella" dice, girandole intorno come se stesse ossarvando una bestia da vendere al mercato. Questo mi manda completamente in tilt: prendo le mani di Cora e l'attiro verso di me, non potendone più di quegli occhi sinistri e maligni fissi su quel corpicino.
"Va bene. Io me ne vado! Per qualsiasi cosa, bellezza, non esitare a chiamarmi. Ah, e... Michele... dovresti calmare i tuoi istinti protettivi, altrimenti finirai come un altro Michele!"
"Sarebbe a dire?" chiedo.
Lui ci pensa un attimo prima di rrispondermi, ma poi si decide e con quel maledetto tono da padrone del mondo dice: "Con una bella corda stretta intorno al collo e del veleno in corpo!"

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