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"103°: Obsesion"

Michele
È mattina. Mi sembra strano dirlo, ma mi sento decisamente meglio. Forse è stata la notizia della possibilità di riabbracciare la mia piccolina a darmi la forza.
"Ehi, Michele! Come ti senti?" mi chiede Antonio.
"Va decisamente meglio, grazie" rispondo.
"Sei felice di rivedere quella ragazza, vero?" mi chiede ancora il mio compagno di sventura.
"Non puoi neanche immaginare quanto" gli dico sorridendo. Il pensiero di Dora, dei suoi movimenti incerti e delicati, della sua voce esile e dolce e delle sue manifestazioni d'affetto improvvise, mi dà questa forza.
"Secondo me le vuoi più che bene... O forse mi sbaglio?" mi chiede lui, anche se sa che si tratta di una domanda retorica.
"Antonio, io la amo." dico, portando entrambe le mani al petto. Solo l'idea di dire queste cose al mio compagno di cella lo fa battere fortissimo... figuriamoci cosa succederebbe se provassi a rivelarlo a lei?
La porta della cella si apre improvvisamente.
Ormai mi sono abituato al fatto che le buone maniere non sono esattamente l'interesse primario di alcuni poliziotti che lavorano in questa prigione.
Ecco che entra il rompiscatole!
"Michele! Lo sai che il tuo gemello è stato sequestrato?" mi chiede l'uomo.
"Mattia che cosa?" chiedo sbarrando gli occhi.
"Hai sentito! E scommetto che sei stato proprio tu a mandare il tuo amico camorrista a rapirlo, non è vero?" mi chiede, afferrandomi per il colletto della maglia e facendomi finire sul pavimento. Rischio di cadere a faccia in avanti, ma riesco a coprirmi il viso con le braccia.
"Michele!" esclama Antonio, preoccupato. Romano lo prende per le spalle e lo spinge contro il muro. Lui non ha la mia stessa fortuna, perché sbatte la testa contro il muro.
"Tu stanne fuori, deficiente! Se non fosse per il tuo amico criminale forse non sapresti leggere! Quelli come te non hanno il diritto di parlare!" gli grida contro prendendolo deliberatamente in giro. Voglio picchiarlo, ma non posso! Devo calmarmi o lui non perderà tempo a farmi condannare anche per questo. In ogni caso, però, devo almeno cercare di togliermelo di dosso, perché mi sta schiacciando a terra e non riesco quasi più a respirare poiché, dopo aver spinto Antonio, mi si è buttato addosso e mi ha immobilizzato completamente. Provo a spingere di testa, ma le forze che il mio malessere mi ha tolto si fanno sentire. Non riesco a reagire e lui prevarica su di me. Mi sento impotente.
"COMMISSARIO!"
Antonio chiede aiuto, forse perché sto soffocando. Non è il commissario ad entrare, ma Christian, che tira via Romano dal mio corpo e lo spinge vicino a me. Mi tiro su a fatica e, anche se la vista è appannata, riesco comunque a distinguere il viso di Christian a pochi millimetri da quello del mio aggressore. Lo sento soffiare una minaccia a quella distanza.
"Toccali ancora e alla corda io ci faccio finire te, per abuso di potere ed aggressione!"
"Provaci, se vuoi!" dice lui.
"Ci proverò e ci riuscirò. Un verme che si fa corrompere da uno della sua stessa specie non merita una lunga vita, e nemmeno un lavoro in polizia!" esclama Christian. Romano apre bocca per dire qualcosa, che io sento che sarà orribile, ma Christian porta un dito alle labbra, facendogli cenno di non parlare.
"Christian..." sussurro cercando di riprendere fiato. "Chris, lascia perdere!"
"Eh no, Michele! Tu hai le mani legati e hai ragione a voler vivere ancora per vedere quella ragazza, ma io no... e se devo finire in carcere ci finirò, ma non prima di aver fatto uscire te. E tu, Romano, adesso alzati ed esci di qui!"
Romano si tira su ed esce dalla cella in cui sono chiuso.
"Christian... è vero che Mattia è stato sequestrato?" chiedo, sempre più teso.
"Già. Purtroppo è vero. Mattia ha chiamato in centrale dal cellulare di Serramanico durante la notte. Ed è anche vero che stava poco bene, ma adesso a livello di salute gli sta andando meglio."
"E Salvatore?"
"Tranquillo. Lui è riuscito a scappare. L'ho avvertito io del fatto che Mattia gli aveva fregato il cellulare durante la notte, quando lui l'aveva lasciato in salotto. Salvatore in fondo è buono... Mattia aveva la febbre alta e giù in cantina, dove è stato per una notte, faceva troppo freddo. Durante la notte sembra che Mattia si sia ripreso quel tanto che basta a spostarsi un minimo, prendere quel cellulare e contattarci, poi l'ha rimesso a posto ed io ne ho approfittato per contattarlo. Ora non so dove sia finito, ma è al sicuro!"
"Christian, ti giuro che io non l'ho assoldato. Non sapevo che volesse fare una cosa simile! È sempre di mio fratello che stai parlando!"
"Non avresti potuto comunque. È da più di un mese che sei segregato qui e non hai nessun contatto con l'esterno. Pur volendo non saresti riuscito a progettare un sequestro, anche perché, le uniche volte in cui hai visto persone esterne al carcere, avevi la febbre talmente alta da riuscire a stento a spiccicare qualche parola!"
"Christian, mi scusi... mica gli toglieranno l'unica possibilità che ha per rivedere quella ragazza?"
Antonio ha la mano sulla bocca. Cerca di tamponare il sangue che ne sta venendo fuori per colpa di quell'idiota, eppure s'interessa a me come non mai ed è tanto tenero!
"No, stai tranquillo, non glielo impediranno. Ora, però, vieni con me in infermeria. Avrai di sicuro qualcosa di rotto per la botta che hai dato contro il muro. E poi c'è tantissima polvere, il che non è salutare!"
Poi si gira verso di me. "E tu, Michele, stai tranquillo. Le angherie che stai subendo non rimarranno impunite, te lo giuro! Dovessi finire in cella insieme a te..."

Romano
Attualmente Mattia vive con me. I suoi genitori non vogliono sapere più nulla di lui e Angela dà loro man forte.
"Mattia, devo dirti una cosa!"
"Di che cosa si tratta, Romano?"
"Ho sentito che tra una settimana Michele e la cieca potranno incontrarsi!"
"Chi ha fatto richiesta per questa stupidaggine?"
"Lei, tramite il dottorino."
"MALEDETTA!" urla Mattia, fracassando terra un bicchiere.
Ne prende un altro e lo riempie di uno dei superalcolici che ho in casa.
"Molto bene. Magari, se io facessi divertire un po' la ragazzina, lei rinuncerebbe al suo Michele per me, no?" pensa a voce alta. "A te lo dico, perché tu non mi tradirai. O mi sbaglio?"
"Io sto facendo di tutto per rendere quel che resta della vita di Michele un Inferno dal quale fuggire!"
"Molto bene!" esclama Mattia.
Continua a bere fino a quando praticamente non si regge più in piedi, ma nonostante questo si dirige verso la porta.
"Che fai? Dove vuoi andare?" gli chiedo agitato.
"Voglio vedere la mia piccola!"
"Chi, la ragazzina?"
"Certo! E non osare seguirmi!"
"Mattia, è troppo rischioso, e poi lei ti odia. In questo stato potresti farle del male e finiresti dietro le sbarre."
"Potrebbe benissimo essere quel camorrista che mi ha tenuto con sé per due giorni!"
"Quello che si è dileguato?"
"Lo farò ricomparire, in qualche modo..."
"Ma perché hai questa maledetta fissa per quella ragazza?"
"Non è una fissa! La amo!"

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