"23°: Preoccupazioni reciproche"
Dora
È già la seconda volta in un mese che mi risveglio in un letto che non è il mio, solo che stavolta non è nemmeno quello che mi ha dato Michele. Stavolta non ho la più pallida idea di dove mi trovo... beh, almeno fino a quando non sento il classico rumore prodotto dallo stetoscopio. Sono in ospedale? Ma perché?
Cerco di alzarmi debolmente, ma qualcuno mi blocca subito.
"No, aspetta... non farlo, sei ancora debole!"
Riconosco la voce di Bruno e, dopo qualche momento d'ansia, mi calmo.
"Oh... Bruno!"
"Sì principessa, sono io!"
"Perché sono qui?"
"Stavi molto male, avevi la febbre altissima ed eri svenuta, quindi Michele ti ha portata in ospedale." mi risponde calmo.
"Michele? E dov'è ora?" chiedo.
"Beh... ecco... lui non se n'è andato... è solo che non è nella stanza, perché non sta bene..."
"Come non sta bene?"
"Calmati, ha avuto soltanto un mancamento... non è niente di grave, Dora, sta tranquilla!"
"Per favore, Bruno... vorrei vederlo! È colpa mia se si è sentito male!"
"Piccola, ma che dici? Tu non c'entri nulla!"
"Per favore, portami da lui!"
"Dora, sei troppo debole... potresti svenire di nuovo e questo non farebbe bene né a te né a lui, te lo posso assicurare!"
"Va bene... ma ti prego: appena potrò portami da lui, Bruno!"
"Certo, stai tranquilla, non piangere!" mi dice. Infatti è stata la prima reazione che ho avuto poiché mi sento davvero in colpa. Michele in questi giorni non ha fatto altro che assistermi e lavorare e sono certa che se si è sentito male è solo colpa mia.
Michele
Quando riprendo conoscenza sono in una camera ospedaliera, di quelle con le pareti interamente bianche, che ti trasmettono angoscia solo con uno sguardo, o anche sfiorando il letto.
"Buongiorno caro" mi dice una donna che è seduta accanto a me.
"Buon... cosa? Da quanto tempo sono qui?" chiedo.
"Tre ore, più o meno. Hai perso i sensi, per questo sei qui."
"E... e la ragazza?"
"Chi?"
"La ragazza che ho portato qui. Stava male, aveva la febbre altissima... lei come sta?"
"Anche lei si è appena ripresa" risponde la donna forse un'infermiera. "Tu come stai?"
"Ho ancora un po' di dolore al petto e mi gira la testa" ammetto. "Ma lei con chi è?"
"C'è un tirocinante con lei, ma prima l'ha visitata un altro medico... sono riusciti a farle calare la temperatura, ma è ancora un po' debole."
L'infermiera, mentre mi parla, scava in un contenitore e mi mette davanti una compressa. Mi tiro su, cercando di non perdere l'equilibrio, e prendo sia la compressa che un bicchiere d'acqua. Non so come riesco a mandare giù quella roba.
"Perché t'interessi tanto di quella ragazza?" chiede l'infermiera.
"Perché le voglio bene." rispondo semplicemente.
"Certo, ma non semplicemente bene, ragazzo!"
Scuoto leggermente la testa. Non posso crederci! Perché devo beccarmele tutte io le pettegole? Se si escludono mia madre, la mia collega, Dora ed Angela non ho fortuna!
"Allora non ti dispiacerà se..." mi dice avvicinandosi. Capisco cosa vuole fare e la blocco. Sarebbe il mio primo bacio e non voglio darlo ad una persona che non mi ha fatto esattamente un'ottima impressione. Strano ma vero.
"Mi dispiace... ma non sono un esperto" le dico per fermarla.
"Va bene." dice lei, come se niente fosse. La guardo interrogativo, ma quando vedo il dottore capisco.
"Beh? Come va, Michele?" chiede.
È il nostro medico di famiglia.
"Beh... più o meno." rispondo.
Noto che è in difficoltà e anche parecchio.
"Grazie Maria, puoi andare" la congeda con un tono molto diverso da quello che ha usato con me.
L'infermiera esce e chiude la porta.
"Cosa deve dirmi?" gli chiedo, andando dritto al punto.
"Ecco... quando ti sei sentito male... abbiamo v@sto che avevi una mano al petto... e ti abbiamo fatto delle analisi."
Trattengo il respiro per qualche istante.
"Il cuore..." dico sottovoce.
"Già. Il cuore. Non è niente di grave se viene tenuto sotto controllo" mi dice. "Almeno fino all'intervento."
"È operabile..." dico, sempre sottovoce.
"Certo."
Il mio pensiero va nuovamente a una testolina piena di riccioli, un viso pallido ed una voce dolce.
"Dottore... lei conosce Bruno, vero? Il tirocinante."
"Certo che lo conosco... perché?"
"La prego, metta al corrente lui e gli dica di non parlarne con sua sorella. Si preoccuperebbe e ha già abbastanza problemi, poverina! Non voglio che sappia."
Lui fa solo un cenno d'assenso.
"Ho capito chi è la ragazza" mi dice. "Stai tranquillo, non ne saprà nulla!"
"Grazie mille."
"Per il momento non credo che vi vedrete. Per un po' sarete ricoverati tutti e due: lei per una cura e tu per degli esami. In tutti i casi non preoccuparti, fintanto che sarà necessario c'inventeremo qualcosa, okay?"
Gli sorrido debolmente.
"Ah, aspetti... potrebbe tenermi informato sulle sue condizioni?"
"Credo che farò il messaggero."
"Perché?"
"Perché lei ha chiesto esattamente lo stesso a suo fratello." dice.
Mi viene da sorridere. Sembra proprio una tenera bambina, si preoccupa per gli altri... ma purtroppo non si preoccupa altrettanto per se stessa. Forse per questo ci capiamo, perché anche se le dico che mi piacerebbe molto se lo facesse sono il primo a fare questo. Ma purtroppo cambiare il carattere è molto difficile.
Anzi, forse è quasi impossibile!
Bruno
"Scusami Bruno, posso parlarti un attimo?" mi chiede il medico che si occupa di Michele.
"Certo" rispondo. "Torno tra poco, piccola... va bene?"
"D'accordo." mi risponde lei in un sussurro per poi ridistendersi sul letto e coprirsi fino al mento. La vedo tremare dal freddo: la febbre non può scendere in un colpo solo, ma mi auguro che non le sia salita di nuovo.
Usciamo dalla stanza e quando siamo soli il medico mi indica una sedia ed io mi ci accomodo.
"È successo qualcosa di grave?" chiedo.
"Beh... diciamo che per ora non è grave, ma non è una cosa da prendere sotto gamba" risponde.
"Di... di che cosa si tratta?"
Mi preoccupo terribilmente, anche perché lui per qualche istante resta in silenzio.
"Michele... ha un problema al cuore."
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro