"157°: "Sarò libera"
Michele
Dopo un primo istante di terrore, alzo gli occhi verso il poliziotto, che è in piedi sopra una cassa, e lo riconosco.
"Questo qui non è un poliziotto e non ha lottato con mio fratello per difendersi!" esclamo, per poi fare uno scatto in avanti. I due poliziotti al mio fianco mi bloccano e l'uomo fa partire un colpo all'improvviso.
"Vedi di tenere la lingua a posto o ti faccio un bel buco in testa, ragazzino... a te e alla tua dolce metà... beh, dolce non tanto! Quella ne sa una più del diavolo!" mi dice Gabriele.
È lui il poliziotto... è lui che ha fatto vivere l'inferno a Dora, insieme a mio fratello, e io non posso permetterglielo.
Spingo via i due poliziotti, mi butto su di lui, facendolo cadere dalla cassa, e gli strappo la pistola di mano.
"Non si preoccupi, commissario. Non ho intenzione di sparargli. Non si può certo sparare ad un verme!" dico per poi aprire lo spazio della pistola in cui sono stati messi i proiettili e svuotarlo sul pavimento. Mi chino a raccogliere i proiettili, uno per uno, e li passo ai poliziotti che dovevano farmi da guardia. "Prendeteli voi. Saranno molto più utili a voi che a me."
"Bene, ragazzi! In attesa di riscontri, togliete il distintivo a quest'uomo, prendete i suoi documenti e intanto mettetelo sulla brandina al posto di quest'altro delinquente!" dice, puntando il dito verso Mattia, che ha ripreso ad urlare. Lo vedo strapparsi le bende dal braccio ferito e vedo che il sangue ha ripreso a uscire a velocità impressionante. S'infila le dita nelle ferite. Corro verso di lui e gli blocco il braccio. "La smetti? Sei impazzito?" gli dico arrabbiato.
"Michele, dopo questo non possiamo portare Mattia in ospedale. Dovrà essere visitato qui. Faremo portare qui le attrezzature mediche, ma dovrà essere sedato. Non vorrei che facesse del male al medico che verrà a curarlo. Chiedi al dottore che si è occupato di te. Il giudice che si è occupato del caso di Mattia ha stabilito che se tu e Dora siete d'accordo, lui avrà tutte le cure necessarie... ma non possiamo rischiare di trasportarlo in una struttura specializzata... credo che stare di guardia non basta." mi dice.
"Capisco... ma non esagerate... Non voglio che diventi un automa... voglio solo che non si faccia di nuovo del male... e spero con tutto il cuore che il processo di Mattia non si concluda con un'esecuzione come è successo a me." rispondo.
"Bene... vai in ospedale. Io aspetto che torni, va bene?"
Esco di corsa di lì e mi dirigo di gran carriera verso l'ospedale, pregando che non mi scoppi il cuore. Per fortuna incontro subito il dottor Riccardo, che a quanto pare sta uscendo, e lo fermo subito.
"Dottore! Dottor Riccardo, la prego, aspetti!"
"Michele! Ehi, ragazzo, calma. Non devi agitarti così, lo sai" mi dice.
Infatti, più che il fatto stesso di correre, è la tensione emotiva che mi crea un mucchio di problemi con la mia stessa salute.
"È successo qualcosa a Dora, forse?"
"Non a Dora... a mio fratello" rispondo. "Lui si è sparato un colpo in un braccio!"
"Vuoi che venga a visitarlo?"
"Sì, dottore... se fosse possibile, è chiaro... io non posso farlo trasportare in ospedale, perché si è evidentemente sparato nel braccio apposta per scappare. Il commissario ha detto che se io e Dora siamo d'accordo, può essere curato... ma in carcere!"
"Va bene. Mi procurerò l'attrezzatura necessaria e dei tranquillanti."
Angela
Io e Bruno ora siamo a casa di lui... non c'è nessuno e lui mi bacia con una delicatezza fuori dal comune. Io sono felice, tranquilla... lui mi dà quella sicurezza che non ho mai avuto nella mia vita.
Improvvisamente, però, accade qualcosa che non mi aspettavo. Lui posa le mani sulla mia maglietta e me la fa scivolare via di dosso, sempre con lentezza. Mi mette le mani intorno alla vita e mi fa sdraiare sul letto. Lo sento sedersi accanto a me e iniziare a lasciarmi dei baci sul petto.
Lui è delicato, dolce, attento, ma nella mia testa la scena è completamente rovesciata. Non c'è più il fratello della mia migliore amica, nonché cognata, ad accarezzarmi la testa e baciarmi dolcemente sul petto, tra l'altro avendo la delicatezza di non slacciarmi anche il reggiseno, per quanto possa risultare scomodo il movimento che sta facendo. Al suo posto c'è Mattia, che mi ha strappato la maglietta, mi tira i capelli con una mano, mi colpisce con l'altra per farmi smettere di gridare, e mi morde forte le labbra, facendomi uscire il sangue dalla bocca. Non c'è più la voce dolce e un po' roca di Bruno a sussurrarmi: "Ti amo!", ma la voce di Mattia che mi bombarda d'improperi di ogni genere. M'irrigidisco sotto il tocco di Bruno, che se ne accorge immediatamente e si stacca da me con una velocità impressionante. "Che cos'hai?" mi chiede tranquillamente.
"Non mi toccare! Smettila di toccarmi!" dico.
"Angela... tesoro, che ti prende?"
"Non mi toccare, Mattia! Non mi toccare!" urlo.
Ormai sono totalmente fuori controllo. Razionalmente so che Mattia non potrebbe mai essere così delicato, ma nella mia follia post-traumatica per me lui non è il premuroso fratello maggiore di un tesoro di cognata. Lui lo capisce, si ferma all'istante e mi copre con la mia maglietta e con un lenzuolo.
"Angela, ascoltami: sono io. Non sono Mattia, capito? Non sono lui!"
Quando mi dice quelle parole io mi risveglio da quella sorta di trance in cui ero caduta ed è in quel momento che lui chiede: "Posso avvicinarmi un po', ora, tesoro?"
Io annuisco debolmente, rendendomi conto del fatto che non riuscirò a parlare. Lui si avvicina e mentre lo fa, continua a parlarmi con tranquillità: "Tesoro, sono io! Sono sempre io, tranquilla. Ascolta... se non vuoi, indossa la maglietta. Se non vuoi, fammelo capire come vuoi, Angela. Adesso io mi giro di spalle e se preferisci esco dalla stanza. Quando ti sentirai pronta, tu chiamami ed io mi volterò di nuovo... okay?"
Detto questo si volta di spalle e si copre gli occhi. Io resto ferma per un po', poi...
"Angela, se vuoi farlo, fallo! Mio fratello non ti farebbe mai del male!" Sento la voce di Dora, che in realtà non è nemmeno qui, ma è come se ci fosse. "Anch'io avevo paura, ma quando mio fratello mi ha chiesto se fossi sicura di quello che stavamo per fare io ho capito... ho capito che non era Mattia, che mi voleva bene davvero, e soprattutto che se non me la fossi sentita, nonostante fosse presumibilmente l'ultima notte della... della sua vita, mi avrebbe lasciata scegliere. L'amore si vive in due. La violenza uno la fa e l'altro la subisce. Se vuoi lasciarti andare con mio fratello, fallo! Sii felice e non pensare a Mattia... sarà questa la tua vera prima volta, credimi!"
Mi slaccio il reggiseno e me lo lascio scivolare via dal corpo... poi, seppur lentamente, faccio il resto.
"Puoi... ehm... puoi girarti." balbetto. Lui si volta e lo vedo assumere un'espressione di puro stupore.
"Sei sicura, Angela? Sei proprio sicura?"
"No. Non sono sicura di volerlo fare. Non sono sicura di niente, tranne che di una cosa... del fatto che ti amo così tanto... che hai appena oscurato la figura di quell'animale di Mattia." dico.
Lui si sdraia sul letto, accanto a me, e mi dice: "Se ti faccio male, anche solo un pochino, dimmelo. Io non sono un esperto in queste cose, e l'unica volta che tu hai avuto un contatto non è stato piacevole. Io non voglio farti del male!"
"Non pensare a questo. L'amore non s'impara e non è unilaterale. L'amore si vive in due. La violenza, invece, uno la fa e l'altro la subisce... e poi neanche Dora e Michele erano esperti, come dici tu..." dico a bassa voce. Vengo assalita da un brivido di quelli che pensavo di non poter mai provare. Ho ancora paura, ma ogni volta che m'irrigidisco, anche solo un po', lui, che mi ha posizionata sul suo corpo, fa scorrere una mano su e giù per la mia schiena contratta dalla tensione e dice: "È tutto a posto, piccola!"
È vero! È tutto a posto... anche perché ora ho la sensazione che Mattia non potrà più farmi del male, neanche volendo.
Poi, piano piano, arriva il contatto tra i nostri punti forti e deboli al tempo stesso.
È come se il mio corpo fosse ancora vergine. Come se Mattia non l'avesse ancora straziato con quelle sue manie... è come se Bruno fosse veramente la mia prima volta. Mi lascio andare completamente, e lui si sfrega contro di me, ma sempre dolcemente. Non provo dolore... provo un senso di pace e calma.
"Ti sto facendo male?" chiede.
"No, non mi stai facendo male." rispondo.
Lui è sempre dolce, delicato.
Mi lascio avvolgere dalle nuvole su cui sto galleggiando grazie a lui... chiudo gli occhi e vivo... torno a vivere, in realtà. Dopo che Mattia mi ha uccisa, Bruno mi ha riportata alla vita.
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