"152°: Sorprese [parte 2]"
Michele
"Antonio, non è che potresti venire un momento con me?"
"Come no, Michè" risponde il mio compagno di sventura.
Lascio la mia piccola con Serramanico. Tanto ormai so per certo che lui non oserebbe farle del male!
"Che è successo?" mi chiede Antonio.
"Ecco... io..."
Le mie mani tremano talmente tanto che mi tocca nasconderle dietro la schiena. Prendo un profondo respiro e dico: "Vorrei chiedere a Dora di sposarmi..."
Il mio amico sorride. I suoi occhi luminosi non sembrano per nulla quelli del povero ragazzino spaventato che è finito in cella per un disperato tentativo di salvare la vita alla sorellina, che non poteva ricevere le cure adatte al suo caso a causa degli ingenti problemi economici della sua famiglia.
"Ah, ma lo vedi che dicevo bene quando ti chiedevo: "A quando i confetti"?" mi dice sorridendo.
"Beh... però... ti prego: dammi una mano. Come posso fare? Vorrei fare una cosa romantica. Semplice, ma bella, insomma."
"Allora fai una cosa. Riunisci tutti gli amici che avete in comune per una piccola festa di benvenuto al vostro bimbo, poi... tu sai suonare la chitarra, vero?"
"Sì... perché?"
"Michè! Perché a un certo punto tu ti allontani, prendi la tua chitarra e inizi a suonare qualcosa. Io dico a Dora di seguire il suono e poi tu le fai la proposta, magari lasciando per terra un bigliettino con la domanda scritto in..."
"Braille. Si chiama Braille" dico, notando che il mio amico è in difficoltà con la pronuncia di questo sistema di scrittura che ormai è entrato a far parte del mio quotidiano.
"Però! Certo che sei brillante con le idee romantiche!" gli dico battendogli una mano sulla spalla sinistra.
"Ma che dici, Michè? È poca roba, credimi!" dice Antonio rivolgendomi un sorriso. "Dora è una bravissima ragazza. Per una come lei ci vuole solo uno come te. Uno che darebbe la vita per lei..."
Spero tanto di essere all'altezza del valore che mi ha dato Antonio. Spero di essere all'altezza del cuore di quella ragazza che è entrata nella mia vita in punta di piedi, nonostante io sia entrato nella sua con la potenza devastante e distruttiva di un tornado. Non avrei dovuto farlo, ma a quanto pare lei non me ne vuole.
Torniamo indietro. Serramanico tiene per mano la mia piccola come un fratello maggiore, anche se lei quello ce l'ha già ed è il mio migliore amico. È anche grazie a lui se ho potuto conoscere quell'angelo che ha cambiato la mia vita in meglio, senza neanche saperlo.
"È successo qualcosa, Michele?" chiede con quella sua vocina delicata.
"Ma no, piccola mia! Non è successo niente" dico, cercando di trattenere un sorriso furbo. So bene che lei in teoria non potrebbe vedermi sorridere, ma se ne accorgerebbe lo stesso, dall'inflessione della mia voce.
"Perché ho qualche dubbio?"
"Perché... perché..." dico, passandomi le mani sul viso, nel tentativo di trovare una spiegazione abbastanza convincente. Odio mentirle, ma voglio che il piano che mi ha suggerito Antonio resti una sorpresa, per lei e per i nostri amici più cari. Desidero fare le cose perbene, almeno per una volta. "Perché ultimamente sei piena di dubbi!"
"In effetti non hai tutti i torti, Michele. La mia vita è un dubbio costante." mi dice la mia piccola, prendendo le mie mani e stringendole forte nelle sue, come se temesse che io, in qualche modo, possa sfuggirle.
"Ehi, tesoro... tranquilla. Io non vado da nessuna parte, te lo prometto!"
Lei sorride, ma non scioglie la presa dalle mie mani. Solo che adesso è una presa diversa... quella di chi vuole semplicemente un contatto fisico con una persona alla quale tiene veramente.
"Quanto siete belli insieme!" esclama Serramanico. "Non sapete quanto mi piacerebbe vivere un amore tanto grande come il vostro!"
Salvatore
Guardo Michele e Dora e sono incantato dalle loro espressioni mentre le loro mani si toccano.
Chissà se un giorno potrò goderne anch'io?
E poi c'è altro che mi preoccupa. Il fatto che Angela, la sorellina di Michele, fosse l'unica persona ad avere un gruppo sanguigno compatibile con il mio, mi ha suscitato un'infinità di dubbi. Che sia lei la sorellina che mio padre ha abbandonato dopo la scomparsa di mia madre, dovuta ad una terribile malattia che si era presentata durante la gravidanza? Se fosse lei la mia sorellina sarei felice... anche perché, se si esclude Mattia, la sua famiglia adottiva è meravigliosa. Michele e i suoi genitori le hanno voluto bene, come fosse veramente una della famiglia e gliene sono veramente grato.
La prossima settimana conoscerò la risposta al test del DNA. Mi è bastato un capello, sia dalla mia parte che dalla sua. Angela non sa niente di questa storia e finché non saprò la verità non voglio che sappia quello che sto facendo.
Intanto Antonio mi ha preso in disparte e ha detto che Michele ha organizzato una festa per dare il benvenuto al suo pargoletto e gli avrebbe fatto piacere che ci fossero i suoi amici più stretti. Se me l'ha detto credo sia perché secondo lui io faccio parte di questo gruppo e per me essere uno degli amici stretti di Michele è un grande onore. Non potrei definirlo in maniera diversa.
Mi auguro che Michele sia felice... anche perché è stato un ottimo fratello maggiore per la mia probabile sorella... ha fatto quello che io non ho potuto fare, perché quando mi hanno separato da mia sorella ero troppo piccolo per capire cosa stesse accadendo nella mia famiglia sfasciata dagli eventi.
Dora
È passata una settimana e Michele mi ha fatto una bellissima sorpresa organizzando un incontro con gli altri ragazzi del gruppo per dare il benvenuto alla nostra creatura.
Sono felicissima di vederli. Mi sono mancati veramente molto.
Peccato che da un po' Michele sembri essersi letteralmente volatilizzato.
"Antonio... tu per caso sai dov'è Michele?"
Finisco appena di dirlo, perché il suono di una chitarra mi raggiunge l'udito. Mi fermo vicino alla porta che dà accesso all'interno della casa. Il suono che mi giunge alle orecchie arriva dal giardino e conosco benissimo questa canzone. Un brivido percorre la mia spina dorsale e non so che pensare.
"Vai, Dora" mi dice Antonio, vedendomi incerta.
Mi dirigo verso il giardino, seguendo il suono di quella chitarra che posso solo definire magica.
Inizio a cantare sottovoce le parole del ritornello di quella canzone.
"Io e te... un nodo stretto che ci fonde il cuore. Siamo il confine oltre la parola insieme. Io e te... due ali aperte contro la corrente. Più forti dei giudizi della gente sola. Io e te. Io e te."
Le note sembrano affievolirsi, fino a sparire. C'è qualcuno di fronte a me. Non so chi sia, ma mi sento tirare la manica della maglietta. Credo che, chiunque sia, non voglia farsi riconoscere. Apro la mano e sento qualcosa che mi viene appoggiato sul palmo. Il fatto di non riuscire a capire chi mi stia trattenendo mi spaventa, ma quella paura non dura a lungo. Quella mano mi lascia il braccio, io passo le dita sul foglio e... cosa? È scritto in... Braille!
C'è scritta solo una frase.
"Se ti chiedessi di sposarmi, di concedermi il tuo cuore... tu accetteresti?"
Le mie mani tremano a tal punto che il bigliettino mi sfugge di mano. Mi getto a terra per prenderlo, lo pulisco con cura dall'erba, lo piego con altrettanta attenzione e lo infilo in tasca.
Lacrime di gioia iniziano a scendermi lungo le guance. Non sono triste... sono commossa. Molto commossa.
Allungo le mani e riesco a centrare il viso di Michele. So perfettamente che è lui, perché soltanto lui poteva organizzare una cosa del genere.
"L'idea purtroppo non è stata mia, ma... ma benedico chi mi ha aiutato!"
Cosa? Com'è possibile? Neanche mi avesse letto nella mente!
"E-ecco... la mia risposta è che... che io... non potrei dare il mio cuore a nessun'altro!" dico in lacrime.
Lo abbraccio, facendogli quasi sfuggire di mano quella chitarra magica.
"Ti amo!" gli dico, cercando a tentoni le sue labbra. Le trovo e lo bacio senza pensarci.
Lui non ripete le mie parole ad alta voce, ma me le fa sentire come per farmi leggere il labiale con l'uso del tatto.
Non smetterò mai di dirlo.
La mia luce è il mio rapitore!
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