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"146°: Un angelo incompleto e tormentato"

Michele
Quando vado via da quella casa non riesco a non pensare a tutto quello che mi ha raccontato la povera Giulia.
E quel bambino, terrorizzato all'idea che io potessi fargli qualcosa perché aveva involontariamente rotto un vaso!
Come si può dimenticare?
Dopo aver lasciato qu'ella casa, tiro fuori dalla tasca le chiavi della cella in cui si trovano i miei amici. Ho tanto bisogno di sfogarmi con loro! Non voglio parlare alla mia piccola di questo, perché lei sta già soffrendo tanto... veramente tanto.
Vado al carcere, dove ormai sono di casa. Davide mi fa entrare e io mi dirigo velocemente verso la cella nella quale sono i miei amici. Se tutto va bene, tra una settimana usciranno fuori.
Apro la cella e i due mi vengono incontro all'istante.
"Michele! Che faccia scura. È successo qualcosa?" mi chiede Antonio.
"È difficile.... è troppo difficile scoprire di avere um fratello che ha fatto star male anche persone che non conosci" rispondo. "Ho appena saputo che mio fratello ne ha combinata un'altra un po' di tempo fa. Se l'è presa con una ragazza e con il fratellino..."
Vedo Salvatore Serramanico cambiare faccia.
"Com'è lei?" chiede di punto in bianco. Ha gli occhi sbarrati e sembra in stato di shock.
"È bionda... ha gli occhi marroni... alta e magra... molto magra. Ha un fratellino minore che si chiama Michele, come me... e mio fratello le ha lasciato una cicatrice sotto l'occhio sinistro..."
"Povera ragazza..." dice il mio amico in un su/surro. Certo, lui non è il classico esempio di bravo ragazzo... o almeno non lo è stato fino ad ora, ma quello che so con assoluta certezza è che non avrebbe mai alzato un dito su una donna o su un bambino indifeso. Non l'avrebbe fatto.
Salvatore
Mi si gela il sangue quando mi riappare davanti l'immagine di quella ragazza sdraiata a terra, tra i pezzi di vetro di un vaso e con il volto coperto di sangue e lividi.
Rivedo l'uomo che le stava sopra. Non l'ho visto in faccia... anche perché la sua faccia era l'ultimo dei miei pensieri e se l'avessi guardata probabilmente l'avrei ridotto peggio di come lui aveva conciato lei. Ma io la ragazza l'ho vista. Bionda, occhi marroni... o almeno lo erano prima che quel mostro glieli gonfiasse con due pugni. Sotto l'occhio sinistro aveva un taglio abbastanza profondo. E dalle sue labbra era uscito un fiotto di sangue... mi sono sentito malissimo. Ho colpito sul viso quel mostro e quando è caduto a terra, privo di sensi, ho preso in braccio la ragazza e l'ho caricata im macchina... poi sono tornato indietro, perché avevo sentito il pianto di un bambino. L'ho trovato in una cameretta, inginocchiato e con gli occhi gonfi e due segni sulle guance. Lui all'inizio si è spaventato quando sono andato a prenderlo, ma quando ho detto che l'avrei portato all'ospedale perché gli facessero passare il dolore, si è finalmente tranquillizzato.
Gli ho chiesto il nome e lui me l'ha detto. L'ho messo sul sedile anteriore della mia auto e ho portato con me il suo sedile speciale, quello fatto apposta per i bambini. Non volevo che vedesse in che condizioni era quella che immaginavo fosse sua sorella, quindi l'ho coperta com un lenzuolo, inventando che aveva molto freddo. Dopo aver portato i due in ospedale sono andato via.
E ora questo... tutto coincide!
È stato Mattia a colpire quella ragazza con tanta violenza e a prendersela anche con quel povero bambino. Era lui!
Prima che me ne accorga mi ritrovo a scoppiare in lacrime. È la prima volta che i miei amici mi vedono piangere.
Antonio mi si avvicina e cerca di rassicurarmi, ma io mi sento male. Il pianto mi blocca quasi il respiro.
"Lui... è stato lui..." dico in un sussurro.
"Salvatore, ma di che cosa stai parlando?" mi chiede Antonio.
Michele mi guarda e sembra capire tutto all'istante. È come se avesse collegato delle tessere di un puzzle e fosse riuscito a ricreare il disegno sperato.
"Tu sei quello che l'ha salvata?" chiede Michele. "Sei tu, Serramanico, vero?"
"Michè, je chesta cosa nunn'a sapevo!" ["Michele, io questo non lo sapevo!"] gli dico in lacrime.
"Non devi stare male! Tu hai salvato Giulia e Michele. Forse, se non fosse stato per te, il dottor Riccardo avrebbe sofferto per la loro scomparsa, e non per il dolore che mio fratello ha arrecato loro! Tu sei buono... hai una maschera da duro, ma sei buono e non puoi sopportare un'ingiustizia di questo tipo!"
Magari si trattasse di questo! Io l'ho tenuto sotto tiro per un periodo, visto che con i suoi modi stava facendo finire per strada o all'ospedale troppe persone, ma nemmeno io sono stato uno stinco di santo.
Il punto è che se io dovessi vederlo ora, potrei finire quello che ho cominciato. Che ho DOVUTO cominciare.
"Vuje 'o ssapite, guagliù. Je nun song 'nu santo, però 'na cosa 'e chesta nunn'a putesse maje fà... a 'na guagliuncella e a 'nu criaturo. Nunn'o putesse maje fà!" ["Voi lo sapete, ragazzi. Io non sono un santo, ma una cosa del genere non potrei mai farla... ad una ragazzina e ac un povero bimbo. Non potrei mai farlo!"]
La porta della cella viene aperta e quel verme si presenta proprio davanti ai miei occhi. Certo, non è venuto da solo. Due poliziotti tengono fermo il mostro recalcitrante, che piange e strepita come un ragazzino viziato.
"Spero vivamente che il periodo che hai passato in cella d'isolamento ti sia stato utile" dice una delle due persone che lo hanno portato qui: una donna.
Io guardo verso Davide: l'altro poliziotto.
"Davide, ti prego... o sposti lui da un'altra parte o sposti me. Non possiamo stare vicini!"
"Che storia è questa? Mancano pochi giorni alla tua scarcerazione, Salvatore. Non farli aumentare con questa ribellione." mi consiglia lui.
"Ti prego, cambia cella ad uno dei due... perché potrei non rispondere delle mie azioni!" esclamo lanciandomi in avanti. Esatto, lanciandomi. Letteralmente.
Mi scaflio contro quel corpo tremante, lo prendo per le spalle, facemdo quasi cadere la poliziotta, e lo spinfo con forza per terra.
"Questo è per quella povera ragazza che hai maltrattato!" gli dico a pochi centimetri dal viso, stringendo forse un po' troppo i denti dalla rabbia. "Giulia! Te la ricordi, Giulia?"

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