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"25°: Va tutto bene"

Dora
Continuo ad agitarmi sul letto, mentre Bruno e l'infermiera provano a calmarmi. Forse sto veramente delilando, ma ho una sensazione orribile. Sento che lui non sta bene, che gli è successo qualcosa, e non voglio che accada, perché lui non se lo merita! È tanto caro e gentile!
"Per favore, Bruno... ti prego" sussurro.
"Piccola, ascoltami: non puoi andare da Michele in questo stato. Sei ancora molto debole, non puoi sforzarti. Potrebbe essere pericoloso!" mi dice mio fratello con il suo tono pacato.
"Lui non sta bene. Io so che non sta bene... ti prego: portami da lui!"
Mio fratello mi abbraccia ed io soffoco i singhiozzi nella sua maglietta. Non riesco a smettere: mi sento malissimo.
"Va tutto bene, piccola! Michele sta bene, credimi... ho parlato con lui proprio poco fa e si è preoccupato di assicurarsi che tu stessi bene!"
"E se nel frattempo fosse successo qualcosa? Bruno, ti prego! Soltanto un minuto, te lo giuro!"
"Senti, facciamo una cosa. Vado da lui, gli parlo e te lo pkrto qui, d'accordo?"
Bruno si stacca da me ed esce dalla mia stanza. Io mi agito sul letto: ho molta paura.
Bruno
Torno nella camera del mio migliore amico e lo trovo seduto sul letto, con lo sguardo rivolto al pavimento, ma mi tranquillizzo quando riesco a vedere il suo viso: i suoi lineamenti non sono contratti dal dolore e questo mi rassicura non poco... magari sarà abbastanza forte da seguirmi a rassicurare anche mia sorella, che sta malissimo perché ha paura.
Lui alza lo sguardo e i suoi occhi verdi incontrano i miei.
"Bruno, cosa ti è successo?" mi chiede alzandosi dal letto. È un po' barcollante ma dopo qualche secondo sembra trovare un equilibrio abbastanza stabile.
"Si tratta... di mia sorella."
"Cosa le è successo?"
"Ecco... diciamo che... è come se avesse avuto la sensazione che tu non stavi bene, perché ha iniziato a ripetere che voleva vederti!"
"Bruno, forse è meglio se mi fai vedere dov'è la sua stanza!"
Annuisco e lui mi segue all'esterno della stanza. Quando arriviamo lei ha le mani che le coprono il viso.
Michele
Quando vedo il corpicino della mia piccola scosso dai brividi e le mani che le coprono il volto ho un groppo in gola. Lei si è agitata a causa mia, accidenti!
"Piccola, sono io!" dico avvicinandomi a lei e spostandole le mani dal viso. "Sono Michele, tesoro! Sto bene, vedi?"
Lei si tira su lentamente, tende le braccia e mi si stringe addosso. Ha il viso e il corpo che vanno praticamente a fuoco, ma se non fosse per il fatto che questo è indice di febbre alta non m'importerebbe. Lei ha bisogno di questo... e anch'io ne ho un disperato bisogno. Voglio sentirla vicina e farle capire che va tutto bene... nonostante tutte le cose che ci sono accadute in questo periodo.
La stringo, perché questa ragazza che si è ritrovata nella mia vita per caso è la mia forza. Il suo essere delicata, ma al contempo determinata, caparbia, coraggiosa, le dà quel nonsocché di speciale che non molte ragazze hanno la fortuna di avere.
"Piccola... ora io devo andare, ma tu riposati, non ti agitare" le dico adagiandola dolcemente sul letto. Bruno mi ha fatto uscire senza chiedere il parere di un altro dottore e, poiché è ancora un tirocinante, potrebbe finire nei guai se il mio medico venisse a saperlo... è per questo che devo andarmene, e mi dispiace tanto.
"Va bene... ma anche tu dovresti riguardarti." mi fa notare e non posso negare che abbia le sue ragioni per dirlo. Le sorrido, promettendole che lo farò.
Dora
Ora che ho avuto l'opportunità di vedere Michele e di sapere che sta bene mi sento più tranquilla. Ammetto che, nonostante il bene che voglio a Bruno non sarei riuscita a calmarmi senza incontrare il ragazzo che mi ha cambiato e salvato la vita.
Il motivo per cui me l'ha salvata ormai è chiaro: è troppo buono... e per quanto riguarda il cambiamento, ogni volta che ho a che fare con lui, che sia perché parliamo o per un semplice contatto fisico, mi si scatena dentro un vero e proprio tornado di emozioni che nemmeno sapevo che esistessero!
Con lui è tutto più semplice, o almeno è quello che sembra. Forse è lui che vuole che tutto sembri un gioco.
Molto spesso mi dice che, anche se ∫ difficile, lui non vuole che la situazione nella quale mi trovo costituisca un peso eccessivo per me. Forse è anche questo il motivo per il quale si comporta in modo tanto accomodante e gentile con me e anche di questo gli sono infinitamente grata. La paura gioca spesso brutti tiri e io avrei rischiato di fare qualcosa che mi avrebbe creato problemi se avessi temuto anche lui''' problemi legati alla mia incolumità o alla mia coscienza, e non so quale delle due sia l'ipotesi peggiore.

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