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"106°: Angela, non farlo!"

Angela
Corro, sperando di arrivare presto alla mia meta. Non ce la faccio più. Voglio finirla!
Se il destino ha deciso che Michele non potrà vivere a lungo, io me ne andrò prima di lui. Non voglio più soffrire e non voglio perdere il mio unico, vero fratello. Unico e vero, perché non sarà mio fratello di sangue, ma mi ama proprio come se fossi la sua sorella minore.
Arrivo al ponte e mi ci arrampico senza esitare. Voglio saltare giù e chiuderla, definitivamente.
Guardo giù. Le onde sono altissime. Anche se non incontrassi scogli, sarebbero loro a portarmi via, lontano lontano.
"Angela, non lo fare!"
Mi sembra la voce di mio fratello.
"Michele..." sussurro.
"Angela, ti prego! Non saltare! Fallo per Serena!"
"Non voglio stare senza di te e Serena non merita un disastro di madre come me! Non lo merita!"
"Angela, no! Ti prego, fermati!"
Mi avvicino al bordo del ponte, ma quando sto per saltare sento qualcuno urlare: "NOOOOOOOOOO!"
Due braccia mi afferrano per la vita, impedendomi di muovermi, e mi stringono ad un petto scolpito e forte. Sento un cuore battere fortissimo contro la mia schiena ed un respiro agitato.
"LASCIAMI! SEI UN UOMO, LASCIAMI ANDARE!" urlo.
Vengo letteralmente accecata e forse anche assordata e resa insensibile a qualsiasi tocco da una sola cosa: la paura. Respingo la persona che mi sta bloccando e cerco di scacciarla, ma mi sento sollevare da terra, delicatamente.
"Angela, sono io! Sono Bruno! Ti prego, ascoltami: non commettere questa sciocchezza! Ti prego, tesoro!"
"Lasciami andare, Bruno!"
"Non posso. Ho paura che tu possa buttarti di sotto e non voglio perderti. Ti prego, adesso stammi a sentire... solo questo ti chiedo: stammi a sentire. Non fare questo alla tua Sery. Lei ha soltanto te. Se tu te ne vai, cosa ne sarà di lei? Della tua piccola?"
"Che cosa posso darle io? Solo paura, lacrime, dolore! Nient'altro..."
"Piccola, se tu te ne vai c'è il rischio che Serena finisca nelle mani della persona che ti ha portata a questo punto..."
"Io me ne voglio andare! Quel disgraziato ammazzerà Michele senza sporcarsi quelle mani che sono già sporche per conto loro! Quel verme lo ammazzerà ed io senza mio fratello qui non ci rimango... mi hai sentito?"
Forse sto alzando troppo il tono con lui.
In fondo questo povero ragazzo cos'ha fatto di male? Sta solo cercando di salvare la mia vita... soltanto questo!
"E non pensi a lui? A quanto sta già sofprendo, tesoro? Ehi! Se questi sono davvero i suoi ultimi giorni, le sue ultime settimane o, se va bene, i suoi ultimi mesi, per quello che ha fatto per noi... dovremmo solo cercare di renderlo felice, di rendergli il periodo il più sopportabile possibile. Non sai che grande dolore proverebbe il povero Michele se sapessi che ti sei gettata da un ponte per non rimanere qui senza di lui... e se, invece, per un miracolo, Michele dovesse salvarsi e tu ti fossi già buttata di sotto lui ne soffrirebbe moltissimo. Si darebbe la colpa di tutto, ma non ne avrebbe motivo, capisci? Se non lo vuoi fare per te, per me, pe! Sery... fallo per lui!"
"Io... io prima ho sentito la sua voce, Bruno! Lui mi parlava. Mi chiedeva di non farlo, di non saltare giù..." dico in lacrime.
Lui mi fa voltare verso di sé. Io allaccio le braccia intorno al suo collo e mi stringo forte a lui, cercando un rifugio, come per sparire nel suo petto.
"Sfogati, Angela. Piangi tutto il tempo necessario. Tutto il tempo che ti serve per sfogarti andrà bene, tesoro..."
"Sono stata una stupida, Bruno! Sono stata una vera stupida..."
"Shhh, non dire queste cose, ti prego! Non è vero, piccola. Eri disperata!"
"Non ho pensato a niente, Bruno. Non ho pensato al fatto che tua sorella soffre forse più di me, eppure è ancora qui. Non ho pensato a quanto avrebbe sofferto Michele! Non ho pensato a lei: a Serena!"
E non ho pensato a te. L'ho sentito il tuo battito fortissimo. L'ho sentito il tuo respiro accelerato, il tuo terrore. La sento adesso, la tua voglia di proteggermi e tenermi stretta.
"Vieni, tesoro. Ti porto a casa mia. Se lo vorrai potrai sfogarti con me o con mia sorella. È grazie a lei che posso ancora abbracciarti..."
Lei aveva capito tutto. Avrei dovuto immaginare che la mia amica non sarebbe rimasta a braccia conserte, ad aspettare che io facessi quello che volevo fare.
Bruno mi porta a casa, tenendomi tra le sue braccia. A casa sua, perché nella mia sarei sola. Mi mette giù solo per aprire la porta. Raggiungiamo la camera di Dora e lei se ne accorge, si alza e ci viene subito incontro.
"Perdonami..." sussurro, stringendomi a lei e continuando a piangere.
"Va tutto bene, Angela. Non preoccuparti" mi dice lei con dolcezza. "Guarda: qui c'è la tua Sery. Sta bene e dorme tranquilla... ma sarà ancora più tranquilla quando la sua mamma la prenderà in braccio e la stringerà a sé."
"E anche la sua mamma lo sarà."
Crollo sul letto di Dora, accanto a Sery, e me la stringo forte al petto.
Bruno tocca delicatamente la spalla della sorella, lei gli si avvicina e lui le sussurra qualcosa all'orecchio. Lei annuisce soltanto, sorridendogli dolcemente, come per dihqli di non preoccuparsi di nulla. Bruno va via e lei si siede sul letto, vicino a me, e posa una mano sul mio braccio.
"Angela... come ti senti? Ti va di parlarne?"
"Mi sento vuota, Dora. Completamente vuota, credimi!"
"Anch'io mi sento vuota ogni volta che penso a Michele o incontro Mattia. È più che normale che tu ti senta in questo modo. Puoi ben immaginare quante volte il pensiero che hai avuto tu abbia sfiorato me... ma se non l'ho messo in atto è perché ho fatto una promessa a me stessa... per Michele. Non avrò pace finché Mattia non sarà dietro le sbarre, anche se per un furto, non m'interessa, e soprattutto continuerò a vivere... Vivrò anche per lui!"
"Credevo che mi sgridassi, sai? Credevo che ti arrabbiassi con me, e invece... sei qui a consolarmi... e sei dolcissima!"
"Non potrei sgridarti, Angela. Ci sto passando anch'io. Ora però mettiti sdraiata e riposa un po', ne hai bisogno."
Mi sdraio e Dora prende delicatamente il mio braccio e vi fa scorrere delicatamente le dita, facendomi rilassare. Mi addormento tranquilla, mentre lei continua ad accarezzarmi.

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