"105°: La disperazione di Angela"
Angela
Sento dei colpi battuti con non poco vigore contro la porta.
Vado ad aprire, ma forse avrei fatto meglio ad ascoltare il battito accelerato del mio cuore, che mi suggeriva di non avvicinarmi a quella porta per nessun motivo al mondo.
"Ciao, amore mio!" mi dice Mattia. Sento il suo respiro caldissimo sulla pelle della mia guancia. Mi brucia la pelle.
"Che cosa vuoi? Vattene, lasciami stare!"
Lo spingo via, ma lui mi blocca le mani e mi sbatte contro la parete che si trova alle mie spalle.
"Puoi anche gridare, tanto i nostri genitori non ci sono. E per quanto riguarda il tuo amato fratellino Michele... lui non può aiutarti, principessina! Quindi... che cosa ne dici di giocare un po'?"
"NON MI TOCCARE!" urlo spingendolo via con tutta la forza presente nel mio corpo. Trattengo anche il respiro per non sprecare energia che mi servirà ad allontanare quest'uomo vile.
Uomo? Ma che dico? Neanche un viscido serpente vorrebbe essere paragonato ad uno come lui!
"Il tuo fratellino non può salvarti, e a breve resterà solo un ricordo, piccola! Quindi tanto vale che ti rassegni... e magari ti piacerà giocare ancora con me... ti piacerà avere un secondo figlio, magari che mi somigli!"
"Spero di no... per quella povera creatura! Già non so come potrò dire a Serena che... che la persona che l'ha portata a nascere, oltre a me, è la bestia che mi ha fatto buttare via la prima volta... quella in cui avrei dovuto essere felice... magari impacciata, ma felice! Io non voglio mai più vederti, e sono anche disposta a cercare un padre per quella bambina, ma non tu! Non potrei vivere se sapessi che la mia bambina deve stare in contatto con un animale... una bestia come te!"
"Sarà... ma intanto tra un po' di tempo assisterai alla misera fine del tuo fratellino!"
"NON DIRLO!"
"Povero Michele... un eroe... un eroe accusato di..."
"Stai zitto, stai zitto, non ti permettere di parlare in questo modo di tuo fratello!"
"Stupro. Accusato di stupro."
"SMETTILA!" urlo, liberandomi dalla sua presa.
Lo colpisco con forza sul viso.
"Michele non lo devi nominare!"
Mattia è completamente ubriaco. Non si rialzerà troppo presto, o almeno lo spero.
Vado a prendere la mia bambina, me la stringo al petto e la riempio di baci.
"Tu sei il mio tesoro. Lo sai, vero? La mamma ti vuole bene!"
Chissà se la mia piccolina mi potrà perdonare per quello che sto per fare? Vorrei essere forte per lei, ma non ce la faccio. Non ne ho la forza. Purtroppo solo una codarda, non ce la faccio più a resistere.
Corro a casa di Bruno e Dora.
Sto per bussare alla porta, ma evito, perché mi rendo conto del fatto che è già spalancata. Corro dentro e vedo Dora a terra, in lacrime, e Bruno che cerca di confortarla.
Dice che andrà in commissariato, per informarsi sul processo di mio fratello, ma un attimo prima di uscire si volta e mi vede.
"Angela! Che cosa ci fai qui? Ti è successo qualcosa?" mi chiede preoccupato.
"Bruno... Dora... vi prego! Tenete voi la mia piccola!" dico, cercando di non scoppiare in lacrime.
Dora si alza e mi prende delicatamente le mani.
"Angela, che cos'hai? Perché hai portato qui Serena... di corsa? Hai incontrato lui?"
Le nostre case non sono tanto distanti, ma neanche tanto vicine da rendere definibile il fatto che io ho incontrato quell'animale... eppure lei l'ha capito, senza neanche vedermi.
"Ti voglio bene!" dico, non rispondendo alla sua domanda. Le metto in braccio la piccola e me la stringo forte al petto. Solo lei mi può capire, perché Mattia ha cercato di fare a lei quello che ha fatto a me. Non ci è riuscito, ma ma ci è andato vicino.
Corro verso Bruno, lasciando Serena tra le braccia della mia amica, e lo stringo a me. Mi mancherà tanto, ma io non ne posso più... non ce la faccio più. Mattia voleva distruggermi e ci sta riuscendo perfettamente, per sua fortuna.
O forse per la mia debolezza...
Esco di corsa da quella casa e mi allontano. Devo andarmene.
Dora
"Bruno... per favore, seguila! Angela non sta bene e Michele non vorrebbe che lei commettesse qualche follia!"
"Va bene. Stai tranquilla, andrò a cercarla io. Tu pensa alla piccola, cerca di tenerla tranquilla. Anche lei mi sembra agitata."
È normale che sia agitata. I bambini sentono tutto, anche se a noi sembra una cosa assurda... loro sentono e capiscono tutto.
Contenuo a tenere in braccio la bimba e me la stringo forte al petto.
"Amore mio, non piangere... non piangere! La mamma sta bene."
La bambina continua a singhiozzare e io mi sento male al pensiero di non poter fare nulla per calmarla.
"Tesoro, basta, ti prego! Non piangere... la mamma è dovuta andare via per un po', ma tornerà ad abbracciarti. Tu sei il suo angelo... la sua forza. Vedrai, tesoro mio: tornerà presto!"
Le parlo sottovoce all'orecchio, perché so che è un modo efficace per rassicurare i bambini, e in effetti questo sembra sortire qualche effetto.
La piccola appoggia la testa sulla mia spalla. Io mi siedo sul mio letto e continuo a cullarla fino a quando non sento il suo respiro leggero e delicato farsi regolare. Lei sta dormendo tra le mie braccia.
Mi fa tanta tenerezza e spero di poterla proteggere fino a quando la sua mamma non sarà di ritorno.
Ma soprattutto: mi auguro che Bruno la trovi.
Bruno
Riesco facilmente ad individuare Angela. Sta andando nella direzione opposta al commissariato e sento il mio cuore battere all'impazzata. Copro il petto con le mani, come se temessi che lei lo potesse sentire.
O forse è vero: io ho paura che lei possa sentirlo, che si accorga della mia presenza. Non deve accorgersene, almeno fino a quando non capirò che cosa vuole fare. Mia sorella era molto spaventata e credo che lei abbia sentito qualcosa in quell'abbraccio.
Quando vedo che cosa sta per fare Angela, però, mi si blocca il cuore.
La vedo salire su un ponte. Il Mare sotto di lei è agitatissimo e, anche se non dovesse incontrare scogli nella sua caduta, in ogni caso non sopravviverebbe.
Devo fermarla, a tutti i costi!
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