"104°: Se lo perdo..."
Bruno
Sento qualcuno battere energicamente alla porta. Mia sorella è accanto a me e nel sentire quei colpi diventa letteralmente di ghiaccio.
"Bruno... ti prego, non aprire" mi dice.
È come se fosse stata fulminata da un ricordo.
"Non aprire, ti scongiuro! C'è solo una persona che batte alla porta in questo modo" sussurra stringendo forte la mia mano tra le sue. Sembra terrorizzata. Il suo volto si ricopre di sudore freddo, le sue mani tremano e diventano sempre più fredde e in aggiunta ha il respiro agitato.
"Tranquilla, lo mando via." dico, capendo di chi sta parlando. Di solito non sbaglia quando si tratta di queste cose e anch'io immagino che là fuori ci aspetti Mattia con uno dei suoi scatti d'ira. Non so come sia possibile, ma so per certo che è lui.
Mi dirigo verso la porta, ma non prima di aver fatto nascondere Dora nella stanza che non può essere aperta. Apro e mi trovo davanti proprio lui. È ridotto uno straccio, le sue guance sono rosse e la sua voce impastata, unita all'andatura barcollante, mi suggerisce che si è ubriacato di nuovo.
"Dov'è lei?" mi chiede subito Mattia.
"Non ti riguarda. Vattene!" rispondo.
"Guarda che se non me la fai vedere ti faccio sbattere dentro per sequestro!"
"E che prove avresti del fatto che fossi là anch'io? Ma soprattutto: come puoi provare il sequestro? Non hai più segni in faccia. Piuttosto: io ti consiglio vivamente di andare a farti visitare. Credimi se te lo dico, perché me ne intendo... sai, non hai una bella cera!"
Mattia mi è praticamente addosso. Mi colpisce con un pugno sul viso, ma io cerco di non reagire, per evitare che lui possa dire che sono stato il primo a colpire.
Quel pugno è seguito da altri, ma dopo un po' lui è costretto a fermarsi, perché l'alcool lo porta a cadere a terra, vicino a me. Io provo a tirarmi su, ma anche a me gira terribilmente la testa.
"Questo..." gli dico, "non ti sarà per niente d'aiuto, disgraziato!"
"Le cose che hai portato alla polizia, aspirante dottorino da strapazzo, non ti serviranno a liberare mio fratello!"
"Forse no, ma tu finirai alla corda insieme a lui, e quel giorno sarò io a ridere!"
"Ammesso che io non te lo impedisca prima" sussurra Mattia, cercando di alzarsi. Ci riesce, mi piomba addosso e mi blocca... poi sento un urlo disperato in mezzo al corridoio.
"LASCIALO!" grida mia sorella, correndo verso di noi. Anche se Mattia ha le mani intorno al mio collo e la mia vista si sta indebolendo, riesco lo stesso a riconoscerla.
"Forse non sei quella che sembri, ragazzina!" dice lui. Mi lascia andare e si butta su di lei.
È disgustoso il suo modo di toccarla con quelle mani che si sono macchiate del sangue di Angela oltre che del suo. Lui cercherà di nuovo di rubarle tutto! Non posso permetterglielo!
Mia sorella resta paralizzata per qualche secondo, ma quando sente il viso di Mattia abbastanza vicino, alza una mano e lo colpisce con forza.
"Questo... è per quello che stai facendo passare a Michele!" dice.
"Ma non capisci perché lo sto facendo, piccolo angelo?" le chiede lui.
"Non lo so e non me ne importa! So solo che se la vita di Angela e la mia sono completamente distrutte la colpa è solo tua!" gli risponde tono glaciale. Un tono che mi sorprende solo perché l'ha usato una ragazza timida e buona come lei.
"Io ti amo, piccolo angelo!"
Mattia l'afferra prontamente e appoggia il viso sulla sua spalla. Lei lo spinge via, tanto disgustata quanto furiosa.
"Se tu mi amassi tanto come sostieni mi avresti permesso di vivere felicemente la mia vita! Io per Michele l'avrei fatto se tu non avessi rovinato tutto!"
Mi si stringe il cuore nel vedere gli occhi di Dora riempirsi di lacrime appena nomina Michele.
Riesco ad alzarmi da terra, afferro Mattia per un braccio e lo sbatto fuori di casa per poi chiudere la porta. Corro da mia sorella, la prendo in braccio e me la stringo forte al petto. Sembra talmente piccola e fragile... come lo stelo di un fiore in balia del vento.
"Bruno, mi dispiace tanto!"
Avvicino il mio petto al suo viso, perché non voglio che inizi a darsi colpe che non esistono.
"Non dirlo, tesoro! Tu non hai nessuna colpa, è chiaro? L'unico che ha colpa è quel mostro! Tu non hai fatto proprio niente!"
"Oh santo cielo, Bruno... ti fa male?" mi chiede, toccando delicatamente il mio collo. Sussulto e sento un leggero pizzico. Le lacrime scivolano lungo le sue guance ed i suoi occhi si fanno sempre più rossi. Mi si spezza il cuore a vederla piangere in questo modo, con sofferenza, ma silenziosamente.
"A me il dolore passerà presto, piccola! Ma il tuo dolore? Cosa mi dici del tuo dolore?"
"Se Michele dovesse arrivare a fare quella fine io... non lo sopporterei!"
"Piccola, ti assicuro che questo non succederà. In questi giorni è mancato il tempo per fare alcune cose, ma vedrai che molto presto lo faranno uscire!"
"E se non accadesse? Io non voglio che lui se ne vada!"
"Se non accadesse, lo faremo evadere."
"È impossibile! Ci sono guardie praticamente da tutte le parti!"
"Beh, non m'importa delle guardie. In qualche modo lo aiuterò ad uscire da quella stupida cella!"
"Bruno... ho tanto bisogno di dirti una cosa. Ma ti prego, non arrabbiarti! Ti scongiuro!"
"Non potrei mai arrabbiarmi con te. Di che si tratta? Dimmi."
"Il fatto è che io... io lo amo, Bruno] esclama di punto in bianco.
"Tesoro, io questo lo sapevo già da parecchio tempo. L'ho capito dal modo in cui ti disperavi quando Mattia gli ha sparato!"
"Non credo che potrò vivere senza di lui, lo capisci? Se dovesse succedergli qualcosa, io..."
"No, questo non devi dirlo, e Michele è il primo a non volerlo, te lo posso assicurare! Lui l'altro giorno stava poco bene, ma il suo pensiero costante eri tu. Mi ha detto di sostenerti moralmente e di cercare di convincerti a permettergli di darti la vista!"
"Ma io... io non posso!" dice lei. "Non potrei mai fargli questo, non potrei mai!"
"Te lo dico di nuovo. Niente è stabilito. Niente sarà stabilito finché lui non avrà smesso di respirare, ed io lotterò con tutte le mie forze per farlo uscire da quel posto! Te lo giuro su quello che vuoi!"
"Fa male! Malissimo!" mi dice continuando a singhiozzare.
"È come se t'infilassero una spina prmrpio qui, in mezzo al petto!"
"È... è proprio questo!"
"Ascoltami, piccola: Michele non vuole che tu soffra, che tu stia male, specialmente per lui. Anche se in quel posto la cosa non gli è riconosciuta, Michele è un bravo ragazzo e tiene moltissimo a te."
"È questo che mi fa stare peggio, capisci? L'hanno insultato, maltrattato, segregato, e lui è innocente! È innocente, Bruno, capisci? Lui non mi ha mai messo un dito addosso se non per guidarmi o abbracciarmi. Che cosa ti hanno fatto? Cosa ti hanno fatto, amore mio?"
"I nostri genitori stanno per ritornare a casa, tesoro. Quando torneranno andrò al commissariato a chiedere notizie sul processo di Michele. Stai tranquilla, d'accordo?" mi dice dolcemente.
"Grazie mille!"
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